Riporto alcuni brani tratti dall'Enciclica "Humanum genus", del Sommo Pontefice Leone XIII.
Preghiamo poi e supplichiamo Voi,
Venerabili Fratelli, di cooperare con Noi per estirpare questo impuro
veleno che serpeggia per tutte le vene dello Stato. A Voi tocca
difendere la gloria di Dio e la salvezza del prossimo; proponendovi
questi scopi, nella lotta non vi mancheranno il coraggio e la forza.
Spetterà alla Vostra saggezza giudicare con quali validi mezzi si
possano superare impedimenti ed ostacoli. Ma poiché l’autorità del
Nostro magistero richiede che Noi stessi indichiamo qualche opportuno
modo di agire, decidete dunque, prima di tutto, di restituire ai Massoni
la loro faccia, strappando loro la maschera; occorre insegnare ai
popoli, con la parola e anche con Lettere episcopali, quali siano gli
artifici di siffatte associazioni per blandire e adescare, quale la
perversità delle loro opinioni, quale la turpitudine delle loro azioni.
Come i Nostri Predecessori confermarono, nessuno pensi che per qualunque
motivo sia lecito iscriversi alla setta Massonica, se ha care – come è
doveroso – la professione della fede cattolica e la propria salvezza.
Nessuno si lasci ingannare da una simulata onestà: a certuni può
sembrare che i Massoni nulla chiedano che sia apertamente contrario alla
santità della religione o dei costumi; ma siccome lo scopo e la natura
della setta sono totalmente nel vizio e nell’inganno, non può esser
lecito aggregarsi ad essa o giovarle in qualsiasi modo.
Inoltre è necessario, con insistenti
discorsi ed esortazioni, trascinare la moltitudine al diligente
apprendimento dei precetti della religione; a tal fine raccomandiamo
caldamente che con scritti e discorsi opportuni siano esposti i principi
fondamentali della santissima dottrina in cui si raccoglie la filosofia
cristiana. Questo impegno è rivolto a risanare le menti degli uomini
con l’istruzione e a premunirle contro le numerose forme di errori e i
vari allettamenti dei vizi, soprattutto in questa sfrenata libertà di
scrivere e inesauribile avidità d’imparare. Opera certamente di grande
impegno, nella quale, tuttavia, sarà soprattutto partecipe e socio delle
Vostre fatiche il Clero, se sarà, con il Vostro sostegno, reso idoneo
mediante una vita disciplinata ed una preparazione letteraria. In
verità, una causa così nobile e importante richiede altresì l’attività
solidale dei laici che coniugano la carità di patria e di religione con
l’onestà e la dottrina. Associate le forze di entrambi gli ordini, fate
in modo, Venerabili Fratelli, che gli uomini conoscano a fondo la Chiesa
e l’abbiano cara; infatti, quanto più grandi saranno la conoscenza di
essa e il relativo amore, tanto maggiori saranno l’insofferenza e la
fuga dalle società clandestine.
[...]
Coloro che soffrono per mancanza di
lavoro e di salario, oltre ad essere, per la loro condizione, degnissimi
più di tutti di carità e di assistenza, sono pericolosamente esposti
alle lusinghe di chi usa la frode e l’inganno. Perciò occorre aiutarli
con la maggiore generosità possibile e invitarli in associazioni oneste,
in modo che non si lascino trascinare in quelle disoneste. Per questo
motivo vorremo ardentemente che ovunque risorgessero quelle
corporazioni, opportunamente adattate ai tempi, per la salute del
popolo, sotto gli auspici e il patrocinio dei Vescovi. E non Ci è di
poco conforto il fatto che già in parecchi luoghi sono state costituite
siffatte corporazioni e, analogamente, società di patronato; il
proposito delle une e delle altre è di aiutare l’onesta classe dei
proletari, di proteggere i loro figli e le loro famiglie, di tutelare le
opere di pietà e la dottrina religiosa, insieme con l’integrità dei
costumi. A questo punto e su questo argomento non possiamo passar sotto
silenzio quella associazione, insigne per il lodevole esempio e tanto
benemerita presso la più umile popolazione, che prende il nome da San
Vincenzo. È noto come agisca e che cosa voglia: essa è tutta dedita allo
spontaneo soccorso dei poveri e degli sventurati, e ciò con sensibilità
e modestia mirabili: quanto meno vuole apparire, tanto più è conforme
alla carità cristiana e adatta ad alleviare le miserie altrui.
In quarto luogo, per conseguire più
facilmente il Nostro intento, raccomandiamo caldamente alla fede e alla
vigilanza Vostra la gioventù, speranza dell’umano consorzio. Dedicate la
massima parte delle Vostre cure alla sua educazione e non dovete mai
credere che il Vostro impegno sia stato tanto grande da non richiederne
uno maggiore per tenere lontana l’adolescenza da quelle scuole e da quei
maestri da cui si teme che possa emanare l’alito pestifero delle sette.
I genitori, i direttori spirituali, i Parroci insistano
nell’insegnamento della dottrina cristiana. Per iniziativa Vostra,
insistano opportunamente nel mettere in guardia i figli e gli alunni
contro la rea natura di quelle associazioni, in modo che imparino per
tempo a guardarsi dalle varie e subdole arti che gli emissari di esse
sono soliti usare per irretire la gente.
[...]
Ben comprendiamo che le nostre comuni
fatiche per svellere dal campo del Signore questa perniciosa semenza non
sarebbero sufficienti, se non ci soccorresse benevolmente il celeste
padrone della vigna nel conseguimento dei nostri fini. Dunque è
necessario implorare, con ardente e sollecito zelo, il suo prezioso
aiuto, quale e quanto richiedono l’imminenza del pericolo e l’ampiezza
del bisogno. Imbaldanzita dal successo, la setta dei Massoni
insolentisce, e già sembra non voler porre alcun limite alla propria
ostinazione. Tutti i suoi seguaci, uniti in un patto scellerato e in
un’occulta unanimità di propositi, si aiutano a vicenda, e l’uno
sospinge l’altro a malefica audacia. Un assalto così impetuoso richiede
una difesa altrettanto salda; senza dubbio è necessario che tutti gli
onesti si colleghino in una vasta alleanza per agire e pregare. Pertanto
chiediamo loro di opporsi a ranghi serrati, a pie’ fermo e con concorde
volontà, contro la crescente forza delle sette; con alti lamenti
tendano a Dio le mani supplici e Lo implorino perché il cristianesimo
fiorisca e cresca vigoroso, perché la Chiesa goda della necessaria
libertà, perché i traviati ritornino alla salvezza, perché gli errori
cedano finalmente alla verità e i vizi alla virtù. Invochiamo come
soccorritrice e interprete Maria Vergine, Madre di Dio, perché, come
vinse Satana fin dal suo stesso concepimento, così si mostri dominatrice
delle malvagie sette nelle quali rivivono chiaramente gli spiriti
ribelli del demonio insieme con l’indomita, simulatrice perfidia.
Preghiamo il principe degli Angeli celesti, vincitore dei nemici
infernali, Michele, e parimenti Giuseppe, Sposo della Vergine
santissima, celeste e salvifico patrono della Chiesa Cattolica; Pietro e
Paolo grandi Apostoli, propagatori e invitti difensori della fede
cristiana. Col loro patrocinio e con la perseveranza delle comuni
preghiere, confidiamo che Dio vorrà benignamente soccorrere il genere
umano esposto a tanti pericoli.
Il Gran Maestro Bisi: "Mi piacerebbe sapere cosa pensa Papa Francesco dei massoni"
-di Davide Consonni-Non bastò la lettera che il Gran Maestro Pilloni inviò a Bergoglio
Non bastarono le numerose dichiarazioni di elogio e sostegno rivolte dal Gran Maestro Raffi e dal Gran Maestro Bisi nei confronti di Bergoglio.
Ora i massoni del Grande Oriente d'Italia rincarano la dose, e lo fanno in un'occasione più unica che rara. Ci si riferisce al conferenza organizzata dal Grande Oriente d'Italia tenutasi il 12 Giugno 2014 a Roma. Il tema di questa conferenza fu il Concilio Vaticano II
Riporto qui di seguito l'articolo con cui il GOI ha annunciato tale conferenza attraverso il suo sito ufficiale:
"Il Servizio Biblioteca del Grande Oriente d'Italia organizza - il 12 giugno alle ore 18.00 a Palazzo delle Esposizioni, Libreria Arion, Sala Forum (Via Milano 15-17 angolo Via Nazionale, Roma) - un dibattitto su "La Chiesa del dialogo dal Concilio Vaticano II a Papa Francesco". L'occasione è l'uscita del libro Il Concilio segreto (Piemme) del giornalista vaticanista Ignazio Ingrao. Interverranno con l'autore, lo storico Alberto Melloni, la teologa Marinella Perroni e il Gran Maestro Stefano Bisi. Modera l'incontro il giornalista Marco Politi.
Comprendere un evento così innovativo e paradigmatico come fu il Concilio ecumenico Vaticano II, e farlo attraverso una lettura non ufficiale ma radicata in testimonianze e documenti spesso inediti, significa avere l'opportunità di andare alla radice di ciò che oggi sta avvenendo nella Chiesa cattolica. Studiare il Concilio di ieri, ci aiuta ad anticipare la Chiesa di domani. Papa Francesco ha raccolto il testimone dai suoi predecessori assumendo l'impegno forte e deciso ad attuare il Concilio. La Chiesa in dialogo proiettata verso le periferie, come vuole il pontefice argentino, ripropone il modello che i padri conciliari desideravano realizzare.
Un prezioso punto di incontro e di dialogo anche con i laici e i non credenti può essere quello dei diritti umani. L'impegno per la giustizia, fondato sul riconoscimento dei principi essenziali del diritto naturale, caratterizza l'azione della Chiesa a tutte le latitudini e non di rado comporta anche un prezzo alto da pagare, persino in termini di attacchi e persecuzioni. La difesa dei diritti dell'uomo e il riconoscimento dei principi del diritto naturale che orientano il bene comune può essere perciò un'utile piattaforma di confronto e discussione per tutti coloro che hanno a cuore la promozione della persona umana." [FONTE]
Qui per vedere l'invito alla conferenza: http://www.grandeoriente.it/media/343054/Invito-RM-12-06-14.pdf
Quindi Vaticanisti e massoni, uniti dal dialogo, si diedero appuntamento a Roma per il 12 giugno. Ciò non accadeva da almeno un ventennio, infatti le ultime conferenze documentate che il GOI organizzò, ospitando vaticanisti e "cattolici" [padre Rosario Esposito o il Giovanni Caprile per fare due esempi] risalgono all'inizio degli anni '90, dopo che tali conferenze proliferarono numerose sul finire degli anni '70 e per tutti gli anni '80. Vediamo ora, in assenza di un video della conferenza del 12 giugno, cosa dichiara in merito il sito ufficiale del Grande Oriente d'Italia, riporto l'articolo di commento che il GOI ha pubblicato il giorno successivo alla conferenza:
-"Mi piacerebbe proprio sapere cosa pensa Papa Francesco della Massoneria". E' il desiderio espresso dal Gran Maestro Stefano Bisi, pubblicamente, a conclusione della presentazione del volume "Il Concilio segreto" di Ignazio Ingrao (Piemme editore) organizzata dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente d'Italia il 12 giugno a Roma presso la libreria Arion di via Milano.
"Sono profondamente convinto -ha detto Bisi- che sul terreno dei diritti umani e della libertà possano esserci contatti fecondi tra Chiesa cattolica e chi è diversamente credente. Penso che sia tempo di unire più che di dividere e sono certo - ha aggiunto- che si possa trovare un prezioso punto di incontro e dialogo. La breccia di Porta Pia del 1870 va attualizzata. Il prossimo 20 settembre -è stato l'auspicio del Gran Maestro- il 20 settembre 2014, deve essere ricordato per un'altra breccia, una breccia che possa servire ad abbattere i muri che separano mondi diversi che hanno voglia di incontrarsi. C'è fortemente bisogno di collegamenti. Questo era anche il messaggio del Concilio Vaticano II", che cinquanta anni fa aprì una stagione nuova all'interno del mondo cattolico.
Un messaggio che oggi con il pontificato di Bergoglio si carica di una nuova e fortissima spinta innovativa, che nasce dalla volontà di un rimodellamento della Chiesa nella sua fisionomia, di un riesame della pastorale delle relazioni interpersonali, di una rivalutazione della metodologia inaugurata in quella specialissima assise che si svolse dal 1962 al 1965 sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI: dibattito aperto e democratico e intenso ascolto della società.
Lo hanno sottolineato da diversi punti di vista, ripercorrendo attraverso il saggio di Ingrao alcuni retroscena del Concilio, Marco Politi, giornalista vaticanista ed editorialista del "Fatto Quotidiano", che ha moderato il dibattito , i relatori intervenuti all'incontro Alberto Melloni, storico del Cristianesimo all'Università di Modena-Reggio Emilia e Marinella Perroni, teologa, docente del Pontificio Ateneo di S. Anselmo a Roma e il Gran Bibliotecario Dino Fioravanti, punto di riferimento al Vascello di storici e ricercatori. E questo "balzo in avanti della Chiesa nella società moderna", oggi come allora piace alla Massoneria, che oggi proprio come durante quegli anni caldi ha ripreso a seguire con interesse i cambiamenti che si delineano Oltretevere. Quell'evento rappresentò senza dubbio, scrive Ingrao nel capitolo del suo libro dedicato ai rapporti tra i liberi muratori e Chiesa, "una stagione unica di dialogo e di conoscenza reciproca" , "al di là di pregiudizi e storiche divisioni". Uno slancio che si è andato poi affievolendo ma che in questa fase, in cui sembra essere cominciata una nuova età conciliare, ha tutte le possibilità di riprendere. [FONTE]
Pare evidente, quindi, considerando le oggettive e ormai numerose dichiarazioni apologetiche che diversi Gran Maestri delle massonerie italiane hanno rivolto a Bergoglio, il sostegno sostanziale che tali massonerie apportano alla "Chiesa del dialogo post conciliare", è evidente il gongolare continuo e pomposo che tali Gran Maestri dimostrano nel sottolineare le continue aperture dottrinali che dal CVII si sono susseguite fino ad oggi. Tali massoni sono consci del fatto che sono ormai lontani i giorni delle encicliche di scomunica nei loro confronti, delle condanne pontificie, ad opera di Papi Santi, che numerose si sono susseguite dal 1738 in poi nei confronti "dell'iniqua setta dei framassoni, nemici dello Stato, della Società e della Santa Romana Chiesa". Tali massoni alzano la testa più che mai, e alzandola rivolgono lo sguardo e l'interesse al Papato, interrogandolo ed invitandolo a pronunciarsi nei loro confronti. Cosa penserà Bergoglio dei framassoni? Non ci è dato sapere nulla del foro interno del Pontefice, solo il buon e misericordioso Nostro Signore guarda ai cuori. Ma il Magistero di Santa Romana Chiesa in merito alla condanna dell'iniqua setta dei massoni è oltremodo chiaro, esplicito e deciso. Sono oltre seicento i documenti di condanna che il Papato, dal 1738 in poi, ha rivolto alla setta massonica. Per concludere qui di seguito riporto dei passaggi di alcune di tali solenni condanne:
"Imperocché da fatti giuridicamente accertati, da formali processi, da statuti, riti, giornali massonici pubblicati per le stampe, oltre alle non rare deposizioni dei complici stessi, essendosi venuto a chiaramente conoscere lo scopo e la natura della setta massonica, quest'Apostolica Sede alzò la voce, e denunziò al mondo, la setta dei Massoni, sorta contro ogni diritto umano e divino, essere non men funesta al Cristianesimo che allo Stato, e fece divieto di darvi il nome sotto le maggiori pene, onde la Chiesa suol punire i colpevoli. Di che irritati i settari e credendo di poter, parte col disprezzo, parte con calunniose menzogne sfuggire o scemare la forza di tali sentenze, accusarono d'ingiustizia o di esagerazione i Papi, che le avevano pronunziate."
[HUMANUM GENUS , LETTERA ENCICLICA, Papa Leone XIII, 20 Aprile 1884, testo completo]
"Perciò, ordiniamo ad ogni singolo ed a tutti i fedeli cristiani - quale che sia il loro stato, il loro grado, la loro origine, il loro ordine, nobiltà, preminenza, sieno essi laici o religiosi, appartengano essi ad un ordine laico o religioso, più o meno autorevole - ed in virtù della Santa Obbedienza, che nessuno, sotto qualsiasi causa o pretesto, abbia l' audacia o la libertà di iscriversi nella detta società di Massoni - o соmе altro possa chiamarsi - oppure diffonderla,
appoggiarla, favorirla, accoglierla o nasconderla nei suoi edifici o abitazioni o altrove, farsi iscrivere o associare oppure assistere ad una riunione, procurare né occasione né comodità per cui essi possano trovarsi in un posto qualsiasi, fornire loro una mano servile o consigli, aiuti o favori, in pubblico o in privato, direttamente o indirettamente, di per sé o attraverso un qualsiasi altro mezzo; ed egualmente ordino che nessuno inciti altri, li istighi, li inviti, li persuada ad iscriversi a simili associazioni, ad aggiungersi loro, a tollerarle o ad assistervi, ad aiutarle in qualsiasi modo o a proteggerle, ma ordino loro di astenersi assolutamente da tali compagnie,
assemblee, riunioni segrete o dai loro nascondigli, sotto pena di scomunica per tutti i suddetti trasgressori, che vi incorrono ipso facto, senza altra spiegazione, e da questa scomunica nessuno potrà ricevere la grazia dеll'assoluzione, se non da noi o dal Romano Pontefice allora regnante, eccetto in articulo mortis".
[In eminenti Apostolatus Specula, Papa Clemente XII, 28 Aprile 1738, testo completo]
Qui di seguito riporto il link in cui è possibile leggere l'intera enciclica "Inimica Vis" di Papa Leone XIII, in cui condanna la massoneria accusandola di attentare alla vita della Santa Romana Chiesa: http://www.vatican.va/holy_father/leo_xiii/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_08121892_inimica-vis_en.html
http://radiospada.org/2014/06/il-gran-maestro-bisi-mi-piacerebbe-sapere-cosa-pensa-papa-francesco-dei-massoni/
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