ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 9 giugno 2015

Rain And Tears ...

Paolo Brosio, l'appello a Papa Francesco:
"Protegga Medjugorje, non la lasci sola"


«Il Papa non lasci sola Medjugorje, la protegga, so che ce l'ha nel cuore». È l'appello di Paolo Brosio, giornalista e da tempo devoto alla Madonna di Medjugorie, in attesa del pronunciamento finale del Vaticano sulle apparizioni mariane che dal 1981 si verificherebbero a sei veggenti nella Bosnia Erzegovina. 

Una decisione che - come assicurato da papa Francesco di ritorno da Sarajevo - arriverà a breve. «Io non mi fido della Congregazione per la dottrina della fede, mi fido invece dei lavori svolti dal cardinal Ruini - sottolinea Brosio all'Adnkronos - Sono certo che entro la fine del mese si arriverà a una definizione». Brosio azzarda l'ipotesi «che Medjugorje verrà riconosciuta come luogo di culto e di preghiera indipendentemente dalla veridicità della apparizioni e della vita dei veggenti».


D'altronde, sostiene il giornalista, «il luogo è stato scelto da Dio come luogo santo e lo si vede dai frutti». Circa 1.800.000 persone, il 60% italiani, ogni anno si recano a Medjugorje. «Ruini per tre anni e mezzo ha lavorato sul caso Medjugorje, consegnando le carte nel gennaio 2014 - ricorda Brosio -. Le sue conclusioni - ho le mie fonti - sono positive. Mi domando perché la Congregazione per la dottrina della fede non legge le sue carte? In 18 mesi il cardinale Müller non ha fatto nulla, da lui nessuna decisione, si è solo limitato a bloccare i gruppi di preghiera ispirati a Medjugorje, in periodo di crisi spirituale».

Il giornalista si riferisce all'ultimo caso a Sestola, uno dei tanti. «La Congregazione per la dottrina della fede - dice Brosio - ha impedito un incontro di preghiera a Sestola con la veggente di Medjugorje: il 20 giugno, 5.000 persone dovevano andare all'incontro, autorizzato già da due anni, ma una lettera del prefetto della Congregazione, il cardinale Müller, ha bloccato tutto impedendo alla gente di pregare. Da un cardinale ti aspetti il contrario».

Quindi, aggiunge il giornalista, «fino a che non si prenderanno decisioni su Medjugorje, sanando le spaccature interne alla Chiesa e arrivando a una linea comune, vivremo questa assurda situazione». L'auspicio di Brosio è che una volta che Medjugorje sia riconosciuto come luogo di culto dal Vaticano «venga poi affidato ai francescani minori. Mi auguro anche - conclude il giornalista - che la sua giurisdizione non dipenda più dal vescovo della diocesi di Mostar perché lui è stato sempre contro Medjugorje».

MEDJUGORJE, I RISCHI DELLA SCOMUNICA DI PAPA FRANCESCO

Medjugorje, i rischi della scomunica di Papa Francesco
09 giugno 2015, intelligo
Medjugorje, i rischi della scomunica di Papa Francesco
"Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? Questa non è identità cristiana". L'omelia di Papa Francesco a Santa Marta colpisce nel cuore Medjugorje. 

Secondo il Pontefice "la Madonna non manda emissari" che critica "quelli che sempre hanno bisogno di novità dell'identità cristiana" e hanno "dimenticato che sono stati scelti, unti", che "hanno la garanzia dello Spirito".

Riproponiamo, in risposta, il reportage da Medjugorje pubblicato da "La Croce" di Mario Adinolfi e successivamente da Intelligo, nel quale il direttore Fabio Torriero oltre alla cronaca quotidiana del pellegrinaggio, già aveva posto alcuni mesi fa in modo critico il tema del riconoscimento o meno delle apparizioni, ponendo l'accento sui rischi che la Chiesa potrebbe correre lasciando il luogo di grandi conversioni e devozione in mano al fai da te laico, ai santoni, al pensiero magico....  

Abbiamo evidenziato in rosso, le parti che oggi tornano attuali. 

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Medjugorje. Una grande chiesa bianca che si staglia verso il Cielo azzurro. Monti aspri e brulli che salgono fino in Paradiso. Paradiso che scende sulla Terra. E ci parla. E ci salva. Medjugorje è chi batte le mani, chi sta in silenzio durante l’Adorazione, chi fa la Comunione e piange a dirotto, chi guarda in alto verso il sole aspettando un segno; sono i bambini che dicono con voce dolce e stentata, a mo’ di fiaba, il Santo Rosario; sono le canzoni, i fazzoletti variopinti; è l’incrociarsi di pellegrini di tutte le nazioni, con bandiere e cappelli colorati; pellegrini che intonano canti religiosi e pregano. E’ sudore vero, è caldo, è freddo. Stanchezza e felicità. Medjugorje sono i sacerdoti di frontiera e di trincea, sono i tossicodipendenti, gli orfani di guerra, i tanti convertiti e i tanti miracolati. Sono i veggenti e le testimonianze di chi ci è stato, di chi ci è tornato, di chi ci va sempre.

Santità e lacrime vissute sulla propria pelle, dentro le scarpe, nei vestiti, e a piedi nudi (spesso sanguinanti). Dio qui si tocca con mano. Dio vissuto, amato, cercato, mangiato, respirato.

Medjugorie è tutto e il suo contrario. Pure le maldicenze, il gossip sui veggenti, la mafia bosniaca che appalta e controlla alberghi e pullman. Un business allettante (negozi, simboli, oggetti di culto) in mano agli eredi moderni dei mercanti del Templio. Un luogo neutro, una zona franca tollerata dalle autorità politiche, che porta ancora i segni “diversi” della recente guerra civile.Una terra martoriata, che ha visto prima la dittatura comunista di Tito, poi la carneficina, nel nome di un primato etnico e di una identità religiosa, usate strumentalmente per legittimare soltanto governi-persona e caste tiranniche. 

Ma non importa. Dove c’è Dio, Gesù e la Madonna, c’è anche il diavolo. E’ l’eterna lotta tra il bene e il male. Ciò che conta è la speranza. Sono le conversioni del cuore, le guarigioni dell’anima (prima che del fisico), l’oceano vociante delle confessioni a cielo aperto. “Siamo tutti non perfetti, ma perdonati”, ha detto un sacerdote durante l’omelia. Una fratellanza universale che entra nei polmoni, nella carne. Nel valore unico e supremo della relazione. 

1 maggio. La veggente, ma sarebbe meglio chiamarla mistica, Vicka, come preannunciato, deve parlare. Offrire la sua testimonianza. La sua casa, leggermente decentrata, rispetto ad un centro abitato, scomposto e disordinato, popolato da ex case rurali, oggi neo-casette-bene, di primo mattino è già occupata da un’enorme folla umana. Ancora una volta, canti, preghiere, il Rosario, svenimenti, sguardi ispirati e curiosi. E un forte odore di erba e di fiori, provenire dal basso, “genius loci” arcaico e arcano.

C’è chi aspetta il miracolo, il Segno venire dall'alto. Nel cielo limpido, infatti, si vedono chiaramente tre immense croci bianche formate da nuvole. Ma, nonostante il Segno evidente, non esulto, mi sembra stranamente normale; percepisco dentro di me, come se fosse la voce della mia coscienza, che il tema non è il segno esterno, il problema sono io, è la mia disposizione d’animo, la mia lettura mentale; sono le mie categorie culturali, razionali, la mia apertura alare limitata. 

Mi faccio una domanda: “Se mi fossi trovato di fronte a Giovanni Battista, nel deserto, intento a battezzare folli, invasati, disperati, peccatori, penitentes; se l’avessi ascoltato declamare i Salmi e annunciare solenne il Regno, cosa avrei pensato, provato? Le stesse cose che sto provando e pensando qui. Avrei visto forse le stesse persone che sto vedendo qui. Allora come ora. Loro come me. Tutto è uguale. Tutto è lo stesso. Dipende soltanto dal cuore. 

Il messaggio di Vicka è chiaro e mi inchioda: “Non leggete, non parlate, ma sentite Dio… la preghiera del cuore… pregate col cuore, pregate per il piano di Dio su di voi”. Come volevasi dimostrare. 

Ecco il punto: questo è stato il senso profondo della mia conversione a 50 anni. “Il piano di Dio su di me”, le grazie che mi sono arrivate partendo dalla consapevolezza della mia fragilità. Dio che scrive righe dritte sulle righe storte. 

La trasformazione, la nuova identità (stare nella relazione con Dio), la missione (portare il perdono). E soprattutto la bellezza; la bellezza della vita, del Vangelo, della Parola, del saper puntare sul bello, sul buono. Esattamente come Vicka quando ricorda le risposte date da Maria a loro, piccoli contadinelli, durante le prime apparizioni: “Perché sono bella? Perché amo”. Io, la conversione non l’ho cercata, mi è arrivata, come una chiamata. Un atto d’amore ricevuto. Che spetta a me adesso rendere. 

Vicka conclude con le armi semplici e millenarie dei cattolici: “Confessione, digiuno, preghiera, Bibbia, Santa Messa”. 

“Medjugorje non è un evento, ma un’esperienza. Cerchiamo lo straordinario, non lo strano”. 

Faccio mie le parole del nostro accompagnatore: don Paolo Lojudice, neo vescovo, che ci ha fatto da padre spirituale e da confessore. Un’altra grazia. Come la visita al Villaggio della Madre che ospita e accoglie da decenni gli orfani della guerra, i figli della disperazione e della solitudine. Una comunità voluta da padre Slavko Barbaric, un’icona storica di Medjugorje. Vedere quei bambini diventati ragazzi sorridenti, offrire al mio gruppo di pellegrini del succo di melograno, mi ha spinto ad una considerazione intellettuale: se il comunismo, col suo ateismo di Stato ha rafforzato specularmente, per reazione, l’identità cattolica, il pericolo ora è il relativismo, il nichilismo o peggio, lo scippo dei messaggi cristiani dentro una nuova religione umanitaria, buonista e secolarizzata. Se la Chiesa disconoscerà Medjugorje la lascerà in mano a guru improvvisati e santoni di professione. In una parola, alle sette, al pensiero magico, funzionale all’ateismo.

Il Grande Crocifisso con la “M” di Medjugorje col Cristo adagiato sul dorso, rispecchia l’inizio della mia conversione: le lacrime che diventano sorgente (“Beati gli afflitti, saranno consolati”). Alla Santa Messa ricevendo la Comunione mi commuovo. E’ la prima volta che accade. 

2 maggio. Appuntamento alla Croce Blu, la veggente Mirjana incontra la Madonna. E’ l’Apparizione attesa, come ogni 2 maggio. Piove, la folla sterminata cammina a fatica facendosi largo tra sterpaglie, siepi, viottoli, sentieri fangosi, pieni di pietre. Specchio del cammino della nostra vita. Il fango che ci fa fare un passo avanti e due indietro. Tanti spintoni, preghiere, canti. 

All’ora stabilita tutto si ferma, la natura si ferma, gli uccelli smettono di cantare. I pellegrini attendono. Un silenzio di migliaia di persone che sembra inondare la terra. Intercede Mirjana: “La Madonna chiede di pregare per i sacerdoti. E’ preoccupata per i giovani, si stanno perdendo”. Affido mio figlio alla Madonna. E prego per i tanti sacerdoti che ho conosciuto, che amo, strumenti della Provvidenza che hanno accompagnato il mio cammino (il mio amico di infanzia ritrovato don Fabio Rosini e Padre Roberto Pasolini, padre Andrea). Ringrazio i 10 Comandamenti, i 5 sensi, i 7 segni, il Padre Nostro, le Beatitudini (la formazione di Don Fabio): la Parola, l’ascolto, l’obbedienza, il perdono. Se sono qui è per il benevolo, paterno, schiaffone di Gesù. I sacerdoti devono essere aiutati, sostenuti. Contribuiscono a salvare le nostre anime. Sono esposti a tanti, troppi, attacchi. 

Salgo sul monte Podbrdo che costeggia la Croce Blu. Il percorso è sempre più accidentato. Penso alla Parabola del chicco di grano: quanto è simile, talvolta, il mio cammino di fede al chicco che casca sui sassi, fa crescere velocemente il grano che, però, soffoca subito. E’ la religione emotiva, fatta di scelte estemporanee, sentimentali, senza fondamento. Salgo verso la cima (dove c’è la statua della Madonna, delle altre apparizioni, e un altro Crocifisso), col proposito di far cadere la parola di Dio (il chicco di grano) sulla terra fertile, feconda, dopo aver attraversato, ovviamente, il terreno di spine (ogni scelta implica una rinuncia, ossia l’uomo vecchio, gli idoli che, come le spine, fanno male, ma che garantiscono il vino nuovo). 

Pomeriggio. Il Cristo risorto (dietro la chiesa principale), che trasuda dalla gamba destra del liquido organico, che tutti accarezzano con fazzoletti, che tutti usano come unguento miracoloso per i propri e altrui mali, mi riconcilia con l’Apostolo Tommaso e con l’Emorroissa, che ha voluto toccare un lembo del mantello di Cristo: toccare non è paganesimo, ma esperienza personale, incontro, anche fisico, come Gesù incarnato, vero Dio e vero Uomo. 

L’Adorazione notturna è un’esperienza magnifica. Un silenzio mistico che avvolge e affratella migliaia di persone, rotto solo dal canto di Dio, nella voce melodiosa (“Gesù ti ama e tu?”), e negli arpeggi virtuosi della chitarra di Suor Angelica, che il giorno dopo, durante l’incontro nella sua Comunità, dei Figli del Divino Amore, mi dirà: “Torna presto, ti aspetto”. 

La notte stellata si spegne (o si accende), lasciando una piccola stella solitaria e spendente: a forma di croce (secondo segno). Proprio nel posto dove il giorno dopo sorgerà il sole. Penso alla Stella del Mattino. 

3 maggio. “Noi siamo tralci, lui è la vite”. Il sacerdote alla messa, ci parla del Dio creatore, Redentore e amico.

Per la seconda volta mi commuovo all’eucarestia. La Comunità di Madre Rosaria mi sfonda mi cuore e buca l’anima: la testimonianza di Michele, ex tossicodipendente, poi convertito, in odore di diventare sacerdote, è un altro segno. La Madonna è la relazione tra noi, peccatori, perdonati, convertiti, uomini nuovi. Al pranzo comunitario incontro Silvia Buso, una ragazza che ricorda nella sua freschezza e disponibilità, la semplicità delle nostre valli alpine, con un sorriso interiore bellissimo: costretta sulla sedia a rotelle, paralizzata, grazie a Medjugorje è tornata a camminare. E oggi lascia il testimone a ogni pellegrino.

Sotto la Croce del monte Krizevac, dopo aver camminato per le stazioni della via Crucis, saltando il mio gruppo (la strada della salvezza è diversa per ognuno. Ognuno ha i suoi tempi e le sue modalità, cioè la Vigna del Signore), ma sovrapponendomi agli altri gruppi, rubando l’eco di Rosari, canti e preghiere e spiegazioni di ogni tipo, prendo una decisione. Prendo il mio lettuccio (dolce) e affido il mio peso di uomo, padre, marito, ex marito, giornalista. Mi libero. Consegno nelle mani della Madonna le mie dipendenze affettive, la superbia, i miei sensi di colpa, l’ego anche cattolico. 

E cosa ho ricevuto in cambio dal pellegrinaggio di Medjugorje? La pace del cuore, il silenzio, l’ascolto di Dio, l’emozione della preghiera, della comunione, la bellezza della fratellanza col mio gruppo (dalle guide Roberta e Stefano, dalla co-guida Esmeralda a Marco e Silvia, da Massimo e la moglie Simonetta, da Anna Lucia a Marella, da Caterina ad Antonella, da Alfonsina a Maria Teresa, a Paola, da Claudia a Monica, etc). Ma in primis, un abbraccio a mia moglie Marta. 

Ho camminato tra perdonati, mi sono abbandonato e ho ricevuto la bellezza della coccola, della protezione, della carezza di essere figlio di Maria. Maria che mi ha fatto conoscere e amare più da vicino suo figlio: Gesù. 

Ho affidato mio figlio alla Madonna e la Madonna mi ha risposto.
http://www.intelligonews.it/articoli/9-giugno-2015/27395/medjugorje-i-rischi-della-scomunica-di-papa-francesco
Medjugorje, ecco la lettera esclusiva: Paolo Brosio risponde a Papa Francesco
09 giugno 2015, intelligo
Ecco la LETTERA ESCLUSIVA di PAOLO BROSIO A PAPA FRANCESCO

Medjugorje, ecco la lettera esclusiva: Paolo Brosio risponde a Papa Francesco
L'OMELIA DI PAPA FRANCESCO:
 Questa mattina il Pontefice commentando le letture del giorno a Santa Marta mentre faceva riferimento alla Seconda Lettera di San Paolo ai Corinzi e al Vangelo di Matteo ha sottolineato che "la mondanità fa perdere sapore alla nostra testimonianza e che ci sono coloro che hanno sempre bisogno di novità dell’identità cristiana dimenticandosi però di essere stati scelti, con la garanzia dello Spirito Santo. Cercano sempre i veggenti e la lettera che la Madonna manderà alle ore 4 del pomeriggio e vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più".

La notizia ha fatto il giro del mondo e tutti hanno subito collegato queste parole pronunciate nell’Omelia a Medjugorje e ai sei veggenti. Ora voglio scrivere queste riflessioni pensando a tutto quello che mi ha dato Medjugorje in sei anni di vita. E’ bene precisare che Papa Francesco non ha mai parlato di Medjugorje ma il collegamento è apparso evidente a tutti. Per questo ho deciso di scrivere una lettera aperta al mio amato pontefice che con tanto affetto mi ha accolto in udienza privata al Palazzo Apostolico il 9 aprile scorso in Vaticano.

MEDJUGORJE NON E' CURIOSITA': Caro Papa Francesco, Medjugorje, per quello che mi ha insegnato il mio semplice cammino di Fede, non è curiosità per il futuro oppure desiderio di novità a tutti i costi a scapito della Parola di Dio. Sono perfettamente d’accordo su tutto quello che hai detto. La curiosità non fa parte dello Spirito Santo di verità e della Parola di Dio. Ma devo dirti ciò che sento nel mio cuore: Medjugorje non dice questo, è l’esatto contrario. 

LA CONVERSIONE: Per quello che mi riguarda, quel luogo sperduto della Bosnia Erzegovina, stretto fra la collina e la montagna, fra sassi, rovi, spine e terra rossa ha significato prima di tutto una confessione liberatoria dopo quasi 40 anni. Poi, il desiderio improvviso ed irrinunciabile della Santa Messa ed infine la scoperta di tre tesori spirituali fondamentali per una vita di Fede:  preghiera del Santo Rosario, Adorazione Eucaristica e meditazione quotidiana della Parola di Dio.

Tutto questo all’età di 53 anni, dopo 37 anni e 7 mesi di vita passata assolutamente lontano da Dio e dalla Chiesa, in un mondo dove la mondanità, lo sport, le donne e la trasgressione, il successo nel lavoro e gli ascolti televisivi erano i miei idoli, i miei vitelli d’oro. A Medjugorje ho scoperto semplicità, stile più sobrio di vita e, grazie al dolore che mi ha avvicinato a Dio per vicende complicate e tribolate della mia vita, anche un pochino più di umiltà, una parola talmente grossa per me che faccio fatica a vederla anche con il cannocchiale. Però, il miracolo della conversione è avvenuto grazie anche, come ho avuto la possibilità di dirti a Roma in Vaticano, alle preghiere della mia cara mamma Anna che ha compiuto 94 anni appena due giorni prima del nostro incontro.

COS'E' MEDJUGORJE: Medjugorje vuol dire anche frati francescani minori, non solo veggenti. Cioè vuol dire parlare di coloro che hanno dato il sangue per Cristo, come i 33 martiri di Siroki Brijeg che nel 1944-45 hanno dato la vita per non abiurare la Fede cattolica davanti ai mitra delle milizie comuniste di Tito.

Medjugorje vuol dire anche 450 anni sotto i turchi che hanno trucidato frati, sacerdoti e tanta povera gente che nonostante una pesantissima croce non hanno mai abbandonato la Fede.

Medjugorje vuol dire anche, come hai visto tu a Sarajevo, 250mila morti e 900mila fra mutilati e feriti per la Guerra dei Balcani negli anni ’90, con il più alto numero di donne stuprate di tutte le guerre del ‘900.

LE GUARIGIONI: Caro Papa Francesco, probabilmente è vero, c’è chi va a Medjugorje anche per curiosità, per vedere il sole girare come una trottola, per vedere se riesce a scoprire i segreti che custodiscono i veggenti, per assistere o ricevere un miracolo ma, ti garantisco per esserci andato tante e tante volte, che ho visto con i miei occhi gente guarire da tumori, cecità e infermità gravissime come la SLA e la sclerosi multipla nell’ora dell’apparizione o durante la Santa Messa o durante l’Adorazione senza che ci fosse un veggente vicino. Ho visto anche malati guarire nel corso dell’apparizione con il veggente presente. Ho visto inoltre migliaia di persone andare là, camminare sulla collina del Podbrdo e piangere ininterrottamente cambiando vita per sempre e tornando a casa con il Santo Rosario in tasca per non abbandonarlo mai più. Non solo, ma nel pellegrinaggio di ritorno, quello più difficile, hanno riscoperto il valore della parrocchia del paese dove abitano e soprattutto gli affetti della famiglia. Famiglia e parrocchia, proprio le cose che tu vai dicendo dal 13 marzo 2013. La Madonna in quei messaggi tanto contestati va dicendo le stesse cose che tu stai sostenendo ogni giorno da Santa Marta. Medjugorje non è curiosità per il futuro o miracolismo o novità per essere alla moda, Medjugorje è la più grande fucina di conversioni del mondo.

I PERICOLI PER LA CHIESA: Tu hai ragione a lanciare l’allarme: non siate curiosi per il futuro, non aspettate a credere dopo aver letto il messaggio. Non si può vivere solo di questo. E’ vero, questa non è identità cristiana ma se qualcuno ti ha detto queste cose riguardo a Medjugorje, ti ha mentito, ti ha detto una bugia per gettare discredito su un luogo di culto dove al primo posto ci sono confessione e Santa Messa, Rosario e digiuno. Al centro delle catechesi dei francescani c’è la Parola di Dio, la Preghiera del Cuore che ho imparato a meditare con il Messalino ed un piccolo Vangelo che, come dici sempre tu, non deve mai mancare nello zainetto dei pellegrinaggio e nelle nostre tasche quando siamo in città.

DOVE SONO LE GUIDE SPIRITUALI?: Però c’è ora un pericolo a Medjugorje ma non è colpa né dei veggenti né dei frati. Questo luogo sta per esplodere poiché milioni di persone attirate da questa grande sorgente di spiritualità e provenienti da tutti i paesi del mondo arrivano con ogni mezzo con diverse e variegate organizzazioni di pellegrinaggi e spesso non hanno né una guida laica che abbia un’adeguata preparazione né, peggio ancora, una guida pastorale.Infatti i sacerdoti sono sempre più restii e difficilmente rintracciabili ad accompagnare i pellegrini. I frati francescani della provincia di Mostar fanno veramente gli straordinari per cercare di offrire una guida pastorale adeguata ma sono in tutto solo undici e spesso a Medjugorje da marzo a dicembre due milioni di pellegrini affollano un piccolo paese di quattromila abitanti. Le cabine dei confessionali sono una quarantina e per confessarsi e ricevere l'assoluzione spesso ci vogliono tante ore di coda e il rischio è quello di saltare la Messa o non conoscere e non riuscire a realizzare il programma del pellegrinaggio. I sacerdoti vengono letteralmente placcati dai pellegrini disorientati ma spesso sono costretti a stare troppe ore a confessare tutti e così non riescono a guidare il loro gruppo. E il vescovo di Mostar? Sua Eccellenza Monsignor Ratko Peric, come il suo predecessore Pavao Zanic, sono rimasti latitanti per 34 anni e addirittura hanno ostacolato tutto quello che riguarda Medjugorje, i frati, i veggenti e, quello che è più grave, hanno ignorato il loro compito pastorale nei confronti dei pellegrini: mai una messa, mai una catechesi, mai confessioni, mai una parola di benvenuto…

I frati minori si sono fatti in quattro per garantire l’assistenza spirituale ma quando milioni di pellegrini si abbattono come una fiumana inarrestabile in un piccolo paese, inevitabilmente il gregge nei periodi di massimo affollamento rischia di disperdersi e può anche succedere che qualcuno abbia curiosità di sapere o desiderio di novità che lo allontana dalla Parola di Dio. Medjugorje rischia di essere penalizzata senza un minimo di riconoscimento da parte del Vaticano e il continuo contrasto e la denigrazione quotidiana di una parte della Chiesa in Italia e nel mondo scoraggia i sacerdoti ad accompagnare i pellegrini. Chi va a pregare là, quando torna in Italia, viene preso per fanatico. Ma non è così.

NON SIAMO FANATICI. La maggior parte dei pellegrini che rientra da Medjugorje è colma di entusiasmo per la Fede ma necessita di una guida pastorale che sia misericordiosa e paziente. Io invece vedo oggi in Italia un vento di razionalismo ce si è abbattuto con forza su una parte della Chiesa e dei pastori e mi chiedo: che cosa si insegna nelle facoltà teologiche? Medjugorje ci insegna che per amare Gesù nel migliore dei modi bisogna farlo attraverso la pedagogia e gli insegnamenti di Maria.

Noi tutti abbiamo il desiderio di trasmettere questo entusiasmo alla nostra famiglia e alla nostra parrocchia però spesso troviamo sguardi stupiti ed increduli.

Spesso ritroviamo in Italia una Fede stanca e poca voglia di accontentare questo entusiasmo. Solo grazie a te, Papa Francesco, si sta muovendo qualcosa e per grazia di Dio i tuoi appelli hanno rinnovato la gioia per la Fede, una gioia che avevo visto solo a Medjugorje e che ora ha bisogno di avere una sua autonomia, un potenziamento dei francescani e finalmente un vescovo che si dedichi alle necessità di questo santuario.

FIDUCIA: Medjugorje e la Madonna hanno bisogno di un attestato di fiducia da parte della Chiesa di cui la Madonna è Madre come ha voluto suo Figlio. Non c’è bisogno di dimostrare che esista il sovrannaturale, sarebbe solo una probatio diabolica. Per il popolo di Dio sarebbe sufficiente dire che è “Luogo di culto e di preghiera riconosciuto da Papa Francesco e quindi da tutta la Santa Chiesa”.

4 commenti:

  1. Non seguo Medjugorje, non ascolto Radio Maria, non mi piacciono i "veggenti", disapprovo alcuni messaggi attribuiti alla "Gospa", non mi sento edificato da alcuni fenomeni che un tempo sarebbero stati bollati come "falso misticismo".
    Tendo da sempre a non credere a Medjugorje perche' ho sempre preferito ubbidire e attenermi ai pronunciamenti dei Vescovi del luogo.
    Tuttavia riconosco che in quel luogo sono avvenute conversioni straordinarie, e da quel luogo proviene la statuetta di Civitavecchia, alle cui lacrimazioni invece tendo a credere.
    Pertanto sarebbe necessario separare con estrema attenzione il grano dalla pula, mettere ordine in un guazzabuglio che dura dura da oltre trent'anni.
    E' necessario dunque che si pronuncino le autorita' vaticane; ma siccome queste hanno letteralmente massacrato, dopo averle riconosciute, Fatima e La Salette, so gia' che non avro' piena fiducia nelle loro conclusioni.
    E d'altra parte, se si accettano i criteri demenziali di Bergoglio per cui la Madonna non e' un capo ufficio della posta e NON manda messaggi, bisognerebbe seppellire anche molte apparizioni riconosciute.
    Che Dio ci assista!

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  2. Il Catechismo di San Pio X basta e avanza per guidare al Cielo. E dico avanza, perché quei libricini dantan che avevano i vecchi, compendi di dottrina e guide a una buona confessione, erano già quanto basta per ognuno. Lì il cristiano trova tutto ciò che serve, senza bisogno di gospe e controgospe, segreti e mezzi segreti, barbera e grignolino.

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  3. le apparizioni riconosciute dalla chiesa sono poche e i messaggi limitati nel tempo,questi invece sono logorroici,l'esatto contrario del silenzio di Maria nei vangeli.....il Signore illumini le menti e scacci le tenebre....amen!

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