ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 26 febbraio 2014

Quando prudenza fa rima con connivenza (col NOM)

La prudenza vaticana e la franchezza del vescovo di Tripoli


copti



Durante il concistoro del 20-23 febbraio è stato diffuso un comunicato che così esordiva:
“Il Santo Padre e i cardinali hanno elevato al Signore una particolare supplica per i numerosi cristiani che, in diverse parti del mondo, sono sempre più frequentemente vittime di atti di intolleranza o di persecuzione… a causa del Vangelo”.
Ma più avanti, nello stesso comunicato si è fatta questa precisazione:
“Purtroppo, si è avuto modo di notare che molti dei conflitti in corso vengono descritti come di natura religiosa, non di rado contrapponendo surrettiziamente cristiani e musulmani, mentre si tratta di conflitti che hanno primariamente radici di natura etnica, politica o economica”.

È una precisazione, questa, che ricorre spesso da parte di esponenti della Chiesa. Ed è chiaramente dettata da ragioni prudenziali.
Pochi giorni dopo, però, dalla Libia un vescovo ha rotto con le convenzioni e ha detto esattamente l’opposto.
Un dispaccio del 25 febbraio di “Fides“, l’agenzia della congregazione vaticana di Propaganda Fide, ha riferito che monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, “esclude che vi siano motivazione politiche o economiche alla base della strage. “Questa è opera dei fondamentalisti che vogliono mettersi in evidenza spargendo il sangue di vittime innocenti. I copti ortodossi sono da tempo il loro bersaglio”.
La strage a cui Martinelli fa riferimento è avvenuta il 23 febbraio a Bengasi, in Cirenaica, e ha avuto come vittime sette operai egiziani di confessione copto ortodossa.
I sette sono stati prelevati nelle loro abitazioni da uomini armati e i loro corpi sono stati ritrovati il giorno successivo alla periferia della città. Le vittime sono state uccise da colpi d’’arma da fuoco al petto e alla testa. Il vicario apostolico di Bengasi ha recuperato le salme delle vittime per poi consegnarle alla comunità copta.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/02/26/la-prudenza-vaticana-e-la-franchezza-del-vescovo-di-tripoli/

NEL NOME DI D-IOR! - DAL G8 CARDINALIZIO NULLA DI FATTO SULLO IOR, MA IN GRAN SEGRETO ANCHE IL VATICANO PENSA ALLA BAD BANK

La Santa Sede vuole completare la pulizia nella banca e pensa a espellere i clienti in odore di riciclaggio o evasione - I conti sospetti verrebbero spacchettati in blocchi e ceduti all'estero - Si fanno i nomi di colossi come Hsbc, Barclays, Deutsche e di un gruppo italiano (Intesa o Unicredit) - Che fine ha fatto Corbellini, capo degli sceriffi finanziari?...

Francesco De Dominicis per "Libero"

VESCOVO GIORGIO CORBELLINIVESCOVO GIORGIO CORBELLINI
Papa Francesco prendete tempo e per ora non si azzarda a toccare lo Ior. Il G8 cardinalizio si è chiuso infatti con un nulla di fatto sull'Istituto per le opere di religione. Uno stop and go - peraltro non del tutto imprevedibile - sul quale hanno pesato soprattutto le acerrime spaccature fra gli otto porporati: i cardinali sono divisi fra quanti vorrebbero chiudere lo Ior (quindi vicini alla linea del Pontefice) e quanti, invece, preferiscono agire con prudenza viste le possibili ricadute sulle finanze vaticane. Il risultato delle crepe fra i cardinali è che a Jorge Bergoglio non hanno fatto toccare palla. L'attesa riforma della banca del Papa, perciò, è stata congelata e sarà affrontata ad aprile, salvo ulteriori rinvii.
Ma il dossier Ior resta sotto i riflettori. Se ne occupano giuristi ed economisti, dentro e fuori i Sacri palazzi. Una delle ipotesi sul tavolo, secondo quanto risulta a Libero, è la creazione, accanto alla nascita di una banca etica, di una sorta di bad bank. Il progetto prevede di «espellere» dai depositi Ior i fondi di dubbia provenienza (riciclaggio di denaro sporco e frutto di evasione).
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La spazzatura finanziaria verrebbe spacchettata in tre o quattro blocchi e «ceduta» a grandi banche straniere. Circolano i nomi dei colossi Hsbc, Barclays, Deutsche Bank e di una italiana (le piste portano a IntesaSanpaolo e Unicredit). Incamerati i conti sospetti, le banche a quel punto gestirebbero gli ex clienti Ior secondo le norme antiriciclaggio dei loro paesi. Una soluzione che consentirebbe di completare l'opera di «pulizia interna» avviata con la misteriosa chiusura di 2.100 conti correnti nel 2012, sui quali né i vertici Ior né l'Aif (Autorità d'informazione finanziaria) hanno fatto chiarezza.
IORIOR
Il clima dentro le mura vaticane è rovente. C'è attesa per le prime mosse del nuovo superministro delle Finanze, il cardinale australiano George Pell, appena nominato dal Papa. Pell non avrà competenza sullo Ior, ma dovrà rivoluzionare la gestione immobiliare e contabile della Santa sede. In tanti, poi, si chiedono come mai il vescovo Giorgio Corbellini, designato il 30 gennaio alla presidenza Aif, non abbia ancora preso il controllo degli 007 finanziari. Corbellini non ha mai incontrato il direttore, René Brülhart. Lo sceriffo svizzero, così, è solo sul ponte di comando Aif mentre è in corso la prima, discussa ispezione sullo Ior.
IOR istituto per le opere di religioneIOR ISTITUTO PER LE OPERE DI RELIGIONE

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