ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 22 febbraio 2014

La carica dei C8!

Il cardinal Kasper gioca all’attacco, la riforma comincia dai divorziati-risposati

'Give peace a chance’, date un possibilità alla pace, diceva un celebre inno pacifista degli anni 60. Date una possibilità alla Chiesa, sembra essere il motto scelto da papa Francesco che ha ingaggiato una lotta contro il tempo per sradicare le gerarchie dal proprio immobilismo. Il tema cruciale della famiglia è infatti al centro di una discussione decisiva all’interno della Chiesa: proprio in questi giorni è in corso in Vaticano un concistoro straordinario – vale a dire una riunione di tutto il collegio cardinalizio – che ha cominciato a dibattere la questione affrontando anche gli aspetti più delicati, compresa la possibilità di dare la comunione ai divorziati risposati. Francesco ha poi chiesto di recente al tribunale della Rota romana, una maggiore sensibilità  pastorale nelle cause di annullamento matrimoniale, insomma maglie un po’ più larghe.

il cardinale Walter Kasper

 L’appuntamento chiave sarà quello del prossimo ottobre quando a Roma si svolgerà il sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia; in quell’occasione lo scontro fra conservatori e liberal entrerà nel vivo. Per altro  sarà quella la sede in cui le decisioni dovrebbero essere prese e poi confermate dal papa. Su questa vicenda, anche più che sulla riforma della Curia romana, il papa si gioca tutto: se la Chiesa riuscirà infatti a sanare la frattura aperta nel rapporto con la modernità alla fine degli anni ’60 dall’enciclica ‘Humanae vita’ di Paolo VI che chiudeva ad ogni ipotesi di riforma in campo sessuale e famigliare, la sfida di Francesco sarà almeno in parte vinta.

Tuttavia il cammino intrapreso dal papa è arduo: gli strappi non sono consentiti, il tessuto ecclesiale è ormai fragile e indebolito, allo stesso tempo un eccesso di mediazione può causare la fine del processo riformatore. E così papa Francesco ha deciso di lanciare nell’agone l’anziano cardinale tedesco Walter Kasper, teologo ed esponente storico della corrente progressista, che ha aperto ieri con una sua relazione i lavori del concistoro. Kasper, nel corso di un convegno a Roma, aveva spiegato senza tante reticenze come la pensa: “La dottrina – ha detto – non è come un lago stagnante. Anche la tradizione è viva, è un torrente. E le esperienze del popolo di Dio devono essere rispettate”. Non solo: ciascuno si può pentire e convertire, per questo “non è immaginabile che se uno cade in un buco, non ci sia nessuna uscita. Questa immagine non è conciliabile con la misericordia. C’è un’uscita per colui che si pente e si converte. Dunque c’è una seconda chance se la persona è aperta”.

Kasper come altri esponenti di spicco nella Chiesa, non vuole intaccare la sostanza della dottrina ma chiede un pragmatismo che si concili con i tempi. Il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Gerhard Muller, è contrario ad ogni apertura, assai prudente si è mostrato anche l’arcivescovo di Boston Sean O’Malley; sul fronte opposto si collocano il cardinale Oscar Maradiaga, coordinatore del ristretto gruppo di cardinali-consiglieri papali, quindi un altro tedesco di peso, l’arcivescovo di Monaco Richard Marx.

Inoltre con la convocazione del sinodo sulla famiglia è stato distribuito un questionario che, sia pure in tempi troppo breve, è servito a raccogliere le opinioni dei fedeli su temi diversi. Dai risultati diffusi fino ad ora è emerso un cattolicesimo centroeuropeo che disattende largamente l’insegnamento della Chiesa su questioni come la contraccezione e i rapporti prematrimoniali. Su molti altri temi si registrano incertezze, dubbi, incomprensioni. Il Papa ha così voluto mettere a nudo davanti alla sua stessa Chiesa l’inefficacia e infine l’irrilevanza di un magistero che potrebbe portare alla progressiva emarginazione del cattolicesimo. Un punto dirimente, per altro, attiene a una valutazione più generale: i cambiamenti intervenuti nella vita sessuale e di relazione corrispondono a un cedimento alle mode a una trasformazione profonda della vita di coppia? E’ dunque anche su questa interpretazione differente della modernità che il dibattito si è aperto nella Chiesa. In questo contesto la comunione ai divorziati risposati è il punto più accessibile dal quale cominciare a cambiare le cose, già Ratzinger aveva infatti avviato una discussione in merito. Ma è altresì evidente che le speranze suscitate da Beroglio sono molte, per questo il papa ha una sola possibilità: dare risposte all’altezza delle aspettative.

Francesco Peloso

Quest’articolo è apparso sul Secolo XIX Pubblicato da 
EFFETTO KASPER

Signore e signori, ecco a voi i prodigiosi risultati dell'"effetto Kasper".
Premessa: su un social network, un seminarista pubblica l'articolo relativo alle "illuminanti" dichiarazioni di Kasper a proposito dei Sacramenti ai divorziati risposati. Ed ecco alcune reazioni. Abbiamo omesso, per pietà cristiana, di riportare gli orrori grammaticali, in modo che quelli logici e teologici possano brillare con tutta la loro forza.
Legenda: Tizio = titolare del profilo; Caio = amico; Sempronio = amico "critico"; Mevio = amico; Calpurnio = amico.
Tizio: "Guarda Caio... ne discutevamo qualche tempo fa, ricordi? La ricostruzione del pensiero di Kasper mi sembra piuttosto convincente." Segue link: "Divorziati risposati, la proposta di Kasper" - Vatican Insider [vaticaninsider.lastampa.it] // "La Chiesa non può mettere in discussione le parole di Gesù sull'indissolubilità del matrimonio e chi si aspetta che dalla discussione del concistoro e poi del Sinodo emergano soluzioni «facili» e generali, per tutti, commette un errore. Ma di fronte alle difficoltà..."
Caio: "Credo che la Chiesa debba aprire le porte anche a loro(coppie separate divorziate), perche loro non credono più nell'amore che provano verso le loro mogli, ma non è in dubbio l'amore che provano per il SIGNORE!!!! Spero che quest'idea diventi realtà, perché anche io vorrei tornare a ricevere il corpo di Cristo!!!"
Sempronio: "Cioè, fatemi capire bene, si può veramente amare il Signore pur distruggendo un impegno indissolubile coscientemente assunto davanti al Signore e facendo del male al coniuge con un abbandono solo perchè "l'amore" (che poi non è amore) finisce? ma se ci è comandato di amare il nemico come possiamo non amare il coniuge anche se ci sono difficoltà? E come è possibile dire di amare il Signore se rifiutiamo di fare la sua volontà per fare la nostra fino al punto di non rispettare nè i comandamenti nè i sacramenti? Quanto a Kasper, come per Maradiaga, se la Chiesa non fosse stata travolta da un ondata di fango dottrinale proveniente dal suo interno, dubito pure che sarebbero stati ordinati sacerdoti, perchè di cattolico, per quello che pubblicamente esprimono, c'è davvero poco."
Caio: "Allora mettiamo alla gogna o davanti ad un plotone d'esecuzione tutti i divorziati e separati, con questo tipo di mentalità... qualcuno, però mi deve spiegare come mai l'apostolo Tommaso ha tradito nostro Signore ma comunque è un Santo, perché Pietro (o meglio Simon Pietro) ha tradito il Signore dopo che il gallo ha cantato tre volte, eppure la Chiesa ha avuto fondamento da lì????? Quindi prima di giudicare il mio Amore per il Signore che qualcun altro si faccia un esame di coscienza..."
Sempronio: "Alla gogna? Chi lo fa? Dove, come e quando? Ma se è un continuo battage intraecclesiale affinchè la Chiesa cambi una disciplina che non può cambiare, perchè legata non solo al diritto naturale ma a un comandamento e a un sacramento ricevuto direttamente da Cristo?! L'importante invece è non prendersi in giro. Se si è smarrita la nozione di peccato, e soprattutto di peccato mortale, è difficile poter capire in che condizione un'anima si mette nel fare scelte che vanno radicalmente contro Dio. Distruggere un sacramento è andare contro Dio, ripudiare un coniuge significa andare contro la legge dell'amore eternamente promesso davanti a Dio. Mettere su un nuovo legame è scadere nel concubinato perché si tratta di un tipo di unione che Dio non prevede, né può avere altro fondamento che non sia quello di voler fare quello che ci piace in spregio a tutto e a tutti. Ognuno è libero di fare quel che vuole, ma non si può pretendere di giocare a scacchi con le regole della dama, perché in quella riusciamo meglio. Il desiderio di Dio non si spegne per il fatto di cadere in peccato mortale (cosa che purtroppo capita a tutti), ma è di fatto spento se, vivendo e scegliendo di rimanere in stato di peccato mortale non solo non ci si pente di quel che abbiamo fatto e si cerca di rimediare per quanto possibile, ma si rivendicano pure dei "diritti" che non abbiamo. In tal caso significa non credere in Dio, né amare Dio, ma pretendere che Dio (e per Lui, la Chiesa) faccia quello che noi desideriamo. Cioè l'antitesi dell'essere cristiani. San Tommaso infine non ha tradito Cristo, semmai è stato incredulo rispetto alle testimonianze dei suoi confratelli riguardo alla resurrezione di Gesù. San Pietro non ha tradito bensì rinnegato il Signore. Entrambi però, hanno rimediato, sinceramente pentiti e contristati del male fatto, e hanno preso sul serio il perdono che Cristo dette all'adultera, cercando di non peccare più. Dio il perdono ce lo offre. Ma ci chiede il pentimento sincero e la conversione. Noi invece gli chiediamo un perdono utilitaristico, perché non intendiamo convertirci seriamente."
Caio: "Sì, ha ragione, il problema della Chiesa è anzi sono i divorziati e i separati!!! Non i preti pedofili, o i troppi soldi della Città del Vaticano!! S. Tommaso ha tradito il Signore non credendo nella resurrezione, forse il signor Sempronio non lo ricorda. Ora, visto che vuole condannare la gente come ME, divorziata e separata, cancello i commenti e link, ma la sua mentalità poco aperta (per non dire altro) allontana sempre di più la gente dalla religione cattolica."
Sempronio: "Slogan e luoghi comuni buttati lì, in pasto alla plebaglia, ma che di fatto sono fatti a posta, per evitare di guardarsi dentro e confrontarsi con se stessi e con Dio. Lei si allontana da solo. E io non condanno nessuno."
Caio: "Sta continuando a parlare a vanvera, credo che ora stia disturbando un semplice link... se ne faccia una ragione."
Sempronio: "A vanvera parla chi non rispetta le regole " del gioco", ma dice quel che più gli fa comodo."
Caio: "Solo il Signore può giudicarmi, LEI non è nessuno."
Sempronio: "Chi la giudica? è lei che giudica la Chiesa, pretendendo di ricevere quel che per una sua scelta non ha diritto a ricevere."
Caio: "Lei non è nessuno."
Sempronio: "Alla pari di lei. Ma con una differenza fondamentale. Essendo nessuno mi attengo alla legge di Dio e della Chiesa. Lei invece essendo qualcuno intende modificarla."
Caio: "Lei non è nessuno e se legge il link non ho parlato io ma il cardinale Kasper... ora con tutta l'educazione possibile lei mi ha stancato, buona giornata."
Sempronio: "Il cardinal Kasper è nessuno anche lui rispetto alla Legge di Dio e della Chiesa, al pari di me e di lei. E non ha il potere di cambiarla. Al massimo può solo fare confusione, come sta facendo, fregando le anime. Sono anch'io un peccatore. Ma non cambio il peccato in virtù."
Caio: "Sta perdendo del tempo prezioso."
Sempronio: "Le pecorelle tornano all'ovile se comprendono i loro errori. E lì Dio perdona. Ma non quelle presuntuose. Del mio tempo dispongo solo io."
Caio: "Sta offendendo, la ringrazio. Mi meraviglio della persona che conosciamo in comune, che conosce gente di questo calibro."
Sempronio: "In che modo la offendo? Dicendo che lei rifiuta il concetto di peccato e al tempo stesso vuole ricevere i sacramenti?"
Caio: "La persona presuntuosa forse è lei... comunque avevo salutato molti minuti fa."
Sempronio: "Lei è semplicemente una persona confusa, che uomini di Chiesa illudono e confondono ancora di più."
Caio: "Confusa???? Lei sta dicendo solo fandonie... pensi a non far togliere il crocifisso dalle scuole e poi ne riparliamo. Ora gradirei il silenzio, grazie."
Sempronio: "Le fandonie sono quelle che stanno fuori dal catechismo. legga quello e scazzi meno."
Caio: "Anche maleducato, che ottimo predicatore, complimenti."
Sempronio: "Sono le parole che si adattano al tono che ha impresso alla conversazione."
Tizio: "Ora basta tutti due... per favore. Altrimenti cancello il post e ve la vedete in privato. Un conto è confrontarsi su una questione seria e porre argomenti in modo serio... un conto è insultarsi sulla mia bacheca.. per favore."
Sempronio: "Per confrontarsi su qualcosa occorre conoscere le regole di questo qualcosa. L'argomento è serio, le argomentazioni di Caio non lo sono. Semplicemente fondate sul: siccome voglio che sia così, perchè mi trovo in questa situazione, allora la Chiesa mi deve contentare."
Tizio: "Sempronio, non puoi giudicare Caio e le sue sofferenze sulla base di un post. Anche questo non ha molto a che fare con gli insegnamenti del Signore, o sbaglio. Ad ogni modo, vi chiederei uno stop perché qui ci si è spinti un po' troppo oltre il civile confronto. Grazie."
Sempronio: "Non l'ho giudicato, non ho giudicato le sue sofferenze. Ed è evidente. Mi sono limitato a giudicare le sue rivendicazioni e a non dare per scontato che si possa dire veramente di amare Dio rimanendo in situazioni che sono sicuramente contrarie alla sua volontà. Tutto qui."
Tizio: "Mi scuso se mi è sembrato il contrario."
Sempronio: "Basta leggere. Io non giudico le persone, so bene che non devo nè sarei in grado. Ma quel che dicono sì, soprattutto in rapporto alla dottrina."
Tizio: "Via Caio... se la cosa ti può consolare, Sempronio giudica anche la dottrina del Papa... e manderebbe al rogo metà del collegio dei cardinali... quindi con lui è una battaglia persa... Io stesso mi guardo bene dal contraddirlo..."
Sempronio: "Quel che avevo da dire l'ho detto. Adesso speriamo che Kasper torni a fare il cardinale cattolico, e non prenda per i fondelli con inutili "aperture" su aspetti che pure lui sa di non poter cambiare. Ciao."
Mevio: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. (Mt 23, 13)"
Sempronio: "Ok. Condannata tutta la Chiesa cattolica. Però ricordo anche che Gesù dei farisei ha detto di fare quel che dicono ma non secondo le loro opere. E più laicamente, ricordo che: medico pietoso fa la piaga purulenta."
Caio: "Fortunatamente, non condivido nemmeno una virgola di quello che ha scritto, signor Sempronio."
Sempronio: "Io non giudico un bel nulla. Della fede cattolica non dispone neppure il papa. Se le mie orecchie e il mio cervello intendono qualcosa di contraddittorio con essa, vado a confrontarmi: non con le mie opinioni, ma con quelle del catechismo. Non credo di sbagliare. Oppure ha ragione Kasper nel suo mobilismo dogmatico? Che Caio non condivida neppure una virgola di quel che ho scritto non è un problema. Diviene un problema se non condivide la dottrina cattolica. E credo proprio che quel che ho scritto non si discosti."
Caio: "Lei è entrato qui solo per disturbare. Chiedo scusa, Tizio, solo a te ovviamente, ma per il resto non commento."
Sempronio: "Precisare non è disturbare, se non per il fatto che ho messo il dito nella piaga."
Caio: "Probabilmente non ha visto alla TV che Berlusconi, noto personaggio, con Vladimir Luxuria -altro noto personaggio- hanno ricevuto il Corpo di Cristo pur essendo il primo separato, il secondo pornostar, dal cardinal Bagnasco. Ora se riesce a spiegarmi questo, visto che, come dice lei, sono confuso."
Sempronio: "Infatti. Quel gesto si chiama tecnicamente sacrilegio."
Caio: "Però loro possono e la gente comune deve vedere questo sacrilegio? Mah, che strano."
Sempronio: "Non possono neppure loro, e l'apostolo Paolo è stato chiaro: hanno mangiato e bevuto a loro condanna (salvo che non si pentano), e ovviamente guai anche a chi li ha comunicati. C'è stato chi lo ha detto, ma in questo momento la Chiesa è in mano ai vari Maradiaga, Kasper ecc ecc. Gente cioè che illude persone in difficoltà, spacciandola per misericordia. La misericordia di Dio è altra cosa, è sempre pronta e sempre disponibile, ma ci chiede almeno l'umiltà di ricponoscerci peccatori e di sforzarci di non peccare. Al resto pensa Lui. Diverso invece è l'atteggiamento di chi vuol derubricare il peccato. Lo si può pure fare, ci si può pure riutenere nel giusto. Solo che poi, alla fine. quando l'anima sarà nuda davanti a Dio, quello sporco che in vita hai camuffato e nascosto lì, non lo potrai più nascondere. E non essendo stato mai perdonato, poichè mai si è chiesto perdono, ti pregiudica la vita eterna."
Caio: "Salvo che non si pentano... ahahah, la classica pezza a colori."
Sempronio: "La pezza c'è perché, appunto, non si può giudicare il foro interno e non si può escludere un futuro pentimento. Oppure tu sei in grado, dopo aver giudicato me, la Chiesa e Dio, di poter giudicare pure le anime di Berlusconi, Luxuria e Bagnasco?"
Caio: "Ripeto, la classica pezza a colori."
Sempronio: "Ha qualcosa di più originale, ma che sia vero, in alternativa?"
Caio: "Vabbè, c'è poco da aggiungere, se vuole la ragione se la può tenere."
Sempronio: "La ragione o il torto, in materia di Cattolicesimo, si danno sulla base della dottrina cattolica: cioè del catechismo ufficiale della Chiesa. Se riesce a trovare qualcosa di errato, lei o Tizio potete comunicarmelo."
Caio: "Sta andando sul personale, sul ridicolo. La saluto."
Sempronio: "Purtroppo lei, invece, è sul tragico. Senza che neppure se ne avveda, e ciò conferisce un tono involontariamente (nell'eventualità fosse vero quel che lei dice)tragicomico alle sue sconclusionate affermazioni."
Calpurnio: "Bla, bla, bla… tutte parole inutili. Dio non è un passacarte che controlla l'operato dei giudici o le scuse, più o meno banali, delle persone. C'è chi ama Dio per codardia, per ruffianeria o nella speranza di ottenere qualcosa. Queste persone in realtà amano solo se stesse e nessun altro. Queste sono le prime ad avere un'ottima giustificazione per tutte le cose che fanno e certamente sarebbero convincenti anche in un sacro tribunale. Poi ci sono quelle persone che amano Dio per amore e altruismo che scaturisce dal loro profondo, senza controllo. Queste persone amano tutti e sono quelle che non avranno mai una scusa per le loro azioni. Dio è amore e basta."
Sempronio: "Concordo su tutto, tranne sull'inizio. Le parole inutili sono quelle che vogliono aggirare un problema e non quelle che vogliono rispondere, più o meno bene, al problema in questione. E in una discussione su internet non si può far altro che usare delle parole. E la questione è molto concreta: io amo Dio ma non amo più mia moglie e mi rifaccio una vita. Oppure io amo Dio, ma siccome mia moglie non mi ama più ed è andata con un altro, allora mi rifaccio una vita. In entrambi i casi io so che devo amare mia moglie e accettare la croce che mi è toccata per miei o altrui demeriti, perché so che in tal modo ho fatto/tento di fare la volontà di Dio. Dire che Dio è Amore è dire un qualcosa che oscilla tra una stucchevole banalità e una verità grandiosa e ineffabile.. Paradossalmente potrei dire che pure scrivere ciò è inutile, proprio perché inesprimibile. E nel nostro essere finiti, proprio il confrontarci con i Comandamenti e i precetti della Chiesa ci consente di misurare, per quanto possibile, se sappiamo amare e se amiamo nel modo giusto e l'oggetto giusto."
Calpurnio: "Giusto, infatti tu continui ad aggirare il problema. Spargi tante parole ben ordinate ma vuote di significato. Descrivi con grandi parole la vanga solo per evitare di usarla. Non sono gli uomini, e tu in particolare, a dover interpretare il giudizio di Dio. Gli uomini al limite possono insegnare attraverso l'esempio e il voler bene."
Sempronio: "Vedo che mi conosci bene. Complimenti. Dove interpreto il giudizio di Dio? C'è una Rivelazione che vale per tutti o no? Oppure sei tu che giudichi me e usi parole vuote, dato che in una discussione si parla di concetti e non è possibile dare alcun esempio o testimonianza, mentre è possibile dimostrare che una cosa è vera o falsa. Unica forma di carità possibile in una discussione."

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