OMELIA A SANTA MARTA
Medjugorje, il Papa sui veggenti: «Questa non è identità
cristiana»
Il Pontefice: «La Madonna non manda emissari». E poi mette in guardia: «Non annacquate l’identità cristiana in una religione soft»
Pochi giorni dopo l’annuncio del Papa, fatto sull’aero che lo riportava da Sarajevo che«presto ci saranno decisioni su Medjugorje», nell’omelia di oggi a Santa Marta, Papa Francesco ha criticato «quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana» e hanno «dimenticato che sono stati scelti, unti», che «hanno la garanzia dello Spirito». E poi un riferimento nemmeno troppo velato a quanto accade nel Santuario della Bosnia e alle apparizioni verso le quali in Vaticano c’è un forte scetticismo: «Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio e vivono di questo?», si è chiesto. «Questa - ha affermato - non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama “Gesù” e niente di più».
No a una religione «soft»
Il Pontefice nella lunga omelia celebrata alla domus di Santa Marta ha ricordato che «l’identità cristiana richiede un lungo cammino»; e che è «concreta, non una religione soft»: un altro rischio per la testimonianza cristiana - ha detto - è la mondanità di chi «allarga la coscienza» così tanto da farci entrare dentro tutto. E questo anche se l’identità cristiana, giacché «siamo peccatori viene tentata; le tentazioni vengono sempre» e l’identità «può indebolirsi e può perdersi». «La croce – ha continuato – è uno scandalo» e quindi c’è chi cerca Dio «con queste spiritualità cristiane un po’ eteree», gli «gnostici moderni».
INCONTRO ANNULLATO
Il tema delle apparizioni che si verificherebbero dal 1981 a sei veggenti della Bosnia Erzegovina - contro le quali già in passato si erano pronunciati sia Bergoglio che Benedetto XVI - è tornato d’attualità dopo che è stato annullato l’incontro del 20 giugno a Sestola con la veggente di Medjugorje, Vicka Ivankovic. Della cancellazione dell’evento aveva dato notizia giorni fa il giornalista Paolo Brosio sul suo sito. «Agli organizzatori dell’evento si è ricordato che fino ad ogni ulteriore disposizione da parte della Santa Sede ci si deve attenere a ciò che è stato stabilito dai vescovi dell’ex Jugoslavia nella Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991: “Sulla base delle ricerche finora compiute non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni di natura soprannaturale”, e pertanto non è consentito al clero e ai fedeli di nessuna Diocesi di partecipare a incontri o celebrazioni pubbliche nelle quali verrebbe data per scontata la loro attendibilità». A questo principio di prudenza si è attenuta anche la Diocesi di Modena e gli organizzatori dell’evento hanno deciso di annullare l’incontro».
«STIAMO PER PRENDERE DECISIONI»
Papa Francesco intende dunque pronunciarsi presto sulle apparizioni e ha ricordato la commissione voluta da Benedetto XVI e presieduta dal cardinale Camillo Ruini, con altri cardinali e teologi specialisti. «Lo studio mi è stato consegnato dopo 3 o 4 anni. Un bel lavoro», ha detto il Papa. Che ha promesso: «Siamo lì per prendere decisioni, che si diranno».
Il Papa: "Veggenti con le lettere di Maria? Non è fede cristiana"
Nell'omelia pronunciata a Santa Marta il Papa sembra prendere le distanze dalle apparizioni di Medjugorje
Nell'omelia pronunciata a Santa Marta il Papa sembra prendere le distanze dalle apparizioni di Medjugorje
"Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? Per esempio, no? E vivono di questo.
Questa non è identità cristiana.
L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più". Ha usato parole dure Papa Francesconell’omelia mattutina pronunciata a Casa Santa Marta. Con un discorso incentrato sull’identità cristiana il pontefice ha puntato il dito contro "quelli che sempre hanno bisogno di novità, dell’identità cristiana" e hanno "dimenticato che sono stati scelti, unti" che "hanno la garanzia dello Spirito".
Nemmeno troppo velato il riferimento a quanto accade nel Santuario della Bosnia, con le apparizioni di Medjugorje. Sulle cui "apparizioni" il Papa nei giorni scorsi ha fatto sapere che presto farà conoscere i suoi orientamenti. Dal no secco della Chiesa a una timida apertura, si pensava. Anche se le ultime parole di Bergoglio fanno pensare che il Santo Padre non modificherà di molto la linea scettica del Vaticano su Medjugorje.
L’identità cristiana, giacché "siamo peccatori, è tentata, viene tentata; le tentazioni vengono sempre" e l’identità "può indebolirsi e può perdersi". "È vero - ha però aggiunto il Pontefice - c’è il peccato, e il peccato ci fa cadere, ma noi abbiamo la forza del Signore per alzarci e andare con la nostra identità. Secondo Bergoglio, dunque »anche che il peccato è parte della nostra identità: siamo peccatori, ma peccatori con la fede in Gesù Cristo. E non è soltanto una fede di conoscenza, no. È una fede che è un dono di Dio e che è entrata in noi da Dio. È Dio stesso che ci conferma in Cristo. E ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo, ci ha dato la caparra, il pegno dello Spirito nei nostri cuori. È Dio che ci dà questo dono dell’identità"
Francesco: non vivete inseguendo le rivelazioni dei veggenti
Il Papa a Santa Marta: non annacquare l'identità cristiana in una religione «soft»; attenzione alla mondanità di chi «allarga la coscienza» così tanto da permettere l’ingresso di tutto
DOMENICO AGASSO JRROMA
Ha messo in guardia da chi vuole trasformare il cristianesimo in una «bella idea». Ha esortato a non «annacquare» l'identità cristiana in una religione «soft». Quindi, ha ribadito che un altro rischio per la testimonianza dei fedeli di Gesù è la mondanità di chi «allarga la coscienza» così tanto da permettere l’ingresso di tutto. Sono tutti passaggi dell’omelia mattutina di papa Francesco a Casa Santa Marta, sintetizzata da Radio Vaticana.
Il Pontefice ha svolto la sua predica muovendo dalle parole di San Paolo ai Corinzi, ai quali parla dell'identità dei discepoli di Gesù. È vero, ha detto, che «per arrivare a questa identità cristiana», Dio «ci ha fatto fare un lungo cammino di storia» fino a quando inviò suo Figlio. «Anche noi - ha evidenziato - dobbiamo fare nella nostra vita un lungo cammino, perché questa identità cristiana sia forte» così da poterne dare «testimonianza».
«È vero, c’è il peccato – ha detto - e il peccato ci fa cadere, ma noi abbiamo la forza del Signore per alzarci e andare con la nostra identità. Ma io direi anche che il peccato è parte della nostra identità: siamo peccatori, ma peccatori con la fede in Gesù Cristo. E non è soltanto una fede di conoscenza, no. È una fede che è un dono di Dio e che è entrata in noi da Dio. È Dio stesso che ci conferma in Cristo. E ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo, ci ha dato la caparra, il pegno dello Spirito nei nostri cuori. È Dio che ci dà questo dono dell’identità».
Fondamentale, ha aggiunto, «è essere fedele a quest'identità cristiana e lasciare che lo Spirito Santo, che è proprio la garanzia, il pegno nel nostro cuore, ci porti avanti nella vita».
I cristiani non sono persone che vanno «dietro a una filosofia», ha avvertito, «siamo unti» e con la «garanzia dello Spirito». «È un'identità bella - ha sottolineato - che si fa vedere nella testimonianza. Per questo Gesù ci parla della testimonianza come il linguaggio della nostra identità cristiana». E questo anche se l'identità cristiana, giacché «siamo peccatori, è tentata, viene tentata; le tentazioni vengono sempre» e l'identità «può indebolirsi e può perdersi».
Il Papa ha messo in guardia da due vie pericolose: «Prima quella del passare dalla testimonianza alle idee, annacquare la testimonianza. “Eh sì, sono cristiano. Il cristianesimo è questo, una bella idea. Io prego Dio”. E così, dal Cristo concreto, perché l'identità cristiana è concreta - lo leggiamo nelle Beatitudini; questa concretezza è anche in Matteo 25: l'identità cristiana è concreta - passiamo a questa religione un po' soft, sull'aria e sulla strada degli gnostici. Dietro c'è lo scandalo. Questa identità cristiana è scandalosa. E la tentazione è: “No, no, senza scandalo”».
«La croce - ha precisato - è uno scandalo» e quindi c'è chi cerca Dio «con queste spiritualità cristiane un po' eteree», gli «gnostici moderni». Poi, ha avvertito, ci sono «quelli che sempre hanno bisogno di novità dell'identità cristiana» e hanno «dimenticato che sono stati scelti, unti» che «hanno la garanzia dello Spirito» e cercano: «”Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?” Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L'ultima parola di Dio si chiama “Gesù” e niente di più».
Un'altra strada per fare passi indietro nell'identità cristiana, ha aggiunto, è la mondanità: «Allargare tanto la coscienza che lì c'entra tutto. “Sì, noi siamo cristiani, ma questo sì...” Non solo moralmente, ma anche umanamente. La mondanità è umana. E così il sale perde il sapore. E vediamo comunità cristiane, anche cristiani, che si dicono cristiani, ma non possono e non sanno dare testimonianza di Gesù Cristo. E così la identità va indietro, indietro e si perde, e questo nominalismo mondano che noi vediamo tutti i giorni. Nella storia di salvezza Dio, con la sua pazienza di Padre, ci ha portato dall’ambiguità alla certezza, alla concretezza dell’incarnazione e la morte redentrice del suo Figlio. Questa è la nostra identità».
San Paolo, ha aggiunto in conclusione, si vanta del Figlio di Dio «fatto uomo e morto per obbedienza», «questa è l’identità ed è lì la testimonianza»; è una grazia che «dobbiamo chiedere al Signore: che sempre ci dia questo regalo, questo dono di un’identità che non cerca di adattarsi alle cose» fino «a perdere il sapore del sale».
(a cura Redazione "Il sismografo")
Riproponiamo la cronaca dell'Osservatore Romano nella sua edizione del 14 novembre 2013 della Meditazione mattutina di Papa Francesco a Santa Marta ("Spirito di saggezza che vince la curiosità mondana"). Allora le parole del Santo Padre ebbero grande risonanza sulla stampa e spesso furono lette in rapporto con la questione di Medjugorje, sulla quale si è tornato a parlare in questi giorni dopo quanto il Pontefice ha detto rientrando da Sarajevo. Molti articoli dell'epoca ricordarono che le "apparizioni private" di Medjugorje sarebbero oltre 40 mila e dunque a molti sembrò plausibile e pertinente stabilire un rapporto, seppure intepretativo, tra le parole del Papa e questa questione.
Oggi, martedì 9 giugno, il Papa, nella sua omelia è tornato sullla questione dei “veggenti” dicendo: “Prima quella del passare dalla testimonianza alle idee, annacquare la testimonianza. ‘Eh sì, sono cristiano. Il cristianesimo è questo, una bella idea. Io prego Dio’. E così, dal Cristo concreto, perché l’identità cristiana è concreta – lo leggiamo nelle Beatitudini; questa concretezza è anche in Matteo 25: l’identità cristiana è concreta – passiamo a questa religione un po’ soft, sull’aria e sulla strada degli gnostici. Dietro c’è lo scandalo. Questa identità cristiana è scandalosa. E la tentazione è: ‘No, no, senza scandalo’” (…) “La croce è uno scandalo” e quindi c’è chi cerca Dio “con queste spiritualità cristiane un po’ eteree”, gli “gnostici moderni”.
Poi, ha avvertito, ci sono “quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana” e hanno “dimenticato che sono stati scelti, unti” che “hanno la garanzia dello Spirito” e cercano: “‘Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?’ Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama ‘Gesù’ e niente di più”. Un’altra strada per fare passi indietro nell’identità cristiana, ha aggiunto, è la mondanità. (Fonte: Radio Vaticana - Osservatore Romano).
Riproponiamo la cronaca dell'Osservatore Romano nella sua edizione del 14 novembre 2013 della Meditazione mattutina di Papa Francesco a Santa Marta ("Spirito di saggezza che vince la curiosità mondana"). Allora le parole del Santo Padre ebbero grande risonanza sulla stampa e spesso furono lette in rapporto con la questione di Medjugorje, sulla quale si è tornato a parlare in questi giorni dopo quanto il Pontefice ha detto rientrando da Sarajevo. Molti articoli dell'epoca ricordarono che le "apparizioni private" di Medjugorje sarebbero oltre 40 mila e dunque a molti sembrò plausibile e pertinente stabilire un rapporto, seppure intepretativo, tra le parole del Papa e questa questione.
Oggi, martedì 9 giugno, il Papa, nella sua omelia è tornato sullla questione dei “veggenti” dicendo: “Prima quella del passare dalla testimonianza alle idee, annacquare la testimonianza. ‘Eh sì, sono cristiano. Il cristianesimo è questo, una bella idea. Io prego Dio’. E così, dal Cristo concreto, perché l’identità cristiana è concreta – lo leggiamo nelle Beatitudini; questa concretezza è anche in Matteo 25: l’identità cristiana è concreta – passiamo a questa religione un po’ soft, sull’aria e sulla strada degli gnostici. Dietro c’è lo scandalo. Questa identità cristiana è scandalosa. E la tentazione è: ‘No, no, senza scandalo’” (…) “La croce è uno scandalo” e quindi c’è chi cerca Dio “con queste spiritualità cristiane un po’ eteree”, gli “gnostici moderni”.
Poi, ha avvertito, ci sono “quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana” e hanno “dimenticato che sono stati scelti, unti” che “hanno la garanzia dello Spirito” e cercano: “‘Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?’ Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama ‘Gesù’ e niente di più”. Un’altra strada per fare passi indietro nell’identità cristiana, ha aggiunto, è la mondanità. (Fonte: Radio Vaticana - Osservatore Romano).
(NdR)
(Osservatore Romano - 14 novembre 2013) È dallo spirito della «curiosità mondana» e dall'ansia di conoscere il futuro cercando di impadronirsi anche dei progetti di Dio che Papa Francesco ha messo in guardia nella messa celebrata giovedì mattina, 14 novembre, nella cappella della Casa Santa Marta.
La meditazione del Pontefice ha preso spunto dalla prima lettura della liturgia, tratta dal Libro della Sapienza (7,22-8,1). Il passo biblico, ha spiegato, «ci fa una descrizione dello stato dell'anima dell'uomo e della donna spirituali», quasi una carta d'identità spirituale del vero cristiano e della vera cristiana che vivono «nella sapienza dello Spirito Santo». Una sapienza fondata su uno «spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile». L'atteggiamento giusto è proprio quello di «andare avanti, dicono i santi, con buono spirito». Il cristiano, dunque, è chiamato a «camminare nella vita con questo spirito: lo spirito di Dio che ci aiuta a giudicare, a prendere decisioni secondo il cuore di Dio. E questo spirito ci dà pace, sempre. È lo spirito di pace, lo spirito d'amore, lo spirito di fraternità».
La santità – ha puntualizzato il Papa – è proprio questo». È ciò «che Dio chiede ad Abramo: cammina nella mia presenza e sii irreprensibile. E' questo, è questa pace». Si tratta quindi di «andare sotto la mozione dello spirito di Dio e di questa saggezza. E quell'uomo e quella donna che camminano così, si può dire che sono un uomo e una donna saggi. Un uomo saggio e una donna saggia, perché si muovono sotto la mozione della pazienza di Dio».
Ma nel brano evangelico di Luca (17, 20-25), ha proseguito il Pontefice, «noi ci troviamo davanti a un altro spirito, contrario a questo della sapienza di Dio: lo spirito di curiosità. È quando noi vogliamo impadronirci dei progetti di Dio, del futuro, delle cose, conoscere tutto, prendere in mano tutto». Nel passo di Luca si legge che i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il Regno di Dio?». E il Papa ha commentato: «Curiosi! Volevano conoscere la data, il giorno...».
Proprio questo «spirito di curiosità – ha spiegato – ci allontana dallo spirito della sapienza», perché ci spinge a guardare solo «i dettagli, le notizie, le piccole notizie di ogni giorno: come si farà questo? È il come, è lo spirito del come». A giudizio del Papa «lo spirito di curiosità non è un buono spirito: è lo spirito di dispersione, di allontanarsi da Dio, lo spirito di parlare troppo».
In proposito Gesù ci dice «una cosa interessante: questo spirito di curiosità, che è mondano, ci porta alla confusione». Il Santo Padre lo ha spiegato richiamandosi alle parole di Gesù riferite dal passo evangelico: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”». In questi casi – ha notato – è «la curiosità» a spingerci a «sentire queste cose. Ci dicono: Il Signore è qua, è là, è là! Ma io conosco un veggente, una veggente che riceve lettere della Madonna, messaggi della Madonna». E il Pontefice ha commentato: «Ma, guardi, la Madonna è Madre! E ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni». In realtà, «queste novità allontanano dal Vangelo, allontanano dallo Spirito Santo, allontanano dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio».
Papa Francesco ha quindi ribadito l'insegnamento di Gesù: il Regno di Dio «non viene in modo da attirare l'attenzione» ma viene nella saggezza; «il Regno di Dio è in mezzo a voi». E «il Regno di Dio è questo lavoro, quest'azione dello Spirito Santo che ci dà la saggezza, che ci dà la pace. Il Regno di Dio non viene nella confusione. Come Dio non parlò al profeta Elia nel vento, nella tormenta, nel tifone. Parlò nella soave brezza, la brezza che era sapienza».
Quindi il Pontefice ha riproposto un pensiero di Teresa di Gesù Bambino, a lui particolarmente cara. «Santa Teresina» ha ricordato «diceva che lei doveva fermarsi sempre davanti allo spirito di curiosità. Quando parlava con un'altra suora e questa suora raccontava una storia, qualcosa della famiglia, della gente, e alcune volte passava a un altro argomento, lei aveva voglia di conoscere la fine di quella storia. Ma sentiva che quello non era lo spirito di Dio, perché è uno spirito di dispersione, di curiosità».
«Il Regno di Dio è in mezzo a noi» ha concluso Papa Francesco ripetendo le parole del Vangelo. E ha invitato a «non cercare cose strane, non cercare novità con questa curiosità mondana. Lasciamo che lo spirito ci porti avanti con quella saggezza che è una soave brezza. Questo è lo spirito del Regno di Dio di cui parla Gesù».
L'Osservatore Romano, 14 novembre 2013.
(Osservatore Romano - 14 novembre 2013) È dallo spirito della «curiosità mondana» e dall'ansia di conoscere il futuro cercando di impadronirsi anche dei progetti di Dio che Papa Francesco ha messo in guardia nella messa celebrata giovedì mattina, 14 novembre, nella cappella della Casa Santa Marta.
La meditazione del Pontefice ha preso spunto dalla prima lettura della liturgia, tratta dal Libro della Sapienza (7,22-8,1). Il passo biblico, ha spiegato, «ci fa una descrizione dello stato dell'anima dell'uomo e della donna spirituali», quasi una carta d'identità spirituale del vero cristiano e della vera cristiana che vivono «nella sapienza dello Spirito Santo». Una sapienza fondata su uno «spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile». L'atteggiamento giusto è proprio quello di «andare avanti, dicono i santi, con buono spirito». Il cristiano, dunque, è chiamato a «camminare nella vita con questo spirito: lo spirito di Dio che ci aiuta a giudicare, a prendere decisioni secondo il cuore di Dio. E questo spirito ci dà pace, sempre. È lo spirito di pace, lo spirito d'amore, lo spirito di fraternità».
La santità – ha puntualizzato il Papa – è proprio questo». È ciò «che Dio chiede ad Abramo: cammina nella mia presenza e sii irreprensibile. E' questo, è questa pace». Si tratta quindi di «andare sotto la mozione dello spirito di Dio e di questa saggezza. E quell'uomo e quella donna che camminano così, si può dire che sono un uomo e una donna saggi. Un uomo saggio e una donna saggia, perché si muovono sotto la mozione della pazienza di Dio».
Ma nel brano evangelico di Luca (17, 20-25), ha proseguito il Pontefice, «noi ci troviamo davanti a un altro spirito, contrario a questo della sapienza di Dio: lo spirito di curiosità. È quando noi vogliamo impadronirci dei progetti di Dio, del futuro, delle cose, conoscere tutto, prendere in mano tutto». Nel passo di Luca si legge che i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il Regno di Dio?». E il Papa ha commentato: «Curiosi! Volevano conoscere la data, il giorno...».
Proprio questo «spirito di curiosità – ha spiegato – ci allontana dallo spirito della sapienza», perché ci spinge a guardare solo «i dettagli, le notizie, le piccole notizie di ogni giorno: come si farà questo? È il come, è lo spirito del come». A giudizio del Papa «lo spirito di curiosità non è un buono spirito: è lo spirito di dispersione, di allontanarsi da Dio, lo spirito di parlare troppo».
In proposito Gesù ci dice «una cosa interessante: questo spirito di curiosità, che è mondano, ci porta alla confusione». Il Santo Padre lo ha spiegato richiamandosi alle parole di Gesù riferite dal passo evangelico: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”». In questi casi – ha notato – è «la curiosità» a spingerci a «sentire queste cose. Ci dicono: Il Signore è qua, è là, è là! Ma io conosco un veggente, una veggente che riceve lettere della Madonna, messaggi della Madonna». E il Pontefice ha commentato: «Ma, guardi, la Madonna è Madre! E ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni». In realtà, «queste novità allontanano dal Vangelo, allontanano dallo Spirito Santo, allontanano dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio».
Papa Francesco ha quindi ribadito l'insegnamento di Gesù: il Regno di Dio «non viene in modo da attirare l'attenzione» ma viene nella saggezza; «il Regno di Dio è in mezzo a voi». E «il Regno di Dio è questo lavoro, quest'azione dello Spirito Santo che ci dà la saggezza, che ci dà la pace. Il Regno di Dio non viene nella confusione. Come Dio non parlò al profeta Elia nel vento, nella tormenta, nel tifone. Parlò nella soave brezza, la brezza che era sapienza».
Quindi il Pontefice ha riproposto un pensiero di Teresa di Gesù Bambino, a lui particolarmente cara. «Santa Teresina» ha ricordato «diceva che lei doveva fermarsi sempre davanti allo spirito di curiosità. Quando parlava con un'altra suora e questa suora raccontava una storia, qualcosa della famiglia, della gente, e alcune volte passava a un altro argomento, lei aveva voglia di conoscere la fine di quella storia. Ma sentiva che quello non era lo spirito di Dio, perché è uno spirito di dispersione, di curiosità».
«Il Regno di Dio è in mezzo a noi» ha concluso Papa Francesco ripetendo le parole del Vangelo. E ha invitato a «non cercare cose strane, non cercare novità con questa curiosità mondana. Lasciamo che lo spirito ci porti avanti con quella saggezza che è una soave brezza. Questo è lo spirito del Regno di Dio di cui parla Gesù».
L'Osservatore Romano, 14 novembre 2013.
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/06/vaticano-papa-francesco-la-madonna-
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ANCHE GLI SCANDALI. In più, luci e ombre si gettano sul santuario tra accuse di business, celebrità che vi si recano in pellegrinaggio e persino scandali come quello che nel 2009 ha portato alla cacciata, con le accuse di stupro ed eresia, del francescano Tomislav Vlasic, 'padre spirituale' dei sei veggenti. È dal 1981, quando sei ragazzini di uno sperduto paesino della Bosnia-Erzegovina raccontarono di apparizioni quotidiane della Madonna, continuate poi con cadenza mensile fino ad oggi (se ne conterebbero decine di migliaia, oltre 40 mila riferì già nel 2006 il vescovo di Mostar, mons. Ratko Peric), che Medjugorje è una vera e propria calamita per i fedeli. Sul caso, il cardinal Ratzinger volle vederci chiaro già quando era a capo della Congregazione per la dottrina della Fede. Il verdetto fu cauto - «Non è accertato che i fenomeni siano soprannaturali» - ma tale da chiudere la porta al riconoscimento ufficiale del santuario a riprova della diffidenza che si coltivava a Roma.
UNA SPERANZA PER I MALATI. Poi, da papa, nel 2010 l'istituzione della commissione di studio guidata dal cardinale Camillo Ruini, che ha lavorato per cinque anni (anche con incontri con una delle veggenti), fino alla consegna del responso al successore di Benedetto XVI, papa Francesco. Intanto Medjugorje cresceva imponendosi come uno dei santuari mariani più gettonati, con file chilometriche di malati disperati invocanti il miracolo tra cui non pochi volti noti. Tra le tante personalità che vi si sono recate anche un cardinale del calibro dell'arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, che vi ha celebrato messa.
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Il papa contro i veggenti cristiani
Francesco: «La Madonna non manda emissari». E critica chi «ha bisogno di novità» per avere fede.
Papa Francesco si è schierato contro i 'veggenti' delle apparizioni cristiane. Senza citare esplicitamente il santuario di Medjugorje, il pontefice ha chiesto: «Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L'ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più».
Francesco ha poi criticato «quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana» e hanno «dimenticato che sono stati scelti, unti», che «hanno la garanzia dello Spirito».
Francesco ha poi criticato «quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana» e hanno «dimenticato che sono stati scelti, unti», che «hanno la garanzia dello Spirito».
Mejjugorie, 35 anni tra fede e businness
Un santuario discusso ma popolarissimo. Che vanta, nei suoi quasi 35 anni di esistenza, ben oltre i 50 milioni di pellegrini, con un numero impressionante di conversioni. Un flusso numeroso e costante di fedeli, che non si è interrotto neanche sotto i bombardamenti della guerra nell'ex Jugoslavia. Un luogo, Medjugorje, che a partire dalle prime apparizioni della Vergine ai sei veggenti adolescenti il 24 giugno 1981, fattesi poi quotidiane, è diventato una delle mete di pellegrinaggi mariani più frequentate al mondo, pur senza il riconoscimento ufficiale della Chiesa.
MOTORE DI BUSINNESS. Amato dalle masse cattoliche e anche da numerosi vip (tutti ricordano Paolo Brosio), il viaggio nella cittadina dell'Erzegovina resta per tutti un momento di grande suggestione. E anche motore di un grande business per i tour operator religiosi. Chi torna da Medjugorje, al di là dei molti dubbi sulla veridicità della apparizioni che circolano anche nella Chiesa, ne resta fortemente colpito. E anche per questo essere un grande serbatoio di fede popolare, che non andava dispersa, le gerarchie cattoliche non hanno finora mai voluto esprimersi contro, nonostante vescovi locali spingessero in questo senso. Con l'asserito dialogo costante con la 'Gospa' (la Signora) che i sei veggenti dicono di vedere a cadenza mensile, in questi decenni Medjugorje non ha ancora dissolto i dubbi se si sia in presenza di fenomeni soprannaturali o di suggestione. Il nodo rimane infatti tutto da sciogliere, sospeso com'è tra il fenomeno di devozione popolare inarrestabile e il suo 'status' per così dire informale di santuario.
MOTORE DI BUSINNESS. Amato dalle masse cattoliche e anche da numerosi vip (tutti ricordano Paolo Brosio), il viaggio nella cittadina dell'Erzegovina resta per tutti un momento di grande suggestione. E anche motore di un grande business per i tour operator religiosi. Chi torna da Medjugorje, al di là dei molti dubbi sulla veridicità della apparizioni che circolano anche nella Chiesa, ne resta fortemente colpito. E anche per questo essere un grande serbatoio di fede popolare, che non andava dispersa, le gerarchie cattoliche non hanno finora mai voluto esprimersi contro, nonostante vescovi locali spingessero in questo senso. Con l'asserito dialogo costante con la 'Gospa' (la Signora) che i sei veggenti dicono di vedere a cadenza mensile, in questi decenni Medjugorje non ha ancora dissolto i dubbi se si sia in presenza di fenomeni soprannaturali o di suggestione. Il nodo rimane infatti tutto da sciogliere, sospeso com'è tra il fenomeno di devozione popolare inarrestabile e il suo 'status' per così dire informale di santuario.
UNA SPERANZA PER I MALATI. Poi, da papa, nel 2010 l'istituzione della commissione di studio guidata dal cardinale Camillo Ruini, che ha lavorato per cinque anni (anche con incontri con una delle veggenti), fino alla consegna del responso al successore di Benedetto XVI, papa Francesco. Intanto Medjugorje cresceva imponendosi come uno dei santuari mariani più gettonati, con file chilometriche di malati disperati invocanti il miracolo tra cui non pochi volti noti. Tra le tante personalità che vi si sono recate anche un cardinale del calibro dell'arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, che vi ha celebrato messa.
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