LE PIRLATE DELLA FROCISMO SENZA LIMITISMO - IN UN CENTRO COMMERCIALE DI PIACENZA, NEL PRESEPE HANNO PIAZZATO DUE SAN GIUSEPPE NELLA STALLA - OLTRE A ESSERE UN “PROVOCAZIONE” LOFFIA E’ UN’IDEA VECCHIA
Continua molestia, per il povero presepe: si è vista pure la povera Moana nuda, in quello allestito anni fa presso l’amministrazione di Bologna, nella Sala d’Ercole - E alcuni anni fa, due deputati della Rosa nel pugno ebbero la bella pensata di piazzare due coppie gay direttamente nel presepe allestito a Montecitorio...
Stefano Di Michele per “il Foglio”
Te piace ’o presepe?” – chiedeva Luca Cupiello a quello screanzato di suo figlio Tommasino. Si sa, come lo sventurato rispose. Puntando almeno, lo sfaccendato, direttamente ad altro: “Voglio ’a zuppa ’e latte!”.
Da qualche anno, invece, tutto si è complicato – ed essendo il tutto frutto della complicazione del politicamente corretto, tutto si è banalizzato. Nessun luogo, al mondo, è ormai molestato come il presepe: chi leva, chi mette, chi corregge, chi sottrae, chi aggiusta, e l’ego dei vari proponenti trabocca fin quasi a cacciare il Bambinello dalla mangiatoia.
Bisogna purtroppo riconoscere che tra i più petulanti – giustissima battaglia, tediosissima prassi – ci sono i paladini dei diritti gay: ché essere gay friendly, tanto allestendo una vetrina in centro quanto nei servizi di concierge in hotel, così come sistemando le statuine del presepe, sempre bella figura (al massimo rapita ispirazione, come gli stilisti quando mettono in passerella una modella con tonaca e giarrettiera a vista: roba così) si fa. La buona sorte mutata in lagna perenne.
Adesso è venuta fuori, ultima ma di sicuro non ultima, questa storia del centro commerciale nel piacentino. A parte l’azzardo e insieme la felicità dell’idea del presepe nel peccaminoso tempio consumista (con annessi e connessi della stalla di Betlemme, siamo decisamente “in partibus infidelium”), mettere due san Giuseppe intorno alla culla, ecco, è l’ennesimo ritorno del (banale) sempre uguale.
Primo, perché la stessa pensata (le statuine del padre putativo vanno via come il pane, e più di quelle delle pecore, in certi frangenti) l’avevano avuta, appena tre anni fa, al centro sociale “Paci’ Paciana” di Bergamo, ove il povero falegname, con un suo clone a ridosso di bue e asinello, stava a simboleggiare “una coppia di fatto”, che esibisce nella mangiatoia il figlio avuto grazie “alla fecondazione eterologa” – trattasi, col terrificante linguaggio che i nuovi diritti accreditano ma che ogni suggestione sradica, di “famiglia omogenitoriale”, in fuga dall’omofobia peninsulare come in seguito dal feroce Erode.
Secondo, proprio a voler restare nell’ambito della correzione politica: e la sottovalutazione della Madonna (della mamma, della donna), al centro di un vertiginoso mistero, dove la mettiamo? Ora, già buona grazia che al posto dei due san Giuseppe non abbiamo messo direttamente Elton John & David Furnish, appena convolati a giuste nozze, pur con i Beckham al posto dei pastorelli – molto più pop e molto più fashion – ma dov’è la correttezza nella logica per cui, per far spazio ai propri convincimenti (che poi, se tutto è omofobia si rischia che niente sia omofobia, a cominciare dagli stronzi che davvero vorrebbero gli omosessuali dove li metteva Hitler) si fanno fuori gli altri protagonisti? Pare, il presepe gay, l’invenzione post-femminista della Madonna oggetto.
Almeno, si legge nelle cronache, nell’allestimento presso il seminario di San Miniato, Maria e Giuseppe sono rimasti al loro posto, e per marcare la giusta causa sono solo stati aggiunti due pastorelli maschi che si tengono mano nella mano, tra ovini e comete – manco fossero al Gay Pride.
Continua molestia, per il povero presepe: si è vista pure la povera Moana nuda, in quello allestito anni fa presso l’amministrazione di Bologna, nella Sala d’Ercole. E alcuni anni fa, due deputati della Rosa nel pugno (do you remember?) ebbero la bella pensata di piazzare due coppie gay (bamboline e bambolotti simil-Barbie) direttamente nel presepe allestito a Montecitorio, e innalzavano cartelli con sopra scritto “Anche in Italia il matrimonio gay come nella Spagna di Zapatero” e “Pacs Now”.
Infiniti i presepi con immigrati di ogni genere, col bambinello dalla pelle scura (forse neanche troppo lontano dall’originale). E nella cattedrale di Agrigento, per la Natività del 2010, Maria e Giuseppe erano al loro posto, ma mancavano i Re Magi. Al loro posto una scritta: “Si avvisa che quest’anno Gesù bambino resterà senza regali: i magi non arriveranno perché sono stati respinti alla frontiera insieme agli altri immigrati”. Così banale essere provocatori per forza. E al di là della buona battaglia, il presepe sta sempre meglio nelle mani di sant’Alfonso Maria de’ Liguori che dell’Arcigay.
Stefano Di Michele per “il Foglio”
Te piace ’o presepe?” – chiedeva Luca Cupiello a quello screanzato di suo figlio Tommasino. Si sa, come lo sventurato rispose. Puntando almeno, lo sfaccendato, direttamente ad altro: “Voglio ’a zuppa ’e latte!”.
Da qualche anno, invece, tutto si è complicato – ed essendo il tutto frutto della complicazione del politicamente corretto, tutto si è banalizzato. Nessun luogo, al mondo, è ormai molestato come il presepe: chi leva, chi mette, chi corregge, chi sottrae, chi aggiusta, e l’ego dei vari proponenti trabocca fin quasi a cacciare il Bambinello dalla mangiatoia.
Bisogna purtroppo riconoscere che tra i più petulanti – giustissima battaglia, tediosissima prassi – ci sono i paladini dei diritti gay: ché essere gay friendly, tanto allestendo una vetrina in centro quanto nei servizi di concierge in hotel, così come sistemando le statuine del presepe, sempre bella figura (al massimo rapita ispirazione, come gli stilisti quando mettono in passerella una modella con tonaca e giarrettiera a vista: roba così) si fa. La buona sorte mutata in lagna perenne.
Adesso è venuta fuori, ultima ma di sicuro non ultima, questa storia del centro commerciale nel piacentino. A parte l’azzardo e insieme la felicità dell’idea del presepe nel peccaminoso tempio consumista (con annessi e connessi della stalla di Betlemme, siamo decisamente “in partibus infidelium”), mettere due san Giuseppe intorno alla culla, ecco, è l’ennesimo ritorno del (banale) sempre uguale.
Primo, perché la stessa pensata (le statuine del padre putativo vanno via come il pane, e più di quelle delle pecore, in certi frangenti) l’avevano avuta, appena tre anni fa, al centro sociale “Paci’ Paciana” di Bergamo, ove il povero falegname, con un suo clone a ridosso di bue e asinello, stava a simboleggiare “una coppia di fatto”, che esibisce nella mangiatoia il figlio avuto grazie “alla fecondazione eterologa” – trattasi, col terrificante linguaggio che i nuovi diritti accreditano ma che ogni suggestione sradica, di “famiglia omogenitoriale”, in fuga dall’omofobia peninsulare come in seguito dal feroce Erode.
Secondo, proprio a voler restare nell’ambito della correzione politica: e la sottovalutazione della Madonna (della mamma, della donna), al centro di un vertiginoso mistero, dove la mettiamo? Ora, già buona grazia che al posto dei due san Giuseppe non abbiamo messo direttamente Elton John & David Furnish, appena convolati a giuste nozze, pur con i Beckham al posto dei pastorelli – molto più pop e molto più fashion – ma dov’è la correttezza nella logica per cui, per far spazio ai propri convincimenti (che poi, se tutto è omofobia si rischia che niente sia omofobia, a cominciare dagli stronzi che davvero vorrebbero gli omosessuali dove li metteva Hitler) si fanno fuori gli altri protagonisti? Pare, il presepe gay, l’invenzione post-femminista della Madonna oggetto.
Almeno, si legge nelle cronache, nell’allestimento presso il seminario di San Miniato, Maria e Giuseppe sono rimasti al loro posto, e per marcare la giusta causa sono solo stati aggiunti due pastorelli maschi che si tengono mano nella mano, tra ovini e comete – manco fossero al Gay Pride.
Continua molestia, per il povero presepe: si è vista pure la povera Moana nuda, in quello allestito anni fa presso l’amministrazione di Bologna, nella Sala d’Ercole. E alcuni anni fa, due deputati della Rosa nel pugno (do you remember?) ebbero la bella pensata di piazzare due coppie gay (bamboline e bambolotti simil-Barbie) direttamente nel presepe allestito a Montecitorio, e innalzavano cartelli con sopra scritto “Anche in Italia il matrimonio gay come nella Spagna di Zapatero” e “Pacs Now”.
Infiniti i presepi con immigrati di ogni genere, col bambinello dalla pelle scura (forse neanche troppo lontano dall’originale). E nella cattedrale di Agrigento, per la Natività del 2010, Maria e Giuseppe erano al loro posto, ma mancavano i Re Magi. Al loro posto una scritta: “Si avvisa che quest’anno Gesù bambino resterà senza regali: i magi non arriveranno perché sono stati respinti alla frontiera insieme agli altri immigrati”. Così banale essere provocatori per forza. E al di là della buona battaglia, il presepe sta sempre meglio nelle mani di sant’Alfonso Maria de’ Liguori che dell’Arcigay.
Presepe gay friendly con due San Giuseppe: polemiche a Piacenza
Allestito in un centro commerciale: non c'è Maria a vegliare su Gesù. La Lega: "Provocazione inaccettabile"
Allestito in un centro commerciale: non c'è Maria a vegliare su Gesù. La Lega: "Provocazione inaccettabile"
Nella capanna balza subito all'occhio l'assenza della Vergine Maria, sostituita volutamente da due San Giuseppe che vegliano il Bambin Gesù.
Dopo che gli era stato segnalato da cittadini, il neo consigliere regionale piacentino dellaLega Nord Matteo Rancan ha pubblicato la foto su Facebook. "Sicuramente è stato un disguido, vero? - scrive l'esponente del Carroccio - mi dicono anche che è stato prontamente rimosso dopo aver ricevuto alcune segnalazioni da parte di seri cittadini. Bene così! La tradizione deve rimanere viva! Manteniamola tale". Indignati alcuni commenti al post del consigliere del Carroccio che parlano di "presepe gay con il bambinello adottato" e di una "provocazione inaccettabile". Nel centro commerciale ci sono diversi negozi, ma non è stato possibile ricostruire in quale fosse stato allestito il presepe. "Ho ricevuto due segnalazioni da cittadini - spiega Rancan contatto dall'Ansa - che mi hanno riferito che il presepe con i due San Giuseppe era in vendita. Hanno protestato con l’addetto alle vendita, ed è stato rimosso. Quindi ho riportato la vicenda su Facebook ed ha suscitato molto interesse e molti commenti".
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http://www.ilgiornale.it/news/politica/presepe-gay-friendly-due-san-giuseppe-polemiche-piacenza-1077752.html
San Giuseppe gay, i pastori gay, le luci massoniche: ma che Natale è?
di Francesco Signoretta – Il Secolo d’Italia, 23/12/2014
Dalle lezioni gay ai presepi gay fino agli addobbi natalizi ispirati ai simboli massonici. È un Nataletrasformato, svuotato, messo al bando. Un Natale di cui non si ricorda la radice profonda, il culto, la religiosità. Tutto viene costruito per soddisfare il politicamente corretto, il Vangelo scritto dalla sinistra, la moda che vede imporsi l’amore omosessuale. Ma non fila liscio, perché si scatena la ribellione della gente comune, delle famiglie che non vogliono vedere toccate le loro tradizioni. (soprattutto la loro Religione!! N.d.r.)
http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=13305
Dalle lezioni gay ai presepi gay fino agli addobbi natalizi ispirati ai simboli massonici. È un Nataletrasformato, svuotato, messo al bando. Un Natale di cui non si ricorda la radice profonda, il culto, la religiosità. Tutto viene costruito per soddisfare il politicamente corretto, il Vangelo scritto dalla sinistra, la moda che vede imporsi l’amore omosessuale. Ma non fila liscio, perché si scatena la ribellione della gente comune, delle famiglie che non vogliono vedere toccate le loro tradizioni. (soprattutto la loro Religione!! N.d.r.)
Gesù bambino accudito da una coppia gay
Fa ancora discutere lo scandalo in un centro commerciale della periferia di Piacenza: il presepe gay friendly con il bambinello adottato da una coppia di fatto. Nel centro commerciale ci sono diversi negozi, ma non è stato possibile ricostruire in quale fosse stato allestito il presepe. L’opera con i due San Giuseppe era in vendita. I cittadini hanno protestato con l’addetto alle vendita, ed è stato rimosso».I pastori che si tengono per mano
A San Miniato invece il dibattito viene scatenato per due manichini. Due personaggi vestiti da pastori che camminano insieme, tenendosi sotto braccio. Tra le mani di uno dei due un cartello ispirato alle parole del Papa: «Cerchiamo di superare la cultura dello “scarto” con la cultura della solidarietà». L’attenzione i è concentrata tutta sulla coppia di pastori che ormai ha acceso anche la curiosità dei media nazionali attirati dalla notizia di un presepe “gay-friendly” realizzato addirittura in Curia, nella stanze del seminario vescovile.Il precedente del 2011: due San Giuseppe e la fecondazione
Gesù bambino, il bue, l’asinello e due San Giuseppe. L’iniziativa, del 2011, fu del centro sociale bergamasco, che allestì un presepe senza Maria, ma col bambinello accudito da genitori gay, rappresentati da due statuette di Giuseppe. Nella visione del centro la sacra famiglia era «una coppia di fatto» che ha «usufruito della fecondazione eterologa».Poi ci sono le luminarie “massoniche”
Come se non bastasse a Bologna hanno fatto discutere le luminarie ispirate all’iconografia della massoneria. L’opera di Luca Vitone è stata fatta sul ponte che scavalca i binari della stazione: una serie di immagini (il triangolo, l’occhio e il circolo di raggi), la cui combinazione, osservata in prospettiva da due luoghi precisi, prende la forma di chiari riferimenti massonici.http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=13305
Trieste, la parola "Gesù" bandita dalla recita di Natale
In una scuola primaria le maestre hanno messo tra parentesi il pensiero di un bimbo che parlava del Natale come "la festa di Gesù". La preside: "Bene, siamo laici"
In una scuola primaria le maestre hanno messo tra parentesi il pensiero di un bimbo che parlava del Natale come "la festa di Gesù". La preside: "Bene, siamo laici"
Non si ferma l'ondata di cristianofobia nel nostro Paese. Sotto Natale si moltiplicano gli attacchi ai simboli della religione cristiana; molto spesso, purtroppo, il teatro di queste aggressioni è la scuola.
Tra presepi vietati e preghiere cancellate, l'ultima censura dei confronti delle celebrazioni per la nascita di Cristo arriva da Trieste. In una scuola elementare della città adriatica le maestre hanno infatti pensato bene di cancellare - o meglio, di mettere tra parentesi - un pensiero scritto da uno dei bimbi per la recita di fine anno, in cui si faceva riferimento al Natale come alla "festa di Gesù". Un concetto evidentemente in se stesso lesivo della sensibilità religiosa degli alunni di altre confessioni. E pertanto degno di essere censurato.
"Quella frase, cancellata per non offendere chi appartiene ad altre religioni, va invece a offendere tutti coloro che festeggiano il Natale non come periodo di regali e vetrine ma come nascita di Gesù Cristo", si lamenta su Facebook la mamma di un allievo dell'istituto primario. "Questo eccesso di zelo da parte delle maestre equivale a vergognarsi di Cristo e nascondere il proprio credo - prosegue la donna - in un momento in cui ricordare la natività di Gesù può aiutare a superare i momenti bui che stiamo vivendo."
Dalla scuola, scrive il quotidiano triestino Il Piccolo, è arrivata la difesa del consiglio d'istituto: "I riferimenti religiosi qui non c'entravano nulla: il momento della recita faceva parte di un percorso seguito durante l’anno e incentrato sui diritti dell'uomo. Non si tratta di mettere in discussione il Natale come festa religiosa per la nascita di Gesù".
Un concetto ribadito anche dalla preside, che ricorda come l'interculturalità e l'inclusività siano da sempre stati i punti di forza dell'offerta formativa dell'Istituto, "che, è bene ricordarlo, è una scuola laica". Una ricorrenza, insomma, da reinterpretare insomma in un'ottica più "laica" ed, evidentemente, più "rispettosa dei diritti dell'uomo". Minacciati, a quanto pare, anche solo dal nome di Gesù.
La colpa è nostra...ecco quello che ci meritiamo! Nessuno parla in difesa della vera religione cattolica, non bisogna offendere le altre religioni e dunque i nemici della Santa Chiesa fanno dei credenti ciò che vogliono! La colpa è nostra che non diamo esempio di fede!
RispondiEliminaSarà lei, laica, signora Preside, io sono Cattolico, credente e praticante, e credo nel Regno Sociale di Cristo, il vecchio detto "cuius regio, eius religio": se lo ricorda? bene, stia sicura che quei tempi torneranno, anche se a lei non sarà dato di vederli. Viva Cristo Re ! e Buon Natale anche a lei, anche se non ci crede. Pace e bene.
RispondiEliminaCristus Vincit, Cristus Regnat, Cristus Imperat ! e buon Natale, signora Preside !