INEDITI ESCLUSIVI
Le carte nascoste di Giovanni Paolo II
Qui la Chiesa cerca il segreto della santità
Qui la Chiesa cerca il segreto della santità
Wojtyla voleva distruggere le sue agende, poi salvate
dal segretario. Ora servono alla canonizzazione
dal segretario. Ora servono alla canonizzazione
PAPA GLOBALE - Questi documenti — finora inediti — saranno pubblicati in Polonia dalla casa editrice Znak , mercoledì 5 febbraio 2014. E Corriere.it è in grado di anticiparne alcuni dei più significativi. Grazie al fatto che non sono stati distrutti e che diventeranno un libro, tutto il mondo potrà leggere gli appunti spirituali del primo Papa globale della storia, scritti durante un arco di quarant’anni (1962-2003). Essi ci permettono di avvicinarci al mistero della sua anima, dal momento che, come annota colui che gli è succeduto come cardinale di Cracovia, sono «una chiave per capire la sua spiritualità e quindi la parte più intima di un uomo: il suo rapporto con Dio, con il prossimo e con se stesso».
Giovanni Paolo II: frammenti dei diari spirituali
VIVERE NELLA VERITA’ - E’ una raccolta insolita e commovente, grazie alla quale lo accompagniamo nei suoi momenti di maggiore vicinanza a Dio. Possiamo conoscere Wojtyła che ammette le sue debolezze, combatte contro di esse, ma si fida sempre più di Dio che delle proprie forze. Possiamo conoscere un uomo che sino alla fine lottò per vivere nella verità. Due di questi appunti in particolare sono interessanti: il primo del 1997 parla del perdono dei peccatori fatto da Dio e del fatto che c e più gioia in cielo per un peccatore che si pente che per 100 giusti, il buon ladrone sulla croce che va in Paradiso, E parlando di questo Giovanni Paolo II appunta: Dives in Misericordia ( come il titolo della sua enciclica del 1980 ) poi apre la parentesi e segna di suo pugno Ali Agca, il nome del suo attentatore . Agca si è forse pentito?
RAPPORTI CON L’ISLAM - Il secondo appunto particolarmente rilevante riguarda i rapporti tra cristiani e musulmani e in particolare la situazione dei cristiani in Medio Oriente (questo appare particolarmente significativo alla luce dell’emergenza umanitaria dei cristiani in Siria). Questo appunto è molto articolato, ma anche realista (laddove afferma che ci vorrano cento anni per risolvere la situazione) e individua nella figura di Maria un ponte tra le due fedi.
L’ESEMPIO DI ANDRZEJ - Impressionante anche la nota dell’ottobre 1978, appena successiva all’elezione al Pontificato. Giovanni Paolo II scrive della grave malattia in cui cadde il suo carissimo amico, il vescovo Andrzej Deskur, che il 13 ottobre « si sentì improvvisamente molto male e rimase parzialmente paralizzato. Nonostante una cura al Policlinico Gemelli ed un’altra in Svizzera, non guarì». Ricorda il Pontefice appena eletto che il «14 X (ottobre, ndr) andai a trovare Andrzej all’ospedale. Lo feci durante il viaggio verso il conclave durante il quale si doveva scegliere il successore di Giovanni Paolo I (26.VIII - 28.IX.1978)». E poi aggiunge: «Non riesco a non legare il fatto che il 16.X fui scelto come successore, con l’evento di tre giorni prima. Il sacrificio del mio fratello Andrzej nel suo vescovado mi appare come una preparazione a questo fatto. Tutto, tramite la sua sofferenza, era incluso nel mistero della Croce e della Redenzione compiuta da Cristo». E rivela: «Andrzej Deskur, che lavorava dagli anni Cinquanta per la Commissione dei Mezzi di Comunicazione (negli ultimi tempi svolgeva il ruolo di Presidente) mi portò a conoscenza di tante questioni importantissime per la Santa Sede. L’ultima parola di quell’iniziazione diventò la sua croce».Infine conclude : «Debitor factum sum...» .
IL RUOLO DEI VESCOVI - Come, poi, non stupirsi dell’assonanza tra un altro appunto, molto più indietro nel tempo, risalente al 1964, e quello che nei primi dieci mesi di Pontificato abbiamo sentito ripetere da Papa Francesco. Wojtyla fa riferimento a San Pietro che, scrive, « non era perfetto e lo riconosceva “sono un peccatore”. = Siamo tutti dei peccatori, ma anche i vescovi nel loro insieme (i tempi dell’Arianesimo, della Rivoluzione Francese, d’Harbigny) // Rinunciare a “acceptatio personae propriae” (accettazione della propria persona) e presentarsi così davanti a Cristo». Poi Woytyla spiega quale deve essere l’atteggiamento che deve avere «un vescovo verso un peccatore : il cuore aperto... E alla fine credere nella vittoria della Grazia Divina sul peccato ... Il nostro compito è: far venire la Grazia. Non capitolare di fronte a nessun peccato (delictum). Misericordia = summa christianitatis [la misericordia = essenza del cristianesimo]».
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http://www.chiesaviva.com/430%20mensile.pdf
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Dziwisz è il regista del 'santosubitismo' polacco , a scapito della chiesa e persino di Wojtyla. Grazie per la segnalazione
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