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domenica 9 novembre 2014

Ora cercano di sbufalare il vescovo

Miracolo col trucco: la statua di Maria beffa Medjugorje


TREVISO. Da una parte il vescovo di Anagni e Alatri, Lorenzo Loppa. Dall’altra Vicka Iankovic, la più anziana veggente di Medjugorje. Al centro del bisticcio, il miracolo di una statuetta che si illumina legata a doppio filo con la città di Treviso. Sullo sfondo, a spogliare del velo di sacralità una vicenda che sta facendo discutere i vertici del Vaticano, Paolo Brosio. In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Giornale, il giornalista ha difeso a spada tratta la veggente e un miracolo (contestato), che, di fatto, è in comproprietà con la Marca. Da circa un anno, la sua casa di Medjugorje è al centro di un pellegrinaggio di migliaia di fedeli, attirati da quella statuina donata a Vicka da un gruppo di trevigiani. Il piccolo simulacro della Vergine, d’un tratto si è illuminato: «Miracolo», hanno gridato i fedeli. «Bufala», avrebbe sentenziato il Vaticano.

Ebbene, secondo gli esperti romani, la statua non sarebbe per niente la protagonista di un miracolo, ma di un taroccamento: sarebbe stata dipinta di vernice fluorescente. Ecco che entra in scena LorenzoLoppa e lo strappo con la veggente: il vescovo di Anagni, con una stringata lettera, si è rifiutato di partecipare a un incontro di preghiera che si terrà a Fiuggi il prossimo fine settimana, in cui, l’unica protagonista, sarà la veggente. Motivo del benservito (con relativo invito ai fedeli a non partecipare)? Proprio la sua statuetta trevigiana, su cui il Vaticano ha appena gettato una pesante ombra (almeno secondo quanto riporta il settimanale Chi in esclusiva).
Sono stati i benefattori trevigiani a mettere in atto uno scherzo di cattivissimo gusto, cospargendo il dono sacro di vernice fluorescente? Oppure qualcuno che negli anni successivi si è divertato alle spalle dei fedeli? Il regalo si perde nella notte dei tempi, risalirebbe a più di trent’anni fa. Fatto sta che il monsignore non ne vuol sapere di partecipare all’incontro. Ed ecco l’incidente diplomatico, cui Paolo Brosio, grandissimo devoto della Madonna di Medjugorje, sta cercando di mettere una pezza. Il vescovo di Anagni, nella sua lettera ai parroci, si riferisce a «incontri o celebrazioni pubbliche nelle quali verrebbe data per scontata l'attendibilità di tali fenomeni». In merito all’incontro di Fiugge scrive poi: «In conformità con le norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni, la Congregazione per la dottrina della fede sta continuando l'esame degli aspetti dottrinali e disciplinari dei fatti di Medjugorje». Le ultime righe della missiva lasciano poco spazio all’immaginazione: «Sulla base delle ricerche finora compiute, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali».
E quindi «non è consentito al clero e ai fedeli di nessuna diocesi partecipare a incontri, conferenze o celebrazioni pubbliche per evitare confusione e scandalo». Finita qui? Nemmeno per idea. Ecco scendere in campo, nell’intervista a Il Giornale, Paolo Brosio, devoto di Medjugorje e sostenitore di Vicka: «La casa della famiglia dei veggenti ormai è un museo. C'è un pellegrinaggio continuo. La statua è stata regalata a Vicka da gente di Treviso reduce da Lourdes». Poi aggiunge: «Ombre su Vicka non ce ne sono. È una persona di grande onestà intellettuale e morale, di profondissima preghiera e di carismi straordinari».

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