Il cardinale Bertone scrive le sue memorie. Con qualche falla
> “Ecco la mia verità sulla stagione dei tre papi”
Ma della “verità” il cardinale deve avere un concetto molto elastico, visto quello che racconta sulla brutale cacciata di Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza elle IOR, a suo dire “decisa d’accordo con la commissione [cardinalizia] e soprattutto col Santo Padre”:
D. – Eminenza, una delle critiche più dure che le hanno fatto riguarda il suo ruolo di padre padrone nella gestione dello IOR, la banca vaticana.
R. – Non è stato assolutamente così e avremo modo di chiarire tutto.
D. – Con il libro [di memorie] che sta scrivendo?
R. – Ne farà certamente parte. Ero presidente della commissione di vigilanza e agivo di comune accordo con i cardinali. È stato detto che spesso erano contrari alle mie decisioni, ma anche questo non è vero. Eravamo sintonizzati e rispettosi dello statuto. Quanto a me, era mio compito anche ascoltare il presidente e il Consiglio di sovrintendenza e l’agenda di tutti gli incontri lo conferma. Non ero né il padrone né il despota della banca. E ogni decisione era sempre presa in accordo col Santo Padre. D’altra parte lo IOR ha una sua organizzazione che ha sempre funzionato…
D. – Non sempre molto bene.
R. – Non parlo dei problemi del passato ma di questi ultimi anni. Glielo dico in sincerità, non ho la coscienza di aver prevaricato. Ho sempre lavorato a norma di statuto, e deciso d’accordo con la commissione e soprattutto col Santo Padre.
D. – Anche per l’estromissione del presidente Gotti Tedeschi?
R. – Assolutamente sì. Anche per quell’avvicendamento.
A sentire l’altra campana, infatti, cioè il segretario personale di Benedetto XVI Georg Gänswein, intervistato da “Il Messaggero” del 22 ottobre 2013, il papa non concordò affatto con Bertone la cacciata di Gotti Tedeschi. Anzi, la seppe solo a cose fatte e ne fu amaramente colpito:
D. – È vero che papa Ratzinger fui tenuto all’oscuro della cacciata di Gotti Tedexchi dallo IOR?
R. – Ricordo bene quel momento. Era il 24 maggio. Quel giorno vi fu anche l’arresto del nostro aiutante di camera, Paolo Gabriele. Contrariamente a quello che si pensa non vi è nessun nesso tra i due eventi, semmai solo una coincidenza sfortunata, persino diabolica. Benedetto XVI, che aveva chiamato Gotti allo IOR per portare avanti la politica della trasparenza, restò sorpreso, molto sorpreso per l’atto di sfiducia al professore. Il papa lo stimava e gli voleva bene, ma per rispetto delle competenze di chi aveva responsabilità scelse di non intervenire in quel momento. Successivamente alla sfiducia il papa anche se per motivi di opportunità non ha mai ricevuto Gotti Tedeschi ha mantenuto i contatti con lui in modo adatto e discreto.
Nemmeno la commissione cardinalizia di vigilanza sullo IOR fu concorde sulla estromissione di Gotti Tedeschi, stando a quanto asserito da questi sul “Catholic Herald” dello scorso 8 gennaio:
“La commissione cardinalizia non ratificò il voto di sfiducia verso di me del consiglio dello IOR. Alcuni cardinali infatti mi sostenevano nei miei sforzi e nella mia professionalità e si rifiutarono di approvare una tale decisione”.
Sul “Catholic Herald” Gotti Tedeschi ha aggiunto anche questo, a proposito di Bertone:
“Il segretario di Stato mi disse personalmente da parte di Benedetto XVI il 7 Febbraio 2013: il papa aveva deciso di riabilitare immediatamente la mia figura – una decisione che non fu mai messa in atto dopo le dimissioni di Benedetto XVI”.
E nemmeno, si può aggiungere, dopo l’elezione a papa di Francesco.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/02/13/il-cardinale-bertone-scrive-le-sue-memorie-con-qualche-falla/
Ebbene...tante cose non le sapremo veramente mai perchè il Vaticano è un mondo chiiuso e ci fanno sapere solo quello che ci vogliono far sapere...il tal Bertone parla di "coincidenza sfortunata"...ma per favore!!! Come la morte di Papa Luciani, l'omicidio suicidio di una guardia svizzera, il comandante e la moglie. E sull'aiutante di camera siamo sicuri che sia andato tutto come ci hanno raccontato? Fa bene chi dice che il tizio Bertone dovrebbe ritirarsi a vita privata. Preghiera, digiuno e penitenza. Invece ancora chiaccchera, fa vita più che agiata e scrive libri. Secondo voi devolverà l'incasso delle sue verità in opere di bene? Mah...è proprio vero: libera nos Domine!
RispondiEliminaSempre tanta smania di protagonismo. Non sappia la tua mano sinistra quello che fa la destra, altrimenti avrai solo il compenso del mondo . jane
RispondiEliminaAggiungiamoci anche le menzogne di bertone sull'ultima parte del terzo segreto di fatima. Che bruci nella geenna.
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