ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 23 luglio 2014

Inespressivi e fraintesi?


La Gerarchia e la strategia del fil di ferro 


di 
Alessandro Gnocchi martedì 22 luglio 2014 è pervenuta in Redazione:
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Caro signor Gnocchi,
ho appena letto le dichiarazioni fatte da Mons. Galantino, quello che parlava dei “volti inespressivi” di chi recita il Rosario fuori dagli ospedali dove si fanno gli aborti. “Sono stato frainteso” dice il monsignore, e dà spiegazioni che non stanno in piedi, mentre le sue dichiarazioni di allora erano ben chiare, eccome. E poi la famosa intervista di Scalfari al Papa, che compare e scompare dal sito del Vaticano. Ma il problema non è solo della Chiesa, guardiamo anche ai nostri politici. Renzi che va in giro parlando di “ripresa” che peraltro vede solo lui (ha mai provato a fare la spesa con un normale stipendio medio?), che fa promesse a ruota libera.
Insomma, voglio dirle questo: ho sempre di più la sensazione che da parte dei nostri politici (ma a questo abbiamo fatto una certa abitudine), ma purtroppo anche da parte degli uomini di Chiesa si sia persa la capacità di riflettere prima di parlare, mentre chi ricopre incarichi così importanti dovrebbe, almeno io la penso così, misurare ogni parola col bilancino. E invece no. Ci tocca sentire enormi fesserie e dopo magari le smentite che non smentiscono. Ma questi signori ci considerano tutti dei cretini? Non hanno rispetto per gli incarichi che ricoprono e per la gente a cui si rivolgono? Cosa si può fare per correggere questo andazzo?
Grazie, e tanti saluti
Ignazio Summa
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Caro Summa,
parto dal fondo e alla sua ultima domanda posso rispondere con una sola parola: nulla.
Non si può fare nulla perché non ci troviamo al cospetto di superficialità, di cialtroneria, di disprezzo per l’intelligenza altrui o di scarsità di intelligenza propria. O meglio, c’è anche un po’ di tutto questo perché la qualità degli attori sul palcoscenico è davvero scarsina. Ma ciò è secondario, in quanto l’altalena di affermazioni e smentite risponde a una precisa strategia che cerco di spiegare con un’immagine solo in apparenza banale: è la strategia del filo di ferro.
Per rompere il filo di ferro, caro Summa, bisogna torcerlo nei due sensi opposti. Questo è lo scopo di tutti coloro che, in politica applicano questo metodo, sia da soli, affermando e smentendo, sia con la complicità di finti avversari che sostengono il contrario. Lo scopo, in ogni caso, è sempre lo stesso: rompere l’organismo, l’istituzione, il legame sul quale si sta operando.
Se questo è grave in politica, possiamo immaginare quanto lo sia in materia di fede. Il balletto di monsignor Galantino può sembrare solo ridicolo e indurre alla risata o alla commiserazione. Ma, in realtà, a che cosa porta se non al discredito del ruolo che copre? Allo spezzarsi di quel poco che ormai rimane del prestigio di un’istituzione ecclesiale? Perché deve essere chiaro che da questa miserevole vicenda non esce spezzato il suddetto monsignore, ma il ruolo che riveste.
Stesso discorso vale per la tragicomica vicenda dell’intervista di Scalfari a papa Francesco. E qui bisogna partire da quanto ha detto in proposito Giuliano Ferrara, che errare è umano, ma perseverare è bergogliano.
Ammesso, ma solo per estrema gentilezza e per nulla concesso, che nel primo caso si trattasse di inesperienza e ingenuità, come pensarlo dopo la reiterazione del cedimento alle astuzie del nemico?Non sarà che si vuole dimostrare senza tema di smentite che l’ufficio di Sommo Pontefice, di Vicario di Cristo, di dolce Cristo in terra, alla luce del nuovo sentire cum Ecclesia, è ridotto alle funzioni di un Berlusconi qualsiasi che redigeva insieme intervista e smentita?
Caro Summa, quanto può reggere agli occhi dei fedeli un’immagine che viene torta continuamente nei due sensi come il filo di ferro a cui accennavamo?
In attesa che prima o poi la rottura si produca, si è già verificata nella ragione di quei cattolici normalisti che tentano di dimostrare, per così dire da destra, che tutto è normale, che tutto funziona come un orologio, che tutto è sotto controllo. E quindi sono costretti a dire che le interviste a Scalfari sono perfette e devono fare salti mortali scimmieschi per riuscire nell’intento, poi quando le interviste scompaiono dal sito Vaticano devono dire che non erano così perfette perché c’erano alcuni passaggi problematici e forse apocrifi, poi quando le interviste ricompaiono eccoli a spiegare che comunque c’era tanta cattolicità in quelle pagine, e poi a interviste nuovamente scomparse li si vede intenti a spiegare che però c’erano dei problemi. Ma è tutta di colpa di Scalfari e, va da sé, di quell’incompetente di padre Lombardi.
Cosicché, grazie ai custodi posti a guardia del fianco destro della chiesa nata dalla Nuova Pentecoste, la dottrina diventa una pelle di daino da trascinare ovunque e in qualsiasi forma. E così, a forza di mostrare che è cattolico anche ciò che cattolico non è, un bel giorno non sapranno dimostrare che è cattolico ciò che è veramente cattolico.
Mi dica lei, caro Summa, se è possibile mettere rimedio a questo abilissimo montaggio… Ma chi siamo noi per giudicare?

Un caro saluto
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Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo


Articolo pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro Gnocchi

Titolo, impaginazione e neretti sono nostri
 



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