EVANGELIZZAZIONE O DIALOGO?
Trionfo della Fede sull' Idolatria, di Jean-Baptiste Théodon (French, 1646–1713). Chiesa del Gesù, Roma, Italy. |
" Si verifica
oggi, tuttavia, una crescente confusione che induce molti a lasciare
inascoltato ed inoperante il comando missionario del Signore (cf. Mt 28,
19). Spesso si ritiene che ogni tentativo di convincere altri in
questioni religiose sia un limite posto alla libertà. Sarebbe lecito
solamente esporre le proprie idee ed invitare le persone ad agire
secondo coscienza, senza favorire una loro conversione a Cristo ed alla
fede cattolica: si dice che basta aiutare gli uomini a
essere più uomini o più fedeli alla propria religione, che basta
costruire comunità capaci di operare per la giustizia, la libertà, la
pace, la solidarietà.
Inoltre, alcuni sostengono che non si dovrebbe annunciare Cristo a chi non lo conosce, né favorire l’adesione alla Chiesa, poiché sarebbe possibile esser salvati anche senza una conoscenza esplicita di Cristo e senza una incorporazione formale alla Chiesa (...)
Inoltre, alcuni sostengono che non si dovrebbe annunciare Cristo a chi non lo conosce, né favorire l’adesione alla Chiesa, poiché sarebbe possibile esser salvati anche senza una conoscenza esplicita di Cristo e senza una incorporazione formale alla Chiesa (...)
Sebbene i non
cristiani possano salvarsi mediante la grazia che Dio dona attraverso
«vie a Lui note», la Chiesa non può non tener conto del fatto che ad
essi manca un grandissimo bene in questo mondo: conoscere il vero volto
di Dio e l'amicizia con Gesù Cristo, il Dio-con-noi. Infatti, «non vi è
niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da
Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli
altri l'amicizia con Lui». Per ogni uomo è un grande bene la
rivelazione delle verità fondamentali su Dio, su se stesso e sul mondo;
mentre vivere nell'oscurità, senza la verità circa le ultime questioni, è
un male, spesso all'origine di sofferenze e di schiavitù talvolta
drammatiche. Ecco perché San Paolo non esita a descrivere la conversione
alla fede cristiana come una liberazione «dal regno delle tenebre» ed
un ingresso «nel regno del Figlio prediletto, nel quale abbiamo la
redenzione e la remissione dei peccati» (Col 1, 13-14) (...)
Il Regno di Dio
non è — come alcuni oggi sostengono — una realtà generica che sovrasta
tutte le esperienze o le tradizioni religiose, ed a cui esse dovrebbero
tendere come ad un'universale ed indistinta comunione di tutti coloro
che cercano Dio, ma è anzitutto una persona, che ha il volto e il nome
di Gesù di Nazareth, immagine del Dio invisibile. Perciò ogni libero
moto del cuore umano verso Dio ed il suo Regno non può che condurre, per
sua natura, a Cristo ed essere orientato all'ingresso nella sua Chiesa,
che di quel Regno è segno efficace. La Chiesa è, dunque, veicolo della
presenza di Dio e perciò strumento di una vera umanizzazione dell'uomo e
del mondo. Il dilatarsi della Chiesa nella storia, che costituisce la
finalità della missione, è un servizio alla presenza di Dio mediante il
suo Regno: non si può infatti «disgiungere il Regno dalla Chiesa»".
Congregazione
per la Dottrina della Fede, "Nota dottrinale su alcuni aspetti
dell'Evangelizzazione", 3 dicembre 2007, nn. 3. 7. 9.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.