ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 3 ottobre 2015

Pontificio Ateneo Regina Apostatorum!

Sinodo: perché rileggere il Liber Ghomorrianus dopo il  “coming out” del monsignore vaticano

(di Giulio Ginnetti)«Se questo vizio assolutamente ignominioso e abominevole non sarà immediatamente fermato con un pugno di ferro, la spada della collera divina calerà su di noi, portando molti alla rovina», scrive san Pier Damiani nelLiber Gomorrhianus,riferendosi alla sodomia diffusa tra il clero del suo tempo. Queste parole hanno un’impressionante attualità alla luce delle dichiarazioni rilasciate, alla vigilia del Sinodo, al “Corriere della Sera” da monsignor Krzysztof Charamsa, ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede e segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale vaticana, oltre che docente alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum.
Il prelato polacco ha dichiarato tra l’altro: “Voglio che la Chiesa e la mia comunità sappiano chi sono: un sacerdote omosessuale, felice e orgoglioso della propria identità. Sono pronto a pagarne le conseguenze, ma è il momento che la Chiesa apra gli occhi di fronte ai gay credenti e capisca che la soluzione che propone loro, l’astinenza totale dalla vita d’amore, è disumana”. La sodomia è stata purtroppo praticata nel corso dei secoli, ma nessun sacerdote, della Curia Romana è mai arrivato a vantarsene pubblicamente e nessuna assemblea di vescovi ha mai messo all’ordine del giorno dei suoi lavori la comprensione e la “misericordia” verso le coppie omosessuali. E’ questa una buona ragione per rileggere le pagine infuocate del Liber Gomorrhianus, ( Edizioni Fiducia (Roma 2015, euro 10,) con un’introduzione di Roberto de Mattei.
Nel suo coming out il teologo vaticano si rivolge esplicitamente ai padri sinodali invitandoli a rivedere le loro posizioni nei confronti dell’ampia comunità LGBT: “(…) vorrei dire al Sinodo che l’amore omosessuale è un amore familiare, che ha bisogno della famiglia. Ogni persona, anche i gay, le lesbiche o i transessuali, porta nel cuore un desiderio di amore e familiarità. Ogni persona ha diritto all’amore e quell’amore deve essere protetto dalla società, dalle leggi. Ma sopratutto deve essere curato dalla Chiesa”.
Charmasa giustifica quindi la liceità del comportamento omosessuale, rivendicando l’esistenza di una presunta natura omosessuale: “(…) una coppia di lesbiche o di omosessuali deve poter dire alla propria Chiesa: noi ci amiamo secondo la nostra natura (…). La Bibbia non parla mai di omosessualità. Parla invece degli atti che io definirei “omogenitali”. Possono essere compiuti anche da persone eterosessuali, come succede in molte prigioni. In questo senso potrebbero essere un momento di infedeltà alla propria natura e quindi un peccato. Quegli stessi atti compiuti da una persona omosessuale esprimono invece la sua natura. Il sodomita biblico non ha niente a che fare con due omosessuali che oggi in Italia si amano e vogliono sposarsi”.
In tale prospettiva, secondo il teologo vaticano, non vi è una natura umana oggettiva ma esisterebbero tante nature quante sono le soggettive tendenze sessuali e in questo senso, stravolgendo a proprio piacimento l’insegnamento cattolico, il peccato non consiste nel tradire la suprema legge naturale ma nel tradire la propria personale natura.
Charmasa dopo aver, come se nulla fosse, reso noto di “avere un compagno che lo aiuta a trasformare le ultime paure nella forza dell’amore”, conclude la sua intervista, sottolineando come “su questi temi la Chiesa sia in ritardo rispetto alle conoscenze che ha raggiunto l’umanità. E’ già successo in passato: ma se si è in ritardo sull’astronomia le conseguenze non sono così pesanti come quando il ritardo riguarda qualcosa che tocca la parte più intima delle persone. La Chiesa deve sapere che non sta raccogliendo la sfida dei tempi”.
Tuttavia, se la società ha mutato il suo giudizio e atteggiamento nei confronti dell’omosessualità nel corso dei secoli, lo stesso non è avvenuto per la Chiesa cattolica in quanto essa è sempre rimasta fedele al suo immutabile Magistero dottrinale. In questo senso, la Chiesa ha incessantemente insegnato che la pratica dell’omosessualità è un abominevole vizio contro natura, che provoca non solo la corruzione spirituale e la dannazione eterna degli individui, ma anche la rovina morale della società, colpita da un germe mortale che avvelena le radici stesse della vita civile. Nel corso dei secoli tale insegnamento è stato trasmesso e confermato interrottamente dalla Sacra Scrittura, dai Padri della Chiesa, dai santi Dottori e dai Pontefici. (di Giulio Ginnetti)

L’incontro del Papa con Kim Davis non è un “appoggio pieno”

DavisCerto, il Papa ha incontrato Kim Davis, la segretaria della contea del Kentucky finita per alcuni giorni in carcere in carcere, perché “rea” di non aver rilasciato certificati di “matrimonio” alle coppie omosessuali. Certo, il Pontefice le ha detto di «esser forte». Ma questo non è da interpretarsi come un appoggio pieno alle posizioni della donna: netta presa di distanza da parte del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, affrettatosi con un proprio comunicato a metter le cose in chiaro dopo le polemiche scatenate dalla notizia, caso mai qualcuno si fosse illuso del contrario…
Nella nota si precisa come l’incontro sia da intendersi anzi come uno tra i tanti concessi dal Pontefice in procinto di lasciare Washington per raggiungere New York City. Molte sarebbero state le persone invitate dalla Nunziatura, cui ha rivolto un breve saluto in virtù della «sua gentilezza e disponibilità». Niente di impegnativo, però, par di capire. L’unica udienza realmente concessa – ha precisato ancora Padre Lombardi – è stata quella ai suoi ex-studenti ed alle loro famiglie. Punto e basta.
Il Papa non sarebbe entrato nei dettagli della situazione della signora Davis (nella foto, nei giorni dell’arresto) ed il suo incontro con lei non andrebbe assolutamente considerato come una forma di appoggio alla sua posizione in tutti i suoi aspetti e complessità (fonte:Osservatorio Gender).

Charamsa: “Cercherò lavoro, l’ex Sant’Uffizio è il cuore di un’omofobia paranoica”

Conferenza stampa-spettacolo del monsignor polacco tra libri in uscita e paparazzi. L’appello agli altri sacerdoti omosessuali: «Uscite dall’armadio»
All’affollatissima conferenza stampa accanto piazza del Popolo si presenta con il suo compagno Eduardo e annuncia l’uscita di un libro di memorie. Dopo decine di interviste alle tv di mezzo mondo, l’evento finisce con monsignor Krysztof Charamsa, che a richiesta di un plotone di fotografi, abbraccia il compagno sulla soglia del ristorante in cui ha incontrato i cronisti

Per molti versi la scena ricorda l’epopea mediatica dell’arcivescovo scismatico Emmanuel Milingo. Anche qui come accadeva regolarmente nello “scandalo” di 14 anni fa, agenti e bodyguard, associazioni e uscite editoriali, briefing per i mass media in locali romani con foto di attori della Dolce Vita affisse alle pareti. 
Insomma un momento intimo e personalissimo che diventa show tra paparazzi e progetti in preparazione da tempo. Stavolta è la “Rainbow Catholics Assembly” a veicolare un proprio incontro al centro pellegrino “Santa Teresa Couderc” alla vigilia del Sinodo dei vescovi sulla famiglia.  
Dopo aver rivelato la propria condizione di gay, l’ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede, annuncia di voler «parlare di ciò che ho subito all’ex Sant’Uffizio, che è il cuore dell’omofobia della Chiesa cattolica, un’omofobia esasperata e paranoica». E aggiunge: «Dedico il mio coming out ai tantissimi sacerdoti omosessuali che non hanno la forza di uscire dall’armadio». Alla domanda se ci siano «tantissimi» gay anche in Vaticano il prelato 44enne ha annuito, commentando: «In ogni società di soli uomini ci sono più gay che nel mondo come tale». Inoltre monsignor Charamsa definisce papa Francesco «fantastico» perché «ci ha fatto riscoprire la bellezza del dialogo, non dialogavamo. Ora il sinodo sulla famiglia sia davvero di tutte le famiglie e nessuna sia esclusa».  

Krysztof Charamsa chiede al Papa anche di modificare il catechismo e afferma che informerà personalmente il Pontefice: «Devo ancora consegnargli la lettera». Ai giornalisti che gli chiedono un commento sulle parole di padre Federico Lombardi, secondo il quale verrà sospeso dai suoi incarichi alla Congregazione per la dottrina della fede e dall’insegnamento nelle università pontificie, ribatte: «Cercherò lavoro, è pronto per la stampa, in italiano e in polacco, un libro in cui metto la mia esperienza a nudo».  

Sarà il vescovo di Pelplin, in Polonia, a decidere sullo stato del prelato cui il Vaticano ha tolto gli incarichi presso la Congregazione della dottrina della fede e le cattedre presso le università Gregoriana e Regina Apostolorum. Charamsa dichiara di voler scrivere al Papa per informarlo della sua posizione di omosessuale «felice» e con un compagno - è infatti sacerdote diocesano della diocesi polacca, ordinato nel il 28 giugno del 1997. «È sacerdote, teologo, ufficiale della Congregazione per la dottrina della Fede. Oggi si dichiara orgogliosamente gay, e con un compagno. Mi sembra che il tizio in questione abbia un po’ di confusione in testa- commenta il leader della Lega, Matteo Salvini- Glielo ha ordinato il medico - domanda il segretario federale della Lega - di fare il sacerdote? Dove andrà a finire la Chiesa Cattolica di questo passo?». 
http://www.lastampa.it/2015/10/03/italia/cronache/charamsa-cercher-lavoro-il-vaticano-omofobo-0QKwWmLKlNhYubruDVLPCO/pagina.html

Krzysztof Charamsa ride: "Il mio un gesto di piena responsabilità. Vogliono sbattermi fuori? Ne prendo atto"


"Il Vaticano dice che il mio non è un stato un gesto responsabile? E invece è stato un gesto di piena responsabilità". Queste sono le prime parole di monsignor Krzysztof Charamsa, il prelato che ha pubblicamente rivelato di essere gay e di avere un compagno. 

2 commenti:

  1. vorrei aveste evitato queste foto vomitevoli di queste manifestazioni di "amore malato" !!!!solo il demonio poteva partorire un idea blasfema come gender..lgbt....e svarioni inculcati in menti a lui dedite.....proprio oggi che la PAROLA DI DIO ci ricorda che ci ha creati maschio e femmina!!!!!non può chiamarsi sacerdote chi si consegna mani e piedi al demonio coltivando una relazione gay!!!!!non abusi di questo titolo perchè non è stato degno di rimanere fedele a Dio!!!!il Signore gli chiederà conto di tanto scandalo........ma allora penso che gli si spegnerà quel sorriso di soddisfazione satanica.....stia attento..... piangerà amaramente l'aver vissuto la doppia vita e volerla imporre alla chiesa!!!Signore presto abbi pietà di noi soccorrici!!!

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  2. Ma siete cattolici o cosa? Il Papa è infallibile oppure no? I dogmi della chiesa per voi contano sempre o a giorni alterni?

    Per capire, eh o.O

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