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sabato 14 giugno 2014

Il Giallo Vaticano supera quelli Mondadori

Il caso Orlandi tra supertestimoni e poteri occulti


Il poster affisso sui muri di Roma dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi nel 1983
(©Ansa)
(©ANSA) IL POSTER AFFISSO SUI MURI DI ROMA DOPO LA SCOMPARSA DI EMANUELA ORLANDI NEL 1983

Nel libro "Il ganglio" una nuova ipotesi sulla scomparsa della cittadina vaticana Emanuela Orlandi


Per la prima volta, minuto dopo minuto, vengono descritte le scene del “prelevamento” di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi (7 maggio e 22 giugno 1983), a Porta Pia e davanti al Senato, con la partecipazione del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis, di un turco, di una giovane tedesca fiancheggiatrice della Stasi e dello stesso Marco Fassoni Accetti. Mirella fu portata con un giovane in un appartamento in via di Santa Teresa (Corso d’Italia), Emanuela in un convento alle pendici del Gianicolo.

 Il movente del doppio sequestro, suffragato da numerosi riscontri, era ottenere da Alì Agca la ritrattazione delle accuse ai bulgari di essere stati i mandanti dell’azione in piazza San Pietro (per scongiurare il coinvolgimento di Mosca nell’attentato), in cambio della promessa di farlo uscire dal carcere. Al detenuto si fece credere che le ragazze sarebbero state usate come strumento di pressione sull’Italia e sul Vaticano per la concessione del provvedimento di grazia, e il turco effettivamente, sei giorni dopo la scomparsa della Orlandi, ritirò le precedenti accuse.  

Sarà in libreria dal 19 giugno “Il ganglio” (Fandango libri, 396 pagine, 18,50 euro). “Sono Marco Fassoni Accetti, nato a Tripoli il 7 novembre 1955, coniugato, libero professionista”. Comincia così il memoriale-confessione, consegnato a inizio estate 2013 nell’ufficio del Procuratore aggiunto di Roma.  Un supertestimone, il sequestro Orlandi e un gruppo di potere occulto negli anni della Guerra Fredda in Vaticano. Dopo “Mia sorella Emanuela” scritto con Pietro Orlandi, Fabrizio Peronaci torna ad affrontare uno dei più famosi cold case italiani: la scomparsa di Emanuela Orlandi, nel giugno del 1983, preceduta di un mese da quella di Mirella Gregori.

Grazie alla pubblicazione del memoriale di Marco Fassoni Accetti, secretato dalla Procura di Roma (corredato da un memoriale-bis consegnato a Peronaci da Accetti nel maggio 2014), il libro apporta numerosi elementi di conoscenza sui fatti avvenuti all’ombra del Vaticano nei primi anni Ottanta, nel pieno della Guerra Fredda.  

Le novità riguardano la natura delle due fazioni contrapposte in Vaticano, una delle quali è per l’appunto “il ganglio”, un gruppo occulto che sarebbe stato formato da “tonache dissidenti” (di matrice franco-lituana) con il supporto di laici ed elementi dei servizi segreti, nato alla fine degli anni ’70 per contrastare l’anticomunismo di Wojtyla. Questo nucleo clandestino non si sarebbe limitato a organizzare il doppio sequestro Orlandi-Gregori, ma avrebbe esercitato un ruolo attivo in fatti di importanza cruciale nella storia della Chiesa, come l’attentato al Papa polacco e le manipolazioni, a fini di pressioni interne, del terzo segreto di Fatima. 

Il memoriale fornisce un elenco di ecclesiastici chiamati in causa (circa cinquanta nomi) nello scontro tra gruppi contrapposti a partire dall’elezione di Giovanni Paolo II (ottobre 1978). Secondo il giornalista e scrittore Peronaci, che lavora al Corriere della Sera, nella sede di Roma, dove si occupa di cronaca nera da oltre vent’anni, il “ganglio” fa riferimento alle posizioni del Segretario di Stato Agostino Casaroli, fautore della Ostpolitik, mentre l’altra fazione era legata alla linea fermamente anticomunista di Wojtyla e al ruolo di monsignor Paul Marcinkus, il capo dello Ior impegnato nel sostegno al sindacato Solidarnosc.

Quattro le materie di conflitto emerse. Si va dalla “guerra di spie” scatenata dalla ricerca di un mandante dell’attentato compiuto da Agca (pista bulgara, poi caduta nel processo) al controllo dell’Istituto Opere di Religione, dai contrasti legati alla revisione del Codice di Diritto canonico (dichiarazione sulla massoneria) ad alcune controverse nomine nella Santa Sede.  L'ipotesi di un nesso diretto tra il ferimento di Giovanni Paolo II (1981) e il rapimento delle due ragazze (1983) avrebbe portato alla luce un rapporto tra il “ganglio” e Agca.

Marco Fassoni Accetti, oltre ad autoaccusarsi di aver partecipato all’azione Orlandi-Gregori con il ruolo di telefonista, ha svelato che il suo gruppo, venuto a conoscenza dell’attentato tramite contatti con la nunziatura in Turchia, decise di prestare una “limitata collaborazione”, tramite un supporto logistico a Roma. L’intendimento era favorire un “atto dimostrativo”, alcuni colpi di pistola in piazza San Pietro. Il supertestimone ha dichiarato di essersi occupato delle prenotazioni degli hotel per Agca, nei suoi soggiorni precedenti l’azione. Un allegato al memoriale è dedicato al miracolo portoghese.

Il ricorso a numerosi codici legati all’apparizione mariana (13-5-17) lascia intendere - secondo l'autore - che nel sequestro Orlandi-Gregori sono state compiute manipolazioni del terzo segreto di Fatima, di cui erano venuti a conoscenza alcuni ecclesiastici e lo stesso Alì Agca, ben prima che fosse rivelato (maggio 2000). 

Fassoni Accetti ha riferito di essere a conoscenza che nella sede dell’allora Segretariato per i non cristiani (poi diventato Pontificio Consiglio per il Dialogo inter-religioso), in via dell’Erba 1, a poche centinaia di metri dal Vaticano, dalla fine degli anni Settanta era custodito un grande archivio. “In tali locali o comunque altri di spettanza" di un cardinale "vi erano conservate numerose fotografie, circa 15mila diapositive, che riprendevano ragazze e ragazzi, adolescenti e giovani. L’età andava dai 16 ai 30 anni. Qui inserimmo alcune diapositive della Orlandi e della Gregori…”. Le immagini delle ragazze scomparse sarebbero state usate per gettare discredito e ricattare prelati avversati dal “ganglio”.   
“Il ganglio”, di Fabrizio Peronaci, Fandango Libri, 2014, 396 pagine, 18,50 euro.
GIACOMO GALEAZZICITTA’DEL VATICANO

Emanuela Orlandi. Vincenzo Calcara: Papa Francesco ti dirò tutto

Vincenzo Calcara, pentito di Mafia chiede udienza a Papa Francesco ma andrà in piazza con Pietro Orlandi, suo sponsor, per chiedere la verità al Papa. Il nuovo superteste mette in ombra l'altro superteste Marco Fassoni Accetti. Ingorgo letterario, libri di Vincenzo Calcara, presentato a Torino da Pietro Orlandi e Fabrizio Peronaci dalla parte di Fassoni Accetti
La foto di di Pino Nicotri

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ROMA - Mistero Emanuela Orlandi: puntuale come un treno svizzero, in vista dell’anniversario della scomparsa di Emanuela è spuntato l’ennesimo “supertestimone” che si proclama depositario della verità.
Si tratta di Vincenzo Calcara, un omicida ex mafioso diventato collaboratore di giustizia, decidendo cioè di diventare un pentito. Lui però non si accontenta di snocciolare le sue “rivelazioni” a “Chi l’ha visto?” e agli inquirenti italiani, ma pretende addirittura di rifilare i suoi racconti a Papa Francesco.
Calcara infatti gli ha già inviato una lettera, scritta apposta per chiedergli un’udienza privata.
“Devo rivelare importantissimi segreti, improrogabili e urgenti”,
si legge nella lettera, che prosegue:
“La verità sul caso Orlandi è stata tenuta nascosta per anni perché rivelarla sarebbe stato come aprire una scatola e portare alla luce verità così pesanti da mettere seriamente in crisi un sistema che lega il Vaticano alle altre entità deviate”.
Con non eccessiva modestia il pentito di mafia specifica a Papa Francesco che:
Il nostro incontro deve e può cambiare il corso di certi eventi”.
E anziché suffragare le proprie affermazioni portando per esempio in dono un altro flauto “di Emanuela”, o dicendosi organizzatore della sua scomparsa più o meno consenziente come già fatto dall’”ex 007 Lupo Solitario”, al secolo Luigi Gastrini, e dal fotografo Marco Accetti, Calcara si è detto pronto a rivelare al Papa anche altri due segreti: uno di Stato e l’altro di Mafia. Quello di Mafia riguarda l’imprendibile latitante Matteo Messina Denaro.
Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha già incontrato Calcara e in occasione della Fiera del Libro di Torino ha voluto essere lui a presentarne il volume intitolato “Dai memoriali di Vincenzo Calcara: le cinque entità rivelate a Paolo Borsellino”.
Le cinque entità sono ovviamente le solite, care a tutti i complottisti, Pietro Orlandi compreso: Mafia, ‘ndrangheta, Massoneria, Servizi segreti deviati, Chiesa. “Forze occulte” che altrettanto ovviamente “hanno da sempre deciso l’assetto politico e finanziario dell’Italia”. Insomma, nessuna novità rispetto quanto detto da Calcara nel corso dei suoi processi e detto e ridetto, senza mai troppe prove, da personaggi di vario tipo.
Nella pagina che ha creato su Facebook per chiedere la verità al Vaticano, Pietro Orlandi ha scritto:
“Io purtroppo c’ero, ho vissuto momento per momento quei giorni, ho ben chiaro quello che ha fatto e doveva fare Emanuela, e se c’è un errore o una falsità nel racconto del mio interlocutore me ne accorgo”.
Peccato se ne sia accorto sempre in ritardo, a volte di anni come con Agca o a volte di mesi come con Gastrini. Finora con Calcara non si è accorto “se c’è un errore o una falsità nel racconto”.
Qualche errore o falsità deve però esserci stata in passato per altre vicende. Dal 26 gennaio 2011 circola infatti in rete l’elenco, piuttosto impressionante, delle volte in cui Calcara è stato colto con le mani nel sacco di affermazioni e accuse smentite dalla realtà. Vediamo qualche perla:
- Sentenza 199/97 del Tribunale di Marsala: false accuse di Calcara contro l’On. Culicchia. Valigie piene di miliardi per un peso di quasi due quintali portati a spalla e mitra nell’altra, Marcinkus, Papa Luciani, Papa Giovanni Paolo II, le più alte gerarchie della Chiesa, Andreotti, Notai, Onorevoli….tutto da ridere nella tragedia dell’inferno. Tutto falso, falso, falso: Culicchia ASSOLTO.
- Sentenza 5906/97 Corte di Appello di Roma: false le accuse di Calcara contro gli impiegati della Corte di Cassazione Giuseppe Schiavone e De Carlo Mario contro gli Avvicati Alfredo Angelucci e Giacomo Pantaleo: TUTTI ASSOLTI PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE.
- Sentenza 63/98 Filippo Tedesco di Alcamo ASSOLTO dalle infamenti accuse di Calcara.
- Corte di Assise di Palermo tutti gli imputati accusati da Calcara per l’omicidio del Sindaco di Castelvetrano vengono TUTTI ASSOLTI. Anni dopo verranno condannati i veri autori di quell’efferato delitto che Calcara non consceva affatto.
- ARCHIVIAZIONE per Caradonna Benito ingiustamente dal Calcara accusato, addirittura partecipando ai festeggiamenti di una elezione mai avvenuta perchè neanche candidato.
- ARCHIVIAZIONE per Verde Rosalia, Vitrano Gino e tanti altri perchè accusati falsamente.
- ASSOLUZIONE del cognato Alagna Antonino colpevole di non avergli potuto dare i soldi che gli chiedeva.
- ASSOLUZIONE di Vaccaro Gaspare, indicato come il più pericoloso killer di mafia e risultato invece totalmente estraneo da qualunque contesto criminale, colpevole, però, di non aver voluto comprare un orologio rubato che Calcara gli voleva rifilare, dicendo al fratello Calcara Francesco, cosi questi ha testimoniato, che gliele avrebbe fatta pagare. Tre anni di carcere duro al 41 bis come un volgare e lurido mafioso. ASSOLTO.
- Sentenza 1547/97 Corte di Appello di Palermo, pag 12…..”Rolevante la problematica che investe la credibilità del Calcara…..si richiede particolare prudenza nell’esame delle sue propalazioni….contraddizioni circca la sua appartenenza a cosa nostra…..tutto comunque sintetizzato cosi: Calcara è un soggetto che manifesta sfrontatamente la propria disponibilità al mendacio e l’attitudine a farsi gioco dello Stato, pur di ottenere qualche vantaggio”. pag 27 della sentenza 1547/97”.
Ciliegina sulla torta, nel corso di un processo Calcara ci ha tenuto a dichiarare che
“per prendere per fessi i giudici e i carabinieri basta soltanto un po’ di fantasia”.
Basterà anche con Papa Francesco? Vedremo.
Insomma, Pietro Orlandi pare abbia preso un altro granchio. Intanto però, “sdoganato” dal credito accordatogli a Torino in occasione della Fiera del Libro, il mafioso pentito ha annunciato felice che in piazza S. Pietro il 22 giugno, 31° anniversario della scomparsa di Emanuela, insieme con Pietro Orlandi e con i suoi fan ci sarà anche lui: per a chiedere a gran voce che il papa dica pubblicamente cosa risulta in Vaticano riguardo la fine della ragazza.
Strano modo di chiedere un’udienza privata per “rivelare la verità” sulla scomparsa di Emanuela. Ma è ancora più strano il fatto che Calcara la verità vada a chiederla in piazza al Papa quando si vanta di essere lui a saperla e a poterla rivelare allo stesso Papa.
Come che sia, questa nuova puntata del caso Orlandi rischia di mandare al macero tutti i racconti del penultimo “supertestimone”, quel Marco Accetti che a fine marzo dell’anno scorso si è auto accusato di avere organizzato lui la scomparsa di Emanuela Orlandi e, in aggiunta, anche della coetanea Mirella Gregori. Uno smacco quindi per il libro “Il ganglio” del giornalista Fabrizio Peronaci, in uscita proprio il 22 giugno e interamente basato sulle stralunate “rivelazioni” di Accetti.

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