- BERGOGLIO VUOLE VINCERE SUL TERRENO SU CUI L’ASCOLTATISSIMO RATZINGER HA PERSO: IL RINNOVAMENTO - MA LE RESISTENZE SONO MOLTE, A PARTIRE DALLA CEI
Per preparare il prossimo sinodo di ottobre sulla famiglia, il papa ha coinvolto il progressista Kasper, favorevole all’eucarestia per i divorziati risposati e alle donne in ruoli di vertice nei dicasteri. Lo contrasta l’altro tedesco, Müller. Un punto dolente del Pontificato è la riforma della Curia, deturpata da conflitti, veleni e litigi...
1 - PAPA PARTITO PER LA COREA
Ansa - Papa Francesco è partito per il viaggio che lo porterà in Corea. A salutarlo all'aeroporto il premier Matteo Renzi. L'aereo dell'Alitalia è partito da Roma alle 16.16
2 - BERGOGLIO ACCERCHIATO: L’AIUTO DI BENEDETTO XVI
Carlo Tecce per "il Fatto Quotidiano"
I complessi meccanismi curiali (e romani) non hanno mai appassionato l’allora cardinale Jorge Bergoglio, che se ne stava volentieri a Buenos Aires fra i cartoneros a celebrare messa ovunque. Quando l’argentino Bergoglio è diventato il pontefice Francesco ha capito che governare bene fuori vuol dire governare bene dentro. E il sinodo dei vescovi, convocato in Vaticano per ottobre (5-19), per esaminare e rilanciare il tema “famiglia” al passo con i tempi, testimonia la vigorosa volontà di Bergoglio.
Per controllare i prevedibili tumulti in curia senza ridimensionare le proprie aspettative, Francesco ha coinvolto il cardinale Walter Kasper, ha commissionato un questionario, ha mobilitato l’episcopato mondiale. Ma un aiuto, se non determinante quantomeno prezioso, proviene proprio da chi dal quel mondo s’è nascosto, Joseph Ratzinger.
Il papa in carica e il papa emerito hanno contatti frequenti, si confrontano, riflettono, a volte pregano insieme. Benedetto XVI, sempre rispettoso e rigoroso, non vuole di certo influire nel pontificato di Francesco né Francesco è propenso a condizionamenti, ma l’anziano teologo bavarese agisce per dirimere i contrasti fra cardinali che conosce perfettamente, perché di porpore ne ha nominate tante.
LE DONNE NEI DICASTERI E LE NUOVE APERTURE
Kasper è un tedesco progressista, a 80 anni compiuti è entrato in Conclave perché il 28 febbraio 2013, ultimo giorno a San Pietro di Benedetto XVI, ne aveva ancora 79, il suo libro Misericordia fu citato da Francesco durante un Angelus. Kasper è convinto che si possa concedere l’eucarestia ai divorziati risposati e che le donne possano assumere ruoli di vertice nei dicasteri.
Non è più un cardinale elettore; a titolo onorario, presiede il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, ma è un membro tra i 25 cardinali presenti nella Congregazione per la Dottrina della Fede, un organismo essenziale per la Chiesa. Ratzinger è stato prefetto della Congregazione per 24 anni, da un biennio in piazza del Sant’Uffizio opera il cardinale Gerhard Ludwig Müller, tedesco di Magonza, conservatore senza mai cedimenti. Il duello a distanza fra Kasper e Müller, che s’è consumato anche attraverso i giornali, risultava estremamente facile da prevedere.
Comunione ai divorziati risposati, Müller è rigido: “Non è un diritto”. Durante un colloquio con un’agenzia di stampa tedesca, senza un riferimento diretto eppure abbastanza intuibile, Müller ha redarguito Kasper: “La dottrina non è una laguna stagnante. È un fiume che scorre”.
Bergoglio insiste con la linea di Kasper (che coincide con la sua), e gli ha affidato la relazione introduttiva al Concistoro sempre sulla famiglia: il Foglio l’ha pubblicato e Kasper ha reagito sdegnato. Per far percepire l’atmosfera, è sufficiente riportare una battuta di Lima Juan Luis Cipriani, cardinale peruviano (Opus Dei): “Müller è un buon teologo, un po’ ingenuo”.
Per il sinodo di ottobre - titolo “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” - Francesco ha indicato tre presidenti-cardinali non di Curia: André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi; Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida; Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila.
LE CONTINUE RESISTENZE ANCHE TRA I VESCOVI ITALIANI
Müller conosce in profondità Ratzinger, ne ha curato l’Opera Omnia. Kasper sostiene da sempre Bergoglio, sin dai giorni rinchiusi nella Cappella Sistina. Non soltanto epoca di Tarcisio Bertone e patrimoni Ior, Franceco vuole bonificare un territorio deturpato da conflitti, veleni e litigi: la Curia. Lì dove ha fallito Ratzinger, l’argentino vuole (e può) vincere. Non è semplice.
E il contribuito di un papa emerito lo accetta, perché lo protegge, lo rafforza. Scardinare il sistema vaticano, neanche per un pontefice così popolare è pratica agevole. Ancora discutono, i vescovi italiani, anzi da poco hanno iniziato a formare cordate per la successione di Angelo Bagnasco, che lascerà la Conferenza Episcopale nel 2017, non prima di finire il mandato, nonostante i pessimi rapporti con Bergoglio.
Fu il papa, e non il capo dei vescovi, a inaugurare l’assemblea annuale Cei con una prolusione molto coraggiosa. E non era mai accaduto. Disse: “Fuggite da mediocrità, lamentele, invidia e potere personale”. La platea non scattò in piedi per un applauso.
1. UN’ESTATE DAVVERO “CALDA”: LA COREA DEL NORD DA IL BENVENUTO A PAPA FRANCESCO IN VIAGGIO PER SEOUL SPARANDO QUESTA MATTINA TRE RAZZI A CORTO RAGGIO - 2. DIPLOMAZIA VATICANA: SORVOLANDO LA CINA, TELEGRAMMA DEL PAPA AL PRESIDENTE CINESE XI JINPING, ESPRIMENDO "CORDIALITÀ" SIA AL CAPO DI STATO CHE AL SUO POPOLO, E INVOCANDO "LA DIVINA BENEDIZIONE PER LA PACE E IL BENESSERE DELLA NAZIONE" - 3. NEL 1989, QUANDO PAPA WOJTYLA SI RECÒ NELLA REPUBBLICA DI COREA, IL GOVERNO DI PECHINO VIETÒ IL SORVOLO ALL'AEREO PAPALE, CHE DOVETTE FARE LA ROTTA ARTICA - 4. PER IL PRIMO VIAGGIO COMPLETAMENTE IN ASIA DEL SUO PONTIFICATO, PAPA BERGOGLIO HA SCELTO LA PENISOLA COREANA DOVE ESISTE ANCORA LA GUERRA FREDDA, DOVE LE DUE COREE SONO IN STATO DI GUERRA DICHIARATA ALTERNATA A PROPOSTE DI ARMISTIZIO
La Corea del Nord ha sparato questa mattina tre razzi da 30 millimetri a corto raggio dalla costa orientale direttamente nel mar del Giappone, poco prima dell'arrivo di Papa Francesco in Corea del Sud per una visita di cinque giorni. Lo ha annunciato il comando di Stato maggiore congiunto di Seul.
Il pontefice è atterrato all'aeroporto Incheon alle 10:15 ora locale (le 3:15 in Italia) e ha trovato ad accoglierlo la presidente Park Geun-Hye.
Sorvolando la Cina in volo verso Seul, il Papa ha indirizzato un telegramma al presidente cinese Xi Jinping, esprimendo "cordialità" sia al capo di Stato che al suo popolo, e invocando "la divina benedizione per la pace e il benessere della nazione". Il testo del telegramma è stato reso pubblico al momento del sorvolo del territorio cinese, quando in Italia era quasi l'una del mattino.
Come noto il Papa e il presidente cinese si erano scambiati messaggi augurali, per la reciproca elezione, avvenuta a un giorno di distanza - il Papa il 13 marzo 2013 e il presidente il 14 marzo - e papa Francesco ha anche detto in una intervista che con il presidente cinese ha avuto altri contatti. Nel 1989, quando papa Wojtyla si recò nella Repubblica di Corea, il governo di Pechino vietò il sorvolo all'aereo papale, che dovette fare la rotta artica.
Non c'è ancora nessuna risposta ufficiale da parte della Cina al messaggio di saluto inviato dal Papa ma il Global Times, giornale vicino alle posizioni del Partito, titola oggi: "L'approvazione da parte di Pechino del volo papale sui cieli cinesi, è visto come un possibile modo per migliorare le relazioni".
Nell'editoriale si ricorda che il riconoscimento che la Santa Sede dà a Taiwan e il diritto rivendicato da Pechino di nominare i propri vescovi, sono i due ostacoli alla normalizzazione delle relazioni tra Vaticano e Cina.
I razzi della Corea del Nord sono stati sparati da un lanciatore multiplo sistemato vicino a Wonsan, citta' sulla costa nordorientale, e sono finiti nel mar del Giappone dopo aver coperto una distanza di circa 220 chilometri. Le operazioni di tiro, effettuate senza annunci preventivi di bando alla navigazione, hanno avuto inizio alle ore 9:30 locali (le 2:30 in Italia) e si sono concluse in circa 25 minuti.
"I nostri militari hanno rafforzato la vigilanza sul Nord e mantengono la massima attenzione di fronte a ulteriori lanci", ha affermato Um Hyo-sik, un portavoce del comando di Stato maggiore congiunto. La Corea del Nord ha lanciato missili e razzi a corto raggio a fine giugno e a inizio luglio, alzando i livelli di tensioni nella regione. L'ultima iniziativa coincide con l'arrivo di Papa Francesco a Seul, impegnato nel primo viaggio in Estremo Oriente e nella consegna di un messaggio di pace alla penisola coreana, divisa in due dalla fine della guerra di Corea del 1950-53.
La prima giornata in Corea del Sud- Incontri ufficiali con il presidente signora Park e le autorità e un incontro con i vescovi coreani sono in agenda della prima giornata di papa Francesco nella Repubblica di Corea, dove è giunto dopo un volo di circa 11 ore e dove, alla base aerea della capitale, è stato salutato con tutti gli onori, comprese le salve di cannone.
Contrariamente a quanto annunciato in un primo tempo, la presidente signora Park si è recata anche alla base aerea per un primo saluto al Pontefice. Per papa Bergoglio erano schierati anche un picchetto della Guardia d'onore, alcune donne in abiti tipici e due bimbe che hanno offerto fiori all'ospite.
Dopo l'arrivo, papa Francesco ha raggiunto in macchina la nunziatura di Seul, dove alloggerà in questi giorni. Lì ha celebrato una messa privata. Alle 15,45 ora locale il Pontefice si recherà alla Blue House, il Palazzo presidenziale della capitale coreana, per la cerimonia di benvenuto e una visita di cortesia al presidente, la signora Park, prima donna coreana a ricoprire questo ruolo, eletta nel dicembre 2012.
Subito dopo Papa Francesco incontrerà le autorità e terrà un discorso. Alle 17 si trasferirà nella sede della Conferenza episcopale coreana CBCK, per un incontro con i vescovi del Paese, ai quali terrà un discorso. La giornata si concluderà in nunziatura, intorno alle 19. L'orario di Seul è di sette ore in avanti rispetto all'Italia.
Per il primo viaggio completamente in Asia del suo pontificato, papa Bergoglio ha scelto la Repubblica di Corea (Seul). Fino al 18 agosto sarà in quella Penisola coreana dove esiste ancora la guerra fredda, dove le due Coree sono in stato di guerra dichiarata alternata a proposte di armistizio, dove quasi duecentomila coreani hanno la famiglia separata dal muro invisibile del 38.mo parallelo, dove il Nord fa test nucleari, e il Sud corre al galoppo tecnologico nel futuro ma, come del resto in tutte le potenze economiche asiatiche, il numero dei poveri è alto e la loro condizione disperante.
I due temi del viaggio apostolico - giovani e missione, visto che l'invito è nato dalla Giornata mondiale dei giovani asiatici, che si svolgerà a Daejeon - acquistano un rilievo particolare alla luce della divisione della Penisola. Nonostante le affermazioni ufficiali contrarie, non è abbandonata la speranza che cattolici del Nord possano partecipare singolarmente a una delle messe che papa Bergoglio celebrerà durante il suo viaggio, abbattendo senza clamore quella "cortina di bambù" che divide Seul da Pyongyang.
Quella Pyongyang capitale del regime totalitario del Nord, che prima della Guerra di Corea era chiamata la Gerusalemme d'Asia per la presenza di tante religioni, e perché su 600mila abitanti almeno un sesto era cattolico.
Inoltre c'è attesa per le parole di pace e riconciliazione che papa Francesco vorrà pronunciare, e pur senza alcun ingiustificato automatismo, si spera che la presenza del Pontefice apra qualche spiraglio nel cammino di riconciliazione tra i coreani. La Repubblica di Corea ha un Ministero per la Unificazione, promuove una politica di accoglienza e integrazione per i profughi dal Nord e ha presente i problemi ma anche le speranze che possono nascere da una riunificazione.
La ferita della Penisola coreana ha ormai 60 anni, quando il 38.mo parallelo fu usato per marcare il confine tra zone di influenza di Urss e Cina da una parte, e Stati Uniti dall'altra. La Guerra di Corea (1950-1953), la prima combattuta interamente in Asia, era scoppiata a causa dell'invasione della Corea del Sud da parte dell'esercito nordcoreano guidato da Kim Il-sung e venne combattuta dagli Stati Uniti su mandato delle Nazioni unite.
Il 25 giugno 1950 80mila uomini in armi invasero il Sud, il mondo rimase con il fiato sospeso temendo che il conflitto diventasse globale. Gli Usa e altri 17 paesi intervennero per tentare di liberare il Sud occupato e poi rovesciare il governo nordcoreano, temendo una espansione comunista in quel lembo d'Asia.
Mao non intervenne in modo ufficiale nella guerra, ma oltre un milione di cinesi "volontari" affiancarono le truppe del Nord. La cortina di bambù non è meno pesante di quanto fosse quella di ferro: separazione tra un Nord inizialmente più ricco per l'aiuto della politica e delle industrie sovietiche e maoiste, e scivolato oggi in un regime repressivo che impoverisce il suo popolo e un Sud divenuto la quarta potenza economica dell'Asia e un colosso nella tecnologia mondiale.
LANCIO DI SCUD DALLA COREA DEL NORDKIMMY JUNGLE KIM JONG UN IN VERSIONE DRAGKIM JONG UN CON ESERCITO DI OYONGYANGKIM JONGUN SCHERZA COI SUOI MILITARIKIM JONG UN CIRCONDATO DA SOLDATESSEKIM STUDIA LA MAPPA PER IL LANCIO DI SCUD
Famiglie divise dal muro invisibile, popoli divisi da condizioni economiche, cultura, esperienze e vita quotidiana. Questo è oggi il retaggio della Guerra di Corea, tappa di una sorta di pellegrinaggio di papa Bergoglio nei luoghi simbolo di guerre, divisioni, conflitti etnici e religiosi, da Seul a Redipuglia, fino all'Albania.
odio quella borsa di pelle nera,,, fa sembrare il papa un impiegato.
RispondiEliminarocco