ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 9 luglio 2015

Denti stretti, buca larga.

Papa Francesco Guevara

In visita in Bolivia, Bergoglio riceve sorridente dal presidente Morales la scultura di una falce e martello con sopra inciso un crocifisso. È un'offesa intollerabile alle milioni di vittime del comunismo, ma anche un pugno in faccia a chi vede nella Chiesa il simbolo della libera civiltà occidentale
papa morales
Vedi il Papa, il capo della cristianità, la massima autorità spirituale per un credente cattolico, cioè per un miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo, ricevere con un sorriso empatico un crocifisso inciso sulla scultura di una falce e martello dal presidente della Bolivia Evo Morales, e lasciarsi mettere al collo un’onorificenza la cui placca riproduce la stessa immagine del Crocifisso su falce e martello, e ti viene da pensare: «Dio mio, Dio, perché ci hai abbandonato?».
È davvero intollerabile, per un credente, vedere l’immagine del Cristo, il Salvatore, associata a uno dei simboli più odiosi della storia dell’umanità. Secoli di pensiero e decine di libri hanno mostrato l’inconsistenza del paragone Cristo-Marx e ribadito – quasi non fossero state sufficienti le parole del Vangelo «Il mio Regno non è di questo mondo» – l’assurdità di ridurre il cristianesimo a un messaggio sociale, a una rivoluzione materiale, al riscatto della classe dei lavoratori; viceversa il marxismo ha provato a tradurre il messaggio palingenetico del cristianesimo (creare l’uomo nuovo) in senso strettamente materialistico e a creare Paradisi in terra, dando vita invece a Inferni.
Aggiungeteci pure che il marxismo e la sua traduzione pratica – comunismo o socialismo reale, che dir si voglia – sono state tra le ideologie più feroci nei confronti del cristianesimo. Milioni di cristiani sono morti nella Russia di Stalin per colpa di quel credo ateo, e migliaia continuano a essere perseguitati nella Cina comunista a causa di quell’ideologia; il cristianesimo è stato bandito nella Cuba castrista e perseguitato, a suon di eccidi e crimini orrendi, nella Cambogia rossa di Pol-Pot, nonché usato strumentalmente, con una distorsione radicale del suo messaggio, nei Paesi dell’America Latina, dove ha attecchito la teologia della liberazione, che ha privato il cristianesimo della sua natura più profonda e più alta, cioè la dimensione del trascendente, travisando il riconoscimento della sua capacità di agire nella storia, con la riduzione alla semplice natura storica.
A guardare l’immagine di un Papa sorridente e compiacente ricevere quel dono sacrilego dal presidente della Bolivia (il quale, evidentemente, prima di fare quel regalo, deve aver pensato che sarebbe stato gradito al destinatario. Pensa un po’ se avrebbe mai potuto fare una cosa del genere Fidel Castro con Woytjla…), ebbene nell’osservare quella scena, pensi cosa diavolo sarebbe mai successo se Papa Bergoglio, anziché falce e martello, avesse imbracciato una svastica nazista o un fascio littorio, con sopra inciso un crocifisso. Apriti cielo: gli avrebbero dato dal kapò, del gerarca nero, come già fecero con Ratzinger, avrebbero chiesto immediatamente le sue dimissioni, oppure lo avrebbero costretto a pubbliche ammende in mondovisione, con tanto di scuse alle vittime di quei regimi, autoflagellazioni e capo cosparso di cenere. Non stiamo certo qui a far la conta dei morti causati dall’uno e dall’altro totalitarismo e non stiamo a ricordare che, nei confronti dei cristiani, il comunismo è stato ancora più cruento delle altre due ideologie, in termini di vite umane spezzate e di libertà soppresse.
Stiamo solo qui a indicare che è indecente, sì indecente, che un Papa, la massima autorità spirituale della cristianità, stringa tra le mani quello che per un credente è un vessillo del Male. È un’offesa al Cristo crocifisso, questo gesto di Bergoglio, un atto blasfemo nei confronti della divinità, prima ancora che una scena intollerabile per milioni di fedeli.
Ma, anche per un laico, il fotogramma di Bergoglio (oggi preferiamo non chiamarlo Francesco, per rispetto nei confronti del santo di Assisi) che riceve il malum donum da Morales, è una scena che suscita tormento. Il Papa rappresenta uno dei simboli più alti della civiltà occidentale, è il frontman di una cultura che ha a cuore il rispetto della dignità della persona e della vita umana, la tutela delle sue libertà e dei suoi diritti insindacabili, è la guida di un mondo non succube di ideologie che antepongono il Partito, lo Stato, l’Idea, il Popolo e il Potere alla tutela dell’individuo. Questo il Papa non può trascurarlo. Se non lo sa, è colpevole di ignoranza. Se lo sa ed è complice del Male, allora è doppiamente colpevole. E forse farebbe bene a fare un passo indietro, a rinunciare alla sua carica e al suo nome e ad abiurare la sua fede, e ad abbracciare un altro credo, incompatibile con quella: magari quello comunista.
Il problema, enorme, è questo: lei non ci rappresenta più, Papa FranChesco.
http://www.lintraprendente.it/2015/07/papa-francesco-guevara/
Papa FrancescoMeglio un'offesa a Cristo che uno sgarbo a Morales

La notizia si è diffusa in un battibaleno, tanto era ghiotta!
Papa Bergoglio riceve in dono un Crocifisso a forma di falce e martello.


Doveva succedere, una volta o l'altra, perché questo Papa moderno, singolare, mondano e rivoluzionario, ha fatto di tutto per meritarsi schiaffoni come questo.
I giornali che hanno riportato la notizia, raccontano che “Papa Francesco è apparso  imbarazzato”, ma ha accettato il dono per educazione nei confronti del Presidente della Bolivia Evo Morales, che gliel'ha offerto. Si racconta anche che Morales abbia messo al collo di Bergoglio un'onorificenza la cui placca riportava lo stesso Crocifisso e che il Papa se la sia tolta quasi subito.
Ora, la cosa singolare è che questo Presidente della Bolivia abbia potuto permettersi di pensare, e quindi di attuare, una cosa così blasfema e offensiva per Nostro Signore, proprio per rendere omaggio al Vicario di Cristo.
Morales è impazzito?
Crediamo proprio di no. Piuttosto si deve ricordare che è stato papa Bergoglio a convocare a Roma e a ricevere in Vaticano il fior fiore dei guerriglieri comunisti sudamericani, spregiatori di Nostro Signore e della Sua Chiesa. Tutto il suo pontificato si è sviluppato sulla scia del pauperismo rivoluzionario, incoraggiando gli atei e i blasfemi a considerare Cristo come una scusa per i loro fini anti-umani, anti-religiosi e anticristici.

In tanti si sono chiesti se in questa occasione avesse potuto e dovuto rifiutare un dono così chiaramente offensivo, e hanno fatto notare che Bergoglio si è trovato a dover scegliere tra l'accettare un'offesa a Cristo e il consumare uno sgarbo a Morales: evidentemente egli ha scelto  l'offesa a Cristo piuttosto che lo sgarbo a Morales. E lo ha fatto in piena consapevolezza, perché è ridicolo pensare che non sapesse prima, lui e il suo seguito, del dono così singolare e così inaccettabile. Senza contare che Bergoglio avrà tenuto presente la buona fede del Morales che, fatto tesoro dei discorsi e dei gesti dello stesso Bergoglio, si sarà convinto che Cristo sia morto sulla Croce per sostenere le lotte partigiane dei tupamaros sudamericani.

Un tempo, un Papa che fosse un Papa non si sarebbe neanche trovato in una situazione simile, e avrebbe anteposto ad ogni altra considerazione l'onore di Nostro Signore, nonché il rispetto per tutti i veri credenti in Cristo. Ma i tempi - e i Papi - sono cambiati, ed oggi permettono che si possa inchiodare Cristo sulla falce e martello, esprimendo in un unico simbolo sia l'aspetto storico del materialismo ateo persecutore della Chiesa sia l'aspetto volontaristico della indefessa volontà di inchiodare Cristo su questa terra in nome e per conto del demonio che non aspetta altro per scatenarsi.

Tutto questo finché Dio lo permetterà, finchè Dio permetterà che questi moderni uomini di Chiesa deturpino il volto della Sua Sposa, nell'attesa che si compiano i tempi e il castigo divino piombi come un fulmine su tanta miscredenza e blasfemia. E allora sarà l'annientamento di questi figli del demonio, che insieme al loro padrone verranno cacciati per sempre nelle viscere dell'Inferno.

Oh Dio, vieni presto in nostro aiuto!



NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA

Papa Francesco in Bolivia, il regalo blasfemo di Evo Morales: un crocifisso con falce e martello

Un caso diplomatico nel viaggio di Papa Francesco in Bolivia. Un caso diplomatico proprio nel momento dello scambio dei doni: il presidenteEvo Morales consegna al papa un particolare crocifisso con falce e martello. Come potete vedere nella foto, l'asse verticale della Croce è l'impugnatura di un martello, che alla base si intreccia con la falce. Una mezza (o completa) blasfemia, insomma. E come se non bastasse, Morales ha poi messo al collo del Pontefice una placca che riproduceva la stessa immagine del Crocifisso, nonché un medaglione che contiene foglie di coca. Papa Francesco è parso imbarazzato, tanto che dopo aver ringraziato Morales ha quasi subito tolto il collare (senza però rifiutare il crocifisso in stile-soviet). Da par suo, il Pontefice ha ricambiato con doni assai più adatti al contesto: una riproduzione dell'icona "Salus Populi Romani", copie in spagnolo dell'Enciclica "Laudato sì" e dell'Esortazione Apostolica "Evangelii gaudium".

I regali al Papa: "chuspa" e crocifisso con falce e martello
Nella visita in America Latina ci sono stati diversi scambi di regali.
In Ecuador dopo l'incontro con i rappresentanti della società
civile nella chiesa di San Francesco a Quito, al Pontefice sono stata offerte le chiavi della città. Come segno di riconoscenza, il Papa ha donato al capo dello Stato, Rafael Correa, un quadro in mosaico (cm. 64x47) raffigurMater Domini S Paolo.jpgante la Madonna con il Bambino, copia dell'immagine del XIII secolo venerata nella cappella del Santissimo Sacramento nella basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma. Dinanzi all'icona, il 22 agosto 1541, sant'Ignazio di Loyola professò i voti religiosi dando inizio, con i primi confratelli, alla Compagnia di Gesù. L'opera musiva è stata realizzata nel luglio del 2014 dallo Studio dei mosaici del Vaticano
Arrivato in Bolivia Papa Francescoha incontrato il presidente Evo Morales che in due momenti diversi lo ha omaggiato con alcuni regali particolari: cui un Crocifisso scolpito che incorpora la falce e il martello, simbolo del comunismo, ideologia che tanta sofferenza ho procurato e procura ancora anche nei confronti dei cristiani. moralesLapresseFo_46844339.jpg
Bergoglio lo ha preso in mano guardandolo perplesso e incuriosito. L'altro regalo è stata la tradizionale "chuspa", un contenitore andino che la gente del posto usa anche per le foglie di coca, masticate nei momenti di debolezza dovuti alla grande altitudine. Il Ppa se lo è messo al collo.
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Da parte sua il Papa ha regalato a Evo Morales un mosaico (una riproduzione dell'icona "Salus Populi Romani") e copie in spagnolo dell'Enciclica "Laudato sì" e dell'Esortazione Apostolica "Evangelii gaudium".
MosaicoSalus Populi Romani.jpg
La "Salus Populi Romani" è ospitata dal 1611 nella cappella Paolina della Papale Basilica di Santa Maria Maggiore. Una pia tradizione la vorrebbe opera di San Luca, ma sarebbe da attribuire al XII secolo. Il tipo di immagine è quella della cosiddetta Odigitria: la Vergine tiene tra le braccia il Bambino che la guarda amorosamente mentre con la destra benedicente sembra indicare la via di cui la madre ben conosce la direzione e il cammino. L’opera regalata a Evo Morales, di cm. 73x49, è stata realizzata dai mosaicisti dello Studio del Mosaico Vaticano nel 2013 con smalti policromi e tessere dorate.
Aci
(Alvaro de Juana) Una imagen ha dado la vuelta al mundo en el primer día del Papa Francisco en Bolivia: un Cristo crucificado sobre una hoz y un martillo –símbolo del comunismo–, el regalo con el que el presidente Evo Morales lo recibió en La Paz. Aunque los problemas de audio de las únicas imágenes en video transmitidas del encuentro no permiten entender toda la justificación de Morales al polémico regalo, sí resulta evidente el desconcierto del Pontífice. (...)

Un Crocifisso con falce e martello: il dono di Morales a Papa Francesco

Evo Morales ha consegnato al Papa una casula e un singolarissimo Crocifisso nel quale l’asse verticale della Croce è l’impugnatura del martello di una falce e martello
ll momento dello scambio dei doni, Evo Morales ha consegnato al Papa una casula e un singolarissimo Crocifisso nel quale l’asse verticale della Croce è l’impugnatura del martello di una falce e martello.



Il presidente Morales ha anche messo al collo del Papa una onoreficenza la cui placca riproduceva la stessa immagine del Crocifisso sulla falce e martello. Papa Francesco è apparso imbarazzato. Ma dopo aver ringraziato Morales, il Papa ha ricambiato i doni. Papa Francesco, che si è tolto quasi subito il collare, ha risposto con doni assai più consoni: una riproduzione dell’icona "Salus Populi Romani" e copie in spagnolo dell’Enciclica "Laudato sì" e dell’Esortazione Apostolica "Evangelii gaudium".

Insomma a quanto pare il Pontefice non avrebbe gradito il dono di Morales ma per rispettare il cerimoniale ha sorriso a denti stretti...

Un Crocifisso con falce e martello: 
il dono di Morales a Papa Francesco






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Proiezione di diapositive
Al Momento dello scambio dei doni, Evo Morales ha consegnato al Papa Una casula e un singolarissimo Crocifisso nel Quale l'asse verticale della Croce e L'impugnatura del martello Di Una falce e martello. Il presidente Morales ettaro, anche Messo al collo del Papa Una onoreficienza la cui placca riproduceva la STESSA immagine del Crocifisso sulla falce e martello (Ap)

Papa Francesco arriva in Bolivia. Morales Gli dona foglie di coca e un crocifisso con falce e martello



4 commenti:

  1. Dai Fra, fatti amare, daglielo sulla testa!!!!

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  2. E' una cosa spaventosa e orribile . Potrei dire ben gli sta, ma invece mi viene solo un nodo alla gola e le lacrime agli occhi . Preghiamo affinchè la Vergine Immacolata ci salvi . jane

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  3. prossimo viaggio in olanda?

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  4. Cara Jane, condivido il suo sgomento. Questo crocifisso modernista rappresenta infatti il trionfo dell'arte "cattocomunista", poco "catto" e molto comunista; quale miglior dono per uno che ha dichiarato apertamente di essere sempre stato di sinistra ? per me, che sono anticomunista da una vita (sul fulgido esempio di Pio XII) sarebbe stata un'offesa, per quel signore biancovestito, invece, è una gioia riceverlo, evidentemente. Sempre più difficile considerarlo un prete, mica dico un papa o vescovo.

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