ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 11 novembre 2014

I piacioni


La Chiesa si dissolve nel Partito Radicale di Pannella?martedì 11novembre 2014

È pervenuta in Redazione:Caro Alessandro Gnocchi,ho letto recentemente un interessante articolo di Maurizio Blondet che cerco di riassumere nei suoi punti principali, sul quale mi piacerebbe avere un suo parere.Blondet fa la seguente sintesi del pontificato di papa  Bergoglio: cordiale amicizia con Scalfari, il quale ha potuto dire (senza essere smentito) che questo Papa “ha abolito il peccato”; affermazione della libertà assoluta della coscienza privata; aperture agli omosessuali e Comunione ai divorziati risposati; assicurazione che Dio non è cattolico; abbraccio ai pentecostali protestanti americani di cui si dichiara “fratello” e che non ritiene necessario convertire alla Presenza Reale; visita al pastore carismatico-luterano di Caserta, a cui ha chiesto scusa per le “persecuzioni” che  i carismatici avrebbero subito durante il fascismo (una balla); dichiarazione contro la pena carceraria dell’ergastolo.Insomma, questo Papa, sta facendo confluire e dissolvere la Chiesa nel Partito Radicale di Pannella. La sua “teologia” presenta gli stessi elementi dell’ideologia radicale, anticlericalismo compreso e ostile antipatia per la Chiesa istituzione, i dogmi e la tradizione.Una strategia per conquistare le masse secolarizzate alla Chiesa?  Ma Pannella, quando si presenta ad elezioni, raramente supera il 3% dei voti. Il fallimento elettorale di Pannella significa che la gente vuole le “libertà” e fare i suoi comodi, ma  non che glielo ordini una chiesa.Dopo che la Chiesa conciliare ha attenuato il senso del peccato e ora dichiara che  tutti gli atti cattivi sono una “forma attenuata di bene”, l’uomo non ha più bisogno di un Dio. Quindi, a chi si dovrebbe chiedere perdono? A maggior ragione, l’uomo non ha bisogno di una Chiesa che  lo metta in contatto con il Salvatore  e lo metta in grazia di Dio coi suoi sacramenti.D’accordo, dice Blondet, magari è proprio ciò a cui mirano Bergoglio e i modernisti. Ma se è questo l’esito a cui convergere, come mai Papi e cardinali continuano a vestire quei buffi paramenti e a calzare quei ridicoli  cappelli  di cartone a punta, simboli di un’altra religione, felicemente sorpassata  dall’umanità? Soprattutto, a che titolo continuano a percepire l’8 per mille?

Spero di aver riportato fedelmente il pensiero di Blondet. Quale è il suo?

Cordiali saluti Alberto Galbiati .

zrbrpsCaro Galbiati,
riprendo volentieri l’acuta e sconsolante analisi di Maurizio Blondet e comincio a rispondere alla domanda che lei riporta al termine della sua lettera: “Ma se è questo l’esito a cui convergere, come mai Papi e cardinali continuano a vestire quei buffi paramenti e a calzare quei ridicoli cappelli di cartone a punta, simboli di un’altra religione,  felicemente  sorpassata  dall’umanità?”.
Le rispondo copiando Altan, il vignettista dell’Espresso, giusto per essere in sintonia con il vescovo di Roma che ama intrattenersi con Scalfari. In una recente vignetta, Altan tratteggia un vescovo e un cardinalone agghindato di tutto punto: il vescovo sospira “Godiamo di bei privilegi”, e il cardinalone rimanda “Te credo! Sennò mica mi vestivo così”.
In queste battute sono racchiusi tutti i limiti e, insieme, tutte le potenzialità di un’analisi della Chiesa attuale condotta attraverso categorie mondane e politiche. Al Corpo Mistico di Cristo non si possono applicare i criteri della politica, ma è innegabile che la componente umana della compagine ecclesiale vi si assoggetta tanto più volentieri quanto più è decadente. Dunque, quanto più temi e categorie politiche sono applicabili alla vita della Chiesa, tanto più è evidente lo scollamento tra la componente umana e quella soprannaturale.
Penso che il pontificato di Bergoglio rappresenti la fase più avanzata del prevalere della componente umana su quella divina e che, dunque, nelle sue dinamiche sia fruttuoso analizzarlazzaltn anche attraverso categorie politiche. Senza scordare che si sta prendendo in esame un solo aspetto, l’unico, del resto, che sembra interessare all’attuale vertice.
Per questo motivo, l’analisi di Blondet è acuta e sconfortante. Coglie lo stato di avanzata decomposizione della componente umana della Chiesa dopo il volontario scollamento dalla componente divina. Senza più anima, un corpo muore e torna alla terra, senza più anima, la Chiesa muore e torna al mondo. È questa la strada tracciata da papa Francesco ed è questa la strada sulla quale lo segue un mondo cattolico che ormai non crede quasi più in niente e non vuole essere obbligato a una qualsivoglia moralità universale.
È l’esito del radicalismo applicato al corpo ecclesiale. Con qualche decennio di ritardo, anche la Chiesa cattolica si avvia verso il disfacimento attraverso cui è già passato il vecchio corpaccione comunista. È quello che Augusto Del Noce chiamava il suicidio della rivoluzione.
Le avanguardie ecclesiali di questo processo rappresenteranno il 3% di un ipotetico elettorato, come il partitino di Pannella. Ma il loro obiettivo vero è quello di portare a marcescenza il grosso della società. Da veri gnostici è proprio questo il loro disegno: una minoranza pura che conduce all’autodistruzione una maggioranza che merita solo di perire nella sua impurità. Non ha altro senso l’abolizione del peccato che tanto entusiasma Scalfari. E non si può dire che questa sia una bufala inventata dal Fondatore di Repubblica poiché al recente Sinodo sulla famiglia è stato detto per la prima volta nella storia della Chiesa, in perfetto stile gnostico, che il peccato è solo una diversa gradazione di bene.
Sul piano umano, caro Galbiati, la strada è segnata. Ma la Chiesa, continua ad avere una componente divina sulla quale nessun uomo, nemmeno il peggior Papa, ha potere. Il nostro compito è di farcene custodi e di conservarla. Oltre a salvare la nostra fede, questa fedeltà avrà due effetti. Il primo sarà quello di mantenere vivi e saldi i legami umani tra i veri cattolici anche quando saranno chiamati a sperare nonostante il tramonto di ogni speranza umana. Il secondo sarà quello di mantenere viva la Chiesa che ha voluto Nostro Signore in modo che torni a risplendere quando la caricatura che ora gode il plauso del mondo finirà fatalmente per crollare.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo

“FUORI MODA”. La posta di Alessandro Gnocchi – rubrica del martedì Redazione

Ecco quanto i cattolici (e non) sono estasiati da Papa Francesco. Rapporto Swg

Ecco quanto i cattolici (e non) sono estasiati da Papa Francesco. Rapporto Swg

Cosa rivelano i dati dello speciale Swg dedicato al Santo Padre
Eccola la vera rivoluzione di Papa Francesco. I dati dell’ultimo sondaggio di Swg rivelano la straordinaria capacità del Santo Padre di suscitare consensi, sia da parte del mondo cattolico, sia da parte di chi da quel mondo si era allontanato.

LA RIVOLUZIONE DI FRANCESCO
“Francesco, nell’immaginario collettivo e soprattutto in quello dei credenti, sta riaprendo le porte della Chiesa, sta rendendola un’entità di popolo, lontana dalla casta, dal carrierismo, dalla mondanità, dall’ambizione – si legge nelle conclusioni dello studio – il vero portato della rivoluzione gentile del Papa, tuttavia, si può leggere in una dinamica ben più complessiva: il suo pontificato ha riacceso il senso (e l’orgoglio) dell’essere cattolici oggi”.
I DATI
Analizzando i dati, si vede come l’87% degli intervistati da Swg condivida l’idea di una Chiesa più aperta ai cambiamenti che chiede Bergoglio. L’83% vede positivamente le sue aperture sulla comunione ai divorziati e il 65% approva la sua disponibilità nei confronti delle coppie gay. Speranza, serenità, gioia, sono le emozioni prevalenti quando si sente parlare Papa Francesco.
I POCHI CONSENSI DEI VESCOVI
Di riflesso, pochi consensi, solo il 33%, si registrano verso la posizione di alcuni cardinali contrari al messaggio del Papa e secondo cui è un errore ascoltare più la gente che la verità della fede. Per il 60% degli intervistati, il Papa “è molto più avanti della maggior parte dei preti e dei vescovi italiani”, percentuale che si alza al 70% tra chi va a messa tutte le domeniche.
TRA I DISINCANTATI
“La forza del messaggio pastorale di Bergoglio dispiega le sue ali nel riuscire a parlare contemporaneamente ai fedeli e ai disincantati”, si legge ancora nello speciale Swg. Tra le persone che vanno in Chiesa una o poche volte l’anno infatti, il 48% pensa che il Santo Padre le stia portando più vicine alla Chiesa cattolica e il 45% che stia risvegliando la loro fede.

11 - 11 - 2014Fabrizia Argano


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