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lunedì 18 agosto 2014

¿Quién soy yo? Gengis Khan?

Il Papa alla Cina: «I cristiani 
non vengono per conquistare»

Sprona anche i giovani: «Wake up, svegliatevi!». Francesco tornerà in Asia a gennaio per un viaggio mello Sri Lanka e nelle Filippine.

di Gian Guido Vecchi



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AL NOSTRO INVIATO SEUL - «In tale spirito di apertura agli altri spero fermamente che i paesi del vostro Continente con i quali la Santa Sede non ha ancora una relazione piena non esiteranno a promuovere un dialogo a beneficio di tutti. Non mi riferisco solo al dialogo politico ma anche al dialogo fraterno». Papa Francesco guarda all’Asia e manda in particolare un messaggio alla Cina, tanto più importante perché le parole del pontefice sono state pronunciate a braccio, alzando lo sguardo dal testo scritto mentre nel Santuario di Haemi, nel quarto giorno di viaggio in Corea del Sud incontrava i vescovi del continente.
Le parole spontanee di Francesco sono rivolte anche ad altri Paesi che non hanno relazioni ufficiali col Vaticano, a cominciare dalla Corea del Nord, ma appaiono soprattutto voler rassicurare Pechino: «Ma questi cristiani non vengono come conquistatori, non vengono a toglierci la nostra identità. Ci portano la loro, ma vogliono camminare con noi».

Sud Corea, Papa ai giovani: ''Non è bello ...

"Wake up". Papa Francesco guarda la folla di giovani assiepati davanti al castello di Hemi e ripete in inglese "alzatevi", ...
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Il dialogo con la Cina è forse la chiave decisiva del viaggio. Francesco tornerà in Asia a gennaio, in Sri Lanka e nelle Filippine. Nel volo che lo ha portato in Corea è stato il primo Papa ad attraversare lo spazio aereo cinese, un permesso che nell’89 non fu accordato a Wojtyla. Dall’aereo ha inviato al presidente Xi Jinping un telegramma con le «benedizioni divine di pace e benessere sulla nazione». Le parole pronunciate nel mattino coreano dicono tutto lo stile di Bergoglio. «Il dialogo richiede da noi un autentico spirito contemplativo, di apertura e di accoglienza dell’altro. Non posso dialogare se non busso alla porta dell’altro. Apertura. Di più: accoglienza. Vieni a casa mia, tu», ha spiegato a braccio. «Questa capacità di empatia ci rende capaci di un vero dialogo umano, nel quale parole, idee e domande scaturiscono da una esperienza di fraternità e di umanità condivisa. Se vogliamo andare al fondamento teologico di questo, andiamo al Padre: ci ha creato lui, siamo figli dello stesso Padre».

Il papa ai giovani: "Wake up!"

http://video.corriere.it/papa-giovani-wake-up/fb784a96-25f4-11e4-9b50-a2d822bcfb19
È l’empatia
 che «conduce a un genuino incontro con l’altro, la cultura genuina dell’incontro, in cui il cuore parla al cuore. Siamo arricchiti dalla sapienza dell’altro e diventiamo aperti a percorrere insieme il cammino di una più profonda conoscenza, amicizia e solidarietà». A questo punto Francesco ha formulato una possibile obiezione: «Ma, fratello Papa, noi facciamo questo, però forse non convertiamo nessuno, o pochi!». La risposta che si dà Francesco è chiara: «Tu fai questo. Dalla tua identità, ascolta l’altro. Quale è stato il primo comandamento del nostro Padre ad Abramo? Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile. E così dalla mia identità, con empatia e apertura, cammino con l’altro». Qui sta il punto decisivo: «Non faccio proselitismo. Papa Benedetto ce lo ha detto chiaramente: la Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione. Nel frattempo camminiamo alla presenza del Padre, e siamo irreprensibili. Così si farà l’incontro, il dialogo: dalla identità e dalla apertura. È un cammino di una più profonda conoscenza, amicizia e solidarietà».
Nessun proselitismo né spirito di conquista. «Se il Signore farà la grazia, muoverà i cuori al punto che qualcuno chiederà il battesimo, qualcun altro no, ma sempre camminiamo insieme», ha aggiunto. Prima di riprendere i testo scritto e spiegare: «Quando guardiamo al grande Continente asiatico, con la sua vasta estensione di terre, le sue antiche culture e tradizioni, siamo consapevoli che, nel piano di Dio, le vostre comunità cristiane sono davvero un pusillus grex, un piccolo gregge, al quale tuttavia è stata affidata la missione di portare la luce del Vangelo fino ai confini della terra. Il Buon Pastore, che conosce e ama ciascuna delle sue pecore, guidi e irrobustisca i vostri sforzi nel radunarle in unità con Lui e con tutti gli altri membri del suo gregge sparso per il mondo». Alla fine, ancora a braccio, ha concluso: «Affidiamo alla Madonna le vostre chiese e il continente asiatico e preghiamo perché come Madre ci insegni quello che solo una mamma sa insegnare: chi sei, come ti chiami e come si cammina con gli altri».

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