ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 4 luglio 2015

Ripeggioramento dello Spirito

Le #Eresie del giorno. Come smontare in brevi mosse il bergoglismo.

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Le #Eresie del giorno
di Alessandro Luciani
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«’Padre, io posso pregare con un evangelico, con un ortodosso, con un luterano?’ Devi, devi: avete ricevuto lo stesso Battesimo.»
(Papa Francesco, Radio Vaticana 03/07/2015)
Solo i cattolici possono adorare Dio (Papa Gregorio XVI, Summo Jugiter Studio); La vera Fede non può essere fondata fuori dalla Chiesa. (Papa Pio IX, Singulari Quidem; Papa San Pio X, Singulari Quandem); Le religioni non cattoliche non possono avere la vita della Chiesa. (Papa San Gregorio I, Esposizione nel Psalm V Poenit., tom. 3)
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La realtà di oggi e i nostri martiri ci uniscono in un “ecumenismo del sangue”, ricordando che pochi mesi fa, 23 egiziani copti sono stati sgozzati su una spiaggia della Libia:
«Se il nemico ci unisce nella morte, ma chi siamo noi per dividerci nella vita? Lasciamo entrare lo Spirito, preghiamo per andare avanti tutti insieme»
(Papa Francesco, Radio Vaticana 03/07/2015)
Fuori dalla Chiesa non v’è nessun martire cristiano.
(Papa Pelagio II, Denzinger 247); Lo Spirito Santo non dà la vita eterna agli eretici. (Papa Leone XIII, Satis Cognitum: 18)
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«L’unità dei cristiani è opera dello Spirito Santo e dobbiamo pregare insieme. L’ecumenismo spirituale, l’ecumenismo della preghiera» (Papa Francesco, Radio Vaticana 03/07/2015)
L’unità cristiana è la Chiesa cattolica. (Papa Pio XI, Mortalium Animos: 3, 15); Solo i cattolici possono essere cristiani (Papa Pio VI, Denzinger 1500); Se qualcuno prega con gli eretici, è un eretico. (Papa Sant’Agatone I, Sacrorum Conciliorium: XXI: 635)
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Per oggi mi fermo qui (speriamo faccia lo stesso anche lui).
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Su questo argomento ricordiamo il testo pubblicato dalle Edizioni Radio Spada
(cliccare sull’immagine per andare alla scheda):

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http://radiospada.org/2015/07/le-eresie-del-giorno-smontare/

[VIDEO] Bergoglio al RNS: Dovete pregate CON eretici, apostati e scismatici. Cosa ci comanda invece la Chiesa?

[VIDEO] Bergoglio al RNS: Dovete pregate CON eretici, apostati e scismatici. Cosa ci comanda invece la Chiesa?
di CdP Ricciotti.
Il 3 luglio 2015 Bergoglio ha ricevuto in udienza i membri del Rinnovamento nello “spirito”, ovvero un’organizzazione pancristiana che fonda la sua dottrina ed esperienza soprattutto su: sentimentalismomiracolismo esensazionalismo.
La definizione si basa su dati esclusivamente teologici, pertanto, in questa sede, non si vuol esprimere alcun giudizio sui singoli soggetti che vi partecipano, né si vuol mettere in discussione la buona fede di alcuni che, però, potrebbero quantomeno documentarsi prima aderire ad un gruppo, movimento, setta: oggi si parla, contro la Fede Cattolica, di “realtà ecclesiali”.
Qui il video dell’udienza integrale. In basso il nostro estrapolato:
Utile al nostro studio è questo preciso diktat bergogliano: “Padre, posso pregare CON un evangelico, CON un ortodosso, CON un luterano?DEVI, DEVI! Avete ricevuto lo stesso battesimo. Tutti noi abbiamo ricevuto lo stesso battesimo”.
Si odono nel video alcuni astanti che applaudono. Ecco cosa significa presumere di essere Cattolici, rifiutando di conoscere la Fede Cattolica:
“Gesù disse loro anche una parabola: Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca? […] Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo?” (Lc. VI, 39 ss.).
Dice tre volte “CON, CON, CON” (latino CUM), usando la sua Sedia (o presunta Carica) per farsi docente: “DEVI, DEVI” ripetuto per ben due volte.
La Chiesa cattolica non si è mai espressa in questi termini, né potrebbe mai farlo. Bergoglio dimostra, ancora una volta, dunque, evidentemente di non aver mai ricevuto (cf. Cum ex apostolatus officio, Paolo IV) o di aver perduto (cf. Codex Juris Canonici Pio-Benedettino, can 188 § 4) l’Ufficio di Pastore della Chiesa (Potestà di Giurisdizione, Ivi., can 108 § 3).
Le conclusioni teologiche sono già state esposte a sufficienza (clicca qui), pertanto sarebbe ridondante ripetersi. Preciso che chi vi scrive, per Fede cattolica, non può ammettere l’UNA CUM.
Vediamo brevemente (citando solo alcuni dei numerosissimi documenti utili) come la Chiesa cattolica condanna le affermazioni di Bergoglio:
[…] Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all’ossequente riconoscimento del suo dominio. Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l’ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da Dio. […]Questi ed altri simili argomenti esaltano ed eccitano coloro che si chiamano pancristiani, i quali, anziché restringersi in piccoli e rari gruppi, sono invece cresciuti, per così dire, a schiere compatte, riunendosi in società largamente diffuse, per lo più sotto la direzione di uomini acattolici, pur fra di loro dissenzienti in materia di fede. E intanto si promuove l’impresa con tale operosità, da conciliarsi qua e là numerose adesioni e da cattivarsi perfino l’animo di molti cattolici con l’allettante speranza di riuscire ad un’unione che sembra rispondere ai desideri di Santa Madre Chiesa, alla quale certo nulla sta maggiormente a cuore che il richiamo e il ritorno dei figli erranti al suo grembo. Ma sotto queste insinuanti blandizie di parole si nasconde un errore assai grave che varrebbe a scalzare totalmente i fondamenti della fede cattolica. […]Pertanto, poiché la coscienza del Nostro Apostolico ufficio ci impone di non permettere che il gregge del Signore venga sedotto da dannose illusioni, richiamiamo, Venerabili Fratelli, il vostro zelo contro così grave pericolo, sicuri come siamo che per mezzo dei vostri scritti e della vostra parola giungeranno più facilmente al popolo (e dal popolo saranno meglio intesi) i princìpi e gli argomenti che siamo per esporre. Così i cattolici sapranno come giudicare e regolarsi di fronte ad iniziative intese a procurare in qualsivoglia maniera l’unione in un corpo solo di quanti si dicono cristiani. […] Potrà sembrare che questi pancristiani, tutti occupati nell’unire le chiese, tendano al fine nobilissimo di fomentare la carità fra tutti i cristiani; ma come mai potrebbe la carità riuscire in danno della fede? Nessuno certamente ignora che lo stesso apostolo della carità, San Giovanni (il quale nel suo Vangelo pare abbia svelato i segreti del Cuore sacratissimo di Gesù che sempre soleva inculcare ai discepoli il nuovo comandamento: « Amatevi l’un l’altro »), ha vietato assolutamente di avere rapporti con coloro i quali non professano intera ed incorrotta la dottrina di Cristo: « Se qualcuno viene da voi e non porta questa dottrina, non ricevetelo in casa e non salutatelo nemmeno ». Quindi, appoggiandosi la carità, come su fondamento, sulla fede integra e sincera, è necessario che i discepoli di Cristo siano principalmente uniti dal vincolo dell’unità della fede. […]A tali condizioni è chiaro che la Sede Apostolica non può in nessun modo partecipare alle loro riunioni e che in nessun modo i cattolici possono aderire o prestare aiuto a siffatti tentativi; se ciò facessero, darebbero autorità ad una falsa religione cristiana, assai lontana dall’unica Chiesa di Cristo.
In realtà, tra i membri della Chiesa bisogna annoverare esclusivamente quelli che ricevettero il lavacro della rigenerazione, e professando la vera Fede, né da se stessi disgraziatamente si separarono dalla compagine di questo Corpo, né per gravissime colpe commesse ne furono separati dalla legittima autorità. “Poiché — dice l’Apostolo — in un solo spirito tutti noi siamo stati battezzati per essere un solo corpo, o giudei o gentili, o servi, o liberi” (I Cor. XII, 13). Come dunque nel vero ceto dei fedeli si ha un sol Corpo, un solo Spirito, un solo Signore e un solo Battesimo, così non si può avere che una sola Fede (cfr. Eph. IV, 5), sicché chi abbia ricusato di ascoltare la Chiesa, deve, secondo l’ordine di Dio, ritenersi come etnico e pubblicano (cfr. Matth. XVIII, 17). Perciò quelli che son tra loro divisi per ragioni di fede o di governo, non possono vivere nell’unita di tale Corpo e per conseguenza neppure nel suo divino Spirito.
[…] non è lecito, neppure sotto il pretesto di rendere più agevole la concordia, dissimulare neanche un dogma solo; giacché, come ammonisce il patriarca alessandrino: «Desiderare la pace è certamente il più grande e il primo dei beni, ma però non si deve per siffatto motivo permettere che ne vada di mezzo la virtù della pietà in Cristo». Perciò non conduce al desideratissimo ritorno dei figli erranti alla sincera e giusta unità in Cristo, quella teoria, che ponga a fondamento del concorde consenso dei fedeli solo quei capi di dottrina, sui quali o tutte o almeno la maggior parte delle comunità, che si gloriano del nome cristiano, si trovino d’accordo, ma bensì l’altra che, senza eccettuarne né sminuirne alcuna, integralmente accoglie qualsiasi verità da Dio rivelata.
Dio infatti vede perfettamente, scruta, conosce gli spiriti, le anime, i pensieri, le abitudini di tutti e nella sua suprema bontà, nella sua infinita clemenza non permette che qualcuno soffra i castighi eterni senza essere colpevole di qualche volontario peccato. Parimenti è notissimo il dogma cattolico secondo il quale fuori dalla Chiesa Cattolica nessuno può salvarsi e chi è ribelle all’autorità e alle decisioni della Chiesa, chi è ostinatamente separato dalla unità della Chiesa stessa e dal Romano Pontefice, Successore di Pietro, cui è stata affidata dal Salvatore la custodia della vigna , non può ottenere la salvezza eterna. Infatti le parole di Cristo Nostro Signore sono perfettamente chiare: “Chi non ascolta la Chiesa, sia per te come un pagano o come un pubblicano (Mt 18,17). Chi ascolta voi ascolta me; chi disprezza voi disprezza me, e chi disprezza me disprezza Colui che mi ha mandato (Lc 10,16). Colui che non mi crederà sarà condannato (Mc 16,16). Colui che non crede è già giudicato (Gv 3,18). Colui che non è con me è contro di me, e colui che non accumula con me, dissipa” (Lc 11,23). Allo stesso modo l’Apostolo Paolo dice che questi uomini sono “corrotti e condannati dal loro proprio giudizio” (Tt 3,11) e il Principe degli Apostoli li dice “maestri mendaci che introducono sette di perdizione, rinnegano il Signore, attirano su di sé una rapida rovina” .
La dottrina della fede che Dio rivelò non è proposta alle menti umane come una invenzione filosofica da perfezionare, ma è stata consegnata alla Sposa di Cristo come divino deposito perché la custodisca fedelmente e la insegni con magistero infallibile. Quindi deve essere approvato in perpetuo quel significato dei sacri dogmi che la Santa Madre Chiesa ha dichiarato, né mai si deve recedere da quel significato con il pretesto o con le apparenze di una più completa intelligenza. Crescano dunque e gagliardamente progrediscano, lungo il corso delle età e dei secoli, l’intelligenza e la sapienza, sia dei secoli, sia degli uomini, come di tutta la Chiesa, ma nel proprio settore soltanto, cioè nel medesimo dogma, nel medesimo significato, nella medesima affermazione .
Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede. Fu proprio questa dottrina apostolica che tutti i venerabili Padri abbracciarono e i santi Dottori ortodossi venerarono e seguirono, ben sapendo che questa Sede di San Pietro si mantiene sempre immune da ogni errore in forza della divina promessa fatta dal Signore, nostro Salvatore, al Principe dei suoi discepoli: “Io ho pregato per te, perché non venga meno la tua fede, e tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”.”.
La communicatio in sacris è formale (e non solo materiale: es. partecipazione passiva ad un funerale) quando un cattolico partecipa ad un rito acattolico (prega CON) con la reale intenzione di dare un culto a Dio nel rito della falsa religione. La communicatio in sacris pregiudica l’unità della Chiesa o include formale adesione all’errore o pericolo di errare nella fede, è di scandalo e di indifferentismo, è proibita dalla legge divinaCodex Juris Canonici Pio-Benedettino:
Qui quoquo modo haeresis propagationem sponte et scienter iuvat, aut qui communicat in divinis cum haereticis contra praescriptum can. 1258, suspectus de haeresi est” (Can. 2316) – “Colui che comunica nelle cose divine con gli eretici contro ciò che è prescritto nel can. 1250 è sospetto di eresia”. Can. 1258: “Haud licitum est fidelibus quovis modo active assistere seu partem habere in sacris acatholicorum. §2. Tolerari potest praesentia passiva seu mere materialis, civilis officii vel honoris causa, ob gravem rationem ab Episcopo in casu dubii probandam, in acatholicorum funeribus, nuptiis similibusque sollemniis, dummodo perversionis et scandali periculum absit”, ovvero “La presenza passiva o puramente materiale può essere tollerata per rendere onore o soddisfare ad un obbligo di civile convivenza, nei funerali, ai matrimoni e nelle solennità analoghe, per una ragione grave che, nei casi dubbi, deve essere riconosciuta dall’ordinario, purché ogni pericolo di perversione e di scandalo siano evitati”.
Si potrebbe filosofeggiare (ovvero discutere sul “sesso degli angeli”) affermando che Bergoglio avrebbe parlato di “pregare”, forse privatamente, e non esplicitamente di communicatio in sacris, tuttavia l’evidenza ha già dimostrato le intenzioni della setta vaticanosecondista: Maggiori informazioni chiare e semplici qui.
Sant’Alfonso, Verità della Fede, Volume primo, Giacinto Marietti, Torino, 1826, alla pagina 142, si leggono le parole del santo Dottore: “La seconda cosa certa si è, che quando in tempo di scisma si dubita, chi fosse il vero papa, in tal caso il concilio può esser convocato da’cardinali, e da’ vescovi; ed allora ciascuno degli eletti è tenuto di stare alla definizione del concilio, perchè allora si tiene come vacante la sede apostolica. E lo stesso sarebbe nel caso, che il papa cadesse notoriamente e pertinacemente in qualche eresia. Benché allora, come meglio dicono altri, non sarebbe il papa privato del pontificato dal concilio come suo superiore, ma ne sarebbe spogliato immediatamente da Cristo, divenendo allora soggetto affatto inabile, e caduto dal suo officio.
Come insegna la Chiesa, in attesa della convocazione (secondo quanto stabilito dalla Chiesa) di un Concilio imperfetto (universale – almeno moralmente, così come stabilito dalla Chiesa) atto alla designazione di un Pontefice in atto: preghiamo e restiamo saldi nella fede e nei Sacramenti (qui si ha intenzione di spiegare come), rigettando qualsivoglia invito allacommunicatio in sacrisPossiamo comunque stare relativamente “tranquilli” poiché la sede vacante non interrompe la successione legittima (quando e se ci sarà).

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