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lunedì 23 giugno 2014

Almeno meritasse una sua preghiera?

EMANUELA ORLANDI: "NESSUN CENNO DEL PAPA".
RABBIA DEI FAMILIARI: MERITA UNA SUA PREGHIERA


CITTÀ DEL VATICANO - "Nessun cenno del Papa per Emanuela". Trentuno anni fa spariva nel nulla Emanuela Orlandi. Quindici anni, cittadina vaticana, sparì in circostanze misteriose a Roma. Tante le piste seguite in questi anni ma di lei nessuna traccia. Per ricordarla oggi un centinaio di persone erano presenti all'Angelus in piazza San Pietro, con il fratello Pietro che da anni porta avanti la sua battaglia per capire che cosa sia successo quel giorno. Ma il pontefice non ha ricordato la ragazza nella preghiera pronunciata come ogni domenica dalla finestra del Palazzo Apostolico. 
I FAMILIARI: "EMANUELA MERITA UNA SUA PREGHIERA" «Il silenzio del Papa è stato pesantissimo. Credo che Emanuela meritasse una sua preghiera, un ricordo a 31 anni esatti dalla sua scomparsa. Non chiedevamo molto, sarebbe bastato pochissimo». Non nasconde la sua delusione Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela.

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Emanuela Orlandi, la manifestazione dei familiari all'Angelus

«Questo silenzio - commenta con l'ANSA - non ha bisogno di altre parole». Eppure il Papa era stato avvisato: «Avevamo fatto la richiesta alla Segreteria di Stato per essere menzionati nei saluti finali e io stesso avevo scritto al Papa che saremmo stati in piazza. Una sua vicinanza anche solo spirituale sarebbe stata importante. Non credo che chiediamo cose impossibili e non capisco perchè una bambina che non aveva fatto niente non possa neanche essere menzionata». Pietro è dispiaciuto che sia partito dai partecipanti alla piccola manifestazione un 'Vergogna! Vergogna!' alla fine dell'Angelus del Papa «ma è stata una reazione spontanea». Papa Francesco aveva incontrato il fratello di Emanuela Orlandi, qualche giorno dopo la sua elezione a pontefice, alla fine di una messa a Sant'Anna. «Quel giorno disse a me e a mia madre: 'Emanuela è in cielò. Ma di questo non c'è prova. Allora io ho mandato tantissime richieste per poter spiegare la vicenda a Papa Francesco ma non ho mai avuto risposta». E Pietro riferisce che tra l'altro «Emanuela è ancora iscritta all'anagrafe vaticana come persona vivente». Ma Pietro spera: «D'altronde è lo stesso Papa a dire che non dobbiamo farci rubare la speranza. E io nonostante tutto voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Sono convinto che il raggiungimento della verità non è lontano. Quando finiranno i presupposti del ricatto che c'è dietro questa vicenda arriveremo alla verità». Infine il fratello di Emanuela Orlandi si sente confortato dalla gente che lo sostiene in questa battaglia: «Oggi c'erano persone da Lecce, da Osimo, Venezia. Questa è una cosa che mi colpisce sempre. Tanti mi hanno aiutato ad organizzare la manifestazione, a preparare i manifesti. Se non ci fosse la solidarietà della gente...».
http://www.leggo.it/index.php?p=articolo&id=759502


Emanuela Orlandi, oggi 31 anni dalla scomparsa. Il fratello: “Silenzio pesante del Papa” Vedi tutti gli articoli di - Daniele Petroselli →


emanuela orlandi
31 anni fa la scomparsa di Emanuela Orlandi, un giallo mai risolto e fitto nel mistero, tra intrigo internazionale e complotti interni al Vaticano. La verità ancora non è uscita fuori, ma i familiari lottano ancora. Oggi manifestazione in Piazza San Pietro durante l’Angelus, ma da Papa Francesco nessun accenno alla ragazza. E la delusione è stata tanta. A dirlo il fratello Pietro: “Il silenzio del Papa è stato pesantissimo. Credo che Emanuela meritasse una sua preghiera, un ricordo a 31 anni esatti dalla sua scomparsa. Non chiedevamo molto, sarebbe bastato pochissimo”. Non nasconde la sua delusione Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela.
“Questo silenzio – commenta all’ANSA – non ha bisogno di altre parole. Avevamo fatto la richiesta alla Segreteria di Stato per essere menzionati nei saluti finali e io stesso avevo scritto al Papa che saremmo stati in piazza. Una sua vicinanza anche solo spirituale sarebbe stata importante. Non credo che chiediamo cose impossibili e non capisco perchè una bambina che non aveva fatto niente non possa neanche essere menzionata”.
Pietro è dispiaciuto che sia partito dai partecipanti alla piccola manifestazione un ‘Vergogna! Vergogna!’ alla fine dell’Angelus del Papa “ma è stata una reazione spontanea”. “Emanuela è ancora iscritta all’anagrafe vaticana come persona vivente”. E spera ancora: “D’altronde è lo stesso Papa a dire che non dobbiamo farci rubare la speranza. E io nonostante tutto voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Sono convinto che il raggiungimento della verità non è lontano. Quando finiranno i presupposti del ricatto che c’è dietro questa vicenda arriveremo alla verità”.
http://www.newsgo.it/emanuela-orlandi-oggi-31-anni-dalla-scomparsa-fratello-silenzio-pesante-papa/

"Chi sa parli. Da Francesco aspettiamo verità e giustizia su Emanuela Orlandi"


Manifestanti con immagini di Emanuela Orlandi (2012)
(©Ansa)
(©ANSA) MANIFESTANTI CON IMMAGINI DI EMANUELA ORLANDI (2012)

In piazza San Pietro la marcia per l'anniversario della scomparsa della "ragazza con la fascetta"

GIACOMO GALEAZZICITTA'DEL VATICANO
In marcia per far luce sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Stamattina sono arrivati da tutta Italia "cercatori di verità" (come si definiscono nella mobilitazione convocata un mese fa attraverso il “tam tam” su Internet) alla manifestazione in Vaticano in occasione del triste anniversario del rapimento della "ragazza con la fascetta" che da manifesti, striscioni e tazebao continua a reclamare trasparenza.

"31 anni di attesa, di speranza, di illusioni e disillusioni", spiega Pietro Orlandi, il fratello della figlia di un dipendente vaticano, scomparsa 15enne in circostanze mai chiarite. «Dietro il nome di Emanuela, diventato ormai simbolo di una verità e di una giustizia negata – aggiunge Pietro Orlandi - c'è una persona, una ragazzina innocente che attende giustizia da troppo tempo. Il senso di questa iniziativa è quello di ricordare Emanuela e ancora una volta riportarla simbolicamente a casa". 

Alcune centinaia di persone si sono date appuntamento davanti all'ingresso di Castel Sant'Angelo, alle 10,30 con le magliette e una foto di Emanuela. Da lì i manifestanti hanno raggiunto piazza San Pietro per l'Angelus del Papa. "Sono qui perché credo che Francesco potrà purificare la memoria e dare soluzione a uno dei misteri più inquietanti della storia d'Italia - afferma a Vatican Insider Renato Costantino, impiegato 37enne - Considero la mia presenza a questa marcia come un dovere morale verso una famiglia che non ha neppure una tomba sulla quale portare un fiore e piangere una figlia. La verità non può restare nascosta per sempre". Silvia Simoncini, 38 anni, presidente dell'associazione di volontariato Juter club di Osimo, guida in piazza San Pietro una delegazione del gruppo arrivata dalle Marche. “Siamo arrivati in quindici dalle Marche e avevamo già preso parte alle altre marce per ottenere verità e giustizia nel caso irrisolto della scomparsa di Emanuela Orlandi - evidenzia Simoncini - Siamo fiduciosi che la “primavera” vissuta dalla Chiesa con Papa Bergoglio permetterà di sciogliere i nodi che fino a oggi hanno sempre impedito di fugare omertà e complicità su entrambe le sponde del Tevere. Sia in Italia sia in Vaticano c’è un ristretto numero di personalità di primo piano che in tre decenni ha custodito una rete di misteri troppo compromettenti per essere rivelati. Adesso Francesco ha aperto porte e finestre dei sacri palazzi per far entrare aria nuova ed è tempo di dare sollievo alla coscienze individuali e collettive turbate da questa dolorosa vicenda”.

Tiene in mano un cartellone con una frase che suona come un’invocazione (“Mai più silenzi su Emanuela Orlandi) Liano Marzocchini, 56 anni, collaboratore scolastico. In un primo momento si schermisce quando gli viene chiesta la motivazione della sua presenza in piazza San Pietro: “Dovrebbero essere i mass-media a dover giustificare il loro mutismo e la loro indifferenza attorno a un caso così scandaloso piuttosto che i cittadini ad argomentare perché sono qui oggi”. Poi però la diffidenza lascia spazio alla voglia di protestare. “Se esiste un banco di prova su cui valutare questa nuova stagione ecclesiastica questo è proprio il ‘muro di gomma’ sulla scomparsa di Emanuela Orlandi - puntualizza Marzocchini - La Chiesa di Francesco si caratterizza per il sincero impegno nel fare chiarezza su tante pagine oscure del passato come la pedofilia nel clero e le truffe finanziarie che hanno coinvolto negli anni lo Ior e altre istituzioni finanziarie vaticane. Sono convinto che da un’opera così coraggiosa di risanamento morale e di ristrutturazione interna della Santa Sede non possa restare esclusa una vicenda che continua a turbare e interrogare tanti credenti in Italia e nel mondo. Chi sa parli. Non è più tempo di insabbiamenti e di zone grigie”.

Anche Paola Naspetti, 37 anni, commerciante, ripone in Francesco le ragioni delle sue speranze di giustizia. “Sono entrata in contatto attraverso Facebook con gli organizzatori della marcia per Emanuela e mi sono resa conto progressivamente di quanto l’attenzione alla sua scomparsa costituisca un obbligo etico per una credente come me - racconta Naspetti - Su impulso di Papa Bergoglio la mia fede si è ravvivata e ciò rende ancora più insopportabile lo stato di incertezza e di angoscia nel quale la famiglia Orlandi è costretta a vivere da molti anni. Francesco ha dato prova di non tollerare comportamenti ipocriti e condotte farisaiche tra i servitori della Chiesa, perciò mi sembra legittimo attendersi che coloro che finora nelle gerarchie ecclesiastiche non hanno mai collaborato con la magistratura italiana si decidano, sul modello di Francesco, a liberarsi la coscienza e a rivelare ciò che hanno sempre taciuto”.

Una sensazione diffusa tra i manifestanti che hanno sfilato in silenzio lungo via della Conciliazione fino ad arrivare nella piazza-simbolo del mondo cattolico è che il caso Orlandi vada tenuto al riparo anche dai polveroni mediatici periodicamente scatenati, come ingannevoli lampi nel buio e nel silenzio delle fonti ufficiali, da pentiti di mafia e mitomani che promettono risolutive testimonianze che poi finiscono invariabilmente nel nulla.
“Continuo a confidare nei magistrati che indagano su questa vicenda sconvolgente - sostiene Letizia Lucarini, 34enne infermiera in un centro oncologico a Macerata - La storia giudiziaria ci rassicura sul fatto che pagine oscure, apparentemente archiviate senza soluzione, sono arrivate a un punto di luce. Mi aspetto dalla procura di Roma lo stesso impegno profuso a Bergamo per trovare chi aveva sottratto all’affetto dei suoi cari Yara Gambirasio. Anche qui c’è una famiglia che attende una parola definitiva sulla scomparsa di una ragazzina strappata alla sua vita felice tra le mura domestiche”.

Al momento dell’Angelus, sotto la finestra di Francesco, Sara Petraccini, 30 anni, di Frascati, prega con il mano un rosario di Padre Pio. “Se mai un momento c’è stato nel quale la trasparenza su Emanuela è stata vicina questo è proprio quello che stiamo vivendo – afferma - Mi fido di una persona limpida come Bergoglio e sono sicuro che la stagione di ‘glasnost’ promossa dal Papa scaccerà la coltre plumbea che finora ha impedito di conoscere la sorte di una ragazzina innocente".

Sulla stessa lunghezza d'onda Massimiliano Monti, 34 anni, rappresentante. "La sua scomparsa risale alla guerra fredda, a un’epoca nella quale la Santa Sede era l’epicentro di equilibri geopolitici che oggi sono completamente mutati – concorda - La verità su Emanuela non ha più motivo di essere coperta da inconfessabili ragioni di ‘realpolitik’ quindi attendo un atto di chiarezza da parte del Vaticano”.


2 commenti:

  1. Penso che un atto di carità, visto che si telefona ad atei e ad altri personaggi che di cristiano non hanno nulla. dicevo che un atto di carità e bontà verso una famiglia che soffre per la mancanza della propria creatura, sarebbe giusto e amorevole.

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  2. Quando si presta il fianco a ricostruzioni fantasiose, ripetutamente smentite alla prova dei fatti , si ha l'impressione che la verità non interessi poi così tanto.

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