ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 6 luglio 2015

Teologia del c..

Teologo, gay e sposato, nell'università gesuita
Il professor John Patrick Hornbeck II dirige il dipartimento di teologia all'università gesuita di Fordham, New York. Si è sposato con un altro uomo, un matrimonio gay con rito episcopale nella chiesa di San Bartolomeo (Manhattan). E l'università gesuita in cui lavora? Gli fa gli auguri, pubblicamente.
John Patrick Hornbeck
"Siamo un'università cattolica gesuita. Il nostro spirito deriva dai quasi 500 anni di storia dei gesuiti. È lo spirito di un impegno sincero su idee profonde, le comunità di tutto il mondo, l'ingiustizia, la bellezza l'interezza dell'esperienza umana". 
Il professor John Patrick Hornbeck II si è sposato sabato 27 giugno nella chiesa episcopale di San Bartolomeo a Manhattan. "Auguriamo al professor Hornbeck e allo sposo una vita ricca piena di benedizioni in occasione del loro matrimonio nella Chiesa Episcopale".
È il messaggio augurale indirizzato ai nubendi da Bob Howe, dirigente capo delle comunicazioni dell'Università. L'Università è la Fordham, l'università gesuita di cui abbiamo riferito la presentazione sul sito ufficiale. Il dipartimento che il professor Hornebeck dirige è quello di teologia e quello che avete appena letto non è un refuso. Il professor Hornebeck si è infatti sposato con il signor Patrick Anthony Bergquist, avvalendosi della legge che nel 2011 ha istituito il matrimonio omosessuale nello Stato di New York e della decisione della chiesa episcopale americana di celebrare il matrimonio omosessuale.
A chi magari nutrisse qualche perplessità lo stesso responsabile della comunicazione ha fatto il seguente discorsetto: "Il professor Hornbeck è un membro della comunità della Fordham, e come tutti gli impiegati dell'Università, gli studenti e gli alunni, ha diritto alla dignità umana, senza distinzioni di razza, credo, genere e orientamento sessuale". Howe ha proseguito dicendo che le unioni dello stesso sesso "sono ora la legge del posto e il professor Hornebeck ha lo stesso diritto costituzionale al matrimonio di tutti gli americani". Sono perfettamente d'accordo che il professor Hornbeck abbia diritto a quella dignità umana ontologicamente fondata proprio sulla natura umana. Ho seri dubbi però che egli abbia diritto alla letterina di auguri in cui manca solo l'accenno ai figli maschi per raggiungere l'acme dell'amicalità gaia (perdinci, con gestazione di sostegno di una signora molto gentile che si fa spremere le ovaie ed un'altra, altrettanto gentile, che dietro modico compenso, poco più di un rimborso spese, noleggia il proprio utero per nove mesi). Ed ho ancora più dubbi circa il fatto che in un'università che si auto definisce gesuita ci sia un signore che dirige il dipartimento di teologia contraddicendo pubblicamente la dottrina cattolica.
Certo, ormai nel corpo ecclesiale i recettori dello scandalo per le lesioni del sesto comandamento sono quasi un residuato in via di atrofizzazione da mancato uso, ma magari, c'è ancora qualche genitore che si sacrifica per pagare profumatissime rette pensando di iscrivere il figlio ad un'Università cattolica affinché egli possa sviluppare una visione della realtà cattolica. Ed invece si troverà un professore che insegna ciò in cui non crede o disinsegna diffondendo le teorie erronee in cui crede.
Una mera speculazione? Pare di no, almeno da quanto si può capire dal più recente seminario tenutosi il 20 ottobre nell'auditorium papale del Lincoln Center dell'Università Fordham dal titolo più che suggestivo: "Chi sono io per giudicare? Come Papa Francesco sta cambiando la Chiesa". A condurlo, insieme con il prof. Hornbeck anche il gesuita James Martin. Questi in un articolo del 2009 sulla rivista America, dopo avere enumerato ciò che un cattolico gay non può fare ("godere di un amore romantico", "sposarsi", "adottare un bambino", "entrare in seminario", "lavorare per la Chiesa dichiarandosi") ed avere aggiunto il minimo sindacale per uno che ci si aspetta difenda la dottrina: "niente di questo desta sorpresa o è controverso: tutto appartiene all'insegnamento della Chiesa", chiude l'articolo con questa pensosa domanda: "prese insieme queste cose sollevano per tutti noi un un'importante domanda pastorale: che tipo di vita rimane per questi fratelli e sorelle in Cristo che vogliono seguire gli insegnamenti della Chiesa? Almeno ufficialmente, i cattolici gay sembrano essere fatti per condurre una vita solitaria, senza amore, in segretezza. È questo ciò che Dio desidera per la persona gay?". Si ha qualche difficoltà a rintracciare qualche segno di apertura alla vita eterna e al sacrificio per un amore più grande in questa prospettiva di padre Martin. Ma è ancora più indicativa la presentazione del seminario da parte di Hornbeck. Anticipando che nel seminario si sarebbe parlato del futuro del cattolicesimo e sarebbero state esaminate le recenti affermazioni pubbliche del Papa su materie che spaziano dal ruolo delle persone LGBT nella Chiesa, alla ristrutturazione della banca vaticana e alle coppie non sposate e divorziate, egli ha detto: "I Cattolici americani e la loro Chiesa non sono stati sulla stessa pagina per un po' di tempo, ma ora il Papa sta aprendo spazio al dialogo".
A distanza di soli 8 mesi è ora giunto il matrimonio gay del professor Hornbeck. Fatti come questo mi pare confermino quanto ho già detto a quei cattolici laici e religiosi che sostengono il cambiamento della dottrina direttamente oppure indirettamente, attraverso il cedimento pastorale, o elargendo generose dosi di areosol immobilizzante contro quelle persone che, senza sentirsi padreterni, non hanno nessuna intenzione di venire meno al loro dovere di padri e di madri. A tutti costoro ho detto ed oggi ripeto: rivelate i vostri conflitti d'interesse.
di Renzo Puccetti06-07-2015

L'omosessualità è contro l'ordine naturale

Secondo la legge naturale e quella soprannaturale i fini della sessualità umana sono due: procreativo e unitivo. Va da sé che il fine procreativo nell’ambito dell’omosessualità non può essere raggiunto. Già questo ci fa capire quanto la pratica omosessuale si collochi fuori dell’ordine naturale.

Il corpo è parte integrante della persona umana

Ma c’è anche un altro punto da tenere in considerazione. Mi riferisco al fatto che l’uomo non è solo il suo spirito (cioè la sua anima) ma anche il suo corpo. Il corpo non è qualcosa di aggiuntivo, per cui se c’è o non c’è va ugualmente bene; è parte integrante della persona umana. Se l’anima è “forma organica” del corpo, vuol dire che questo (il corpo) è costitutivo della persona umana. L’anima sta al corpo come la forma sta alla materia.
Ora – nessuno lo può negare – il corpo è sessuato. Il corpo è maschile e femminile; ed è maschile e femminile per dato di natura, non per scelta. Se è vero che la psiche influenza il corpo e pur vero il contrario, cioè che il corpo influenza la psiche. Infatti, la differenza tra uomo e donna non è solo corporea, ma prima di tutto psicologica. L’uomo è uomo in tutto se stesso. La donna è donna in tutta se stessa.
Questa premessa è importante per capire quanto la sessualità umana non sia riducibile a una “scelta”, bensì è un’espressione di elementi che la precedono e che si offrono come dati di fatto che l’uomo naturalmente deve riconoscere e di cui non può disporre secondo una sua capricciosa volontà. 
L’omosessualità è contro l’ordine naturale

Il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 2357 dice: «Basandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono infatti contrari alla legge naturale, precludono all’atto sessuale il dono della vita, e non sono frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale. Non possono essere approvati in nessun caso».
Qui dobbiamo rifarci ad Aristotele. Il termine “natura” non indica (come spesso si pensa) ciò che fanno gli animali o ciò che avviene nella natura. La natura è il principio, presente in ogni cosa (quindi anche nella persona umana) che guida la crescita e lo sviluppo della realtà in cui è presente mirando a raggiungere il fine che è proprio di quella determinata realtà. Nel caso della persona umana, essendo essa non solo corpo ma anche spirito (e quindi ragione), agire secondo la propria natura significa raggiungere il fine che è conforme alla propria natura razionale. Altro discorso vale per le bestie.
Ovviamente la morale cattolica opera una distinzione tra orientamento omosessuale e pratica omosessuale. La prima non è suscettibile di un giudizio morale, qualora non sia tollerata e assecondata; la seconda invece è sempre da condannare.
Si definisce “omosessualità” un’attrazione sessuale stabile e prevalente verso le persone dello stesso sesso. Tenendo presente ciò che abbiamo finora detto, poiché l’omosessualità è una preferenza sessuale, come ogni tipo di preferenza non costituisce l’identità della persona. Tornando ad Aristotele, possiamo dire che essa è un accidente, cioè non costituisce l’essenza della persona.
Da qui si può concludere che non esistono omosessuali ma persone con inclinazioni omosessuali. Anzi, si può dire che le persone omosessuali sono in realtà eterosessuali, che, per qualche motivo, non hanno potuto sviluppare appieno la loro eterosessualità.
Giustamente il Magistero della Chiesa Cattolica invita ad evitare l’espressione “omosessuale” e a sostituirla con “persona con tendenza omosessuale”.

Due tesi per legittimare l’omosessualità: quella “genetica” e l’“ideologia di genere”

Ci sono due tesi che mirano alla legittimazione dell’omosessualità. La prima la possiamo definire “genetica”, la seconda “culturale”.
La prima afferma che nell’omosessualità ci sarebbero fattori genetici. Ma è una tesi facilmente confutabile. Infatti, diversi studi scientifici escludono la possibilità di una causa biologica dell’omosessualità. Non esiste un “gene gay”, un “cervello gay” o un “ormone gay”. A poter causare l’insorgere di un orientamento omosessuale sono influssi ambientali: famiglia, società, varie esperienze di vita, ecc …
La seconda tesi è quella espressa dalla cosiddetta ideologia di genere. Si tratta di una teoria che afferma che il genere non sarebbe né naturale né legato all’identità sessuale. La società imporrebbe agli uomini di comportarsi in un determinato modo e avere determinati gusti; e alle donne di comportarsi in maniera differente e avere altri gusti. Insomma, questi gusti e comportamenti non avrebbero nulla di radicato nell’identità sessuale delle persone.
Secondo i sostenitori di questa ideologia, i generi sarebbero cinque: maschile, femminile, omosessuale, bisessuale, trasgender e l’uomo sarebbe moralmente autorizzato a scegliere e a cambiare il proprio genere.
Sono molti gli autori che legano la nascita dell’ideologia di genere al femminismo radicale degli anni ’70. La caratteristica di questo filone rivoluzionario fu di applicare la dialettica marxista della lotta di classe ai due sessi. Come l’obiettivo del comunismo era una società senza classi, il fine dell’ideologia di genere è una società senza differenze tra uomini e donne. In questo senso trovano una giustificazione le istanze per le “pari opportunità”, le “quote rosa” e soprattutto le campagne contro la gravidanza, che resta un’insuperabile differenza tra uomini e donne.
Un grosso contributo all’ideologia di genere è giunto da un’opera del celebre medico Alfred Charles Kinsey (1894-1956), Il comportamento sessuale dell’uomo. In essa, Kinsey teorizza l’orientamento sessuale come un continuum del quale l’eterosessualità e l’omosessualità non sarebbero che i due estremi, mentre la bisessualità sarebbe la norma. Infatti, la conseguenza più immediata dell’ideologia di genere è la teorizzazione del transgenderismo, che è un movimento politico e culturale che propone una visione fluida dei sessi e dei generi, e rivendica il diritto di ogni persona di scegliere liberamente il proprio orientamento sessuale, la propria identità sessuale, le proprie abitudini e stili di vita. Insomma, niente è dato, niente è definito, tutto sarebbe sottoposto all’arbitrio dell’uomo.
Basterebbe raccontare un fatto che smentisce completamente questo assunto. Un fatto che capitò proprio a John William Money (1921-2006), il medico che coniò la definizione “identità di genere”, ipotizzando che questa potesse essere diversa dall’identità sessuale. Raccontiamolo.
Nel 1967 due gemelli monozigoti canadesi Brian e Bruce Reimer vennero sottoposti ad un rituale intervento di circoncisione, ma, per un incidente, il pene di Bruce fu bruciato durante l’operazione. I genitori, non sapendo cosa fare, si rivolsero a Money, medico famoso per le operazioni su bambini ermafroditi, il quale li convinse che sarebbe bastato semplicemente crescere Bruce come una bambina – in attesa dei trattamenti ormonali e della plastica ai genitali – per risolvere il problema. Per Money si trattava dell’esperimento perfetto, che avrebbe potuto dimostrare ciò di cui era personalmente convinto, ovvero che l’identità di genere non sarebbe in alcun modo legata alla natura biologica e, essendo il prodotto dell’influenza ambientale, potrebbe essere modificata. Aveva, infatti, a disposizione due bambini con l’identico patrimonio genetico e la possibilità di crescere uno dei due come una bambina.
Ma le cose andarono diversamente. Dall’incontro con il dottor Money la vita di Brenda (il nuovo nome di Bruce) e della sua famiglia fu un tragico susseguirsi di depressione, alcolismo, tentativi di suicidio. Brenda (che nulla sapeva dell’incidente) non voleva assolutamente decidersi a comportarsi come una bambina, con enorme sconforto dei genitori. A 14 anni Brenda decise di non tornare dal dottor Money per la solita visita annuale e di non sottoporsi all’operazione per assumere in modo definitivo le caratteristiche sessuali femminili. Va detto che durante le visite periodiche il dottor Money arrivava a mostrare a Brenda materiale pornografico per insegnarle i comportamenti di genere. A questo punto i genitori le raccontarono la sua storia. Il commento di Brenda fu:“Per la prima volta ogni cosa ebbe un senso, ed io compresi chi e cosa ero”. David (il nuovo nome che Brenda si scelse) subì due operazioni di ricostruzione del pene, sposò una donna che aveva tre figli, ma si suicidò nel 2004.
L’esperimento che – secondo il dottor Money – avrebbe dovuto dimostrare il non legame tra identità di genere e identità sessuale fallì tragicamente.

La condanna da parte della Bibbia

Eventualmente qualcuno obiettasse: Non è che la proibizione dell’omosessualità da parte della morale cattolica sia un’invenzione della Chiesa? D’altronde dove se ne parla nelle Scrittura? Pper rispondere basterebbe ricordare qualche citazione biblica. Eccole:

· «Non accoppiarti con un maschio come si fa con una donna: è cosa abominevole. (…) Tutti quelli che commetteranno tali azioni abominevoli, verranno sterminati di mezzo al popolo» (Levitico 18, 22 e 29)

· «Se un maschio giace con un altro maschio come si fa con una donna, entrambi hanno commesso un abominio: vengano messi a morte, e il loro sangue ricada su di loro» (Levitico 20,13)

· «Il loro aspetto testimonia contro di loro: essi manifestano i loro peccati, come fece Sodoma, anziché nasconderli. Guai a loro! Essi si preparano la loro rovina!» (Isaia 3, 9)

· «Disse dunque il Signore (ad Abramo): “Il clamore delle colpe che mi giunge da Sodoma e da Gomorra è grande, e molto grave è il loro peccato”. (...). Poi quei due (angeli) dissero a Loth: (…) “Fa uscire da questo luogo generi, figli e figlie e tutti i tuoi parenti che si trovano in questa città, perché noi siamo giunti per distruggerla: grande è infatti il clamore dei peccati che da essa si è innalzato verso il Signore, e il Signore ci ha inviati per distruggerla”. (…). Allora il Signore fece piovere dal cielo zolfo e fuoco su Sodoma e Gomorra, e distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti della città e ogni sorta di piante. (…) Abramo intanto si era alzato di buon mattino per andare sul luogo dove prima si era fermato davanti al Signore, e, volgendo lo sguardo verso Sodoma e Gomorra e su tutta la regione di quella pianura, vide che dalla terra si alzava un fuoco simile al fumo di una fornace» (Genesi 18, 20; 19, 12-13; 19, 24-28)

· «Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, fino al punto di disonorarsi a vicenda i corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato la creatura al posto del creatore benedetto nei secoli. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno mutato le unioni secondo natura quelle contro natura; allo stesso modo gli uomini, lasciando l’unione naturale con le donne, si sono accesi di passione fra maschi, ricevendo così in loro stessi la punizione che si addice al loro traviamento. (…). E pur conoscendo il giudizio di Dio, che condanna a morte chi commette tali azioni, essi non solo le commettono, ma persino approvano chi le compie» (Romani 1, 24-32)

· «Non illudetevi! Né fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti (…) erediteranno il Regno di Dio!» (1 Corinzi 6, 9-10).

· «Se Dio condannò alla distruzione e ridusse in cenere le città di Sodoma e di Gomorra, lo fece perché ciò fosse di ammonizione per tutti i perversi in avvenire; e se libero Lot, che era rattristato per la condotta di quegli uomini sfrenatamente dissoluti, (…) il Signore lo fece perché sa liberare dalla prova gli uomini pii e sa riservare gli empi alla punizione nel giorno del giudizio» (2 Pietro 2, 6-9)

· «Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si erano abbandonate alla lussuria ed ai vizi contro natura, vengono portate come esempio per aver subito la pena del fuoco eterno» (Giuda 7).
 
CORRADO GNERRE  (ilgiudiziocattolico.com)
 

1 commento:

  1. Oggi è Santa Maria Goretti . Prega per noi piccola martire della purezza e prega per la conversione di quella gente di cui sopra scritto. jane

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