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sabato 8 febbraio 2014

Fa bene a chi?

Si riflette sui divorziati risposati
SI RIFLETTE SUI DIVORZIATI RISPOSATI


Sinodo dei Vescovi: dall'Europa valanga di “sì” ai divorziati risposati

Il Sir analizza i primi risultati del sondaggio sulla pastorale familiare promosso dal Papa, che nomina Fabene sottosegretario


L'esigenza di una Chiesa «più aperta», capace di accogliere tutti, «a prescindere dalle differenze e dagli errori commessi». Il Servizio Informazione religiosa (Sir) fotografa così i primi risultati del sondaggio sulla pastorale familiare (e l'accoglienza dei divorziati risposati) promosso da papa Francesco in vista del Sinodo dei Vescovi.

«I cattolici belgi - sintetizza il Sir - si attendono che la Chiesa possa accogliere tutti, a prescindere dalle differenze o dagli errori commessi. Questo punto di vista è particolarmente avvertito per quanto riguarda le persone omosessuali e i divorziati».

«Sulla scia di papa Francesco, anche in Belgio - sottolinea il Sir - i cattolici chiedono una Chiesa madre che accoglie: da qui l'esigenza anche di crescere nella fede e di formare comunità vive». Nei questionari - inoltre - si sottolinea il ruolo essenziale che possono svolgere le donne nella vita della Chiesa: «Sono loro - fanno notare i cattolici belgi - che trasmettono la fede ai bambini e li accompagnano nel loro cammino».

Anche la Chiesa cattolica in Lussemburgo ha reso disponibile online l'analisi dei questionari sulla famiglia voluta dal Sinodo dei Vescovi per preparare l'appuntamento del prossimo ottobre. «La stragrande maggioranza delle risposte proviene da persone che si sentono legate alla Chiesa e si riconoscono in lei», commenta una nota della Chiesa locale che denuncia «un divario crescente tra la proclamazione magisteriale della Chiesa e la ricezione e l'effetto di questa dottrina tra i membri della Chiesa stessa». Le risposte raccolte in Lussemburgo confermano cioè la stima della Chiesa per la famiglia, ma evidenziano anche che l'importanza dell'insegnamento ecclesiale è «in caduta libera» di fronte alla riconosciuta valenza normativa della coscienza e della libertà individuale.

Secondo i cattolici lussemburghesi, «per situazioni familiari problematiche la Chiesa non ha nessuna risposta vivibile». E «la dottrina sul matrimonio, la paternità responsabile e la famiglia viene respinta negli ambienti non-ecclesiali (e a volte anche ecclesiali)», perché la Chiesa «è considerata come estranea, non competente» in questi ambiti. Nelle risposte si parla della «sofferenza che attraverso l'esclusione dei sacramenti - in particolare la riconciliazione - viene inflitta». La regola dell'accesso ai sacramenti «secondo discernimento» pare inadeguata. S'invoca «di tradurre in pratica la pastorale della misericordia e creare luoghi dove possa essere proposta e vissuta». Per quanto riguarda invece le coppie omosessuali, dal Lussemburgo non arrivano posizioni né indicazioni precise, se non ancora l'appello ad «assumere la realtà come si presenta, senza volerla cambiare con rappresentazioni morali», e a un atteggiamento di accoglienza e misericordia.

Il Sir evidenzia anche «nel documento della Conferenza episcopale tedesca la distanza fra la Chiesa e i fedeli su convivenze prematrimoniali, controllo delle nascite e contraccezione». E l'esclusione dai sacramenti dei divorziati risposati viene percepita come «una discriminazione ingiustificata e una crudeltà», mentre emerge la richiesta di un riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali e della loro parità di trattamento rispetto al matrimonio «come un comandamento di giustizia».

Come è noto, infine, «dalla Chiesa svizzera la prima richiesta è la comunione ai divorziati» mentre accanto a una «piena condivisione sull'importanza del matrimonio sacramentale e sull'educazione cristiana dei figli», si segnalano «le difficoltà ad accettare la dottrina della Chiesa su famiglia, matrimonio e omosessualità». «Una maggioranza di circa il 60% sostiene il riconoscimento e la benedizione da parte della Chiesa delle coppie omosessuali». E vi è un «disaccordo profondo sul divieto dei metodi artificiali di contraccezione».

Nel frattempo il Pontefice ha nominato sottosegretario del Sinodo dei Vescovi monsignor Fabio Fabene, finora capo ufficio della Congregazione per i Vescovi.
DOMENICO AGASSO JRROMA
 http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-synod-sinodo-31925/

Francesco: “Non escludere separati e divorziati dall’azione della Chiesa”

Il divorzio coinvolge sempre più anche i cattolici
IL DIVORZIO COINVOLGE SEMPRE PIÙ ANCHE I CATTOLICI

Lo ha scritto il Pontefice nel discorso consegnato ai vescovi polacchi nel corso della visita Ad Limina

REDAZIONEROMA


I pastori della Chiesa «sono chiamati a interrogarsi su come assistere» i divorziati o separati, «affinché non si sentano esclusi dalla misericordia di Dio, dall'amore fraterno di altri cristiani e dalla sollecitudine della Chiesa per la loro salvezza». Lo ha scritto papa Francesco nel discorso consegnato ai vescovi  polacchi in visita Ad Limina.  
  

In alcuni passi del discorso, dedicati al tema della famiglia, «cellula fondamentale della società», papa Francesco ha toccato temi che saranno al centro del prossimo Sinodo dei Vescovi sulla pastorale familiare. Il Papa, citando la sua Evangelii gaudium, ha ricordato dapprima che la famiglia è il «luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri e dove i genitori trasmettono la fede ai figli». «Oggi invece il matrimonio è spesso considerato una forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno», ha proseguito.


«Purtroppo - secondo papa Francesco - questa visione influisce anche sulla mentalità dei cristiani, causando una facilità nel ricorrere al divorzio o alla separazione di fatto». «I Pastori - ha raccomandato - sono chiamati a interrogarsi su come assistere coloro che vivono in questa situazione, affinché non si sentano esclusi dalla misericordia di Dio, dall'amore fraterno di altri cristiani e dalla sollecitudine della Chiesa per la loro salvezza; su come aiutarli a non abbandonare la fede e a far crescere i loro figli nella pienezza dell'esperienza cristiana».


D'altra parte, ha osservato ancora il Pontefice, «bisogna chiedersi come migliorare la preparazione dei giovani al matrimonio, in modo che possano scoprire sempre di più la bellezza di questa unione che, ben fondata sull'amore e sulla responsabilità, è in grado di superare le prove, le difficoltà, gli egoismi con il perdono reciproco, riparando ciò che rischia di rovinarsi e non cadendo nella trappola della mentalità dello scarto». Bisogna chiedersi «come aiutare le famiglie a vivere e apprezzare sia i momenti di gioia sia quelli di dolore e di debolezza».


L'ulteriore raccomandazione di Bergoglio è che «le comunità ecclesiali siano luoghi di ascolto, di dialogo, di conforto e di sostegno per gli sposi, nel loro cammino coniugale e nella loro missione educativa». «Essi trovino sempre nei Pastori - ha aggiunto - il sostegno di autentici padri e guide spirituali, che le proteggono dalle minacce delle ideologie negative e le aiutano a diventare forti in Dio e nel suo amore».



Rivolgendosi ancora ai presuli, il pontefice ha osservato: «Niente e nessuno possa introdurre divisioni tra voi, cari fratelli!». Lo ha detto il Papa nel discorso ai vescovi polacchi in visita Ad Limina. «L'unità dei Pastori - ha aggiunto -, nella fede, nella carità, nell'insegnamento e nella comune premura per il bene dei fedeli, costituisce un punto di riferimento per l'intera comunità ecclesiale e per chiunque cerca un orientamento sicuro nel quotidiano cammino sulle vie del Signore».  


«Siete chiamati a costruire la comunione e la pace radicate nell'amore fraterno, e a darne a tutti un incoraggiante esempio - ha scritto ancora il Pontefice -. E certamente un tale atteggiamento sarà fecondo e offrirà al vostro popolo fedele la forza della speranza».  

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