ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 22 ottobre 2015

Veni, vidi...?



Sorpresa. Tra Kasper e Ratzinger vince il cardinale Müller, ratzingeriano


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Strano ma vero. Nelle attesissime ultime tredici relazioni dei circoli minori, le posizioni più spinte in direzione dell'ammissione alla comunione dei divorziati risposati non si sono viste nel "Circulus germanicus", quello del cardinale Walter Kasper, ma nel "Circulus hibericus A".

Questo circolo, composto da 24 cardinali e vescovi della Spagna e dell'America latina, aveva per moderatore il notissimo cardinale honduregno Oscar Rodríguez Maradiaga e per relatore il cardinale panamense Lacunza Maestrojuán, meno noto ma distintosi fin dal primo giorno del sinodo per aver chiesto direttamente al papa – che era presente – di chiudere la questione con una "misericordia pari a quella di Mosé, che concedeva il divorzio ai duri di cuore".
Inoltre figurava tra i membri di questo circolo quel Víctor Manuel Fernández, rettore della Universidad Católica Argentina di Buenos Aires, che passa come teologo di fiducia e ghostwriter di papa Francesco e che effettivamente è stato da lui fatto arcivescovo e nominato tra i dieci membri della commissione incaricata di redigere il documento finale del sinodo, nonostante le sue poco brillanti credenziali come studioso e come maestro.
La "Relatio" del circolo A di lingua spagnola è in questa pagina dell'Osservatore Romano:
Mentre qui c'è la traduzione in italiano della "Relatio" del circolo di lingua tedesca:
Di questo circolo erano moderatore il cardinale di Vienna Christoph Schönborn e relatore il vescovo di Berlino Heiner Koch. E tra i suoi membri figuravano i cardinali Kasper e Reinhard Marx, più un'altra decina di vescovi quasi tutti sulla loro linea.
Ma c'era anche il cardinale Gerhard L. Müller, prefetto della congregazione per la dottrina della fede. Apparentemente quasi da solo contro tutti gli altri. E invece rivelatosi alla fine il vero vincitore.
Perché la "Relatio" uscita dalla lunga e certamente combattuta discussione l'ha potuta anche lui sottoscrivere, evidentemente perché giudicata fedele alla dottrina classica della Chiesa cattolica sulla famiglia, da Müller incessantemente ed energicamente difesa.
Ecco qui di seguito alcuni passaggi della "Relatio" tedesca, che è opportuno però leggere per intero.
*
[…] L’essere maschile e l’essere femminile sono, nella loro uguale dignità personale e nella loro diversità, buona creazione di Dio. Secondo la comprensione cristiana dell’unità di corpo e anima è sì possibile distinguere in modo analitico tra la sessualità biologica ("sex") e il ruolo socioculturale dei sessi ("gender"), tuttavia non possono essere scissi in modo fondamentale o arbitrario. Tutte le teorie che considerano il genere dell’uomo un costrutto successivo e vogliono imporre, a livello sociale, la sua intercambiabilità arbitraria, vanno respinte come ideologie. […]
L’assioma "ogni contratto matrimoniale tra cristiani è di per sé un sacramento" deve essere rivisto. In società cristiane non più omogenee o in Paesi con impronte culturali e religiose differenti, non si può presupporre una comprensione cristiana del matrimonio nemmeno tra i cattolici. Un cattolico senza fede in Dio e nella sua manifestazione in Gesù Cristo non può contrarre automaticamente un matrimonio sacramentale contro, o addirittura senza, la sua consapevolezza e la sua volontà. Manca l’intenzione di volere, con questo atto, almeno ciò che la Chiesa intende con esso. […]
Il matrimonio e la famiglia precedono lo Stato. Esse sono il fondamento e "la cellula prima e vitale della società" (Apostolicam actuositatem, n. 11). Senza famiglia non può esistere comunità. Per questo la comunità politica ha il dovere di fare tutto il necessario per rendere possibile questa "cellula vitale" e per promuoverla in modo costante. […]
Per quanto riguarda la preparazione al matrimonio… si consiglia urgentemente l’introduzione di un catecumenato matrimoniale, che duri almeno qualche mese, per giungere a un "sì" davvero maturo, sorretto dalla fede, che sia consapevole della definitività del vincolo matrimoniale. […]
Anche l’aspetto della genitorialità responsabile è stato tra i temi centrali del dibattito del circolo minore. Secondo l’ordine di creazione di Dio, l’amore sponsale tra uomo e donna e la trasmissione della vita umana sono ordinati l’uno all’altra… Questo compito di creazione deve essere svolto dall’uomo e dalla donna nel senso di una genitorialità responsabile… In tal senso occorre anche spiegare nuovamente l’enciclica "Humanae vitae" (nn. 10-12) e l’esortazione apostolica "Familiaris consortio" (nn. 14, 28-35) e risvegliare, contrariamente a una mentalità spesso ostile alla vita e in parte ai bambini, la disponibilità ad avere figli. […]
La percezione della genitorialità responsabile presuppone la formazione della coscienza. La coscienza è "il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità" (Gaudium et spes, n. 16). Più i coniugi s’incamminano per ascoltare Dio nella coscienza e più si fanno accompagnare spiritualmente in questo, più nelle loro decisioni diventano intimamente liberi dalle inclinazioni affettive e dal conformismo ai comportamenti del mondo che li circonda. Per amore di questa libertà di coscienza, la Chiesa respinge con forza le misure statali imposte a favore della contraccezione, della sterilizzazione o addirittura dell’aborto. […]
Abbiamo discusso in modo approfondito… se, e fino a che punto, i divorziati risposati, laddove desiderano partecipare alla vita della Chiesa, a determinate condizioni possono ricevere i sacramenti della penitenza e dell’eucaristia. I dibattiti hanno dimostrato che anche qui non esistono soluzioni semplici e generali. […]
Sono necessari alcuni chiarimenti e approfondimenti per esaminare meglio la complessità di tali questioni alla luce del Vangelo, della dottrina della Chiesa e con il dono del discernimento. Possiamo però indicare alcuni criteri che aiutano a discernere. Il primo di questi viene dato da Papa san Giovanni Paolo II in "Familiaris consortio", quando al n. 84 dice: "Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni. C’è infatti differenza tra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell’educazione dei figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato valido".
È pertanto compito del pastore compiere con la persona interessata questo cammino di discernimento. A tal fine può essere utile compiere insieme, con un sincero esame di coscienza, i passi della riflessione e della penitenza. Così, per esempio, i divorziati risposati dovrebbero domandarsi come si sono comportati con i loro figli quando la comunione matrimoniale è andata in crisi. Si è tentata la riconciliazione? Qual è la situazione del partner abbandonato? Quali sono gli effetti del nuovo rapporto sulla famiglia più estesa e sulla comunità dei fedeli? Qual è l’esempio dato ai più giovani che devono decidere per il matrimonio? Una riflessione sincera può rafforzare la fiducia nella misericordia di Dio, che non viene negata a nessuno che porti dinanzi a lui i propri fallimenti e i propri bisogni.
Questo cammino di riflessione e di penitenza, esaminando la situazione oggettiva nel dialogo con il confessore, può contribuire, nel "forum internum", a prendere coscienza e a chiarire in che misura è possibile l’accesso ai sacramenti. Ognuno deve esaminare se stesso secondo le parole dell’apostolo Paolo, che valgono per tutti coloro che si accostano alla mensa del Signore: "Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati" (1 Corinzi 11, 28-31). […]
*
Si vedrà come il documento finale del sinodo – che sarà votato paragrafo per paragrafo sabato 24 ottobre – farà tesoro di queste e delle altre indicazioni uscite da quasi tre settimane di discussione, in aula e nei gruppi.
Il documento non avrà nulla di deliberativo. Sarà offerto a Francesco in forma di proposta. Sarà il papa a prendere le decisioni, probabilmente in una sua "esortazione" postsinodale.
Tornando alla "Relatio" del circolo tedesco, unica nota fuori tema è stato il suo paragrafo iniziale, così formulato:
"Abbiamo percepito con grande turbamento e tristezza le dichiarazioni pubbliche di alcuni padri sinodali su persone, contenuto e svolgimento del sinodo. Ciò contraddice lo spirito dell’incontro, lo spirito del sinodo e le sue regole elementari. Le immagini e i paragoni usati non sono soltanto indifferenziati e sbagliati, ma anche offensivi. Prendiamo decisamente le distanze".
In conferenza stampa, il cardinale Marx ha indicato il colpevole nel cardinale George Pell, che in un'intervista a "Le Figaro" ha detto di assistere nel sinodo "alla terza battaglia teologica tra due teologi tedeschi e dunque due visioni, quella di Kasper e quella di Ratzinger", uno scontro che "dura da parecchio, ma spero che presto questa stagione si chiuda e da questo sinodo emerga la chiarezza".
Interrogato in proposito dal "Corriere della Sera", Kasper ha risposto: "Sono grato per l'attenzione del mio circolo, ma quando ne hanno parlato ero assente".
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Le altre relazioni finali dei circoli minori:

Settimo Cielodi Sandro Magister 22 ott



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