ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 13 agosto 2015

I vescovi callejeros

Generazione Bergoglio

Classe 1955 e sacerdote dal 1980, è un sacerdote della diocesi di Mantova che è stato a lungo direttore della Caritas locale e dal 2008 vicario del vescovo di Mantova, il martiniano Roberto Busti
Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Antonino D’Anna apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi

Nomine episcopali? In Vaticano adesso sta spuntando la fronda. Le ultime scelte fatte da Papa Francesco hanno sollevato un po’ di perplessità nei Sacri Palazzi, dove si è guardato alla nomina del nuovo vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, come ad una nomina indicativa dei criteri alla base delle scelte di questo papato. Monsignor Cipolla, classe 1955 e sacerdote dal 1980, è un sacerdote della diocesi di Mantova che è stato a lungo direttore della Caritas locale e dal 2008 vicario del vescovo di Mantova, il martiniano Roberto Busti che peraltro il 22 novembre prossimo compirà 75 anni e dovrà presentare le sue dimissioni obbligatorie, come spetta ai vescovi diocesani.
È significativo osservare (c’è chi nota Oltretevere) come Busti, per il momento, resti al suo posto, mentre il suo vicario viene nominato vescovo fuori dalla regione ecclesiastica Lombardia di cui Mantova fa parte, per essere inviato nella regione ecclesiastica del Triveneto (che racchiude Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) dove avrà bisogno di ambientarsi. Una scelta diversa dalla prassi generalmente seguita, che vede la nomina di un vescovo quasi sempre all’interno della regione ecclesiastica di provenienza. Oltre al fatto che l’attività di monsignor Cipolla sia stata molto pastorale nella sua esperienza ecclesiastica e non molto di governo, se si eccettua il periodo passato accanto a Busti in qualità di vicario.
Ma questo può essere un segno delle scelte di Jorge Mario Bergoglio, da sempre prete callejero che ama andare in mezzo alla gente. Meglio, dunque, un vescovo che voglia una Chiesa meno attenta all’organizzazione ed alle gerarchie e più vicina ai fedeli. C’è però da chiedersi se Busti, a questo punto, riceverà un sostituto dall’Arcidiocesi di Milano nella figura di uno dei vescovi ausiliari del cardinale Angelo Scola.
In Vaticano si fa notare che, anche se lentamente, il Papa sta provvedendo alle nomine in Italia e in Germania. Ma il rischio è che nello Stivale il 2016 possa essere non solo l’anno del Giubileo, ma anche dell’ingorgo ecclesiastico. Solo l’anno prossimo avremo a scadenza o scadute queste Arcidiocesi: Milano (Angelo Scola, novembre); Palermo (Paolo Romeo, diocesi scaduta da tre anni); Bologna (Carlo Caffarra, scaduta da tre anni), e nell’ottobre 2015 va a scadenza anche Ancona, dove il Papa ha nominato cardinale monsignor Edoardo Menichelli. Parliamo di diocesi molto importanti, sedi cardinalizie e non solo che hanno bisogno di un ricambio.
E si tratta di scelte che dovranno essere pesate e ponderate molto attentamente, specie Bologna che rappresenterà un banco di prova per la «tenuta» dei movimenti. L’arcivescovo Caffarra, infatti, è vicino a Comunione e Liberazione che in regione ha già altri due arcivescovi: monsignor Luigi Negri (Ferrara-Comacchio) e Massimo Camisasca (Reggio Emilia-Guastalla). Un’altra nomina targata CL, o piuttosto Bergoglio sceglierà un altro candidato? È tutto nelle mani del Papa.
12 - 08 - 2015Antonino D'Anna


http://www.formiche.net/2015/08/12/chi-monsignor-claudio-cipolla-il-nuovo-vescovo-callejero-nominato-papa-francesco/ 
Politici e vescovi la buttano in caciara E il problema immigrati non lo affronta nessuno
di Riccardo Cascioli e Anna Bono13-08-2015
La polemica tra il leader della Lega Salvini e il segretario della CEI ha raggiunto vette al limite dell'assurdo (perfino una terribile intervista a mons. Galantino cancellata con tante scuse dal sito di Famiglia Cristiana). È il solito modo per evitare di affrontare seriamente il tema dell'immigrazione clandestina. Alimentando anche falsi miti, come quello della generosità dei paesi poveri contrapposta all'egoismo dei paesi ricchi.
Quelli che «ributtiamoli indietro» e quelli che «prendiamoli tutti» sono opposti schieramenti ideologici che alimentano polemiche impedendo di affrontare seriamente il problema dell'immigrazione clandestina. E ricordare che siamo davanti a un fenomeno destinato a crescere nel tempo, che andrebbe gestito ben prima dell'imbarco per l'Italia.
I PAESI POVERI SONO PIU' ACCOGLIENTI? FALSO
di Anna Bono
L’86% dei profughi è ospitato in paesi in via di sviluppo. E allora questo vuol dire che i paesi più poveri sono altruisti, mentre quelli ricchi sono egoisti? Editorialisti, politici e religiosi dicono così. Ma non tengono conto che questi profughi provengono da paesi confinanti e sono assistiti dall'Acnur. Coi soldi dei paesi ricchi
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-politici-e-vescovi-la-buttano-in-caciarae-il-problema-immigrati-non-lo-affronta-nessuno-13524.htm

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