In ordine ai 'chiarimenti' del commissario Volpi
La domanda riguardava e riguarda la duplice contundenza di un provvedimento nei confronti del quale è preclusa ogni forma di ricorso in suspensivo,
in assenza di un vero e proprio processo canonico ed anche ogni
impugnativa presso le superiori istanze perché è stato promosso l’avallo
pontificio dell'atto amministrativo che lo contempla, con l'aggravio
della introduzione di conseguenze in via preliminare, giustificabili
solo eventualmente a indagini concluse. Atto che, con anomalo arbitrio -
nelle disposizioni emanate con chirografo papale -, contraddice una
legge universale; il che potrebbe darsi soltanto attraverso una riforma
legislativa chiara ed organica di pari livello. Quest'ultima
affermazione supponeva quanto già ripetutamente affermato in precedenza,
che riproduco di seguito, a cui non è stato mai replicato, e cioè:
- L'art.2 del Motu proprio Summorum Pontificum [è ovviamente questa la legge universale contraddetta] prevede il diritto di ogni sacerdote di rito latino (sia secolare che religioso) di celebrare il VO senza obbligo di alcuna autorizzazione previa (di fatto equiparando l'uso dei due messali). Celebrazioni alle quali, ai sensi dell'art.4 sono ammessi anche i fedeli, come di fatto ormai avviene per prassi consolidata dal 2007
- l'art. 3, cui molti hanno fatto riferimento a giustificazione del decreto, riguarda la celebrazione conventuale o “comunitaria” nei propri oratori"
Ne consegue che la disposizione avallata dal Papa nel decreto 11 luglio
(che è un atto amministrativo) non potrebbe di fatto cancellare una
disposizione papale diramata dal suo predecessore con motu proprio
(combinato disposto artt.2/4). Ciò non sembra canonicamente valido, per
effetto della gerarchia delle norme. E, di fatto, è e resta grave e
scorretto. Anche se la disposizione del papa riguarda esclusivamente la
materia specifica cui si riferisce, il "caso" FI, ed è esplicitata con
l'aggiunta finale «nonostante qualunque disposizione contraria ».
E su questo doloroso caso ci si continua a chiedere: perché ci si
affretta a sindacare qualunque affermazione sul commissariamento annessi
e connessi, ma nessuno risponde a chi ha chiesto un possibile
ripristino del diritto leso dei fedeli al pari di quello dei frati,
fermo restando il resto da verificare da parte di chi di dovere?
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