ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 8 giugno 2015

La perla che mancava:

la Marcia per la Vita è stata troppo cattolica 

In un patetico articolo su Avvenire, Gian Luigi Gigli propone “per il 2016 una Marcia condivisa” e soprattutto mostra la vera faccia di un mondo che, sbagliando, ci ostiniamo a definire cattolico.

di Paolo Deotto
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zzzzmpvcrcChiarisco subito: se in questo numero di Riscossa Cristiana compaiono due articoli che parlano di Gian Luigi Gigli, non è certo perché da parte nostra si attribuisca una qualsiasi importanza a questo personaggio. Piero Vassallo, nell’articolo che leggete cliccando qui, prende spunto dallo stesso articolo di Avvenire per evidenziare molto opportunamente le radici filosofiche e politiche che hanno consentito l’approvazione di leggi infami come la 194. Io invece ne parlo perché il neo-presidente del Movimento per la Vita scrive alcune cose che non possono essere ignorate, non tanto perché le dice lui, quanto perché chiariscono in modo lampante, anche ai più inguaribili ottimisti, cosa sia un certo “mondo” che pretende di pontificare su  fede, ragione, morale, ovviamente sotto il tranquillizzante ombrello del “quotidiano della Cei”, che poi sarebbe la Conferenza Episcopale, che raccoglie i Vescovi, ovvero i successori degli Apostoli…

Leo Longanesi disse che “gli italiani accorrono sempre in aiuto del vincitore”, e il Gigli, con il suo articolo su Avvenire (clicca qui), conferma quanto l’amara affermazione di quel grande protagonista della cultura italiana fosse e sia vera. Infatti molto pensavano – e alcuni tra questi molti lo speravano ardentemente – che quest’anno la Marcia per la Vita facesse un bel flop. E invece la Marcia, sia in termini partecipazione (superiore a quella, già cospicua, dell’anno scorso), sia per vivacità dei partecipanti, è stata nuovamente un successo.
Ecco allora il grido di dolore di chi teme di aver sbagliato cavallo e tenta di saltare sul destriero col quale poter partecipare a chissà quali vantaggi. Del resto, in questo il personaggio è perfettamente in linea anche con la sua carriera politica, caratterizzata da agili saltelli da un partitino all’altro. Non vale la pena nemmeno sprecare tempo e inchiostro sulle affermazioni, semplicemente false, da cui emerge un Movimento per la Vita praticamente unico baluardo e difensore della vita. Chi realmente da anni e anni si dedica con generosità all’attività “pro-life” sa benissimo quante siano le persone generose e attive e le realtà associative che in mille modi si adoperano per salvare le vite innocenti, e sa bene quante volte molte di queste attività hanno trovato ostacoli proprio nella libidine monopolistica di un MpV, per decenni feudo personale di Carlo Casini. Glissons.
Ora arriviamo al vero nocciolo della vicenda. Sul giornale “dei vescovi”, leggiamo un articolo scritto da un “cattolico”, dove si trovano perle di questo tipo: “… Per questo non condividiamo il fatto che la presenza di religiosi in abito talare abbia troppa visibilità, per questo riteniamo inopportuno innalzare croci a mo’ di stendardi, per questo non ci piacciono le ostentazioni di rosari in certe circostanze” Il Gigli si doleva, nelle righe precedenti, con queste alate parole: “Pur consapevoli del fatto che i pro life possono essere trovati soprattutto tra i credenti, il MpV giudica inopportuno caratterizzare in senso esclusivamente confessionale simili manifestazioni, perché il farlo equivarrebbe a far ghettizzare il tema della tutela e della promozione della vita, riducendolo a un problema dei soli cattolici”.
Anzitutto c’è una cosa che l’articolista non sa, o non capisce o non vuole capire: gli organizzatori non hanno “caratterizzato” un bel nulla, anzi, hanno sempre sottolineato che la Marcia per la Vita è aperta a tutti. La sola esclusione operata dal Comitato Marcia per la Vita è quella di bandiere ed emblemi politici.
L’altra cosa che non capisce, probabilmente perché non ne è in grado, vivendo in quell’Olimpo di illuminati per il quale il popolo resta comunque il popolaccio, è che la Marcia ha trovato la sua forza dal basso, dalla spontanea partecipazione di migliaia e migliaia di persone, e la gran parte di queste persone testimonia la sua Fede cattolica anche partecipando alla Marcia per la Vita.
Cosa avrebbero dovuto fare gli organizzatori? Vietare i Crocefissi, sequestrare i Rosari, imporre ai religiosi di vestirsi in borghese (molto interessante, come inchino servile al conformismo, quella doglianza sui religiosi, si badi bene, “in abito talare”… ). Avrebbero dovuto severamente imporre il divieto a preghiere e canti religiosi?
Comunque, il sig. Gigli la pensa così, e si pone perfettamente in linea con i tanti che operano in ambito cattolico con una sola preoccupazione: cancellare la presenza cattolica.
Ho già avuto occasione di scrivere che tutto ciò che serve a far chiarezza è provvidenziale. Del resto, il Gigli è perfettamente in linea con illustri esponenti di una “gerarchia”, vedi ad esempio un mons. Galantino, che già espresse il suo signorile disprezzo per faccenduole da vecchiette sceme come i Rosari, recitati con “viso inespressivo” davanti alle ciniche in cui si ammazzano i bimbi con tutti i crismi di legge.
Questi sono i tempi in cui viviamo; si parla tantissimo di giustizia sociale, di migranti, di corruzione (ovviamente solo di quella economica), di guerra e pace, e si parla di tutto questo facendo ben attenzione a non dare fastidio al sistema dominante, che non sopporta le testimonianze di Fede. Apertura, dialogo, pace e bene purché siano solo quelli del mondo, il quale mondo, per garantire a tutti la libertà, deve anzitutto mettere a tacere la testimonianza della Fede cattolica, unico ostacolo alla felicità perfetta promessa dal mondialismo.
Tutto bene, tutto chiaro.
Però mi sembra legittimo fare una richiesta: smettiamola di parlare di “intellettuali cattolici”, “quotidiani cattolici”, e così via, laddove di cattolico non è rimasto più nulla. Smettiamola di prenderci in giro.

 –  di Paolo Deotto



Redazione
http://www.riscossacristiana.it/la-perla-che-mancava-la-marcia-per-la-vita-e-stata-troppo-cattolica-di-paolo-deotto/

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