ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 16 agosto 2015

La misericordia si offre a parole a tutti ?

In ricordo di mons. Rogelio Ricardo Livieres Plano, già vescovo cattolico di Ciudad del Este, in Paraguay

Il 14 agosto è morto mons. Livieres Plano, che lo scorso anno fu rimosso dalla guida della Diocesi di Ciudad del Este, in Paraguay. La sua vicenda addolorò moltissimi cattolici, ma stupì solo quanti non avevano ben compreso come sia severamente selettiva la “misericordia” di questa chiesa.

Redazione
.
Non è stata solo il clima distratto del ferragosto la causa del ritardo nel diffondere la notizia della morte di un successore degli Apostoli, che l’anno scorso fu al centro di un “caso” di cui si parlò molto. Mons. Rogelio Ricardo Livieres Plano era stato archiviato tra i “perdenti” e ormai non interessava più agli organi di informazione. Questa nuova “chiesa”, che ha sviluppato un nuovo e singolarissimo concetto di “misericordia”, l’aveva già condannato a morte e sepolto nel settembre dello scorso anno, quando lo aveva rimosso dalla guida della sua Diocesi.
Era stata una rimozione che aveva avuto molti aspetti deplorevoli, dallo scarso rispetto delle procedure, caratteristico di chi agisce con prepotenza, al fatto che proprio nei giorni in cui fu decretata la rimozione mons. Livieres si trovava a Roma.
Il fatto di trovarsi nella capitale della Cristianità non aveva giovato al vescovo rimosso, che invano aveva cercato di essere ricevuto da Bergoglio. Niente da fare, questi non aveva tempo; forse proprio in quei giorni era occupato con tante altre udienze importanti, che so, con la Bonino, o con uno scambio di idee ecumeniche con qualche imam e con qualche pastore protestante. Non c’era tempo per il vescovo di Ciudad del Este.
Le “colpe” di mons. Livieres furono tra le più gravi per il “nuovo corso”. Tra l’altro, aveva aperto un Seminario Diocesano che aveva formato sessanta nuovi sacerdoti e che, a differenza del seminario nazionale di Asunción, aveva ogni anno nuovi seminaristi. Già, però i seminaristi di  Ciudad del Este venivano formati secondo la Tradizione e non secondo gli schemi ideologici di una delle “chiese” più progressiste del Sudamerica.
Mons. Rogelio Ricardo Livieres Plano che, senza tacere le sue ragioni, era sempre rimasto fedele alla Chiesa, ora è tornato alla Casa del Padre, a ricevere la consolazione che gli è stata negata dagli uomini. Preghiamo per lui e preghiamo perché la Chiesa ritrovi la Fede.
Vi riproponiamo un articolo di Mauro Faverzani, pubblicato il 1° ottobre dello scorso anno, e vi segnaliamo che trovate altri articoli su Mons. Livieres cliccando su InfocatolicaMessainlatinoChiesa e postconcilio e Chiesa.espressonline.
.
Quella strana sensazione di epurazioni con processi sommari… 

di Mauro Faverzani
(vedi anche: Incredibile presa di distanza dell’Opus Dei da mons. Livieres Plano)
.
1° ottobre 2014
zzrglLa sensazione è strana…. Nei giorni scorsi i maggiori quotidiani nazionali hanno equiparato due casi assolutamente diversi: quello dell’arcivescovo polacco Jozef Wesolowsky, ex-Nunzio in Santo Domingo, arrestato dalla Gendarmeria vaticana su ordine di Papa Francesco per pedofilia, e quello del vescovo mons. Rogelio Ricardo Livieres Plano, rimosso dalla guida della Diocesi di Ciudad del Este, in Paraguay: foto affiancate in prima pagina, benché le loro posizioni non siano per niente equiparabili.
Per quanto riguarda mons. Wesolowsky, la giostra mediatica ha puntato i riflettori sull’accusa di pedofilia, ignorando la sua conclamata omosessualità. Sino al paradosso, rappresentato dal quotidiano della Cei, “Avvenire”, che nella stessa pagina alla notizia dell’arresto del nunzio polacco ha affiancato l’esaltazione di un suo noto emulo sessuale, Pier Paolo Pasolini. Giuliano Ferrara, ha definito «grottesca» e «deludente» l’intera vicenda, facendo notare come «il processo canonico non sia concluso», essendo in corso l’appello, «e quello penale non sia praticamente cominciato». Qui «dov’è la misericordia?», si è chiesto.
Di tutt’altro tenore la vicenda di mons. Livieres Plano. La grande stampa lo ha presentato come colpevole di avere insabbiato il caso del suo Vicario Generale don Carlos Urrutigoity, accusato 12 anni fa negli Usa di abusi sessuali. Non è così e lo ha chiarito esplicitamente al “New York Times” il portavoce della Santa Sede, Padre Federico Lombardi: «Il problema importante erano le relazioni all’interno dell’episcopato e nella Chiesa locale, difficili», ha detto, mentre di don Urrutigoity «si è parlato, ma non era centrale».
Anche il comunicato emesso dalla sala stampa della Santa Sede si è limitato a parlare di una decisione «ponderata da serie ragioni pastorali» ed «ispirata al bene maggiore dell’unità della Chiesa di Ciudad del Este ed alla comunione episcopale in Paraguay». Da molto tempo mons. Livieres era ai ferri corti coi suoi confratelli Paraguay.
Come ricordato in un memoriale sul sito della sua ex-Diocesi, il vescovo si è reso scomodo, per aver denunciato apertamente la contiguità dell’episcopato paraguaiano con la Sinistra e con la Teologia della Liberazione. Ha fondato un proprio Seminario diocesano, per preservare i suoi futuri preti dalla marcata connotazione politico-ideologica di quello nazionale di Asunción: un successo, con oltre 60 sacerdoti in 10 anni e 40 nuovi seminaristi all’anno. Forte però la reazione dell’episcopato, conscio che ciò «avrebbe rotto e ruppe lo schema monolitico», in cui veniva formato il clero del Paese.
Gli han rinfacciato di tutto, anche la sua appartenenza all’Opus Dei. Ai tempi di Vatileaks(coincidenza?) trapelò una sua lettera riservata a Benedetto XVI, in cui, lamentando la distanza dei vescovi paraguaiani dalla Dottrina della Chiesa, suggerì nuovi criteri differenti per la selezione dei futuri prelati, suscitando anche in Diocesi la reazione di una decina dei suoi sacerdoti (su 80) e quella del laicato più impegnato nella “pastorale sociale”, al punto da chiedere la visita apostolica. Mons. Livieres godette però del sostegno tanto di Giovanni Paolo II quanto di Benedetto XVI. Evidentemente «Papa Francesco ha deciso di ritirarmi il suo appoggio», ha concluso amaramente l’interessato nella lettera inviata al Prefetto della Congregazione per i Vescovi, card. Marc Ouellet.
Lettera in cui con grande dignità ha fatto rispettosamente notare alcune oggettive irregolarità, di cui è stato vittima: non ha ricevuto la relazione seguita alla Visita apostolica compiuta nella sua Diocesi dal Card. Santos Abril Y Castello; l’annuncio pubblico della sua rimozione da parte del Nunzio è avvenuto prima della notificazione scritta del decreto, forse per evitare le reazioni dei fedeli; benché negli stessi giorni del blitz si trovasse a Roma, non ha mai potuto difendersi di fronte al Pontefice: «A dispetto di tanti discorsi su dialogo, misericordia e rispetto per l’autorità delle Chiese locali – ha scritto – non ho avuto neppure l’opportunità di parlare con Papa Francesco, né modo di chiarirgli dubbi o preoccupazioni».
E conclude: «Come figlio obbediente della Chiesa, accetto questa decisione, benché la consideri infondata ed arbitraria». Decisione, di cui «il Papa dovrà render conto a Dio più che a me», definendo «la sostanza del caso una persecuzione ideologica». L’annuncio della destituzione, in Diocesi, è stato dato dunque in sua assenza. Come spiegato dal blog “Página Católica”, il Nunzio ed il nuovo Amministratore apostolico, mons. Ricardo Valenzuela, si sono recati a Ciudad del Este, prendendo possesso della sede. Non meglio identificati «inviati di Francesco» si sarebbero recati con la Polizia presso la Curia Arcivescovile, mettendo i sigilli agli armadi.
L’anziana madre del Vescovo ‒ 89 anni – è stata sfrattata senza complimenti dall’alloggio, su cui son stati messi i lucchetti: «Si è consumato un golpe», ha commentato il blog. Cosa avrebbe potuto dire mons. Livieres, se fosse stato interpellato? Che don Urrutigoity non è mai stato processato da alcun Tribunale, né civile, né religioso. Che le tre accuse mossegli circa presunti abusi sessuali, in Usa ed in Paraguay, son finite in niente, riconoscendone anzi l’innocenza. Che la stessa Congregazione per la Dottrina della Fede riconobbe l’impossibilità di procedere a suo carico, stante l’assenza d’imputazioni reali. Che, quando giunse a Ciudad del Este nel 2005, godeva dei giudizi favorevoli di diversi esponenti vaticani, compreso l’allora card. Ratzinger. Quanto alle accuse di malversazione, mons. Livieres Plano avrebbe potuto spiegare come i finanziamenti ricevuti dalla società della centrale idroelettrica di Itaipu ed il ricavato dalla vendita di alcuni immobili diocesani inutilizzati siano stati integralmente destinati al mantenimento del Seminario.
Una vicenda che ricorda tristemente quella analoga del vescovo di Limburg… Lo scorso 27 settembre mons. Livieres tramite lettera ha invitato i suoi fedeli ad «obbedire alla legittima autorità» ed i seminaristi a star «sempre lieti», come vuole san Paolo, mantenendosi fedeli «al Magistero ed alla Tradizione», per divenire così un giorno «buoni e santi sacerdoti». Lui era l’unico vescovo di orientamento conservatore presente in Paraguay. Rimuovendolo, si è riproposto l’incubo vissuto già col caso dei Francescani dell’Immacolata: «La Santa Sede interviene punendo chi manifesti fedeltà alla Dottrina e produca frutti spirituali» ha scritto in merito il blog “Campari&deMaistre”, con «provvedimenti “amministrativi”, senza alcuna possibilità di difendersi dalle accuse, che non vengono formulate se non con riferimenti totalmente arbitrari ad una presunta mancanza di “sensus Ecclesiae”. L’arma della diffamazione e della delazione sembra ormai diventata lo strumento per mettere a tacere gli avversari del nuovo corso».
Come l’avvertimento sibillino giunto dalle colonne de “L’Espresso” al Card. George Pell, il cui nome, dopo l’arresto del Card. Wesolowsky, pare circoli a proposito di altre inchieste su presunti abusi sessuali, perché interrogato un mese fa dalla Commissione d’inchiesta sulla pedofilia del governo di Canberra, quand’era Arcivescovo di Melbourne e di Sydney.
Lo si accusa di voler insabbiare tutto, ma ciò giunge dopo la pubblicazione dell’ultimo suo libroIl Vangelo della Famiglia, in cui difende la dottrina tradizionale sul matrimonio contro le “aperture” del Card. Kasper: coincidenze? Intanto è sempre più evidente il ricorso a due pesi e due misure: Marco Tosatti su “La Stampa” non si spiega, ad esempio, come mai Papa Francesco abbia invitato al Sinodo sulla Famiglia il Cardinale belga Danneels, pure «accusato di coperture» analoghe scrive, tanto da indurre molti giornali a chiederne quanto meno l’esclusione «dal voto». Ma, conclude, «è amico del Papa e soprattutto è progressista». E questo, al giorno d’oggi, pare che possa spiegare tutto…
.
fonte: Corrispondenza Romana

Morto il Vescovo emerito di Ciudad del Este (Paraguay) Mons. Rogelio Livieres Plano

Invitiamo a leggereQUESTO sito dedicato al fedele lavoratore nella Vigna del Signore il Defunto Vescovo Mons. Rogelio Livieres Plano.
Alcuni commenti, che esprimono il più genuino sensus ecclesiae, di cui il Defunto Vescovo, fu umile ed ardente servitore, sono stati presi daQUESTO  post di Messainlatino.

 ***
"Mons. Livieres può aiutarci dal Paradiso: invochiamo la sua intercessione in difesa della Fede, della famiglia...., della Tradizione, quindi della Santa Chiesa Cattolica . 
Avendo sofferto tanto da innocente ha "completato" nella sua persona ciò che "manca.." ai patimenti del Corpo Mistico di Cristo quindi ha, in un certo senso, corredento: se mi salverò dovrò anche a lui, ed a tanti santi sconosciuti sofferenti martirizati "innocenti" , alle loro preghiere.., la vita della mia anima. Preghiamo tutti la Santa Vergine e San Giuseppe nostro protettore e che gli angeli buoni contrastino l'opera malefica demoni contro la Chiesa militante, e perché i cattivi si pentano in tempo"

***

"Se il Papa avesse voluto aiutare il vescovo gravemente ammalato, non lo avrebbe rimosso: gli avrebbe affiancato un ausiliare, magari con diritto di successione. 
Invece l'ha rimosso, prendendo in considerazione l'ostilità dei vescovi che non potevano sopportare il fiorire di vocazioni nel seminario di mons. Rogelio, mentre i loro erano e sono pressoché vuoti. 
Con molta dignità il defunto presule ha difeso il suo operato e dimostrato come la misericordia si offre a parole a tutti ma non ad un vescovo che chiede di chiarire e, se del caso, di essere punito per reali mancanze e non per pettegolezzi o per qualche inganno tramato a sua insaputa. 
Umile e forte, "Senza intento di inutili lamentele" esprime il suo dolore per l'ingiusto ed irrituale procedere dell'autorità, ma conferma la sua obbedienza.
Non mi sembra che tanta umiltà e obbedienza venga posta in essere dai vari modernisti, prelati o fedeli, che infestano la Santa Chiesa".
 ***


"La statura morale ed spirituale di mons. Livieres è inversamente proporzionale alla pochezza e meschinità dei suoi persecutori. 
Che Dio lo ricompensi in abbondanza per tutti i torti che ha subito. R.I.P."

***

(RV) Son éviction, il y a un an, avait été un coup de tonnerre pour l’Église en Amérique du Sud. Mgr Rogelio Ricardo Livieres Plano, l’ancien évêque de Ciudad del Este, dans l’est du pays, est mort vendredi 14 août dans un hôpital argentin où il était soigné depuis plusieurs mois.

Cet évêque issu de l’Opus Dei avait 69 ans. Il souffrait d’une maladie cardiaque.

Il avait été démis de ses fonctions le 25 septembre 2014, après une décennie à la tête de ce diocèse frontalier avec le Brésil et l’Argentine. Son ministère épsicopal avait été marqué par une progression spectaculaire du nombre de prêtres diocésains, passés de seulement 12 en 2006 à 62 en 2013. Mais il lui avait été reproché des problèmes de gestion, une formation des séminaristes trop rapide, qui ne correspondaient pas aux règles canoniques, et la nomination d’un vicaire général suspecté d’abus sexuels.

Certains catholiques paraguayens avaient cependant jugé son éviction très brutale, car ce type de décision, sans démission formelle de l’évêque, est rarissime.

Un processus de réconciliation s’est toutefois produit lors de sa fin de vie. Mgr Livieres Plano a écrit au Pape à l’occasion de la visite de François au Paraguay, en juillet dernier. Il avait reçu peu après la visite son chevet de l’archevêque d’Asuncion, la capitale paraguayenne, Mgr Valenzuela, et de son successeur à Ciudad del Este, Mgr Steckling.
Pubblicato da Andrea Carradori

1 commento:

  1. Non altrettanto fulmineo, Badoglio, nel colpire quel mezza***a petulante di sangalantino...

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.