San Giuseppe gay, i pastori gay, le luci massoniche: ma che Natale è?di Francesco Signoretta – Il Secolo d’Italia, 23/12/2014
Dalle lezioni gay ai presepi gay fino agli addobbi natalizi ispirati ai simboli massonici. È un Nataletrasformato, svuotato, messo al bando. Un Natale di cui non si ricorda la radice profonda, il culto, la religiosità. Tutto viene costruito per soddisfare il politicamente corretto, il Vangelo scritto dalla sinistra, la moda che vede imporsi l’amore omosessuale. Ma non fila liscio, perché si scatena la ribellione della gente comune, delle famiglie che non vogliono vedere toccate le loro tradizioni. (soprattutto la loro Religione!! N.d.r.)

Gesù bambino accudito da una coppia gay

Fa ancora discutere lo scandalo in un centro commerciale della periferia di Piacenza: il presepe gay friendly con il bambinello adottato da una coppia di fatto. Nel centro commerciale ci sono diversi negozi, ma non è stato possibile ricostruire in quale fosse stato allestito il presepe.  L’opera con i due San Giuseppe era in vendita. I cittadini hanno protestato con l’addetto alle vendita, ed è stato rimosso».

I pastori che si tengono per mano

A San Miniato invece il dibattito viene scatenato per due manichini. Due personaggi vestiti da pastori che camminano insieme, tenendosi sotto braccio. Tra le mani di uno dei due un cartello ispirato alle parole del Papa: «Cerchiamo di superare la cultura dello “scarto” con la cultura della solidarietà». L’attenzione i è concentrata tutta sulla coppia di pastori che ormai ha acceso anche la curiosità dei media nazionali attirati dalla notizia di un presepe “gay-friendly” realizzato addirittura in Curia, nella stanze del seminario vescovile.

Il precedente del 2011: due San Giuseppe e la fecondazione

Gesù bambino, il bue, l’asinello e due San Giuseppe. L’iniziativa, del 2011, fu del centro sociale bergamasco, che allestì un presepe senza Maria, ma col bambinello accudito da genitori gay, rappresentati da due statuette di Giuseppe. Nella visione del centro la sacra famiglia era «una coppia di fatto» che ha «usufruito della fecondazione eterologa».

Poi ci sono le luminarie “massoniche”

Come se non bastasse a Bologna hanno fatto discutere le luminarie ispirate all’iconografia della massoneria. L’opera di Luca Vitone è stata fatta sul ponte che scavalca i binari della stazione: una serie di immagini (il triangolo, l’occhio e il circolo di raggi), la cui combinazione, osservata in prospettiva da due luoghi precisi, prende la forma di chiari riferimenti massonici.
http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=13305

Trieste, la parola "Gesù" bandita dalla recita di Natale

In una scuola primaria le maestre hanno messo tra parentesi il pensiero di un bimbo che parlava del Natale come "la festa di Gesù". La preside: "Bene, siamo laici"

Non si ferma l'ondata di cristianofobia nel nostro Paese. Sotto Natale si moltiplicano gli attacchi ai simboli della religione cristiana; molto spesso, purtroppo, il teatro di queste aggressioni è la scuola.







Tra presepi vietati preghiere cancellate, l'ultima censura dei confronti delle celebrazioni per la nascita di Cristo arriva da Trieste. In una scuola elementare della città adriatica le maestre hanno infatti pensato bene di cancellare - o meglio, di mettere tra parentesi - un pensiero scritto da uno dei bimbi per la recita di fine anno, in cui si faceva riferimento al Natale come alla "festa di Gesù". Un concetto evidentemente in se stesso lesivo della sensibilità religiosa degli alunni di altre confessioni. E pertanto degno di essere censurato.
"Quella frase, cancellata per non offendere chi appartiene ad altre religioni, va invece a offendere tutti coloro che festeggiano il Natale non come periodo di regali e vetrine ma come nascita di Gesù Cristo", si lamenta su Facebook la mamma di un allievo dell'istituto primario. "Questo eccesso di zelo da parte delle maestre equivale a vergognarsi di Cristo e nascondere il proprio credo - prosegue la donna - in un momento in cui ricordare la natività di Gesù può aiutare a superare i momenti bui che stiamo vivendo."
Dalla scuola, scrive il quotidiano triestino Il Piccolo, è arrivata la difesa del consiglio d'istituto: "I riferimenti religiosi qui non c'entravano nulla: il momento della recita faceva parte di un percorso seguito durante l’anno e incentrato sui diritti dell'uomo. Non si tratta di mettere in discussione il Natale come festa religiosa per la nascita di Gesù".
Un concetto ribadito anche dalla preside, che ricorda come l'interculturalità e l'inclusività siano da sempre stati i punti di forza dell'offerta formativa dell'Istituto, "che, è bene ricordarlo, è una scuola laica". Una ricorrenza, insomma, da reinterpretare insomma in un'ottica più "laica" ed, evidentemente, più "rispettosa dei diritti dell'uomo". Minacciati, a quanto pare, anche solo dal nome di Gesù.