Dalla padella alla brace
Dio fa ogni croce su misura per le spalle di ciascuno di noi
"La sai questa?" Erano le parole
che il portiere di via Mazzini rivolgeva a tutti gli amici che
incontrava durante il giorno. Ovviamente con queste parole introduceva
una barzelletta, un aneddoto, una trovata di cui era una miniera
inesauribile.
Una mattina lo incontro. Non un saluto, non una parola;
tanto meno la solita frase: "La sai questa?". Conoscendolo non mi
rimaneva che chiedergli: "Reno!…cos'è successo?".
Mi fece cenno che non se la sentiva di parlare in pubblico.
Ci mettemmo in disparte e mi raccontò in tutti i particolari il dramma
che stava vivendo con sua moglie e come ormai gli sembrasse la cosa più
saggia, separarsi da lei. "Insieme non possiamo più stare…Tra noi tutto è
finito… Pamela sì, la nostra vicina di casa; quella mi capisce e
renderà più facile la mia vita".
Dopo averlo ascoltato più a lungo possibile e vedendolo man
mano relativizzare la…tragedia, con un sorriso gli ributtai la sua
frase: "La sai questa?". - "No!" - mi rispose con una risata. E così
gliela raccontai. Al termine concluse: “Se è Dio a commisurare la croce
alle mie spalle…riscelgo mia moglie”.
Ciao da p. Andrea
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(18 Ottobre 2015) © Innovative Media Inc.
Roma, (ZENIT.org) Padre Andrea Panont
http://www.zenit.org/it/articles/dalla-padella-alla-brace
Sorpresa, Francesco Non Sopporta I Vertici Di S. Egidio
Ha fatto il giro del mondo l’insofferenza di papa Francesco nei confronti dell’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino. L’episodio si è accompagnato a un’uscita di monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di riferimento della comunità di Sant’Egidio, cascato in un tranello telefonico tesogli da Radio 24 con un finto Matteo Renzi. In quella telefonata, utilizzata come colpo del ko a Marino, monsignor Paglia spiegava al suo amico “premier” cosa pensava in segreto il Papa. Come se i due fossero in grande intimità. Ma a sorpresa non è così. Secondo una fonte autorevolissima e davvero vicinissima al pontefice, Francesco non sopporta nè Paglia nè l’anima laica di quella comunità, Andrea Riccardi.
Mi è capitato di essere a fianco in una cena privata a un monsignore vaticano conterraneo e da decenni vicino a Bergoglio. E la conversazione è naturalmente scivolata su quei fatti freschi di cronaca. “Il Papa è molto vicino a Sant’Egidio…”, ho azzardato, ricordando antiche frequentazioni. Il monsignore ha strabuzzato gli occhi: “Vicino? Non certo a Paglia e a Riccardi. Personalmente non li può soffrire. Non sopporta quel gran darsi da fare che hanno pensando alle proprie carriere”. Una sorpresa, appunto. Ma ancora di più lo è stato un giudizio che ha seguito questa conversazione.
Se di monsignor Paglia non sembra essere gradito dal Pontefice il gran sbracciarsi nella speranza di essere messo a capo di un nuovo ministero vaticano che ne riunirà due, il giudizio sul capo laico di Sant’Egidio sarebbe ancora più pesante. “Non gli viene perdonato”, spiega il monsignore, “di avere venduto per ambizione personale il suo paese- l’Italia- alla Germania di Angela Merkel“. Venduto? E come? “Beh, con il governo di Mario Monti, sembra evidente. Riccardi era l’anima diplomatica dietro la nascita di quell’esecutivo. Sperava pure di fare il ministro degli Esteri, ma non ci riuscì…”
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