ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 10 aprile 2015

Panzanerotte

Le panzane dei persecutori dei Francescani dell'Immacolata


Prima dello tsunami
Poiché continuano ad arrivare richieste di informazioni ma anche molte illazioni provocatorie sulla vicenda dei Francescani dell'Immacolata [vedi archivio], recentemente evoluta con la notizia che la Guardia di Finanza di Avellino ha eseguito il sequestro preventivo di beni la cui proprietà è riferibile alle associazioni “Missione dell’Immacolata” e “Missione del Cuore Immacolato”, cerchiamo di fare un po' di chiarezza, sulla base di informazioni assunte da fonti attendibili.

Com'è noto, il sequestro fa seguito ad una ipotesi di truffa aggravata e falso ideologico, secondo cui i beni che appartenevano all’Istituto religioso dei Francescani dell'Immacolata sarebbero passati nelle mani di persone e di associazioni esterne alla struttura religiosa.

Non do' voce, di proposito, a certe fonti; ma sento il dovere e la necessità di riaffermare la verità dei fatti rispetto alle strumentalizzazioni e alla subdola manipolazione della realtà che vengono propinate anche attraverso i media: penso ad esempio alle recenti notizie diramate da Zenit, che raccoglie le dichiarazioni dei dissidenti attualmente appartenenti ai neo-FI, con l'esclusione e l'isolamento totale di quanti, non exclaustrati, sono tuttora fedeli al carìsma originario. Parto dunque da quanto pubblicato da Vatican Insider [qui] per smentirne la conclusione, con i dati  di seguito riportati, comprese tutte le illazioni annesse e connesse da parte di chi ha voluto tutto questo e persegue e prosegue la sua opera distruttrice di un Ordine fiorente come pochi o forse come nessun altro. Conclude subdolamente V.I.:
«È possibile che l'affidamento in extremis dei beni dei Francescani dell'Immacolata a persone esterne servisse a favorire la nascita di un nuovo istituto d’impostazione liturgica tridentina, dopo i dissidi interni che hanno portato al commissariamento con una procedura iniziata già durante il pontificato di Benedetto XVI».
Premetto una circostanza rivelatrice: il fatto che finché il card. Franc Rodé è rimasto pro-prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, i dissidenti - poi ribelli - non hanno mosso un dito. Appena dimesso lui per limiti di età (dicembre 2011) e dopo la nomina del cardinale brasiliano João Braz de Aviz, si sono precipitati in Congregazione con la loroquerelle perseguendo l’adattamento alle “mutate condizioni dei tempi” rispetto alla “stretta osservanza” e minacciando padre Manelli di denunciarlo se non si fosse ritirato. Il problema era la messa e l'ufficio tridentino denunciati come presunta imposizione.

Osservo che, seppure ci fosse stata una tale imposizione - cosa difficile da credere dato che l'ordine era rigorosamente biritualista -, sarebbe stato e sarebbe più logico ipotizzare che chi non si fosse trovato d'accordo col Fondatore uscisse dall'ordine piuttosto che esautorarlo. Sta di fatto, tuttavia, che la temperie attuale è totalmente dalla parte dei dissidenti divenuti ri-fondatori.
Non avendo peraltro trovato, per delegittimare padre Manelli, alcun appiglio canonico che di fatto non esiste, hanno dapprima colpito la Messa Tridentina e qualunque afflato tradizionale, poi hanno tirato in ballo l'autoreferenzialità. Successivamente hanno cercato di delegittimare definitivamente il Fondatore usando la giustizia civile attraverso la vicenda dei beni => consegna a Pilato.
Ed ora vediamo qual è la realtà autentica:
  1. I beni non sono mai stati di proprietà  dell'Ordine dei Francescani dell'Immacolata fin dall'inizio.
    Padre Stefano Maria Manelli, che aveva approfondito le Fonti Francescane e gli scritti di san Massimiliano Maria Kolbe, si sentì molto interpellato dal decreto conciliare Perfectae Caritatis, che invitava al ritorno alle fonti originarie per un rinnovamento della vita consacrata.
    La fondazione del nuovo Ordine fu preceduta (fin dal 1970) da un'esperienza vissuta all'interno dell'ordine di appartenenza col consenso dei Superiori. Nel 1990 furono completate le costituzioni del nuovo Istituto, con approvazione dapprima diocesana e poi pontificia da parte di Giovanni Paolo II. Fin da allora padre Manelli chiese alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica che l'Ordine stesso non fosse intestatario di alcun bene, per poter vivere pienamente, insieme ai suoi Frati ed alle Suore, il carìsma della perfetta povertà francescana, secondo la clausola inserita nella Regola in base alla quale nessun aderente all'Ordine poteva disporre di alcuna proprietà.
    La Congregazione replicò che non era possibile e non aderì neppure alla conseguente proposta di Padre Manelli di intestare i beni dell'Ordine alla Congregazione stessa, plausibilmente per le necessità di responsabilità diretta della gestione. Fu dunque concordato, d'intesa con la Congregazione, che i beni fossero intestati a Associazioni non ecclesiastiche.
    La gestione iniziale non fu felice e costellata di problemi creati da amministratori fraudolenti. Fu per questo motivo che, nel corso degli anni successivi maturò, sempre nella stessa ottica, una diversa organizzazione e furono avviati e stabiliti presupposti civili, il cui iter lungo e complesso è maturato prima del commissariamento e perfezionato in concomitanza di esso. Si stabilì dunque di affidare i beni a persone di fiducia nell'ambito delle associazioni «Missione dell’Immacolata» e «Missione del Cuore Immacolato», costituite da fedeli seguaci laici della spiritualità dell'Ordine, di provata professionalità e dotati delle indispensabili capacità organizzative e gestionali. 
  2. Alle Associazioni è affidata la sola gestione del patrimonio, costituito da lasciti e proprietà confluite soprattutto nei tempi più recenti. Questi beni non sono mai stati usati per le spese correnti dei conventi e delle missioni. Dunque, non è esatto affermare che ora i beni sequestrati potranno essere destinati alle attività correnti dei frati, visto che essi hanno sempre vissuto in Conventi di proprietà dei vescovi (tranne alcuni delle Suore che risiedono in Case di proprietà dell'Ordine) da sempre autogestiti e dipendenti dalla carità spicciola dei benefattori, molti dei quali, in conseguenza dell'accaduto, hanno sospeso le loro erogazioni.
  3. I conventi, per le spese e attività correnti, dunque, non sono mai stati finanziati col patrimonio costituito dai beni, ma con le elargizioni benefiche contingenti. 
  4. Non può apparire strano o sospetto che un padre si preoccupi della sua famiglia ed è normale che padre Manelli abbia comunque cercato di cautelarsi a suo modo perché nella gestione dei beni non ci fosse distrazione di intenti.
  5. Da ricordare che il commissario è stato oggetto di denuncia per diffamazione da parte di alcuni laici [vedi] della quale non si conoscono gli esiti. Inoltre, sorvolando sull'anomalia sul piano giudiziario, sarebbe stato opportuno, sul piano morale, che, come parte in causa, egli rifiutasse la custodia giudiziaria del patrimonio delle Associazioni. Oltretutto lo stesso provvedimento mette nelle sue mani (altra anomalia) anche i beni in uso al ramo femminile, le Suore Francescane dell’Immacolata, senza che egli abbia ricevuto specifico mandato canonico in tal senso.

4 commenti:

  1. Io sono la mamma di una persona consacrata e conosco benissimo padre Stefano Manelli ed anche i persecutori di padre Stefano.Dico solo che coloro che hanno infangato padre Manelli dovrebbero vergognarsi e strisciare in ginocchio e chiedere perdono al padre e a Dio . Non voglio dire di più . jane

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  2. Cara Jane,
    congratulazioni per avere in casa questa Grazia!
    Io non conosco padre Manelli, ma ho visto tanti frutti buoni della sua opera, che ha suscitato tanta invidia e,forse, odio.
    Per chi ha operato il male contro di lui e la sua opera, non prego solo che si vergogni, ma che si penta, anche se il pentimento, se non è vero fino in fondo, può portare alla fine di Giuda che ebbe i trenta denari, ma che furono la causa della sua rovina.
    Coi vari kommissari vaticani in giro, non mi stupirei..

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    1. Grazie caro amico. Benediciamo Dio ogni giorno per ogni suo santo consacrato, e preghiamo il Signore che ce ne mandi tanti e tanti santi.jane

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    2. "Quante!... Che giovani!!...Che carine !!!" è stato il commento sfuggito, tra lo stupefatto e l'ammirato, a mio marito quando, circa tre anni fa, in una località vicina al più importante santuario mariano d' Italia, ci siamo imbattuti in un gruppo di Suore Francescane dell' Immacolata... chissà dove saranno ora quelle suorine: potevano avere più o meno l'età di mia figlia. Erano come una bella aiuola di vocazioni al servizio di Dio: che la Madonna le protegga e permetta di conservare quella bella vocazione segno manifesto di un grande amore verso Dio anche per noi che ci arrabattiamo a cercare di vivere da buoni cattolici in un mondo sempre più distante dagli insegnamenti di Cristo.

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