Nel lungo e dettagliato comunicato d’addio che il presidente dello IOR Ernst von Freyberg ha emesso martedì 8 luglio alla vigilia dell’annuncio del successore e del ricambio del consiglio d’amministrazione dell’istituto, ci sono non poche curiosità.
La più vistosa è il magro utile netto del bilancio del 2013. Appena 2,9 milioni di euro, contro gli 86,6 milioni di attivo dell’anno precedente. Tra le cause del tracollo sono segnalate la riduzione del valore dei lingotti d’oro in possesso dello IOR (meno 11,5 milioni di euro) e il pessimo andamento degli investimenti in fondi (meno 28,5 milioni).
Ma poi ci sono stati i costi del personale della Promontory, la multinazionale chiamata a ripulire i conti dell’istituto, che hanno fatto lievitare le spese del 33 per cento, ovvero di 8,3 milioni di euro.
Inoltre, si legge nel comunicato che lo IOR ha dovuto mettere in bilancio “il deprezzamento di 3,2 milioni di euro di un sostegno finanziario concesso alla diocesi di Terni”.
Il riferimento è al crack della diocesi umbra avvenuto quando ne era vescovo monsignor Vincenzo Paglia, esponente di spicco della Comunità di Sant’Egidio, oggi presidente del pontificio consiglio per la famiglia. La diocesi fu commissariata e lo IOR dovette tamponare per una buona metà gli oltre 20 milioni di deficit.
Ma come non bastasse, tra le perdite della cosiddetta “banca vaticana” è stata messa in conto anche la “cessione a titolo di liberalità di titoli pari a euro 15,1 milioni in favore di una fondazione della Santa Sede”.
I titoli in questione sono il 17 per cento delle azioni della Lux Vide, la società di produzione cinematografica di Ettore Bernabei e figli, che lo IOR aveva acquistato a carissimo prezzo ma ha poi preferito regalare a una non precisata fondazione vaticana, che secondo notizie giornalistiche non smentite sarebbe la “Fondazione Scienza e Fede – STOQ” legata al pontificio consiglio della cultura presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi.
Nell’inverno tra il 2011 e il 2012 l’allora presidente dello IOR, Ettore Gotti Tedeschi, aveva respinto la richiesta della Lux Vide di un soccorso finanziario. Ma dopo che fu defenestrato, l’operazione ebbe il via libera, con l’appoggio del cardinale Tarcisio Bertone. Con i risultati disastrosi che si sono visti.
Anche il bilancio consolidato della Santa Sede – nonostante i 50 milioni versati dallo IOR nel 2013 a suo sostegno – ha chiuso in rosso il primo anno del pontificato di papa Francesco, con una perdita di 24,5 milioni di euro.
In compenso, ha registrato nel 2013 un’inversione di tendenza all’insù l’Obolo di San Pietro, l’annuale offerta che i fedeli di tutto il mondo fanno al Santo Padre nella festa dei santi Pietro e Paolo: 78 milioni di dollari contro i 65 ,9 dell’anno precedente, i 69,7 del 2011 e i 67 del 2010. Non ancora però come gli 82,5 milioni del 2009.
Lo ha rivelato in un’intervista a Gianni Cardinale su “Avvenire” del 28 giugno il sostituto della segreteria di Stato Angelo Becciu.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/07/08/nel-discorso-daddio-il-presidente-dello-ior-si-toglie-qualche-sassolino/
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