ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 20 luglio 2015

L'emorragia tedesca.

(Chiesa)
La Chiesa cattolica tedesca l’anno scorso ha perso un numero record di fedeli: quasi 218.mila persone, circa 39 mila più dell’anno precedente. E’ una cifra particolarmente alta, superiore persino a quella del 2010, l’anno in cui la Chiesa tedesca fu scossa dallo scandalo degli abusi sessuali sui minori.


La Chiesa cattolica tedesca l’anno scorso ha perso un numero record di fedeli: quasi 218.mila persone, circa 39 mila più dell’anno precedente. E’ una cifra particolarmente alta, superiore persino a quella del 2010, l’anno in cui la Chiesa tedesca fu scossa dallo scandalo degli abusi sessuali sui minori. In Germania la fede va dichiarata all’atto della dichiarazione fiscale; e in conseguenza di ciò – come illustra il recente caso di Luca Toni – la confessione di appartenenza rivendica e riceve una tassa, la “Kirchensteuer”. 

 Sono cifre considerevoli; nel 2011 la Chiesa tedesca ha percepito qualche cosa come 6,3 miliardi di dollari. La Chiesa tedesca è il secondo datore di lavoro nel Paese, e la sua influenza è considerevole nel Terzo Mondo grazie anche agli aiuti elargiti con i fondi della Kirchensteuer. Alcuni commentatori – come l’americano George Weigel – attribuiscono questa crescente disaffezione, oltre che a ragioni finanziarie, alla tendenza di una larga parte dell’episcopato a tentare di modificare la dottrina della Chiesa. Fra questi la dottrina relativa al matrimonio e ai sacramenti per i divorziati risposati, di cui si parlerà nel Sinodo dell’ottobre prossimo. E’ interessante in questo senso vedere che cosa afferma, in un’ampia intervista a “Zenit”, mons. George Gaenswein, Prefetto della Casa Pontificia e già segretario di Benedetto XVI.  
Alla domanda dell’intervistatore: 
Alcune di queste dispute provengono dalla sua terra d’origine, la Germania. Perché?   
Sì. È vero che non tutti gli errori vengono da là, ma il punto in questione certamente sì: vent’anni fa Giovanni Paolo II, dopo una lunga e impegnativa trattativa, non accettò che i cristiani risposati potessero accedere all’Eucaristia. Ora, non possiamo ignorare il suo magistero e cambiare le cose. Perché alcuni pastori vogliono proporre ciò che non è possibile? Non lo so. Forse cedono allo spirito del tempo, forse si lasciono guidare dal plauso umano causato dai media… Essere critico contro i mass media è certamente meno piacevole; ma un pastore non deve decidere in base agli applausi o meno dei media; la misura è il Vangelo, la fede, la sana dottrina, la tradizione.
MARCO TOSATTI

http://www.lastampa.it/2015/07/20/blogs/san-pietro-e-dintorni/lemorragia-tedesca-chiesa-YSk1hRZ4dotQvDVR5Os6bP/pagina.html

Gaenswein: «L’ostia ai divorziati risposati? Proposta impossibile»

mons. Georg Gaenswein
(©LaPresse)
(©LAPRESSE) MONS. GEORG GAENSWEIN

Parla il prefetto della Casa pontificia e segretario del Papa emerito: «Un pastore non deve decidere in base agli applausi o meno dei media; la misura è il Vangelo, la fede, la sana dottrina»

REDAZIONEROMA
  
«È vero che non tutti gli errori vengono» dalla Germania «ma il punto in questione certamente sì: vent'anni fa Giovanni Paolo II, dopo una lunga e impegnativa trattativa, non accettò che i cristiani risposati potessero accedere all'Eucaristia. Ora, non possiamo ignorare il suo magistero e cambiare le cose». È quanto afferma il prefetto della Casa pontificia e segretario del Papa emerito Benedetto XVI, mons. Georg Gaenswein, in una intervista a Zenit, a proposito del sinodo sulla Famiglia che sarà celebrato ad ottobre ed in particolare sulla situazione delle coppie «irregolari» e del nodo della comunione ai divorziati risposati.
  
«Perché alcuni pastori - si chiede mons. Gaenswein - vogliono proporre ciò che non è possibile? Non lo so. Forse cedono allo spirito del tempo, forse si lasciano guidare dal plauso umano causato dai media? Essere critico contro i mass media è certamente meno piacevole; ma un pastore non deve decidere in base agli applausi o meno dei media; la misura è il Vangelo, la fede, la sana dottrina, la tradizione».


«Una sfida del sinodo,  - osserva mons. Gaenswein - sono certamente i cristiani che si trovano in una situazione matrimoniale, teologicamente detta, «irregolare». Vuol dire persone che hanno divorziato e si sono risposate civilmente. Dobbiamo aiutarle, certamente, ma non in modo riduttivo. È importante avvicinarsi a loro, creare contatto e mantenerlo, perché sono membri della Chiesa come tutti gli altri, non sono espulse tanto meno scomunicate. Essi vanno accompagnati, ma ci sono problemi riguardo alla vita sacramentale. Si deve essere molto sinceri - sottolinea - da parte della Chiesa, anche da parte dei fedeli che vivono in questa situazione. Non si tratta solo di dire: «Possono non possono». E lì, secondo me, si dovrebbe affrontare in modo positivo».



«La questione dell'accesso alla vita sacramentale - aggiunge - è da affrontare in modo sincero sulla base del magistero cattolico. Spero che nei mesi di preparazione prima del Sinodo si presentino delle proposte che aiutino e servano per trovare le giuste risposte a tali pesanti sfide».

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