Le notizie raccapriccianti si moltiplicano ed incalzano a ritmo sempre crescente.
Com’era inevitabile, dopo l’incontro affettuoso di Bergoglio col suo amico gay argentino… e compagno… si è aperta la stura alla cloaca… e giù porcheria su porcheria, senza neanche più il minimo ritegno.
Ecco infatti la pubblica e spudorata confessione del “monsignore” di Curia che si vanta senza un minimo di vergogna di essere omosessuale e di convivere con un “compagno” (ironia delle parole!).
Come riflette un caro amico: costoro, con il loro continuo peccare, si troveranno ad assaggiare la giustizia di Dio all’Inferno. Scandalo, scandalo, scandalo! Meglio per te, Bergoglio, legarti una macina al collo e sprofondare nell’abisso.
Eppure, tutto questo deve avere un senso, e crediamo di non essere lontani dalla realtà se pensiamo che, oltre allo scandalo - o proprio per questo -, forse tutto questo ha un senso ammonitore, che lascia intravedere una resa dei conti molto prossima… come conclude ancora il nostro amico: si avvicina il centenario di Fatima, termine da cui comincerà la distruzione di questa gerarchìa satanista e massonica. Finalmente!
Da parte nostra aggiungiamo quanto osservato da un altro amico argentino e riportato nella lettera di questa settimana di Mons. Williamson: non essendoci Redenzione senza sofferenza, è assolutamente certo che questo infame e diabolicamente pervertito mondo di menzogne non cadrà da sé senza un Castigo esemplare.
Le vie di Dio sono imperscrutabili, ma le porcherie degli uomini non hanno nulla di misterioso, al pari della miseranda e sulfurea fine a cui esse conducono le anime degli interessati, quelle dei complici - consci o inconsci -, quelle degli acquiescenti, quelle dei tiepidi e quelle di quanti credono - sbagliando - che non sarebbero affari loro.
Nell’articolo di Giulio Ginnetti, che richiama il caso del “monsignore” di Curia e che qui è riportato a parte, l’autore parla opportunamente della necessità di rileggere il Liber Gomorrhianus di San Pier Damiani, e questo ci ha mosso a considerare che ai giorni nostri, quando si parla dell’attualità di Sodoma e Gomorra, molte persone, e soprattutto molti cattolici, pensano di dover aspettare di trovarsi al cospetto di chissà quali azioni collettive palesemente scandalose e istintivamente ripugnanti, e trascurano di considerare che l’ira di Dio non è mossa dal peccato in sé, per quanto abnorme e diffuso, ma dal fatto che esso è talmente mescolato alla condotta di vita ordinaria da essere percepito come cosa naturale e normale e non più come cosa anormale e innaturale.
È quanto sta accadendo oggi, con sempre maggior forza ogni giorno che passa, in giro per il mondo e all’interno della compagine cattolica.
È questo aver capovolto la realtà oggettiva, arrecando una ferita sanguinosa alla creazione divina; è questo adagiarsi in una condotta di vita che nega la vita stessa, arrecando un’offesa imperdonabile a Dio e alle sue leggi; è questo che fa percepire che ci avviciniamo a grandi passi alla resa dei conti finale, quando il castigo di Dio si abbatterà inesorabile… e allora sarà pianto e stridore di denti… e allora vi sarà una tribolazione grande, quale mai avvenne dall’inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà (Mt. 24, 21).
di Belvecchio
Siamo all' abominio della desolazione ? jane
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