Vienna, la pietra sospesa in omaggio al dipinto di Magritte
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L’installazione «To be in Limbo» ricorda un celebre dipinto del maestro belga
Alcuni visitatori scattano foto all’opera “to be in limbo” (essere nel limbo), un macigno di plastica e altro materiale sintetico appeso ad una altezza di venti metri sul soffitto della chiesa gesuita di Vienna, in Austria. La scultura firmata dal gruppo di artisti Steinbrener/Dempf e Huber è alta 8 metri, pesa 700 chili ed è vuota all’interno; nelle intenzioni vuol simboleggiare la fede e i suoi aspetti minacciosi. L’installazione rimarrà esposta fino al 19 aprile 2015, per venire poi spostata in una chiesa di Amburgo in Germania. (Reuters/Foeger)
IL PAESE DIVENTA IL 12° IN EUROPA DOVE IL MATRIMONIO OMOSESSUALE È PERMESSO
Finlandia, le nozze gay sono legali
Approvata legge di iniziativa popolare
Adesso le coppie omosessuali possono sposarsi e adottare. L’arcivescovo Kari Makinen, a capo della Chiesa evangelico luterana finlandese: «Gioisco con loro»
di Federica Seneghini
Tahdon, cioè «lo voglio» in finlandese. È questo il nome della legge di iniziativa popolare sui matrimoni gay nata sul web l’anno scorso e approvata dal Parlamento di Helsinki venerdì 28 novembre. Una campagna partita dal basso: le firme necessarie per dare il via all’iter - 50 mila – erano state raccolte online in meno di ventiquattr’ore. Numeri straordinari per un Paese di appena 5 milioni di persone. Da settimane non si parlava d’altro. Giovedì notte qualcuno era riuscito a proiettare sulla facciata del Parlamento una bandiera arcobaleno, il noto simbolo delle battaglie per i diritti gay nel mondo.
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La Finlandia legalizza i matrimoni gay
PrevNextLa possibilità di adottareVenerdì mattina in piazza c’erano migliaia di persone. Quando alla fine i deputati hanno detto «sì», approvando la legge con 105 voti a favore e 92 contrari, qualcuno si è abbracciato. Altri hanno iniziato a piangere, di gioia, e a gridare: «Grazie!». Un traguardo importante anche se in realtà le unioni civili erano già permesse da 12 anni. E legale era anche la stepchild adoption, la possibilità di adottare il figlio biologico del partner (in Italia il primo caso è stato riconosciuto ad agosto con una sentenza del tribunale dei minorenni di Roma). Quello che cambia adesso, con la nuova legge, è in buona sostanza il diritto di adozione «all’esterno» della coppia.
L’arcivescovo: «Provo gioia con tutto il mio cuore»
Il primo ministro (di centrodestra) Alexander Stubb, in una lettera aperta diffusa prima del voto, era stato chiaro: «La Finlandia deve diventare un Paese dove non esistono discriminazioni, i diritti umani sono rispettati e due adulti possono sposarsi a prescindere dal proprio orientamento sessuale». L’arcivescovo Kari Makinen, a capo della Chiesa evangelico luterana (di cui fa parte il 75 per cento dei finlandesi) ha espresso soddisfazione pubblicando un lungo post sul suo account Facebook: «So quanto questa giornata significhi per la comunità arcobaleno, per i loro cari e per molti altri. Provo gioia con tutto il mio cuore per loro e con loro».
La mappa dei diritti
Ora, dopo il sì della Finlandia, sono 12 i Paesi in Europa dove le coppie dello stesso sesso possono sposarsi. Negli altri sono ammesse le unioni civili. Solo nove su 28 - Italia, Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania - non prevedono nessun tipo di tutela.
Papa Francesco nella moschea blu accompagnato dal Gran Muftì
Il pontefice è entrato scalzo e ha sostato in raccoglimento con il capo chino e in silenzio accanto alla più alta autorità islamica della Turchia
di Gian Guido Vecchi
DAL NOSTRO INVIATO ISTANBUL - Scalzo, il capo chino, gli occhi chiusi, le mani giunte, accanto al Gran Mufti che prega accanto a lui con i palmi levati al cielo. Nella Moschea Blu di Istanbul, Papa Francesco ha ripetuto la preghiera silenziosa che Benedetto XVI compì nel 2006. Non una preghiera comune, naturalmente. Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, ha parlato di una «adorazione silenziosa», poiché per due volte il Papa ha detto al Gran Mufti: «Dobbiamo adorare Dio. Non solo bisogna lodarlo e glorificarlo, ma dobbiamo adorarlo». Il leader islamico gli ha spiegato il significato di alcuni versetti del Corano, in particolare di uno che parla di Dio che è «amore e giustizia», e ha sorriso a Francesco: «Su questo certamente siamo d’accordo». E il Papa, di rimando: «Certamente siamo d’accordo». Il gesto del Papa raccolto di fianco alla più alta autorità islamica della Turchia per tre lunghissimi minuti è l’immagine di ciò che Francesco aveva detto nel primo giorno di viaggio, ad Ankara: l’esortazione ad avere «il coraggio della pace», a perseguire un «dialogo interreligioso e interculturale» per «bandire ogni forma di fondamentalismo e di terrorismo» e «chi strumentalizza la religione». Francesco ha fatto visita alla più celebre moschea di Istanbul appena arrivato in volo dalla capitale, si è tolto le scarpe all’ingresso e ha alzato lo sguardo ammirato di fronte alla meraviglia architettonica costruita nel Seicento dal sultano Ahmet I, 21 mila piastrelle di ceramica turchese a riflettere la luce tra le pareti e la cupola.
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Il Papa prega nella Moschea Blu di Istanbul
Il Papa si è recato a Sofia
Francesco si è poi recato nella vicina Santa Sofia, la grandiosa Basilica voluta da Costantino e ricostruita da Giustiniano nel VI secolo, trasformata in moschea alla caduta di Costantinopoli (1453) e infine trasformata in museo da Atatürk nel 1935. Nel pomeriggio, dopo l’incontro con le comunità cattoliche, la messa nella cattedrale dello Spirito Santo e l’incontro più atteso della giornata, la preghiera ecumenica al patriarcato di Costantinopoli, il successore di Pietro accolto dal Patriarca ortodosso Bartolomeo, successore dell’apostolo Andrea ( fratello di Pietro) e «primus inter pares» della Chiesa ortodossa: alla recita comune in latino del Padre nostro seguono le benedizioni e quindi il colloquio privato.
http://www.corriere.it/esteri/14_novembre_29/papa-francesco-moschea-blu-accompagnato-gran-mufti-98331816-77ad-11e4-8006-31d326664f16.shtml
(a cura Redazione "Il sismografo")
[Text: Italiano, Français, English, Español, Português]
Testo italiano versione ufficiale
la sera porta sempre con sé un sentimento misto di gratitudine per il giorno vissuto e di trepidante affidamento di fronte alla notte che scende. Questa sera il mio animo è colmo di gratitudine a Dio, che mi concede di trovarmi qui a pregare insieme con Vostra Santità e con questa Chiesa sorella, al termine di una intensa giornata di visita apostolica; e al tempo stesso il mio animo è in attesa del giorno che liturgicamente abbiamo iniziato: la festa di sant’Andrea Apostolo, che di questa Chiesa è il Fondatore e il Patrono.
Attraverso le parole del profeta Zaccaria, il Signore ci ha donato ancora una volta, in questa preghiera vespertina, il fondamento che sta alla base del nostro protenderci tra un oggi e un domani, la salda roccia su cui possiamo muovere insieme i nostri passi con gioia e con speranza; questo roccioso fondamento è la promessa del Signore: «Ecco, io salvo il mio popolo dall’oriente e dall’occidente … nella fedeltà e nella giustizia» (8,7.8).
Sì, venerato e caro Fratello Bartolomeo, mentre Le esprimo il mio sentito “grazie” per la Sua fraterna accoglienza, sento che la nostra gioia è più grande perché la sorgente è oltre, non è in noi, non è nel nostro impegno e nei nostri sforzi, che pure doverosamente ci sono, ma è nel comune affidamento alla fedeltà di Dio, che pone il fondamento per la ricostruzione del suo tempio che è la Chiesa (cfr Zc 8,9). «Ecco il seme della pace» (Zc 8,12); ecco il seme della gioia. Quella pace e quella gioia che il mondo non può dare, ma che il Signore Gesù ha promesso ai suoi discepoli, e ha donato loro da Risorto, nella potenza dello Spirito Santo.
Andrea e Pietro hanno ascoltato questa promessa, hanno ricevuto questo dono. Erano fratelli di sangue, ma l’incontro con Cristo li ha trasformati in fratelli nella fede e nella carità. E in questa sera gioiosa, in questa preghiera vigiliare vorrei dire soprattutto: fratelli nella speranza. E la speranza non tradisce. Quale grazia, Santità, poter essere fratelli nella speranza del Signore Risorto! Quale grazia – e quale responsabilità – poter camminare insieme in questa speranza, sorretti dall’intercessione dei santi fratelli Apostoli Andrea e Pietro! E sapere che questa comune speranza non delude, perché è fondata non su di noi e sulle nostre povere forze, ma sulla fedeltà di Dio.
Con questa gioiosa speranza, colma di gratitudine e di trepidante attesa, formulo a Vostra Santità, a tutti i presenti, e alla Chiesa di Costantinopoli il mio cordiale e fraterno augurio per la festa del Santo Patrono. E vi chiedo un favore: di benedire me e la Chiesa Cattolica.
Testo italiano versione ufficiale
Papa Francesco al Patriarca Bartolomeo:
"Vi chiedo un favore: di benedire me e la Chiesa Cattolica"
Santità, Fratello carissimo,la sera porta sempre con sé un sentimento misto di gratitudine per il giorno vissuto e di trepidante affidamento di fronte alla notte che scende. Questa sera il mio animo è colmo di gratitudine a Dio, che mi concede di trovarmi qui a pregare insieme con Vostra Santità e con questa Chiesa sorella, al termine di una intensa giornata di visita apostolica; e al tempo stesso il mio animo è in attesa del giorno che liturgicamente abbiamo iniziato: la festa di sant’Andrea Apostolo, che di questa Chiesa è il Fondatore e il Patrono.
Attraverso le parole del profeta Zaccaria, il Signore ci ha donato ancora una volta, in questa preghiera vespertina, il fondamento che sta alla base del nostro protenderci tra un oggi e un domani, la salda roccia su cui possiamo muovere insieme i nostri passi con gioia e con speranza; questo roccioso fondamento è la promessa del Signore: «Ecco, io salvo il mio popolo dall’oriente e dall’occidente … nella fedeltà e nella giustizia» (8,7.8).
Sì, venerato e caro Fratello Bartolomeo, mentre Le esprimo il mio sentito “grazie” per la Sua fraterna accoglienza, sento che la nostra gioia è più grande perché la sorgente è oltre, non è in noi, non è nel nostro impegno e nei nostri sforzi, che pure doverosamente ci sono, ma è nel comune affidamento alla fedeltà di Dio, che pone il fondamento per la ricostruzione del suo tempio che è la Chiesa (cfr Zc 8,9). «Ecco il seme della pace» (Zc 8,12); ecco il seme della gioia. Quella pace e quella gioia che il mondo non può dare, ma che il Signore Gesù ha promesso ai suoi discepoli, e ha donato loro da Risorto, nella potenza dello Spirito Santo.
Andrea e Pietro hanno ascoltato questa promessa, hanno ricevuto questo dono. Erano fratelli di sangue, ma l’incontro con Cristo li ha trasformati in fratelli nella fede e nella carità. E in questa sera gioiosa, in questa preghiera vigiliare vorrei dire soprattutto: fratelli nella speranza. E la speranza non tradisce. Quale grazia, Santità, poter essere fratelli nella speranza del Signore Risorto! Quale grazia – e quale responsabilità – poter camminare insieme in questa speranza, sorretti dall’intercessione dei santi fratelli Apostoli Andrea e Pietro! E sapere che questa comune speranza non delude, perché è fondata non su di noi e sulle nostre povere forze, ma sulla fedeltà di Dio.
Con questa gioiosa speranza, colma di gratitudine e di trepidante attesa, formulo a Vostra Santità, a tutti i presenti, e alla Chiesa di Costantinopoli il mio cordiale e fraterno augurio per la festa del Santo Patrono. E vi chiedo un favore: di benedire me e la Chiesa Cattolica.
I " maestri artisti " ( gasp ) devono aver avuto qualche problema gastrointestinale quando hanno " creato " ( arigasp ) quella emerita schifezza che con la complicità dei presbiteri e del vescovo hanno appeso all'interno del Duomo ( Casa di Dio ) . Oltre a sembrare il frutto di tali problemi gastrointestinali, sembra un enorme ed orrendo alveare di vespe. Che Schifo !!!!!!!!! jane
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