Un pontificato per far emergere l’apostasia silenziosa
Anche sentendo l’aria che
tirava al Sinodo straordinario sulla famiglia, c’è da chiedersi: ma
siamo così accecati che non ci accorgiamo più di questa “apostasia
silenziosa”, di questo “scisma sommerso” che ha intaccato il
cattolicesimo? Forse è questa la missione di Papa Francesco: far
emergere questo male nascosto.
di P. Enrico Cattaneo S.J.
Dopo il viaggio i Papa Francesco in Turchia, Andrea Riccardi (Corriere della Sera
30/11/14, p. 31) fa una specie di bilancio del pontificato di Papa
Francesco. «La visita in Turchia – scrive – segna la maturità del
pontificato di Bergoglio». Questo Papa «si qualifica ormai come un
leader spirituale europeo… È un uomo di sintesi… La sintesi non è
immobilismo, ma proiezione ad extra che mette in crisi conservatori e
progressisti». Tuttavia all’interno della Chiesa non mancano «vescovi e
cardinali critici sull’agire del Papa… Cerca di ‘piacere’ troppo, –
dicono – dando l’impressione di un messaggio cristiano ‘allargabile’… Se
non prende nuove decisioni, qualcuno prevede un calo di popolarità…
Francesco non fa l’unanimità». Soprattutto nel ‘governo’ «la sintonia
con lui non sembra forte». Sono affermazioni interessanti.
Vorrei però soffermarmi su quanto
Riccardi scrive a proposito del recente Sinodo, dove afferma che il Papa
«non ha convocato due Sinodi sulla famiglia per ribadire l’esistente.
Ha voluto la libera discussione nei lavori sinodali (un inedito). Più si
è trasparenti (con la pubblicazione della relazione finale e dei voti) e
più il “popolo” vede: il popolo che ama Francesco. Anche se la
relazione finale del Sinodo non ha avuto la maggioranza dei due terzi su
punti importanti, un successo dal Papa c’è stato: non si parlerà più
come prima sulla famiglia». Nei sottotitoli, il CorSera interpreta ciò come «aperture sulla famiglia».
Questi
rilievi meritano qualche commento. Si sente spesso dire che il Papa
«non ha convocato due Sinodi sulla famiglia per ribadire l’esistente».
Tutti si aspettano quindi dei cambiamenti, delle «aperture», ma a che
cosa? In quale direzione? E poi qual è “l’esistente”? Se l’esistente è
la dottrina, tutti hanno detto e ripetuto che «la dottrina non si
tocca». Allora l’esistente è la pratica. Ma non è un mistero che, almeno
a partire dalla Humanae vitae di Paolo VI (1968), la recezione
del magistero da parte dei teologi e dei pastori è stata difficoltosa e
la pratica si è allontanata dalla dottrina, la quale certamente non
manca. Ricordiamo che durante il pontificato di s. Giovanni Paolo II ci
fu già un Sinodo sulla famiglia (1980), seguito dall’esortazione
apostolica Familiaris consortio. Ci fu poi nel 1983 una Carta
dei diritti della famiglia e nel 1994 una Lettera alle famiglie. Ora
proprio il questionario inviato in preparazione al Sinodo ha fotografato
una situazione non certo rasserenante. C’è di fatto uno scollamento tra
la dottrina morale della Chiesa e la sua recezione effettiva. La cosa
più preoccupante, a mio avviso, non sono le mancanze in se stesse
(sempre si è fatto fatica a osservare le norme morali), ma è la loro
teorizzazione come qualcosa da riconsiderare in senso positivo. In
effetti, buona parte di cattolici (e forse soprattutto tra gli
intellettuali) segue per lo più la morale laica dominante, secondo la
quale – per fare degli esempi concreti – usare i contraccettivi è
normale; prendere le varie “pillole del giorno dopo” è pure cosa
accettabile; l’aborto no, per carità, però se una donna lo chiede,
perché negarglielo? E poi in alcuni casi ci vuole (come quando la
diagnosi prenatale rivela qualche anomalia; o come in caso di stupro,
ecc.). Quanto alla fecondazione artificiale, omologa o eterologa, essa è
vista come un progresso. Non parliamo poi della cultura omosessualista,
che ormai sembra accettata da molti anche nella Chiesa, almeno nei suoi
presupposti generali, e cioè che l’omosessualità è un dato di natura, e
quindi non ha nulla di peccaminoso, anzi è portatrice di valori
positivi; e che le convivenze omosessuali vanno tutelate in qualche
modo, se non proprio equiparate a “famiglie”.
Ora se questo è l’esistente, il Sinodo
che cosa è chiamato a fare? È vero che Papa Francesco incoraggia la
libera discussione e invita a fare scelte pastorali coraggiose, ma
questo che cosa significa? Non sono così sicuro, come sembra esserlo
Riccardi e molti altri, che il Papa abbia in mente chissà quali
«aperture» sulla famiglia. Che cosa significa affermare che dopo questo
Sinodo «non si parlerà più come prima sulla famiglia»? Vuol dire che si
deve parlare di “famiglie” al plurale, cioè vari tipi di famiglia
(etero, omo, single, tripled, ecc.)? Vuol dire che si troverà una via
per ammettere alla Comunione i divorziati risposati senza passare per
una dichiarazione di nullità? Ma anche in questo campo, l’esistente in
molti casi è già sfuggito di mano: in alcune parrocchie i divorziati
risposati sono tranquillamente ammessi alla Comunione; in altre non si
va più tanto per il sottile nel distinguere tra sposati, conviventi,
divorziati risposati: tutti sono ammessi alla Comunione. Già che siamo
nel campo liturgico, che dire di quelle parrocchie (non molte a dire il
vero) dove ormai sono i laici (uomini e donne) che presiedono non solo
la liturgia della Parola in mancanza di un presbitero, ma anche
celebrano l’Eucaristia?
Ora il cambiamento auspicato potrebbe
andare in due sensi: o legalizzare (per così dire) tutto questo
scollamento, facendo una specie di “condono”, anzi giustificandolo con
qualche piccolo aggiustamento (tutto, se si vuole, si può giustificare,
ricorrendo all’ermeneutica); oppure dire: “Cari fratelli, ci siamo messi
su una strada sbagliata, dobbiamo cambiare direzione, perché quella
presa non porta da nessuna parte, anzi porta alla perdizione; dobbiamo
tornare seriamente alla Parola di Dio, cominciando dai comandamenti;
dobbiamo rincentrarci su Cristo e sulla sua grazia, senza la quale nulla
è possibile. Questi sono i cambiamenti che il Signore ci chiede”.
Secondo me il Papa non ha ancora preso posizione, come alcuni fanno
credere, ma sta ponendo le basi senza le quali non è possibile nessun
cammino, e cioè: Cristo, la sua grazia, lo Spirito Santo, la Parola, la
Chiesa, i Sacramenti, il senso del peccato, la riscoperta della
misericordia divina.
Anche sentendo l’aria che tirava al
Sinodo, mi chiedo: ma siamo così accecati che non ci accorgiamo più di
questa “apostasia silenziosa”, di questo “scisma sommerso” che ha
intaccato il cattolicesimo? Ecco allora una possibile interpretazione di
questo difficile pontificato, che è quello di Papa Francesco: forse il
Signore gli ha dato la missione di far emergere questo male nascosto
(chiamiamolo pure “marciume” come ha fatto il Card. Ratzinger), perché
vuole purificare la sua Chiesa. Questa operazione comporta due momenti
distinti, ma correlati: la diagnosi, che va fatta alla luce della Parola
di Dio e del Magistero della Chiesa, non in base alla dottrina del
mondo; la terapia, che è quella usata da Gesù nel Vangelo. La diagnosi,
se vuole essere vera, va fatta senza sconti e, se non si hanno le fette
di salame sugli occhi, è preoccupante. E verrà poi anche il momento di
riaffermare la dottrina. Il problema vero però è la terapia. Oggi non
basta più ripetere la dottrina, perché il popolo cristiano nella pratica
non la recepisce più, è troppo debole, malato spiritualmente, stordito
dalla logica del mondo, disorientato dalla cedevolezza dei pastori e dei
teologi. Per questo occorre ripartire dall’ABC del cristianesimo, come
sta facendo Papa Francesco, per “attirare” gli uomini a Cristo. Però
oltre al cristiano “malato”, e che riconosce di essere tale (cioè
peccatore), c’è il cristiano “giusto”, o che crede di esserlo, il quale
si indigna della misericordia del Padre e si chiude nella sua “durezza
di cuore”. Si rinnova qui la situazione della parabola del “figliol
prodigo” o del “Padre misericordioso”, con i suoi due figli, quello
minore che, peccatore e quasi morto di fame, ha però l’umiltà di
ritornare a casa dal padre; e quello maggiore, l’osservante, che si
indigna per l’accoglienza “esagerata” concessa al fratello, e non vuole
partecipare alla festa.
Se è vero che è questa la missione di Papa Francesco, allora è qualcosa che può portarlo al martirio.
© La Nuova Bussola Quotidiana (05/12/2014)
Pubblicato da kattolika
https://anticattocomunismo.wordpress.com/2014/12/05/un-pontificato-per-far-emergere-lapostasia-silenziosa/
Don Rigoldi al Papa: “Confessione? Dio non si incazza se un giovane si masturba”
di Francesca Martelli
altro fango sui sacerdoti! se è maiale lui non può buttare fango su tutti!!!!forse si è dimenticato che è il miglior modo di seguire Gesù è imitarlo "la verginità per il Regno dei Cieli "!forse lui ha deciso di seguire l'altro...!!
RispondiElimina«IL CELIBATO SACERDOTALE, FONDAMENTI, GIOIE,SFIDE...
RispondiElimina«Gli INSEGNAMENTI DEL PAPA SULL’ARGOMENTO: DA PIO XI A BENEDETTO XVI»" nessun dubbio nella mente di tutti sulla ferma volontà della Chiesa di mantenere la legge che esige il celibato liberamente scelto e perpetuo per i candidati all'Ordinazione sacerdotale nel Rito latino come segno del Regno che non è di questo mondo, segno dell’amore di Dio verso questo mondo nonché dell’amore indiviso del Sacerdote verso Dio e il Popolo di Dio"quindi castità.... purezza......altro che seguire il principe di questo mondo....il cui premio è l'inferno
Pensate che bestia uscita dall'inferno che ammantandosi di buonismo condanna i carcerati e anche altri alla morte eterna in braccia al diavolo.E gli hanno dato la laurea honoris causae . Ma quale laurea , un calcio dove batte il sole dovrebbero darle sporcaccione.!!!! jane
RispondiEliminaContra facta non est argumentum. Bergoglio fa emergere l'apostasia esistente nella Chiesa? CCEERTOO!!!!! La incarna e la diffonde al massimo livello e la "conferma" nei fedeli.
RispondiEliminaCCEERTOO!!!!! La incarna e la diffonde al massimo livello e la "conferma" nei fedeli.
RispondiEliminae QUINDI per lei erano migliori i suoi predecessori, che hanno dato inizio alle danze in modo subdolo,così da lavorare alla stessa grave apostasia senza essere smascherati? Mi faccia il piacere.....
scusi a z ....ma con chi sta ?con l'insegnamento di Gesù o con questo insegnamento che sta palesando papa francesco...veda in germania card .marx che sta già attuando....?
RispondiEliminaAllora mi sono spiegatp male oppure si glissa in altre cose.
EliminaCerto che sto con l'insegnamento di Gesù e messo in pratica dalla Chiesa Cattolica Apostolica preconciliare perchè l'unica e vera.
Quello che non sopporto e non tollero è la difesa dei predecessori conciliari di questo legittimo e pure pessimo papa Francesco.
Troppo comodo e disonesto dare la colpa solo a questo, perchè ripeto questo ultimo e regnante sta facendo ciò che hanno fatto i suoi predecessori conciliari, questi ultimi in modo ambiguo e molto ben calcolato.
Il papato emerito lo ha voluto Ratzinger, lo stesso più volte ha parlato di necessità di un nuovo ordine mondiale, ha pregato in moschea, ha partecipato ai raduni eretici di Assisi, ecc..ecc.
Infine ha dato le dimissioni per restare nascosto, ma allegramente si fa vedere in giro assieme al suo sucessore. Cos'altro Serve ancora per capire che chi appoggia e vuole o giustifica o minimizza le responsabilità del conciliabolo vaticano 2 (da dove sono iniziate le danze per l'apostasia e la rovina della Chiesa e della società) è allo stesso modo colpevole come Bergoglio?
Spero di essermi spiegato un po' meglio. La saluto caramente.
si ha ragione indubbiamente tutto inizia dal cv2....gli altri papi hanno preparato la strada questo dice talmente tutto e il contrario che ormai siamo alla fine!solo l'intervento Divino può fermare la rovina!
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