Un progetto molto diverso da quello che sembra animare alcune Conferenze episcopali che recentemente si erano date appuntamento “clandestino” in alcuni locali che si trovano nello stabile della Università Gregoriana. Per loro i temi caldi del Sinodo, quelli su cui si dovrebbe puntare per una innovazione della Chiesa, vanno dalla benedizione delle seconde nozze, fino all'accoglienza delle coppie dello stesso sesso, passando per l'accesso all'eucarestia ai divorziati risposati. Secondo il teologo africano Edouard Ade, segretario generale dell'Università Cattolica dell'Africa Occidentale, questa attenzione per certi temi sarebbe parte di una vera e propria «strategia dei tedeschi». Così si sarebbe espresso nella sua relazione tenuta all'incontro che i vescovi africani hanno organizzato ad Accra (Ghana) nei giorni scorsi, presenti cinque cardinali, tra cui Robert Sarah, e 45 vescovi.
L'incontro di Accra aveva l'obiettivo di una concertazione in vista del prossimo Sinodo di ottobre, dove sembra che il Continente africano svolgerà un ruolo chiave. Il professor Ade ha tenuto una relazione dal titolo “Le aspettative del Sinodo” e ha parlato di una manovra di alcune Conferenze episcopali volta ad aprire varchi nella prassi pastorale. Secondo quanto riporta il vaticanista Sandro Magister questi “varchi” sarebbero i famosi “casi particolari” della relazione Kasper. Visto che certi temi non sono raggiungibili (benedizione seconde nozze e coppie omosessuali), la “strategia” opererebbe in modo diversivo insistendo sulla via mediana tra chi vuole troppo e subito, e quelli che, invece, si mostrano senza misericordia. Una volta aperti, questi varchi permetterebbero di ottenere di fatto quello che non può essere ottenuto di diritto, avendo cura di sottolineare sempre che il cambio di prassi non ha nulla a che vedere con un cambio della dottrina. Il caso tipico è l'accesso all'eucaristia ai divorziati risposati; a questo proposito è interessante quanto ha scritto di recente il cardinale Ennio Antonelli in un libretto che abbiamo già presentato. Il presidente emerito del Pontificio Consiglio della famiglia mette in guardia anche da chi vuole presentare elementi positivi in qualsiasi coppia di conviventi, o da chi sostiene che l'indissolubilità sia un “ideale” troppo elevato e non alla portata di tutti. Due elementi da cui ha messo in guardia il professor Ade in quel di Accra.
Il cardinale Sarah, intervenendo all'incontro dei vescovi africani, ha specificato che si dovrà parlare al Sinodo «con chiarezza e con una sola voce, con amore filiale per la Chiesa», avendo cura di «ribadire l'insegnamento di Cristo sul matrimonio» e di «proteggere la famiglia da tutte le ideologie che vogliono distruggerla e quindi anche dalle politiche nazionali e internazionali che impediscono di promuoverne i valori positivi». I temi caldi del Sinodo, quelli per cui ci sarebbe, appunto, una “strategia” in atto, non possono essere al centro del dibattito, ma non vanno elusi, semmai occorre affrontarli in modo chiaro. «Mi auguro, anzi sono convinto», ha dichiarato monsignor Ganswein all'Adnkronos, «che la sana dottrina e la tradizione cattolica saranno le guide sicure per trovare le giuste soluzioni rispetto alle questioni delicate».
Dal Vaticano nuove ratifiche di padri che saranno al Sinodo 2015
Dopo le ratifiche dello scorso gennaio, e quelle di marzo, oggi viene ufficializzata un’altra serie di nomine approvate dalla Santa Sede per il prossimo Sinodo di ottobre. Si tratta di padri eletti dalle rispettive conferenze episcopali e che, appunto, prenderanno parte all’assemblea ordinaria dei vescovi.
Oltre ai quattro italiani – i cardinali Bagnasco e Scola, e i vescovi Brambilla e Solmi – spicca la nutrita pattuglia africana, il Brasile, il Canada e la Polonia.
I vescovi polacchi furono particolarmente attivi nel Sinodo 2014 per promuovere la dottrina su matrimonio e famiglia indicata dal santo papa polacco Giovanni Paolo II. Come sappiamo mons. Henryk Hoser, che è tra i padri che saranno al prossimo Sinodo, si è espresso con molta forza nel denunciare un “tradimento” della Chiesa nei confronti di San Giovanni Paolo II, proprio sul terreno della pastorale famigliare. Allo stesso modo il presidente della conferenza episcopale polacca, mons. Stanisław Gadecki, anch’egli tra i padri del prossimo sinodo, fu molto chiaro nel corso dell’assise straordianaria. “Il nostro obiettivo principale – disse – è di sostenere la famiglia pastoralmente, non di colpirla, esponendo situazioni difficili che esistono, ma che non costituiscono il nucleo dell’esperienza familiare.”
Di opinione diversa è mons. Joan Bonny, vescovo di Anversa e unico padre sinodale nominato per la chiesa del Belgio. Le sue posizioni sono note e divergono abbastanza vistosamente non solo da quelle dei suoi confratelli polacchi, ma anche da quelle dell’ormai ex primate del Belgio, mons. Leonard, che ha recentemente consegnato le sue dimissioni al Papa per raggiunti limiti di età. Su posizioni meno forti di quelle di mons. Bonny si trova il padre maltese mons. Mario Grech, ma in più occasioni si è dimostrato disponibile ad approfondire la prassi ortodossa per il divorzio e le seconde nozze.
Tra i superiori generali spicca la figura di P. Adolfo Nicola Pachon SJ, superiore dei Gesuiti, noto per le sue posizioni aperte. Durante lo scorso Sinodo dichiarava a Vatican Insider che «può esserci più amore cristiano in un’unione canonicamente irregolare che in una coppia sposata in chiesa».
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