“Umano, troppo umano”, vien da pensare leggendo come La Civiltà Cattolica intende la presenza politica dei cattolici. Francesco Occhetta S.I. scrive infatti sulla rivista dei Gesuiti del 4 gennaio scorso: «La priorità per il mondo cattolico oggi non può che essere la cura della democrazia in tutte le sue forme; una cura da nutrire con i principi della dottrina sociale della Chiesa e con i principi costituzionali». Beh, devo dire che se essere cattolici nella società e in politica volesse dire questo chiederei subito di essere cancellato dalla lista.
Che la dottrina sociale della Chiesa serva a nutrire la democrazia e non a rendere gloria a Dio ordinando a Lui le cose temporali, riconoscendo che non c’è nessun ambito del Creato sottratto al dominio del Creatore; e, per di più, che la Costituzione della Repubblica italiana debba essere oggetto di fedeltà da parte dei cattolici così come la Dottrina sociale o il Vangelo, mi risulta ripugnante. Potrebbe andar bene per qualche “cattolico democratico” ma la prestigiosa rivista dei Gesuiti non dovrebbe appiattirsi su una sola letteratura cattolica. Anche perché, dopo l’attivismo del suo direttore, padre Antonio Spadaro, il quindicinale di Porta Pinciana ostenta una particolare sintonia con Papa Francesco, complicando non poco le cose.
In ossequio alla democrazia, o per prendersene cura, i deputati cattolici al Parlamento europeo hanno votato per la mozione Lunacek. In ossequio della Costituzione i vari “documenti di Portogruaro” aprono alle unioni civili sulla base non dell’omosessualità dei componenti la coppia, ma dei loro diritti individuali sanciti dalla Costituzione. Nel frattempo, però, gli altri usano la democrazia come arma per demolire l’identità umana e mentre i cattolici si sforzano di essere sempre più democratici, la democrazia sparisce sotto i colpi dell’ideologia gender, che impedisce la democraticissima libertà di parola, la soggettività educativa delle famiglie imponendo alle scuole i nuovi manuali di regime redatti dall’UNAR, e la stessa libertà delle nazioni, ossessionate dalla pressione degli Organismi internazionali. I cattolici arrivano così in ritardo: vogliono essere democratici quando gli altri la democrazia se la sono già mangiata.
E’ una vecchia storia. Dopo la “svolta antropologica” i cattolici hanno deciso che non dovevano più parlare di Dio ma dell’uomo. Nel frattempo, però, l’uomo non c’era più perché gli altri lo avevano distrutto, non per distruggere l’uomo ma per distruggere Dio. La secolarizzazione è un fatto cristiano – si diceva – e quindi i cattolici devono collocarsi sul piano della natura e della ragione, come tutti gli altri, e non della grazia e della fede, altrimenti sarebbero stati integralisti. Poi, però, la secolarizzazione ha distrutto non solo Dio ma anche la natura e la ragione e i cattolici, che nel frattempo avevano fatto un lungo percorso per arrivare proprio lì, non hanno trovato più niente, come Napoleone giunto a Mosca.
Si erano dati lo scopo di proporre non la religiosa centralità di Dio, ma la più democratica “antropologia cristiana”. Solo che spesso dimenticano di proporre l’antropologia dell’uomo redento e propongono invece l’antropologia dell’uomo così come è. Questa antropologia è incapace di salvarsi. Anche l’antropologia, come la democrazia, ha bisogno di redenzione. E come si può proporre l’uomo redento se non proponendo anche Dio e la religione?
Davanti ai nostri occhi si gioca una partita molto grossa: una partita non etica, o legislativa o politica, ma religiosa. Il mondo – sia esso il Comitato dei Diritti del Fanciullo dell’Onu o il Parlamento europeo, qualche Corte internazionale di giustizia oppure qualche singolo giudice – pretende di imporre i suoi dogmi religiosi. Parla dell’uomo, ma per parlare di Dio. Combatte la natura ma per combattere la sopranatura. Lotta per i diritti dell’uomo ma per negare quelli di Dio. Gli interessa demolire la famiglia ma per distruggere la Sacra Famiglia. Queste forze hanno in mente Dio, non l’uomo. La Civiltà Cattolica propone di affrontarle avendo in mente l’uomo e non Dio. Non capire questo punto significa non comprendere il livello dello scontro in atto e archiviare come privi di senso gli insegnamenti di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.
La cultura oggi dominante è debole e relativista. Dice che non si può sostenere nessuna verità Però affida alle Corti di Giustizia, ai Comitati ONU e ai Tribunali ordinari di stabilire, tramite sentenze metafisiche, cosa significhi essere persona, da quando si è persona, cosa sia la vita umana, quando cominci ad esserci, come debba essere la famiglia, cosa sia la morte, cosa significhi educare. Altro che pensiero debole! E’ un pensiero fortissimo, con la stessa valenza assoluta di una religione. E a questi nuovi dèi si vuole che i cattolici reagiscano con un loro pensiero debole? Un pensiero “umano, troppo umano”? Arriviamo in ritardo: abbandoniamo i dogmi per scegliere il dialogo democratico e costituzionale quando gli altri hanno imposto i loro dogmi alla democrazie e alle costituzioni.
11-02-2014
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