Écrasez l’infâme
È discusso se, nelle intenzioni di chi la coniò, l’imprecazione si riferisse a Cristo o alla Chiesa. In ogni caso, tale François-Marie Arouet (1694-1778), alias Voltaire, come facevasi chiamare, padre di tutte (o quasi) le menzogne contemporanee, non faceva mistero della sua avversione viscerale di massone nei confronti del cristianesimo, come del resto tutti i libertini incalliti di ogni tempo. Come però quel parroco che rimandava al mittente le maledizioni di una zingara con un semplice “A te!”, così anche i cattolici dell’epoca avrebbero potuto replicargli: “À toi!”. Non potendolo più fare con uno che già da tempo è passato davanti al giudizio divino e si trova ormai nel luogo da lui scelto, possiamo tuttavia indirizzare la medesima invettiva contro i suoi pronipoti ideali che, infiltratisi nella Chiesa, la stanno per lo meno devastando nella sua componente terrena, non essendo evidentemente possibile schiacciarla nella sua realtà soprannaturale.
Diamo dapprima un rapido sguardo alle odierne condizioni del mondo, per confrontarle poi con le risposte fornite dalla “nuova chiesa” del dialogo a oltranza. Sul piano geopolitico, la massoneria sta completando le operazioni per l’instaurazione del cosiddetto nuovo ordine mondiale, ovvero della tirannia più spaventosa e invasiva che la storia abbia mai conosciuto. A questo scopo, le banche nazionali dei Paesi occidentali sono state privatizzate per essere così ridotte sotto il controllo di pochi istituti di credito gestiti per lo più da ebrei. I regimi arabi che hanno resistito alla manovra (Iraq, Siria, Libia…) sono stati brutalmente attaccati con le conseguenze che tutti conosciamo; i nuovi colossi d’Oriente (Russia, India, Cina) si sono invece da tempo associati per costituire un blocco alternativo difendendo gelosamente la propria sovranità finanziaria, fatto foriero di nuovi venti di guerra… mondiale. Cosa inaudita, sembra che la piccola Grecia si prepari a passare al fronte avverso: come darle torto, visto il modo in cui la stanno strangolando?
Sul piano ambientale, si sperimentano da anni – sempre a fini di dominio globale – le armi biologiche (come il virus militare Ebola, che ha spopolato immensi territori dell’Africa occidentale che facevano gola alle multinazionali estrattive e agroalimentari), quelle climatiche (come le scie chimiche, le quali, bombardate da radiazioni emesse da apparenti ripetitori, provocano i devastanti fenomeni meteorologici che stiamo patendo) e quelle sismiche (come le emissioni sotterranee di energia nucleare o elettromagnetica in grado di provocare terremoti e maremoti).
Sul piano socio-politico, un progetto elaborato da organizzazioni mondiali finanziate dagli Stati membri persegue la destabilizzazione sociale e la scomparsa delle identità culturali mediante una strategia di immigrazione forzata con la raccolta e il trasferimento sul nostro suolo di milioni di persone, di cui soltanto una piccola parte, in realtà, fugge dalla guerra e dalla fame. La componente musulmana sembra godere di una speciale protezione che, vista l’aggressività delle sue convinzioni religiose, è da essa interpretata come una dichiarazione di resa e di sottomissione.
Sul piano culturale, l’ideologia del gender, con tutti i suoi annessi e connessi (come il cosiddetto “matrimonio” omosessuale), si sta imponendo a livello planetario in modo inarrestabile – tolto il baluardo russo con pochi altri Paesi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità propone altresì di istigare alla masturbazione i bimbi dell’asilo, già incitati, in certe scuole, a palpare le parti intime dei compagni per scoprire la differenza sessuale. La portata del dato somatico è peraltro limitata alla mera funzione riproduttiva, visto che alle elementari può capitare che la maestra metta il rossetto ai ragazzini e inviti maschi e femmine a scambiarsi i vestiti onde liberarli dagli stereotipi di genere.
Passiamo ora alle risposte finora pervenute. A livello geopolitico, le assillanti denunce della globalizzazione, della cultura dello scarto, della sete di profitto e della produzione di armamenti lasciano esattamente il tempo che trovano, essendo talmente generiche da non dare fastidio a nessuno e da essere anzi diventate, con la loro ripetitività, una sorta di canovaccio da Commedia dell’arte. Quale puntello dogmatico dell’ordine nuovo, invece, si delinea sempre più chiaramente la nuova religione mondiale: come in Sicilia, si baciano le mani (ma soltanto ai rabbini); ad ogni piè sospinto, si prega con i ministri della religione in più rapida espansione al mondo, utilizzata dalla massoneria sionista come forza d’urto contro ciò che resta della civiltà cristiana; si chiede perdono agli eredi di un certo Valdo, eretico del lontano XII secolo, i quali, senza l’appoggio dei governi massonici dello Stato sabaudo prima, italiano poi, sarebbero scomparsi dalla storia senza lasciare ricordo di sé… e così via: il successo è assicurato per grandi e piccini. Venghino, siori, venghino…
A livello ambientale, si raccomanda di spengere le luci e di chiudere i rubinetti, rimedio senz’altro risolutivo ai disastri programmati; di fronte ai cataclismi che si ripetono da anni, si sancisce l’autonomia della natura persino nei confronti del Creatore, la cui stessa Incarnazione l’avrebbe giustamente rispettata senza troppo interferire nelle sue leggi (che si è data da sé?)… La dottrina sulla divina Provvidenza, strettamente legata a quella della Creazione, è del resto – fatto molto significativo – completamente scomparsa nell’ultimo documento del Magistero pontificio; figurarsi pratiche obsolete come rogazioni, benedizioni dei campi e preghiere per il tempo favorevole: la natura va avanti da sé, il buon Dio non la deve disturbare; i filosofi dei Lumi, fondatori della religione naturalistica, chiamavano tutto ciò superstizione…
A livello socio-politico, si invita a chiedere perdono per i peccati altrui. In passato si praticava certo la riparazione per i peccatori induriti e si chiedeva a Dio di averne misericordia, ma si sapeva bene che ognuno può pentirsi unicamente dei peccati da lui commessi. A parte la curiosa teologia sottesa, colpisce il fatto che la colpa di cui si dovrebbe fare ammenda non sono le decine di milioni di aborti che si commettono ogni anno o le depravazioni sessuali che dilagano dappertutto, bensì il rifiuto di cedere all’invasione perdendo il controllo del proprio territorio, insieme alla propria sicurezza e alla libertà di praticare il proprio credo. Sarebbe invece lodevole abbandonare i luoghi di culto cattolici ai musulmani e limitare le manifestazioni pubbliche della nostra fede per non urtare l’acuta suscettibilità da loro dimostrata in casa d’altri.
A livello culturale, gli attacchi alla colonizzazione ideologica sono sistematicamente smentiti dai fatti: transessuali ricevuti a casa, delegazioni di associazioni omosessualiste salutate in pubblica udienza, l’organizzazione del raduno mondiale delle famiglie affidata ad una militante di quella sponda, e avanti di questo passo. Quei rimproveri puramente verbali fanno d’altronde lo stesso effetto dell’aspirina su un malato terminale: la famiglia è a brandelli, il matrimonio ridotto a farsa mondana, l’educazione completamente latitante… ma basta dirsi grazie, scusa e per favore. I figli dei divorziati sono devastati da sofferenze indescrivibili che li condannano il più delle volte per tutta la vita, ma la separazione, in certi casi, sarebbe addirittura moralmente necessaria. A parte le solite domande retoriche lasciate regolarmente senza risposta, non una parola sul modo concreto di aiutare le coppie in difficoltà: soltanto uno scivolo per sfasciare il matrimonio, purché non si prendano i figli in ostaggio… come dire: straziate i vostri figli senza farli soffrire. Chi parla ha una vaga idea di quello che è, nella realtà, una causa di divorzio e dei suoi effetti devastanti sulle persone coinvolte? Ha mai sentito parlare del business delle separazioni e delle enormi somme guadagnate dai legali? Ha veramente a cuore il bene delle famiglie o i profitti dei matrimonialisti?
Se queste sono le risposte, qualsiasi persona dotata di un minimo di acume intellettuale non deve faticare molto per trarre le sue conclusioni. Anche oggi ci sono infami da schiacciare: ma aspettiamo che lo faccia Dio.
Discorso da incorniciare. Complimenti a Don Giorgio.
RispondiEliminaCaro don Giorgio, lei è uno dei pochi sacerdoti coraggiosi che ancora rimangono. Questa sua bella riflessione bisognerebbe mandarla a quel signore biancovestito che abita a S. Marta, e che mi sembra che ammiri più i pronipoti di François-Marie-Arout che Nostro Signore Gesù Cristo (ha sostituito la trascendenza con l'immanenza, il Cristocentrismo con l'antropocentrismo, il Regno Sociale di Cristo con la TdL, e via di questo passo...). Purtroppo noi povere pecorelle smarrite non riusciamo a trovarvi, voi preti della Resistenza, dovreste uscire allo scoperto, vada come vada, vedreste che una piccola folla si raccoglierebbe intorno a voi, dicendo "finalmente! Deo Gratias!". Ci pensi su, don Giorgio, ne parli anche a S.E. Rev.ma card. Burke. Laudetur Jesus Cristus
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