ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 9 settembre 2014

Tutto pronto?

In 23 pagine chiede a Papa Francesco di cambiare la Chiesa

Adottare un nuovo approccio nei confronti dell’omosessualità, i divorziati e coloro che vorrebbero diventare genitori attraverso la fecondazione assistita. Più che una richiesta è una rivoluzione quella che chiede pubblicamente in una lettera indirizzata a Papa Francesco il vescovo di Anversa, Johan Bonny. Per il quale la Chiesa deve abbandonare l’attitudine difensiva circa l’accoglienza di gay, risposati e giovani che convivono. Dando il via libera anche alla contraccezione. Realtà che “richiedono più rispetto e un giudizio più sfumato” di quello attualmente portato avanti dal magistero.

La lettera – dedicata a temi molto sensibili all’interno della gerarchia cattolica – arriva a poche settimane dall’apertura della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre 2014, sul tema “Le sfide della famiglia nel contesto della evangelizzazione”. Un incontro fortemente voluto dal Pontefice come momento durante il quale i vertici della Chiesa possono interrogarsi sui grandi mutamenti che hanno cambiato il volto della famiglia.
Come vescovo, monsignor Bonny, sembra conoscere bene il divario tra ciò che la dottrina insegna e la percezione e gli atteggiamenti della maggior parte dei credenti. Divergenze che per l’alto prelato devono ora essere superate da una Chiesa che sia davvero collegiale nel suo processo decisionale e che ascolti veramente le persone.
Il capo dell’importante diocesi del Belgio ha definito il suo messaggio di 23 pagine come un contributo personale all’incontro che si svolgerà a Roma. In tutti i casi si tratta di una mossa definita da molti osservatori come inusuale e straordinaria. Con pochi o nulli precedenti nella storia della Chiesa. Che provocherà discussioni e divisioni. Sicuramente si tratta di un forte incoraggiamento a coloro che hanno a lungo chiesto una revisione dei giudizi e degli insegnamenti che arrivano dal Vaticano.
Quale sarà la risposta a questa iniziativa lo si saprà solo col tempo. Tuttavia secondo alcuni esperti ci sono buone ragioni per sospettare che alla lettera di monsignor Bonny sarà data seria considerazione da parte del Vaticano. Anche per la sua vicinanza al pensiero del cardinale Walter Kasper. Il porporato tedesco – consigliere teologico considerato molto vicino a papa Francesco – che ha già avuto modo di mettere in discussione la dottrina della Chiesa cattolica in merito alle questioni sociali e familiari.
di Ivano Abbadessa
http://www.west-info.eu/it/in-23-pagine-chiede-a-papa-francesco-di-cambiare-la-chiesa/?ref=feed

Tutto pronto per il Sinodo: tra i padri anche Scola, Caffarra e Kasper

Foto Lapresse
Saranno 253 i partecipanti all'ormai imminente Sinodo straordinario sulla famiglia, che aprirà i battenti il prossimo 5 ottobre a Roma e si concluderà domenica 19 con la beatificazione di Paolo VI. Di questi 253, i padri sinodali saranno 191. Ventisei di nomina pontificia: dal decano Angelo Sodano all'arcivescovo emerito di Bruxelles, il cardinaleGodfried Daneels e al cardinale Walter Kasper. Dall'arcivescovo di Milano Angelo Scola a quello di Bologna, Carlo Caffarra. E poi, molti porporati presi dalle periferie: il vescovo di Hong Kong, il cardinale John Ton Hong, il titolare della diocesi di Rio de Janeiro, Orani Joao Tempesta, e i presuli di Seul, Ouagadougou, Delhi, Piedras Negras (Messico). Tra i padri scelti direttamente da Francesco, vi sono anche il rettore della Gregoriana, p. François Xavier Dumortier e il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro.

Presidente della Commissione per il Messaggio sarà il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la Cultura, mentre la vicepresidenza è stata affidata a mons. Victor Manuel Fernandez, rettore della Pontificia università cattolica argentina. 

Quattordici saranno gli esperti, tra cui una coppia di sposi: Giuseppina e Francesco Miano. La prima è professore straordinario di Filosofia presso la Facoltà Teologica dell'Italia meridionale di Napoli, il secondo è ordinario di Filosofia morale a Roma Tor Vergata nonché ex presidente dell'Azione cattolica italiana.

Tredici le coppie di sposi tra gli uditori, provenienti da ogni parte del Mondo. Qui l'elenco completo.
© FOGLIO QUOTIDIANO

Dolan suona la carica dei cardinali Usa: sui divorziati non si cambia

Timothy Dolan (foto Ap)
Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York e fino all’anno scorso presidente della Conferenza episcopale americana, prende la parola sui temi che fra poche settimane saranno discussi a Roma nel corso del Sinodo straordinario sulla famiglia. La gente, ha detto in una lunga intervista a Crux – nuovo portale americano che racconta tutti i principali avvenimenti che hanno a che fare con il mondo cattolico – non dovrebbe attendersi alcun cambiamento circa la questione del riaccostamento alla comunione dei divorziati risposati, questione tra le più discusse negli scorsi mesi in vista dell’appuntamento sinodale: “Personalmente – ha spiegato il porporato – non vedo come potrebbe esserci un cambiamento drammatico senza andare contro l’insegnamento della chiesa”. Sarebbe più opportuno, ha osservato, che “il Sinodo guardasse in modo più completo il quadro, cercando di comprendere quali siano le strade per ricondurre le persone alla bellezza e all’avventura di un amorevole e fedele matrimonio”. Una posizione che si discosta da quella più volte illustrata dal cardinale Walter Kasper, che nei giorni scorsi ha ribadito la necessità di aprirsi ai cambiamenti in materia di pastorale familiare: “Se l’uomo fallisce”, ha detto a proposito del riaccostamento all’eucaristia dei divorziati risposati, “Dio offre al suo naufragio non una seconda nave, ma una zattera, un salvagente. Il sacramento della penitenza”.

ARTICOLI CORRELATI Divorziate e comunicateviNon si tratta – ha sottolineato – di un secondo matrimonio ecclesiale, ma di una sorta di mezzo di sopravvivenza. E “se Dio concede la comunione spirituale a questo naufrago, la chiesa può chiudere le porte sacramentali?”, s’è chiesto Kasper, ricordando una delle domande poste al collegio cardinalizio riunito in concistoro lo scorso inverno. La chiesa, ha ribadito, “non è un castello con un ponte levatoio e le sentinelle poste all’ingresso, ma è una casa dalle porte aperte a tutti, dove nessuno deve sentirsi escluso e lontano”. Si tratta di una linea che fatica a far breccia in un episcopato come quello americano, dove le parole del cardinale Dolan dimostrano una chiara opposizione a ogni cambiamento che vada nella direzione auspicata da Kasper e da numerosi episcopati, specialmente mitteleuropei. Il teatro dove questa diversità di vedute troverà spazio è il Sinodo ormai imminente, prima tappa di un percorso biennale che porterà alla decisione finale del Pontefice. Ed è qui che potrebbero nascondersi gli ostacoli: “Papa Francesco ha detto che vuole un dibattito aperto, e io sospetto che lo avrà”, dice al Foglio il vaticanista John Allen. “E’ chiaro che la proposta di Kasper è altamente controversa, come dimostrano alcuni nordamericani che si sono opposti, e quello è per me il dramma reale del Sinodo: se non c’è consenso tra i vescovi su una linea piuttosto che su un’altra, che farà Francesco?”.

Tanti, da oltreoceano, si sono già espressi. Il cardinale canadese Thomas Collins, arcivescovo di Toronto, si è mostrato più volte in sintonia con il pensiero di Dolan, e anche l’arcivescovo di Boston, il cardinale Sean O’Malley, in un’intervista al Boston Globe dello scorso febbraio, diceva di “non vedere alcuna giustificazione teologica per cambiare l’atteggiamento della chiesa sulla riammissione dei divorziati risposati ai sacramenti”. Se si considerano  i cardinali dell’America del nord, osserva ancora Allen, “la linea è di opposizione abbastanza netta a ogni cambio delle norme correnti. Per quanto riguarda l’intero corpo episcopale, invece, la gamma dei punti di vista è più ampia”. E’ la conferma della fatica che ancora fa la chiesa americana a mettersi in sintonia con le nuove priorità pastorali di Francesco, benché “su molte questioni i vescovi locali si siano conformati più facilmente”, aggiunge il vaticanista del Boston Globe. Basti considerare che essi sono “già fortemente a favore degli immigrati, molto più di tante conferenze episcopali europee. Anche perché, mentre la maggior parte delle comunità di immigrati in Europa è musulmana, negli Stati Uniti si tratta di cattolici”. Più difficile, invece, un “allineamento” sulle questioni che riguardano la vita: “E’ probabile che i vescovi degli Stati Uniti continueranno a mantenere una linea dura”, come per altro dimostrano le prese di posizione dell’attuale capo dell’episcopato, mons. Joseph Kurtz.

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 Bergoglio Straparla, Padre Pio Risponde…

papa francesco clownCome ho già scritto già giorni fa, il 5 settembre, Papa Francesco, durante l’omelia a Santa Marta ha detto che noi cattolici “non dobbiamo avere paura delle novità nella Chiesa”. Questo messaggio è qualcosa di mostruoso che lascia intendere una profonda protestantizzazione della Chiesa Cattolica, per piacere al mondo, agli uomini, ma non a Dio…
 
Le parole del Santo Padre Pio:
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"Restate saldi nella Tradizione, negli insegnamenti della Chiesa sin dalle origini; questa è l'unica garanzia per un futuro pieno di speranza nel bene, Ma non è così ai giorni nostri, dove regnano le tenebre più fitte, proprio a causa di questo cercare sempre qualcosa di nuovo, di diverso......"

2 commenti:

  1. E' evidente che questo Papa sta portando la barca di Pietro verso la protestantizzazione. Già è evidente da quello che dice e da quello che fà da quando è stato eletto, ma anche prima quando era in Argentina ne ha fatte di cose non completamente allineate con i dettami della Chiesa. Lui esprime una Chiesa che si prostra al mondo ed è per questo che è molto amato! La Chiesa invece pur essendo nel mondo non è del mondo e se lui fosse un vero Papa dovrebbe essere "odiato", così come dice Gesù ai discepoli annunciando che "perseguiteranno anche voi". Adesso la Chiesa è ridotta al punto di discutere sulla comunione ai divorziati. Invece di ricominciare con la retta dottrina, si preferisce mettere una toppa. Che bella pensata! Condita da espressioni pseudo teologiche. Questa generazione di prelati dove ha studiato per dire certe eresie? E allora che cosa è venuto a fare Gesù dando la risposta anche sul divorzio? Si arrampicano sui vetri questi cardinali ignoranti, presuntuosi che vogliono manipolare il Vangelo. Penso però che i cattolici non siano più così creduloni da dover abboccare a tutto quello che dicono costoro solo perchè esce dalla bocca di un cardinale! Questi porporati stanno sfidando Dio e l'ira di Dio prima o poi si abbatterà su di loro colpendo anche i buoni. Apriamo gli occhi: la grande apostasia sorgerà dai vertici della Chiesa e già ci sono tutte le avvisaglie! Preghiamo, preghiamo, preghiamo perchè alla fine per colpa di questi scellerati massoni, anche i buoni verranno martirizzati! Fatima docet.

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  2. hai perfettamente ragione....ma siamo come pecore senza pastori....fedeli e preti si stanno omologando e noi ci ritroviamo soli e maltrattati perchè hai osato ribadire verità di fede!!!pietà di noi Signore!

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