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lunedì 9 giugno 2014

L'invalidità degli invalidi

Per Maradiaga, al Sinodo la vera domanda sarà la nullità del matrimonio

Al Sinodo straordinario del prossimo ottobre si parlerà di tutto ciò che ha a che fare con la famiglia, ma la questione della comunione ai divorziati risposati non sarà il problema principale. Parola del cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, capo della consulta degli otto porporati che studiano la riforma della curia e consigliano il Papa nel governo della chiesa universale. Il prelato honduregno ha invece sottolineato che il cardine attorno al quale ruoterà l’assise convocata lo scorso autunno da Francesco sarà un altro: “La validità sacramentale di molti matrimoni cattolici”.
La dottrina, rassicura Maradiaga, non cambierà, dal momento che “l’indissolubilità del matrimonio deriva da Gesù Cristo” e che “ciò che Dio ha unito non può essere diviso”. E questo “è chiaro, naturalmente”, ha aggiunto il porporato salesiano che in un’intervista a un quotidiano tedesco dello scorso gennaio espresse molte perplessità sulla posizione contraria ad aperture o aggiornamenti fatta propria dal prefetto dell’ex Sant’Uffizio, il cardinale Gerhard Ludwig Müller. Il problema è un altro, ha osservato ancora, Maradiaga “siamo sicuri che Dio abbia unito tutte le coppie? In altre, parole, c’è o non c’è, in questi casi, un sacramento? Questa è la chiave del problema”, ha detto il porporato intervenuto a una conferenza che ha avuto luogo a Washington. Prende spunto da esperienze con cui ha avuto a che fare in Honduras, Maradiaga, per domandare se non sia giunto il momento di rivedere le norme che regolano le procedure di nullità dei matrimoni. Procedure che andrebbero in molti casi accelerate, sottolinea il porporato: “Tanti si sono sposati dopo che il padre della ragazza ha puntato la pistola alla schiena del futuro marito, dicendogli che se non avesse sposato la figlia, l’avrebbe ammazzato. Ecco, qui non possiamo proprio parlare di sacramento, visto che una delle condizioni per la validità del sacramento è la libertà di scelta”. Un esempio estremo, ma “non sempre è necessario avere una pistola puntata alle spalle. Molte volte si tratta di una pressione morale. Molte coppie si sposano perché hanno concepito un figlio fuori dal matrimonio e quindi si sentono in dovere di riparare in un modo che ritengono onorevole. Ma queste non sono le motivazioni che sottendono un sacramento, spiega Maradiaga”. La soluzione non è quella di “dare più poteri ai tribunali locali”, che non fa altro che complicare ulteriormente la situazione, allungando i tempi e costringendo perfino le parti a “portare in aula testimoni”. Non è questione di diritto canonico, ha voluto però sottolineare il cardinale arcivescovo di Tegucigalpa: “E’ un problema pastorale che deve essere risolto” e il doppio Sinodo del biennio 2014-2015 sarà chiamato a dare le risposte attese. E questo pare essere anche l’orientamento del Papa, stando a quanto Francesco ha ribadito durante la conferenza stampa a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma dopo il pellegrinaggio in Terra Santa: “Una cosa che Papa Benedetto ha detto tre volte sui divorziati a me aiuta tanto, studiare le procedure di nullità matrimoniale; studiare la fede con la quale una persona va al matrimonio e chiarire che i divorziati non sono scomunicati, e tante volte sono trattati come scomunicati. E questa è una cosa seria”. Il Sinodo, aggiungeva ancora il Pontefice, “sarà sulla famiglia, le ricchezze, i problemi della famiglia. Soluzioni, nullità, tutto questo”. La questione della comunione ai divorziati risposati avrà il suo spazio, ma “nell’insieme”. (mat.matz)



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