ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 3 ottobre 2014

Motus magis magisque velocior:

la battaglia dottrinale in atto nella Chiesa e le sue implicazioni escatologiche


obispos
 Si fa sempre più intensa l’attesa per il Sinodo dei Vescovi dedicato ai gravi problemi che la pastorale sulla famiglia e il matrimonio cattolici deve affrontare nel mondo d’oggi. Specialmente dopo che cinque e più cardinali, seguiti da diversi teologi, hanno di recente preso pubblicamente posizione per iscritto (in un libro che è già “un manifesto”) contro l’indirizzo eversore della dottrina cattolica proposto dal cardinale Kasper nel suo notissimo e contestato intervento al Concistoro del 20 febbraio scorso, preparatorio dell’attuale Sinodo. Il cardinale vorrebbe permettere la somministrazione della Comunione ai divorziati risposatisi e mantenutisi nello stato di peccato e pubblico scandalo, come se tra l’adulterio e il talamo nuziale incontaminato non ci dovesse più essere differenza alcuna, per la Chiesa d’oggi. Ma questo, pur assai grave, è solo un aspetto della proposta eversione, quello che colpisce di più, per l’audacia dell’attacco al dogma della fede.

1. In un magistrale articolo del 1° ottobre scorso, dedicato in gran parte alla teologia personale di Kasper, che egli dimostra inquinata dal “teismo speculativo” del tardo idealismo tedesco, in particolare da quello dell’ultimo Schelling; e larga nell’utilizzare i fumosi modi di esprimersi della nouvelle théologie di triste memoria, al fine di nascondere dietro supposte esigenze esistenziali “dell’uomo di oggi” la negazione della legge naturale e l’esortazione a trovare il modo di aggirare certi Comandamenti di quella divina, che la sorregge; il prof. De Mattei ci ricorda molto opportunamente che “la posta in gioco non è una semplice divergenza di opinioni, ma il chiarimento sulla missione della Chiesa”. Non si tratta di astruse dispute fra teologi. Sono in ballo “concetti dottrinali più complessi” di quelli relativi al tema pur essenziale della “comunione ai divorziati”, concetti che riguardano “la natura umana e la legge naturale”; in definitiva, l’intero impianto dottrinale della Rivelazione. Viene coinvolta la stessa cristologia cioè la dottrina sulla natura del Verbo incarnato, dato che l’indissolubilità del matrimonio cattolico si fonda su un comando esplicito di Gesù Cristo Nostro Signore in tal senso. La somministrazione della Comunione ai divorziati risposatisi significherebbe un riconoscimento implicito della legittimità del divorzio e quindi una violazione da parte della Gerarchia della verità di fede costituita dall’indissolubilità del vincolo matrimoniale.
La falsa e caramellosa “misericordia” invocata per introdurre una mutazione di questa portata, all’ombra della quale si annunciano altre “aperture” contrarie alla vera dottrina e alla vera pastorale della Chiesa, stravolgerebbe completamente la missione stessa della Chiesa (per esser più precisi, quel che ne è oggi rimasto). Le proposte “innovazioni” ed “aperture” riguardano, infatti, non solo i divorziati ma anche le coppie di fatto, etero ed omosessuali, le madri singole, i rapporti intimi prematrimoniali (una delle cause principali dei tanti divorzi attuali), insomma quasi l’intera panòplia dei corrottissimi costumi del nostro Secolo. E vengono anche suggerite inaccettabili scorciatoie procedurali e teologiche per render spedita la procedura (tradizionalmente lenta e ponderata) nelle cause di nullità del matrimonio e per ampliare i motivi di nullità dello stesso, introducendovi l’invocazione di una supposta mancanza di fede all’atto della sua celebrazione. Per i novatori, la Chiesa dovrebbe concludere la sua rincorsa del mondo, iniziatasi l’11 ottobre 1962 con la funesta allocuzione di apertura del Vaticano II da parte di Giovanni XXIII, con lo schierarsi apertamente sotto le bandiere della Rivoluzione Sessuale! È in sostanza il programma del cardinale Carlo Maria Martini S. I., da poco scomparso, per tanti anni capo indiscusso della fazione “progressista” della Gerarchia; programma da lui agitato in particolare in diverse e deliranti interviste negli ultimi anni della sua vita, programma che, come ognun può vedere, rappresenta un tradimento clamoroso della missione che Nostro Signore ha affidato alla Chiesa da Lui fondata.
Il chiarimento auspicato ed atteso avverrà o non avverrà o avverrà solo in parte? Prevarranno le solite ambigue formule di compromesso alle quali ci ha abituato la Gerarchia che si ispira al Vaticano II? Non lo sappiamo. Tuttavia, una cosa penso si possa dire con certezza: è impensabile che il conflitto dottrinale apertosi finalmente nella Chiesa possa comporsi mediante i consueti, pasticciati compromessi. Dico: “finalmente” perché le tesi di Kasper rappresentano la sintesi ed il coronamento di ambiguità ed errori dottrinali e pastorali che, in varia misura, imperversano nella Santa Chiesa da circa cinquant’anni, a partire cioè dal Concilio Ecumenico “pastorale” Vaticano II; il concilio che, come sanno anche i sassi, ha voluto le ben note “aperture” ed “aggiornamenti” al modo di sentire del Secolo, facendosi banditore di un cosiddetto “nuovo umanesimo”, che guardava “con simpatia” ai “valori” dell’uomo del Secolo, non più da convertire a Cristo. Finalmente si sono alzati in piedi degli uomini di Chiesa a difendere pubblicamente la vera dottrina e la vera pastorale della Chiesa! Speriamo che, con l’aiuto dello Spirito Santo, possano resistere agli attacchi, anche subdoli, che già stanno venendo loro addosso da più parti, ed anzi che già al Sinodo, alla loro parola si aggiunga vigorosa e potente quella di tanti altri uomini di Chiesa! Che molti vescovi si scuotano dal torpore e si facciano valere contro i facitori di eresia che vogliono imporre loro cose contrarie al deposito della fede!
2. Sembra a me che l’attuale sacrosanta battaglia dottrinale sia l’inizio dell’inevitabile, aspra lotta per ristabilire il dogma della fede, rappresenti una ulteriore accelerazione del processo messosi all’improvviso in moto in séguito all’inaspettata ed enigmatica abdicazione di Benedetto XVI. Ma questo processo, il cui moto appare sempre più veloce, si inserisce a sua volta nel processo storico in corso, nella storia mondiale, che sembra accelerarsi in modo inarrestabile verso sbocchi catastrofici ed apocalittici, rappresentati simultaneamente da guerre, eccidi, epidemie, carestie, immiserimento di intere nazioni, sconvolgimenti naturali. Simili eventi, rappresentano da sempre i segni dell’ira divina, i castighi, con i quali il vero Dio, Uno e Trino, punisce gli uomini quando “grande è il clamore dei peccati che da loro si è innalzato al Signore” (Gen 19, 13).
3. Il dato più impressionante di questi ultimi due anni è forse rappresentato dalle convulsioni che affliggono il mondo mussulmano, in parti considerevoli devastato da guerre civili e non, che sembrano interminabili e la cui ferocia si è abbattuta spietatamente anche sulle piccole comunità cristiane ivi ancora tollerate, come sappiamo. Iniziatasi quasi quattro anni fa con la demolizione di regimi autoritari e semi-autoritari vigenti in alcuni paesi arabi, andata in porto grazie all’appoggio militar-tecnologico miope ed ottuso nonché interessato di alcune grandi potenze occidentali, la cosiddetta “primavera araba” ha rapidamente assunto, come era facilmente prevedibile, il carattere di guerra di religione ad opera degli elementi più fanatici, che ora stanno tentando di restaurare il Califfato dei primi tempi, quelli delle rapide e vaste conquiste mussulmane nei confronti dell’impero bizantino e di quello persiano, consunti da secoli di reciproche ed interminabili guerre. I fanatici si propongono di instaurare con la forza uno Stato mondiale, obiettivo imposto dalla loro religione; aspirazione meno assurda di quanto si potrebbe credere dal momento che consistenti, prolifiche, aggressive comunità mussulmane si trovano oggi praticamente in tutti i paesi e in particolare in Europa. Più che sulla qualità e quantità degli armamenti, i successi da loro finora conseguiti dipendono dal terrore che i loro metodi rapidi e feroci ispirano ai nemici, mettendoli in fuga (metodi del resto simili a quelli impiegati dal fondatore della loro religione per convertire i suoi compatrioti, che lo deridevano come lunatico e visionario). “Il terrore, diceva Lenin, ha un solo scopo: terrorizzare”.
La corruzione morale che devasta l’Occidente, penetrata anche nella Gerarchia cattolica attuale, il cui “aggiornamento” agli pseudovalori del mondo è anzi una delle cause della corruzione stessa; Gerarchia la quale applaude stoltamente la trasmigrazione di massa dei mussulmani qui da noi, da nulla giustificata se non dal desiderio di rivalsa e di conquista: tutto ciò esalta oltre ogni dire i mussulmani più fanatici, convincendoli che è la volontà di Allah loro Dio a dar loro in mano questi popoli così corrotti (che sembrano addirittura invitarli ad occupare i loro territori), affinché se ne rendano padroni, anche con l’uso del terrore e della forza, se la pressione del numero non fosse sufficiente.
L’Italia e l’Unione Europea tutta, si trovano dunque a dover fronteggiare di nuovo il tradizionale nemico mussulmano, in piena rinascita quanto a spirito aggressivo perché nuovamente pervaso dall’imperativo della “guerra santa contro l’infedele” e provvisto di notevoli mezzi finanziari grazie al petrolio; di nuovo convinto di poter arrivare, anche in tempi relativamente brevi, alla conquista di Roma, città simbolo dell’odiato cristianesimo, città il cui possesso avrebbe per esso uno straordinario significato escatologico.
4. E questo proprio mentre la guerra l’Europa ce l’ha da qualche tempo anche sulla soglia di casa, in Europa orientale, dove si è aperta in modo inaspettato una piaga che sembra un tumore in lenta ma continua metastasi nelle zone di confine tra l’Ucraina e la Russia ed anche qui, a quanto sembra, grazie all’azione tanto interessata quanto miope ed ottusa di certe grandi potenze occidentali. L’Unione Europea, nonostante la seria crisi economica che l’affligge ancora ben pasciuta, ancora Europa del Mercato e delle Borse che tutto condizionano, dei cosiddetti “diritti umani” ossia dei falsi diritti che ha voluto riconoscere ad ogni sorta di pretesa e desiderio e in particolare al femminismo e alla Rivoluzione Sessuale, si sta inimicando seriamente la Russia postcomunista, di fronte alla quale è peraltro un nano dal punto di vista militare. E lo è, non solo a causa degli scarsi fondi destinati alle forze armate ma anche e forse soprattutto a causa dell’imperante pacifismo, disarmista e disfattista, tipico di chi non vuole battersi perché teme di perdere una pace che finora gli ha garantito tutte le comodità e tutti i vizi. Situazione politicamente, economicamente e militarmente preoccupante, dunque, anche quella che si sta delineando nei confronti della Russia.
5. A questo quadro va aggiunta l’improvviso ed inaspettato diffondersi dell’epidemia di Ebola, nell’Africa occidentale; micidiale malattia infettiva che al momento non è affatto sotto controllo e che minaccia seriamente di espandersi in tutto il mondo. E che dire dei sommovimenti nel clima, che si ripetono ogni anno con sempre maggior intensità? Che ciò dipenda esclusivamente dall’azione distruttrice dell’uomo, diversi scienziati lo negano. Che comunque ci sia un “mutamento” in atto, nessuno comunque si sente di escluderlo. Le popolazioni notano con sgomento che il clima passa ormai con disinvoltura da un estremo all’altro ed in modo improvviso. L’attuale, sembra sia stato l’anno più caldo nel mondo dall’AD 1880, anche se in ampie parti dell’Italia l’estate è stata stranamente fredda e piovosa. La siccità colpisce ormai con una frequenza che da tempo non si riscontrava e lo stesso deve dirsi dei terremoti.
6. Questo è il cupo e sinistro scenario che fa da sfondo al Sinodo dei Vescovi che si inizierà il 5 ottobre. Di sicuro, in gioco non c’è solo una “divergenza di opinioni”. È in questione “la missione della Chiesa”. E non solo. È in questione anche il destino del mondo e delle anime di uno sterminato numero di uomini e donne. Il destino del mondo, poiché esso, come sappiamo dalla Verità Rivelata, dipende proprio dalla “missione della Chiesa”.   Una Chiesa cattolica che improvvidamente desista dall’esser “segno di contraddizione” nei confronti del mondo, che cessi pertanto di affrontarlo per convertirlo a Cristo, innanzitutto con la forza dell’esempio della vita santa e della retta predicazione dei suoi sacerdoti, apre nei fatti la porta al “principe di questo mondo”, ben lieto di approfittarne. Viviamo nell’epoca delle Tenebre, una decadenza come l’attuale in Occidente non si è mai vista nella storia, nemmeno nei periodi di maggior declino del mondo pagano. Ci aggrappiamo nonostante tutto alla fede, in particolare alle promesse di Nostro Signore: “portae inferi non praevalebunt”.

7. Ma è proprio della fede autentica il non scoraggiarsi, il volersi battere sino in fondo, il perseverare con l’aiuto di Dio sino alla fine: “Sii fedele sino alla morte e ti darò la corona della vita” (Apoc 2, 10). Sursum corda, dunque! Dio ci ha fatto nascere in quest’epoca di ferro perché vuole dei bravi soldati per i suoi eserciti. Egli è anche “il Dio degli eserciti”: vuole dei “milites Christi” che sappiano battersi per la Gloria di Dio e la salvezza delle anime. Senza lotta contro se stessi, contro le tendenze al male che in noi (a causa del peccato originale, del quale nessuno parla più) confliggono con quelle rivolte al bene, non si conquista la vita eterna (Mt 11, 12). Contro se stessi in primo luogo; in secondo, contro il mondo. Contro il mondo sul piano dei valori (i nostri, cattolici, da opporre a quelli falsi del mondo, con l’esempio della propria vita e con la parola e l’assunzione di responsabilità, ognuno secondo le sue capacità). Ma anche contro il mondo sul piano della lotta, della forza, quando necessario. L’Avversario si è costituito eserciti, schiere infernali che ci assediano da ogni lato. All’interno con il nemico interno, le classi dirigenti senza Dio e i loro accoliti, votati all’edonismo e al mercato, ai piaceri della carne e all’avidità mercantile, che affilano da tempo le armi di una persecuzione il cui strumento più evidente è al momento l’infame Rivoluzione Sessuale, distruttrice del matrimonio, della famiglia, della scuola, dell’intera società. All’esterno, con le falangi maomettane, che sono però accampate anche ben dentro le nostre mura, e con la rinnovata ostilità di praticamente tutte le religioni della terra nei confronti della nostra, unica vera, da tutte in vario modo perseguitata. Nel mondo “globalizzato” non c’è più vera distinzione tra l’interno e l’esterno, tutto il mondo è alla fine diventato un campo di battaglia e si va facendo finalmente chiarezza sugli schieramenti: o con Cristo o contro di Lui. Poiché, come ha detto Egli stesso: “Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde” (Lc 11, 23).
Bisogna combattere, gettare alle ortiche i timori, le paure, i conformismi; mettere in gioco la nostra vita terrena per guadagnarci quella eterna. Mai come oggi, vale anche quest’altro imperituro detto del Signore: “Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo, la salverà per la vita eterna” (Gv 12, 25).
Corriamo dunque a schierarci nell’esercito di Nostro Signore, per prender parte alle guerre che si concluderanno un giorno nella grande battaglia finale, quella che sigillerà la fine di questo mondo con la vittoria di Cristo:
“E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti, radunati per dar battaglia a Colui [il Cristo Re delle Nazioni, condottiero e giudice] che stava sul cavallo bianco e al suo esercito. Ma la bestia fu presa, e insieme a lei il falso profeta, il quale coi suoi falsi prodigi davanti all’altra bestia, aveva sedotti coloro che portavano l’impronta della bestia e quelli che si prostravano davanti alla sua statua. E ancor vivi furono tutti e due gettati in uno stagno di fuoco rovente di zolfo. Gli altri furono uccisi dalla spada che usciva dalla bocca di Colui che stava sul cavallo; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni” (Apoc 19, 19-21). (di  Paolo Pasqualucci)
http://www.conciliovaticanosecondo.it/articoli/motus-magis-magisque-velocior-la-battaglia-dottrinale-in-atto-nella-chiesa-e-le-sue-implicazioni-escatologiche/

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