ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 1 luglio 2014

Abbronzatura IOR?

Tornano ombre e sospetti sullo IOR (Istituto per le Opere di Religione): a destare più di una preoccupazione sono oltre 1600 conti correnti aperti presso la banca. Papa Francesco al suo ritorno dal viaggio a Tel Aviv aveva assicurato che la questione era chiusa: "Nello Ior sono stati chiusi 1600 conti  di persone che non avevano diritto".
Parole che erano arrivate dopo la lettera del Presidente dell'Istituto di credito della Santa Sede, Ernst Von Freyberg, che già l'anno scorso aveva indicato categoricamente il termine di fine novembre per la chiusura dei conti non in regola con i requisiti dello statuto: "Con la presente notifichiamo il recesso da parte dell'Istituto dal rapporto con lei intercorrente, nonché da ogni servizio ad esso connesso, a far data dal 30 novembre 2013 con conseguente chiusura di ogni posizione".

Il problema è che né la lettera di Von Freyberg né le parole del Pontefice hanno prodotto alcunché. Uomini dello IOR ha infatti rivelato al Fatto Quotidiano che la chiusura di tutti i conti sospetti "è uno svolgimento impegnativo che costantemente sta procedendo". Per arrivare dove, però, non si sa. Di numeri e dati certi per ora non se ne parla.
La stessa AIF (Autorità di informazione finanziaria vaticana), organo di controllo sull'attività della banca, non vuole dare alcuna ulteriore informazione, glissando perfino sulle oltre 200 segnalazioni di transazioni sospette transitate per lo IOR nel 2013.  Il bilancio della banca vaticana, per esempio, è ora come ora un mistero. A detta dei vertici doveva essere pronto già lo scorso marzo, in realtà vedrà la luce, se tutto va bene, non prima dell'autunno. Neanche in questo caso è arrivata alcuna spiegazione circostanziata, se non una quanto mai generica e imprecisa presa di tempo. "La valutazione finita di tutte le attività non era terminata nella primavera. Ci aspettiamo che il rapporto sarà pubblicato, come l' anno scorso, probabilmente il primo ottobre" si è detto..
Come se non ce ne fosse abbastanza, secondo quanto riporta L'Espresso, all'interno della banca vaticana si sta consumando una vera e propria guerra di potere. Gli uomini più vicini a Bergoglio non avrebbero infatti accettato la gestione poco limpida di Von Freyberg e, dopo aver fatto fuori i bertoniani, si starebbero dando da fare anche per sostituire il presidente tedesco. Reo di non aver fatto luce su alcuni controversi episodi avvenuti di recente, a cominciare da una ventina di politici italiani che hanno spostato i soldi all'estero per arrivare al buco da 800 milioni nel fondo pensioni dei dipendenti del Vaticano.


Di Alessandro Genovesi 
Read more: http://it.ibtimes.com/articles/67978/20140701/ior-banca-vaticano-papa-francesco-von-freyberg.htm#ixzz36E7oTPQD

Chi sono gli uomini chiave 
della nuova finanza vaticana

Inizia domani il consiglio dei cardinali consiglieri di papa Francesco. La segreteria dell’Economia in una sede diversa da quella dell’Istituto

di Maria Antonietta Calabrò

Sarà sicuramente un caso, una coincidenza, anzi, una pura coincidenza. La scelta del Torrione di San Giovanni, come sede, da poche settimane del nuovo dicastero della Curia romana, dalla nuova Segreteria dell’economia, affidata al cardinale australiano George Pell, che il Papa ha soprannominato «il Ranger». Costruito nell’848 da Leone IV per difendere la basilica di San Pietro dalle incursioni dei musulmani, la Torre culmina alla cima del monte ed è situato all’estremità occidentale della Città- Stato, nei giardini vaticani. Proprio dall’altra parte ad Est, c’è la «Torre di Niccolò V», che ha meno della metà degli anni (1453), e che ospita dal 1942 la sede dell’Istituto per le Opere di Religione. È piantata al centro, proprio addossata al Palazzo Apostolico, dove fino a Bergoglio viveva il Papa, come a sostenerlo dal basso. Mentre in più di mezzo secolo di storia, ne ha varie volte minato l’autorevolezza, se non l’autorità.


 Il Torrione di San Giovanni dove ha sede la nuova Segreteria dell’Economia. In quello di Niccolò V si trova, invece, la sede dello Ior
Il Torrione di San Giovanni dove ha sede la nuova Segreteria dell’Economia. In quello di Niccolò V si trova, invece, la sede dello Ior

La Torre di Niccolò è vicina al varco della Porta Sant’Anna, cioè a quel «confine» con l’Italia, che segna una prossimità con il nostro Paese che nel bene e nel male ne ha condizionato la vita, con una serie infinita di scandali. Ecco, a vederla così la disfida dei due Torrioni, può sembrare che la Torre di San Giovanni, periferica, lontano dal Palazzo, lontana dall’Italia, incarni meglio della Torre dello Ior, la visione delle finanze vaticane di Papa Francesco. Un’immagine certamente suggestiva, se si limita a questo.
Appuntamenti
Domani, 1 luglio, e per quattro giorni, si svolge il quarto C8 (Consiglio) dei Cardinali, cioè la riunione dei porporati consiglieri di Papa Francesco. E verrà fatto un nuovo punto-situazione sull’amministrazione e le finanze della Santa Sede, dopo che il Pontefice, ad aprile, ha deciso che lo Ior dovesse continuare ad esistere (una sua chiusura tout court era stata troppo frettolosamente annunciata). Al C8, i cardinali Pell e Reinhard Marx (il coordinatore del Consiglio per l’economia) presenteranno anche il business plan dello Ior. Sul tavolo anche i tanti cambiamenti nei rapporti di forza nelle finanze vaticane. C’è una posta enorme in gioco: chi gestirà gli investimenti delle grandi proprietà mobiliari ed immobiliari della Santa Sede: ancora in parte lo Ior o tutto finirà nelle mani della Segreteria per l’economia? Oppure, lo Ior si limiterà a fornire solo servizi finanziari per gli enti religiosi sparsi in tutto il mondo? Sul tappeto anche i nuovi Statuti che il monsignore inglese Brian Ferme è stato incaricato di elaborare per la Segreteria e per il Consiglio. Da quanto verrà messo nero su bianco e approvato dal C8, dipenderanno molte cose. Nel Torrione di San Giovanni svolge un ruolo strategico e di leadership , «il Maltese», cioé Joseph Zarha governatore della Banca centrale isolana, ormai quasi vent’anni fa (92-96), professore anzi lecturer alle Università di Malta e di Messina. Intorno a lui ruota un gruppo di membri della Segreteria a sostanziale prevalenza anglo-tedesca. Consulente della Prefettura degli affari Economici (dal 2011), Zarha è stato poi per quasi un anno presidente della Cosea, la Commissione d’inchiesta sulle finanze Vaticane, decisa da Francesco alla fine del luglio scorso. Ordinario di Economia aziendale proprio a Messina, l’unico italiano, Francesco Vermiglio, fino al 2007 docente alla Luiss. Ci sono poi tra, i personaggi di spicco, il francese Jean-Baptiste De Franssu, presidente della società di advisory Incipit, ex presidente di Efama, associazione europea di management dei fondi e degli asset. Nel Consiglio c’è poi John Kyle, canadese. Mentre Pell ha nominato un laico australiano, Danny Casey, finora semplice amministratore di una Diocesi, per quanto importante come quella di Sidney, e organizzatore della Gmg 2008, project manager della Segreteria dell’ Economia. Nelle ultime settimane il ruolo di vigilanza sulle attività finanziarie che in base al Motu proprio Fidelis dispensator et prudensviene attribuito alla nuova Segreteria dell’economia, secondo autorevoli fonti italiane, potrebbe addirittura mettere in questione il percorso di trasparenza certificato, nello scorso dicembre da Moneyval, perché nel processo finanziario vaticano si è inserito un nuovo soggetto, che finora non è mai stato valutato dal Comitato del Consiglio Europeo che applica le direttive del Gafi (Gruppo di azione finanziaria) in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento al terrorismo.
Bankitalia
Il C8, in realtà, negli ultimi mesi è diventato un C9, visto il ruolo crescente — anche sulle questioni economiche — del segretario di Stato Pietro Parolin, membro della Commissione cardinalizia di controllo sullo Ior, e che è stato chiamato dal Papa a partecipare ai due precedenti C8. Ad di là della sostituzione di un gruppo di potere con un altro, la vera cartina al tornasole sarà costituita dai rapporti con l’Italia: sarà questo a segnare in qualche modo il prossimo futuro. Un capitolo corposo di questo dossier è costituito dai conti misti dello Ior presso le banche italiane (dove sono congelati — dopo le indagini antiriciclaggio della magistratura partite con il blocco di 23 milioni di euro nel settembre 2010 — da un minimo di 150 milioni ad un max di 300 milioni di euro) e quello dell’attività dell’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), attraverso i cui conti in Italia, il Vaticano ormai paga gli stipendi dei propri dipendenti, a motivo del congelamento dei «conti misti». Si tratta di pagamenti anomali, (non essendo l’Apsa autorizzata all’attività bancaria), finora tollerati per bypassare il blocco dei conti misti. Il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, nel recente convegno di Milano per i trent’anni dell’Associazione banche straniere ha ribadito che anche nella prospettiva dell’Unione bancaria, la vigilanza sulle filiali italiane e le attività degli istituti extracomunitari qual è Ior continuerà ad essere di Banca d’Italia.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.