L'amore per il mondo
In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Oggigiorno c'è una certa confusione sul Mondo e la sua natura, perciò ritengo opportuno meditare su questo argomento secondo il costante insegnamento della Santa Madre Chiesa, soprattutto per quanto riguarda l'amore per il Mondo.
L'uomo è creato per amare l'Infinito che è Iddio. Se non ama Dio, cercherà di appagare il suo amore per l'Infinito con cose finite, così tormentando e sfigurando la sua anima. In altre parole ci sono solo due amori: l'amore per Dio e l'amore per il Mondo.
L'amore per il Mondo consiste nelle tre concupiscenze che sono: la concupiscenza della propria eccellenza, cioè la superbia, la concupiscenza della carne, cioè i piaceri carnali, e la concupiscenza degli occhi, cioè i beni terreni. Il male dell'amore per il Mondo consiste nel mettere il mondo al posto di Dio: tale male, in una parola, è l'idolatria. Per alcuni come Abshālōm (Assalonne) questo idolo è l'onore; per altri, secondo la parola di San Paolo, è il ventre (Vi sono alcuni che cercano i piaceri terreni e mondani che sono nemici della Croce di Cristo, la loro fine sarà la perdizione); per altri, come Giuda, sono i soldi; e così via.
L'amore per il Mondo fa perdere la grazia santificante e l'eterna beatitudine. Nostro Signore Gesù Cristo, il cui Nome sia sempre adorato, dice: 'Chi ama la sua vita la perderà' (Gv.12,24-26) e 'Guai a voi che ora siete sazi perché avrete fame; guai a voi che ora ridete perché sarete afflitti e piangerete' (Lc.6, 24-26).
Come spiega il prelato Spirago nel suo ammirevole Catechismo: come la nave attraccata alla terra con la sua ancora non può partire dal porto, così l'uomo che ama il Mondo non può raggiungere il porto della beatitudine. L'amore per il Mondo acceca lo spirito dell'uomo e lo allontana sempre di più da Dio. E siccome i raggi del sole non possono penetrare né attraversare l'acqua sporca, così lo Spirito Santo non può illuminare l'anima del figlio del Mondo.
San Paolo scrive di nuovo: 'L'uomo sensuale non comprende le cose dello Spirito di Dio, esse sono follia per lui e non è capace di intenderle perché se ne può aggiudicare solo per mezzo dello Spirito' (1Cor. 2,14). Per questi uomini la preoccupazione del Mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la Parola di Dio come le spine soffocano il seme crescente, nella parabola del Signore (Mt 13, 3-23).
Loro sono quelli invitati alla Cena Celeste che si assentono a causa di un campo, di un paio di buoi, o di una donna (Lc. 14, 16-24). L'amore per il Mondo turba l'anima: coloro che seguono le loro concupiscenze sono come coloro che non possono dormire la notte cambiando sempre posizione nel letto; mentre coloro che seguono il Signore possiedono la pace vera e stabile: 'Vi lascio la pace - dice il Signore - vi do la mia pace, non come la da il mondo io la do a voi' (Gv. 14, 27).
Il figlio del Mondo non può amare allo stesso tempo il Mondo e Dio, non può servire Dio e a Mammona (Lc.16,13): anzi, egli è pieno di odio verso Dio, verso la Santa Madre Chiesa, e i suoi servitori. Dice San Giacomo: 'Gente infedele, non sapete che amare il mondo è odiare Dio?' (Gc.4,4).
Alla fine, carissimi amici, i figli del Mondo hanno una grande paura della morte e muoiono spesso in grande turbamento di spirito, in disperazione o sofferenza, come pesci che sentono il dolore dell'amo, soprattutto quando vengono tirati fuori dall'acqua: perché alla morte i loro idoli vengono sbriciolati ed il loro amore per questi cessa, lasciandoli ignudi e privi di tutto.
L'amore per il Mondo è insito nel cuore dell'uomo e abita in tutti gli uomini in un grado maggiore o minore, anche in coloro che cercano la santità, che è la perfezione della Carità, perché l'amore per il Mondo, le tre concupiscenze, sono i tre ostacoli alla Carità.
Bisogna orientare, dunque, il nostro amore non al Mondo bensì a Dio, e non essere mai nemici della Croce di Cristo ma piuttosto prendere ogni giorno la nostra croce per amore di Lui. Bisogna portare questa croce per amore di Lui; bisogna pensare non alle cose della terra che prima o poi finiranno, ma alle cose di lassù che sono eterne, come spiega San Paolo: Col. 3,2 / Filipp. 3,19; bisogna cercare non ciò che è incostante, ma ciò che è stabile, non ciò che passa ma ciò che è eterno, non l'amico che ci lascerà alla morte ma Colui Che ci rimarrà fedele alla morte e dopo questo passaggio perché siamo stati fedeli a Lui, Che è Dio sopra ogni cosa benedetto.
Padre Konrad Zu Loewenstein
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