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martedì 25 novembre 2014

L’enigma è stato sciolto ?

Solido cardinale africano scelto dal Papa in un posto-chiave

E’ Robert Sarah, successore del “piccolo Ratzinger”. Si procede a passi svelti per la riforma della curia

Il cardinale Robert Sarah (foto LaPresse)
Roma. Era la nomina più attesa, l’incarico vacante sul quale da mesi gli osservatori di faccende curiali puntavano gli occhi. Dal nome di colui che sarebbe succeduto al cardinale Antonio Cañizares Llovera, il “piccolo Ratzinger” tornato in Spagna (a Valencia e non a Madrid, come da più parti s’era ipotizzato per un anno), si sarebbe capito l’orientamento in campo liturgico del Papa. I settori più conservatori temevano uno smantellamento progressivo dell’opera di recupero di elementi tradizionali avviata sotto il pontificato di Benedetto XVI, con l’apertura a innovazioni che avrebbero riproposto dispute che si trascinavano dal Concilio.
Ieri mattina, alle 12, l’enigma è stato sciolto: il nuovo prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti scelto da Francesco è il cardinale guineano Robert Sarah. Sessantanove anni, uomo riservato e ben lontano da quella mondanità tanto biasimata dal Pontefice, dal 2010 era presidente del Pontificio consiglio Cor Unum, il dicastero che si occupa di coordinare le azioni umanitarie e caritatevoli della Santa Sede nel mondo. E il mondo tradizionalista può tirare un sospiro di sollievo, ricordando come Sarah sia uno dei porporati che più sostengono l’applicazione del motu proprio Summorum Pontificum. Pastore dal curriculum solido – è stato per ventidue anni vescovo di Conakry prima di essere nominato da Giovanni Paolo II segretario di Propaganda fide nel 2001, Sarah è stato uno dei protagonisti del recente Sinodo straordinario sulla famiglia.

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Dopo la lettura della Relatio intermedia firmata dal cardinale Erdo e scritta da mons. Forte, il neo prefetto del Culto divino dichiarava che quel testo “rispecchia solo parzialmente la discussione in aula”, e che la decisione di presentare la relazione in tal modo portava a chiedersi se “qualcuno vuole forse destabilizzare la chiesa e minarne le basi”. Sarah contestava l’impianto del documento, e sulle aperture alle coppie formate da persone dello stesso sesso osservava che “quanto è stato pubblicato è un tentativo per fare pressione sulla chiesa e farle cambiare la dottrina”, visto che “mai s’è voluto giudicare la persona omosessuale, ma i comportamenti e le unioni omosessuali sono una grave deviazione della sessualità”. E sul matrimonio, chiariva che “l’uomo è dato da Dio alla donna e viceversa. Quando Dio dà questo dono è irreversibile. Dio non può rinnegare se stesso”. Sempre nelle giornate sinodali, il cardinale guineano spiegava che “quelli messi in atto da determinati governi e da determinate organizzazioni sono tentativi di contrastare la concezione di famiglia naturale, fondata sul rapporto uomo-donna: e la chiesa non può tacere di fronte a questo”. La crisi della famiglia, diceva al portale Zenit colui che ora dovrà occuparsi anche di disciplina dei sacramenti, “deriva dalla concezione relativistica per cui è cambiato il concetto di matrimonio e di vita di coppia”. La concezione di famiglia così come intesa dai cristiani “non trova tutti d’accordo”, visto che “la cultura attuale parla di famiglia senza specificare alcun significato preciso. La società parla di famiglia in tutte le sue forme – biologiche, con genitori adottivi, omosessuali – come se tutte queste situazioni possano diventare modelli di ruolo quando in realtà sono semplicemente una tragica espressione di singoli problemi”.

Intanto, ieri mattina si è tenuta per tre ore nella Sala Bologna del Palazzo apostolico una riunione tra il Papa e i capidicastero della curia, durante la quale sono stati presentati i progetti di riforma studiati dal consiglio dei nove cardinali in questo anno di lavori (prossima riunione dal 9 all’11 dicembre). Due le soluzioni che sembrano essere ormai imminenti: l’istituzione di due nuove congregazioni, quella della “Famiglia e dei laici” e quella denominata “Giustizia e Carità”. La prima ricomprenderebbe al suo interno gli attuali pontifici consigli per la Famiglia, i laici e gli operatori sanitari, mentre la seconda vedrebbe unirsi i dicasteri Giustizia e pace, Cor Unum, Migranti e itineranti. E’ probabile, si dice oltretevere, che tra i sottosegretari dell’organismo che s’occuperà di laici e famiglia sia nominata prossimamente una coppia di sposi. Sarebbe la prima volta.
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/123182/rubriche/robert-sarah-cardinale-africano-scelto-dal-papa-in-un-posto-chiave.htm

Nomine e progetti per la nuova curia di Papa Francesco

25 - 11 - 2014Matteo Matzuzzi
Nomine e progetti per la nuova curia di Papa Francesco
Il Papa ha scelto il cardinale Robert Sarah come nuovo prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti. L’organismo era vacante dallo scorso agosto, quando il cardinale Antonio Canizares Llovera era stato trasferito in Spagna come arcivescovo di Valencia. Sarah, sessantanove anni, è il primo cardinale nella storia della chiesa proveniente dalla Guinea Bissau. Consacrato vescovo nel 1979 da mons. Giovanni Benelli, è stato per oltre ventidue anni arcivescovo di Conakry. Nel 2001, Giovanni Paolo II lo nominò segretario della congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, e nove anni dopo Benedetto XVI decise di elevarlo alla porpora un mese dopo averlo nominato presidente del Pontificio consiglio Cor Unum.
I TIMORI DEL FRONTE TRADIZIONALISTA
La nomina del nuovo responsabile del Culto divino era attesa con qualche apprensione dai settori più conservatori, che temevano una rapida archiviazione dell’opera di recupero di elementi liturgici della tradizione avviata negli ultimi anni del pontificato di Benedetto XVI. Temevano, in particolare, la promozione di mons. Piero Marini, per due decenni Maestro delle celebrazioni liturgiche il cui mandato non era stato rinnovato nel 2007 da Ratzinger. Invece, il Papa ha scelto un profilo opposto. Solo qualche settimana fa, infatti, Sarah incontrava i partecipanti al pellegrinaggio Summorum Pontificum, annuale appuntamento che si conclude con la messa in rito antico celebrata in San Pietro.
“PRESSIONI SULLA CHIESA PER FARLE CAMBIARE LA DOTTRINA”
Legato alla tradizione, all’ultimo Sinodo straordinario sulla famiglia denunciava quelli che a suo dire erano stati tentativi “per fare pressione sulla Chiesa e farle cambiare la dottrina”. In particolare, chiariva il porporato, “la Chiesa ribadisce che Dio ha creato l’uomo e la donna unendoli in un legame matrimoniale per diventare una sola carne in modo indissolubile, realizzando una complementarietà aperta a dare via ai figli che devono nascere dalla loro unione carnale”.
L’ASSETTO DELLA NUOVA CURIA
La nomina di Sarah si iscrive all’interno di un più ampio rimescolamento di carte in curia, dovuto al progredire del processo di riforma avviato un anno fa da Francesco. Ieri mattina, nell’Aula del Bologna, il Pontefice ha incontrato tutti i capidicasteri di curia, ai quali è stata illustrata la proposta del consiglio dei nove cardinali consiglieri, che torneranno a riunirsi dal 9 all’11 dicembre. Come era previsto, il piatto forte è stato rappresentato dall’idea di istituire due nuove congregazioni, frutto di un accorpamento di pontifici consigli che abbiano competenze simili.
DUE NUOVE CONGREGAZIONI

In particolare, s’è discusso di unificare i dicasteri per la Famiglia e i Laici, accanto ai quali si unirebbero anche all’organismo che si occupa di Pastorale per la salute e l’Accademia per la vita. Se il progetto passasse come prospettato, tra i sottosegretari sarebbe nominata anche una coppia di sposi. L’altra congregazione da istituire ex novo sarebbe quella della Carità e della Giustizia (o della Pace), che vedrebbe confluire al suo interno i pontifici consigli Giustizia e Pace, Cor Unum, Pastorale per i migranti e gli itineranti, nonché la Caritas internazionale.  I capidicastero hanno discusso, avanzando suggerimenti e sollevando anche qualche dubbio sul rischio di indebolire strutture che oggi l’attualità porta in prima linea (in particolare, il pontificio consiglio per i Migranti). In ogni caso, ancora nessuna decisione definitiva è stata presa. Tra i nomi di coloro che potrebbero avere ruoli di primaria responsabilità in uno dei due organismi viene fatto insistentemente quello del cardinale honduregno Oscar Maradiaga.
http://www.formiche.net/2014/11/25/nomine-progetti-la-nuova-curia-papa-francesco/

Con la nomina di Sarah, cominciano i cambi al vertice della Curia

di Andrea Gagliarducci
La nomina del Cardinal Robert Sarah a Prefetto della Congregazione per il Culto Divino rappresenta il definitivo “via libera” alla riforma della Curia targata Papa Francesco. Sarah lascia il Pontificio Consiglio Cor Unum, destinato a diventare una segreteria per la Carità in una congregazione più grande. Allo stesso tempo, va a bilanciare, con la sua sensibilità liturgica, i ranghi della Congregazione del Culto Divino, che dal 5 novembre si è visto privare di due ufficiali di lungo corso.
In quel giorno, Anthony Ward e Juan-Miguel Ferrer Greensche, sottosegretari della Congregazione, sono stati congedati con effetto immediato. Uno shock, praticamente. Ward conosceva forse più di tutti i problemi della liturgia negli Stati Uniti, Ferrer era una nomina del precedente Prefetto Canizares, che era stato inviato a fare l’arcivescovo di Valencia in Spagna. Al loro posto, era stato nominato un sottosegretario unico, Corrado Maggioni, monfortano, in forza alla Congregazione negli anni Novanta e vicinissimo a Piero Marini, cerimoniere pontificio negli anni di Giovanni Paolo II.
Sarah prende dunque un dicastero nel quale avrà poca libertà di movimento per quanto riguarda le nomine, lasciando la guida del dicastero della carità vaticana, che sotto Benedetto XVI era stato protagonista di uno slancio riformatore. Da quello slancio, erano venuti sia i nuovi Statuti di Caritas Internationalis, sia il motu proprio “Intima Natura Ecclesiae” con il quale si era dato un quadro normativo organico per ordinare le forme ecclesiali al servizio della carità.
Tutto questo slancio riformatore ora dovrebbe essere inglobato in un dicastero più grande.  Nello stesso giorno della pubblicazione della nomina di Sarah i capi dicastero si sono incontrati con Papa Francesco per una delle consuete riunioni periodiche. In genere queste riunioni erano organizzate de guidate dal Segretario di Stato. Con Francesco, non è stato più così. In genere, le ha guidate il Cardinal Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, segnalando come il Papa volesse inizialmente dare al Sinodo un potere governativo. Questa volta è stato il vescovo Marcello Semeraro, segretario del Consiglio dei Cardinali, a prendere la parola.
Nessuna discussione, ma solo la comunicazione sugli accorpamenti prese dal Consiglio.  Qualcuno afferma che l’agenda sembrava quasi “copiare e incollare la Pastor Bonus” in alcuni passaggi, non considerando le competenze di molti dicasteri che sono maturate nel corso degli anni, e che non hanno trovato ufficializzazione nella Costituzione che regola le funzioni della Curia.
Ascoltando le voci di corridoio, ai capidicastero sarebbe stata semplicemente annunciata la creazione di due nuove Congregazioni: la Congregazione Giustizia e Pace e la Congregazione Laici e Famiglia. La prima dovrebbe includere cinque segreteria: Giustizia e Pace nel Mondo (il vecchio Pontificio Consiglio Giustizia e Pace), Vita ed Ecologia Umana (che prende il posto dell’Accademia per la Vita), Migranti (dal Pontificio Consiglio Migranti ed Itineranti), Carità (precedentemente, Cor Unum), Salute (che era il Pontificio Consiglio per la Pastorale Sanitaria). Tutti questi dicasteri saranno uniti sotto uno stesso presidente, secondo una semplificazione amministrativa che è testimoniata anche dall’esigenza di razionalizzare le amministrazioni.
Il Cardinal Peter Turkson dovrebbe rimanere alla guida di Giustizia e Pace, mentre a Laici e Famiglia potrebbe essere inviato il Cardinal Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga. Fu lui il primo a proporre una Congregazione per i Laici, e in questi mesi si è mostrato sempre vicino a Papa Francesco, nel cuore di ogni decisione.
Da coordinatore del Consiglio dei Cardinali, il Cardinal Maradiaga dovrebbe guidare e organizzare poi i lavori del Consiglio che si terranno dal 9 all’11 dicembre. Nelle scorse settimane, i cardinali hanno inviato una lettera a tutti i dicasteri vaticani, chiedendo quali delle loro competenze potevano essere trasferite alle competenze episcopali. Un segnale di snellimento delle procedure. È anche un segnale di smantellamento del sistema?

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