ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 22 giugno 2014

Ma la scomunica non è ad gentes, ma ad personam!

Che cos’è la scomunica del Papa

Un pò di storia e di spiegazione di quella che è considerata la più grave condanna che possa subire un cattolico dopo le parole di Papa Bergoglio di ieri

Ieri nel corso del suo discorso durante la visita pastorale in Calabria, Papa Francesco è tornato su un argomento che gli è caro, cioè quello della condanna alle persone che hanno scelto di vivere all’interno della criminalità, che sia mafia, camorra, ‘ndrangheta, Nuova Corona Unita.
Quando non si adora il Signore si diventa adoratori del male, come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza e la vostra terra, tanto bella, conosce i segni e le conseguenze di questo peccato. La ‘ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato. Bisogna dirgli di no. Coloro che nella loro vita hanno seguito questa strada di male non sono in comunione con Dio: sono scomunicati

La scomunica per un cattolico sincero, la più grave delle condanne ecclesiastiche. È considerata una “pena medicinale” poiché rientra fra le censure il cui fine principale è il ravvedimento del colpevole e non la sua punizione. La può dare solo il Pontefice.
La Chiesa colpisce il battezzato che abbia peccato in maniera clamorosa, dal punto di vista morale o da quello religioso e non faccia atto di pentimento. Consiste nell’esclusione dello scomunicato dalla comunità dei fedeli quindi dal godimento di tutti i diritti e i benefici, spirituali e temporali, che derivano dall’appartenenza alla Chiesa.
Chi è scomunicato non può ricevere alcun sacramento, né assistere alle celebrazioni, e neppure fruire dei benefici che la Chiesa fa discendere dalle indulgenze, dai suffragi o dalle pubbliche preghiere. Inoltre chi è colpito da scomunica non può compiere atti legali ecclesiastici né esercitare poteri che gli erano propri.
Famosi personaggi della storia hanno dovuto subire quest’onta: Enrico VIII d’Inghilterra, propugnatore del divorzio ben prima dei nostri Radicali; Monsignor Milingo perché ordinava preti sposati; alcuni preti ordinati da Mons. Lefebvre in Francia ( a loro poi la scomunica è stata tolta da Benedetto XVI nel 2009.
Nella società medievale impregnata di cristianesimo la scomunica significava l’emarginazione automatica dalla comunità civile. L’atto della scomunica divenne ad un certo punto anche un fattore politico : quelle comminate agli imperatori per esempio, erano molto temute poiché scioglievano i sudditi dal vincolo di fedeltà e di obbedienza. Infatti è soprattutto a partire dall’XI secolo che la scomunica diventa strumento politico. Su tutte va ricordata quella che Gregorio VII usò ripetutamente per placare le rivendicazioni di Enrico IV.

I mafiosi di oggi si sentiranno sinceramente colpiti dalla scomunica di Papa Francesco?
Di Redazione • 22 giu, 2014 • 
http://www.iljournal.it/2014/che-cose-la-scomunica-papale/597864

L'urlo di Francesco: "I mafiosi sono scomunicati"


Papa Francesco
(©Afp)
(©AFP) PAPA FRANCESCO NELLA PIANA DI SIBARI

Il forte monito anti-clan di Francesco durante la messa celebrata nella spianata di Sibari "No alla 'ndrangheta, adora i soldi e disprezza il bene"

GIACOMO GALEAZZIINVIATO A CASSANO JONIO (CS)
"I mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati". Tuona Francesco: "La 'ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanto impegnata nell'educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Ce lo chiedono i nostri giovani, bisognosi di speranza. Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare". Anche in questi "momenti di difficoltà" il male non avrà l'ultima parola, quindi "non lasciatevi rubare la speranza",  raccomanda il Papa. E "per questa fede, noi rinunciamo a Satana e a tutte le sue seduzioni; rinunciamo agli idoli del denaro, della vanità, dell’orgoglio e del potere".


Nella Calabria duramente provata dalla disoccupazione e dalla criminalità organizzata, Francesco lancia un grido di speranza e incoraggia i fedeli ad opporsi "al male, alle ingiustizie, alla violenza con la forza del bene, del vero e del bello". Un segno concreto di speranza è il Progetto Policoro, "per i giovani che vogliono mettersi in gioco e creare possibilità lavorative per sé e per gli altri. Voi, cari giovani, non lasciatevi rubare la speranza". Perciò "adorando Gesù nei vostri cuori e rimanendo uniti a Lui saprete opporvi al male, alle ingiustizie, alla violenza con la forza del bene, del vero e del bello".


Il vescovo di Cassano Jonio e segretario Cei gli garantisce che "la Chiesa calabrese si sente impegnata nel risvegliare le coscienze contro la malavita organizzata" perché "la malavita si nutre di coscienze addormentate" Lungo il tragitto in auto da Cassano all’Jonio verso Marina di Sibari, dove ha celebrato la messa in una affollatissima spianata, il Papa ha compiuto una breve sosta davanti alla chiesa parrocchiale San Giuseppe, nella frazione Lattughelle, dove il 3 marzo scorso è stato assassinato il sacerdote diocesano padre Lazzaro Longobardi.

Poi nell’aera ex Insud della Piana di Sibari, il Pontefice ha presieduto la celebrazione eucaristica concelebrata dai vescovi della Calabria e da 207 sacerdoti. "Nella festa del Corpus Domini celebriamo Gesù "pane vivo disceso dal cielo", cibo per la nostra fame di vita eterna, forza per il nostro cammino - afferma Francesco nell'omelia -. Ringrazio il Signore che oggi mi dona di celebrare il Corpus Domini con voi, fratelli e sorelle di questa Chiesa che è in Cassano allo Jonio. Quella di oggi è la festa in cui la Chiesa loda il Signore per il dono dell’Eucaristia. Mentre il Giovedì Santo facciamo memoria della sua istituzione nell’Ultima Cena, oggi predomina il rendimento di grazie e l’adorazione. E infatti è tradizionale in questo giorno la processione con il Santissimo Sacramento. Adorare Gesù Eucaristia e camminare con Lui". Questi, evidenzia papa Bergoglio, sono "i due aspetti inseparabili della festa odierna, due aspetti che danno l’impronta a tutta la vita del popolo cristiano: un popolo che adora Dio e cammina con Lui". Infatti "noi siamo un popolo che adora Dio: noi adoriamo Dio che è amore, che in Gesù Cristo ha dato se stesso per noi, si è offerto sulla croce per espiare i nostri peccati e per la potenza di questo amore è risorto dalla morte e vive nella sua Chiesa".

Perciò "noi non abbiamo altro Dio all’infuori di questo e oggi lo confessiamo con lo sguardo rivolto al Corpus Domini, al Sacramento dell’altare". E "noi cristiani non vogliamo adorare niente e nessuno in questo mondo se non Gesù Cristo, che è presente nella santa Eucaristia".

Inoltre "forse non sempre ci rendiamo conto fino in fondo di ciò che significa questo, di quali conseguenze ha, o dovrebbe avere questa nostra professione di fede. Oggi chiediamo al Signore che ci illumini e ci converta, perché veramente adoriamo solo Lui, e rinunciamo al male in tutte le sue forme". Ma "questa nostra fede nella presenza reale di Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, nel pane e nel vino consacrati, è autentica se noi ci impegniamo a camminare dietro a Lui e con Lui, cercando di mettere in pratica il suo comandamento, quello che ha dato ai discepoli proprio nell’Ultima Cena: "Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri" . Il popolo che adora Dio nell’Eucaristia è il popolo che cammina nella carità.

Dunque "oggi, come Vescovo di Roma, sono qui per confermarvi non solo nella fede ma anche nella carità, per accompagnarvi e incoraggiarvi nel vostro cammino con Gesù Carità. Voglio esprimere il mio sostegno al Vescovo, ai presbiteri e ai diaconi di questa Chiesa, e anche dell’Eparchia di Lungro, ricca della sua tradizione greco-bizantina. Ma lo estendo a tutti i Pastori e fedeli della Chiesa in Calabria, impegnata coraggiosamente nell’evangelizzazione e nel favorire stili di vita e iniziative che pongano al centro le necessità dei poveri e degli ultimi".
E lo estende anche "alle autorità civili che cercano di vivere l’impegno politico e amministrativo per quello che è, un servizio al bene comune". Francesco incoraggia tutti a "testimoniare la solidarietà concreta con i fratelli, specialmente quelli che hanno più bisogno di giustizia, di speranza, di tenerezza". Infatti "grazie a Dio ci sono tanti segni di speranza nelle vostre famiglie, nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti ecclesiali. Il Signore Gesù non cessa di suscitare gesti di carità nel suo popolo in cammino".

La spianata di Sibari si è trasformata, con il passare delle ore, in un'area multicolore. Guardando l'area dall'alto, si notano migliaia di ombrelli parasole che colorano i vari settori della spianata. La temperatura ormai ha superato i 40 gradi e i volontari della Protezione civile hanno incrementato la distribuzione di acqua ai pellegrini. Sono state prese d'assalto anche le decine di fontane installate nei giorni scorsi lungo il perimetro dell'area interessata. Sono numerose le ambulanze che sostano nelle adiacenze dei settori, pronte ad intervenire in caso di malori. Imponente è il servizio d'ordine da parte di polizia, carabinieri e guardia di Finanza che presidiano l'area e controllano la situazione sotto l'aspetto dell'ordine pubblico. La spianata di Sibari è anche sorvolata da un elicottero della Polizia. Decine sono le emittenti televisive italiane ed estere che stanno trasmettendo in diretta l'evento.

Una coda di automobili lunga dieci chilometri si era formata sulla strada che da Cassano, porta alla spianata di Sibari. Le auto sono incolonnate per accedere nelle aree parcheggio adibite nelle zone antistanti la spianata. Molti fedeli, per fare prima, avevano percorso a piedi il tratto della statale 106 per raggiungere l'area. Una folla festante ha accolto il Papa al suo arrivo, con mezz'ora di anticipo sul programma, nella Piana di Sibari. Per il rito sono stati distribuiti centomila passi, installate 30mila sedie, 260 bagni ecologici, di cui 30 per disabili, 6 maxischermi.

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