ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 18 febbraio 2015

Solo 20 dollari..!




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Talk about seizing a "holy" opportunity.

Seven months before Pope Francis' first papal visit to the United States, one small business is ready to cash in on the historic event.
Toymaker Bleacher Creatures is best known for its 10-inch plush figures of famous athletes like New York Yankees' Derek Jeter, the Red Sox's David Ortiz and, most recently, Tom Brady and Rob Gronkowski of the New England Patriots.
So how does the Pope fit in to this sporty mix?
"Everyone agrees that [the Pope is] an inspirational figure who's tremendously popular around the world," said Matthew Hoffman, CEO of Plymouth, Pa.-based Bleacher Creatures. "He fits in perfectly in our universe of true-to-life plush figures."
The Pope Francis plush figure costs $19.99 and will hit stores in July.



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In addition to the Pope, the firm is also releasing figures based on comic book characters and superheroes, including Batman, the Green Lantern, Superman and Harley Quinn.
The idea for Bleacher Creatures struck Hoffman four year ago, at a baseball game with his kids.
"I wanted to buy them toys at the ballpark, but there weren't many options," he said. So he decided to turn athletes into plush, cuddly characters.
He was on to something.
Hoffman launched the business in 2011 and hit $1 million in revenue in the first six months. Since then, he's acquired coveted licensing deals with the NFL, MLB, NBA, NHL, and most recently DC Comics and Warner Bros.
"What's really interesting is that half of our customers are kids and half are adults," he said.
Although he doesn't expect any backlash for the Pope plush, Hoffman said he's crossing the t's and dotting his i's.
"We've done our due diligence and I don't think we're upsetting anyone," he said. "And yes, we have reached out to the Vatican and would love to officially partner with them."

Papa Francesco invitato in un programma sportivo: ecco quale

L’idea deriva dal fatto che l’attuale Pontefice sia un grande comunicatore, 

oltre che appassionato di calcio

Tutti pazzi per Papa Francescol’attuale Pontefice argentinoche circa un mese compirà tre anni di mandato. Bergoglio, col suo atteggiamento anticonvenzionale, simpatico, aperto e, diciamolo pure, rivoluzionario, sta attirando l’attenzione e le simpatie anche di chi non si ritiene credente. Ma la sua non è solo una questione di immagine, sta cambiando molte cose anche nel Vaticano stesso, tra rimozioni e iniziative, come quella delle docce e dei barbieri per i clochard. Certo, anche lui non manca di essere sotto il mirino, come accaduto di recente nelle Filippine, ma il ruolo che ricopre porta anche a esporsi a certi rischi.
Presto potremmo vederlo anche in televisione e non per l’Angelus domenicale. Bensì in un Talk show (no, neanche da Bruno Vespa, Floris, Porro, Giannini e quant’altri). Bensì ospite in un programma sportivo, con il presentatore che a La Zanzara su Radio24 ha rivelato di avergli spedito un invito, puntando non solo sulle sue doti di comunicatore, ma anche sulla sua mai nascosta passione calcistica. Per il San Lorenzo. Vediamo allora dove potremmo vederlo, nell'eventualità che davvero il pontefice accetti un simile invito.

L’invito di Pierluigi Pardo


A spedirgli l’invito, come rivelato da Libero, è stato il presentatore e telecronista diMediaset Pierluigi Pardo, nella sua vivace trasmissione sportiva Tiki Taka, in onda da oltre un anno su Italia Uno in tarda serata. La trasmissione si caratterizza per il suo non essere ingessata e convenzionale, perché lancia diversi scoop e retroscena, e per il fatto che tra gli invitati figurano spesso personaggi pittoreschi. Come il Presidente della Sampdoria Ferrero o l’attaccante del Parma Antonio Cassano. Bene, ora potremmo vederci, ovviamente collegato in esterna, anche Papa Francesco. A La Zanzara Pardo ha ammesso di essere un megalomane, ma ha anche detto che "questo è un Papa pop, che ama il calcio. E il calcio è una religione laica, che unisce tutti". Riuscirà nell’impresa? Magari anche con una diretta telefonica, altro mezzo che Bergoglio ha dimostrato di saper bene utilizzare.
Un papa comunista?


18 Febbraio 2015
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Papa Bergoglio è l'ultimo comunista rimasto al mondo, almeno in quello occidentale. Nel suo videomessaggio del 7 febbraio inviato ai partecipanti (grandi imprenditori, manager, politici) a «Le idee di Expo 2015» dedicato al cibo, Bergoglio ha affermato: «No a un'economia dell'esclusione e dell'iniquità. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in Borsa. Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole». E ancora: «Ci sono alcune scelte prioritarie da compiere: rinunciare all'autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire innanzitutto sulle cause strutturali dell'iniquità». Il Sommo Pontefice non lo può fare apertamente ma questo, fra le righe, è un attacco frontale al mercato, al denaro, all'«economia di carta» per usare un titolo di un famoso saggio di D.T. Bazelon del 1964, che sono proprio le «cause strutturali dell'iniquità» che Bergoglio denuncia. È questo tipo di economia che riduce alla fame, su cui si spargono tante lacrime di coccodrillo, i Paesi poveri (e gli stessi poveri dei Paesi ricchi). L'esempio emblematico è quello dell'Africa Nera. Ai primi del Novecento, con le sue economie di sussistenza (autoproduzione e autoconsumo) l'Africa era alimentarmente autosufficiente. Lo era ancora, in buona sostanza (al 98%), nel 1961. Ma da quando ha cominciato ad essere aggredita dall'integrazione economica -prima era considerata un mercato del tutto marginale e poco interessante- le cose sono precipitate. L'autosufficienza è scesa all'89% nel 1971, al 78% nel 1978. Per sapere quello che è successo dopo non sono necessarie le statistiche: basta guardare le drammatiche immagini che ci vengono dal Continente Nero e i suoi disperati flussi migratori. Eppure in questo stesso periodo la produzione mondiale dei cereali di base, riso, grano e mais, è aumentata rispettivamente del 30, 40 e 50 per cento e una crescita, sia pur modesta, della produzione di questi alimenti c'è stata anche in Africa. Ma gli africani, come tanta altra gente dei Paesi cosiddetti 'in via di sviluppo', muoiono lo stesso di fame. Perché in un'economia mondiale integrata, di mercato e monetaria, il cibo non va dove ce n'è bisogno, ma dove c'è il denaro per acquistarlo. Va ai maiali dei ricchi americani e in generale al bestiame dei Paesi industrializzati, se è vero che il 66% della produzione mondiale dei cereali è destinato all'alimentazione degli animali dei Paesi ricchi (dati FAO). Il paradosso dei paradossi è che i poveri del Terzo Mondo sono costretti a vendere alle bestie occidentali il cibo che potrebbe sfamarli. È la legge del mercato e del denaro.
Non si tratta quindi di portare ai Paesi poveri i nostri pelosi 'aiuti', che anzi, integrandoli ancor più nel mercato globale, finiscono per strangolarli del tutto. Non si tratta di 'salvare' nessuno. L'Africa, come s'è visto, stava molto meglio quando si salvava da sola. Si tratta di cambiare radicalmente l'orientamento del nostro pensiero -sulla linea di Bergoglio- rimettendo al centro del sistema l'uomo e relegando l'economia al ruolo secondario che ha sempre avuto prima che apparisse come forte classe sociale il mercante, precursore della più odiosa di tutte le figure, l'Imprenditore (che si spellava le mani al messaggio di Bergoglio) da cui quasi tutti noi oggi dipendiamo come 'schiavi salariati'. Una mission impossible di fronte alla quale anche quelle di un Papa sono parole al vento.
Massimo Fini 

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