ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 8 giugno 2014

Pentirsi no!...?

L'Osservatore Romano
Fra dieci anni, nel 2024, la Chiesa di Francia dovrà contare su meno di 4.300 sacerdoti diocesani attivi, contro i 5.800 o poco più di oggi. Il prossimo decennio sarà infatti caratterizzato dal pensionamento, a 75 anni, dei preti nati negli anni Quaranta-Cinquanta del secolo scorso, coloro che hanno conosciuto gli ultimi piccoli seminari e sono stati ordinati subito dopo il concilio Vaticano II. A rivelarlo è un’indagine del quotidiano «La Croix» che, già nel 2004, aveva messo in evidenza il rischio di una drastica diminuzione dei sacerdoti, diocesani e religiosi. Una delle conseguenze è che, anche se tutti i seminaristi attualmente in formazione fossero effettivamente ordinati, il numero dei pastori attivi nelle diocesi francesi si ridurrà notevolmente. A Besançon, per esempio, passeranno da 81 a 42, a Carcassonne da 29 a 18, a Nantes da 143 a 75.

Le diocesi potranno sempre contare sui religiosi delle società di vita apostolica e soprattutto sui sacerdoti più anziani in grado di aiutare i loro colleghi più giovani, ma la Chiesa di Francia non potrà fare a meno di adattare le sue strutture ai nuovi bisogni e di cambiare il suo approccio alla missione. Fra le prime strategie messe in campo c’è stata quella di coinvolgere i sacerdoti stranieri, studenti venuti nel Paese per completare i loro studi teologici, ai quali sono state affidate intere parrocchie. Nell’ottobre 2013 erano 1.589 quelli registrati sul territorio francese, soprattutto africani. Nella diocesi di Fréjus-Toulon, per esempio, oggi figurano centonovanta sacerdoti in attività ma sessanta sono stranieri, molti provenienti da nuove comunità. Una diocesi, quella di Fréjus-Toulon, che non esita ad accogliere seminaristi provenienti da altre diocesi, una cinquantina attualmente. Se la regola resta quella di contattare sempre la diocesi di origine del candidato, è vero anche che alcuni vescovi contano oggi su un numero importante di presbiteri provenienti da altre città. Una soluzione tuttavia temporanea quella dei preti stranieri, i quali, presto o tardi, ritornano nelle nazioni di origine a disposizione delle loro diocesi.
Se si considera il numero di cattolici per sacerdote, la Francia tuttavia resta ancora ben dotata rispetto alle giovani Chiese: 2.527 contro i 4.959 in Africa e i 7.883 in Sud America.
Davanti al calo delle vocazioni, vacilla il modello di una Chiesa incentrata esclusivamente sulla figura del prete. Occorre — si osserva nell’articolo a firma di Nicolas Senèze e Loup Besmond de Senneville — inventare un nuovo modo di “fare Chiesa”. Nel 2012 erano già 9.446 (un numero superiore ai sacerdoti in attività) i laici in missione ecclesiale, cioè quelli che avevano ricevuto una lettera di incarico da parte del loro vescovo. Ma su questo dato pesa il calo costante del numero dei cattolici in Francia: 80 per cento nel 1986, 69 per cento nel 2002, 56 per cento nel 2013. Ci sono sempre meno battesimi. Nel 2000, per la prima volta, era battezzata meno della metà di una fascia di età; nel 2004 i battezzati rappresentavano ancora il 46 per cento delle nascite annuali, percentuale scesa al 32 nel 2013. Nel 2004, un quarto delle diocesi francesi aveva un tasso di battesimi superiore al 65 per cento, risultato ottenuto, nel 2014, solo da quella di Saint-Flour.
Se è vero che, accanto alla diminuzione del numero di battesimi di bambini, la Chiesa di Francia può contare sulla grande vitalità del catecumenato, è altrettanto vero che gli oltre tremila battesimi di adulti registrati nel 2013 rappresentano appena l’1,15 per cento dei battesimi infantili e, soprattutto, il loro aumento è lontano dal compensare il calo complessivo del numero di battesimi. Nella stessa ottica, «La Croix» segnala i 43.235 cresimati del 2013 sui 378.395 battesimi del 1999: quindici anni dopo (età media della confermazione) solo l’11,5 per cento dei battezzati è stato cresimato. Dati, tuttavia, che cambiano da diocesi a diocesi: a Bayonne, dove ci si è focalizzati sulla pastorale giovanile e vocazionale, ci sono stati solo otto battesimi di adulti nel 2013, mentre sono state celebrate ben 1.236 cresime; a Le Havre, invece, i battesimi di adulti sono stati sessantadue.
È oggi che si disegna il panorama della futura Chiesa di Francia. Dopo il 2024, il pensionamento dei preti assumerà un andamento regolare, meno massiccio. Il modello che emergerà nei prossimi anni promette dunque di essere durevole. L’obiettivo è quello di continuare, con efficacia, l’opera di evangelizzazione in un Paese a sua volta in evoluzione: più urbano, più vecchio, più variegato, multiforme e multiculturale, ma anche dal tessuto sociale più fragile.
L'Osservatore Romano, 7 giugno 2014.
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