ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 25 ottobre 2015

Vittoria(?) a tavolino !?

Sinodo: Bergoglio perde 5 a 0 sul campo ma si assegna la vittoria a tavolino ! (di Antonio Socci)

DIKTAT AL SINODO (COME AVEVO PREVISTO): BERGOGLIO PERDE 5 A 0 SUL CAMPO, MA SI AUTOASSEGNA LA VITTORIA A TAVOLINO. E SE ORA CONTINUERA’ LA DISTRUZIONE? INCORRERA’ NELLA STESSA CONDANNA DI PAPA ONORIO (CHE FECE MOLTI MENO DANNI)?


In Italia la stampa ha steso una cappa di plumbea e uniforme propaganda di regime attorno al Vaticano di Bergoglio.
Altrove non è così. Sui giornali stranieri più autorevoli ci sono voci che spiegano le conseguenze devastanti del colpo di mano di Bergoglio sulla Chiesa Cattolica.

Per esempio, venerdì scorso sul sito del “Washington Post”, Steve Skojec ha firmato un articolo che aveva questa esauriente titolazione:
“Il Sinodo è stato una farsa. I leader cattolici fedeli (alla dottrina) dovrebbero abbandonare l’aula sinodale. La chiesa sta facendo una svolta pericolosa verso l’eresia nelle sue posizioni sul divorzio e l’omosessualità”.

In realtà ai progressisti bergogliani poco importa dei divorziati risposati, ma l’argomento è usato per scardinare la Chiesa cattolica così come l’abbiamo conosciuta per duemila anni.

IL VERO COMPLOTTO


Un editoriale di Ross Douthat sul Sinodo, nel sito del “New York Times”, è stato pubblicato con questo titolo: “Il complotto per cambiare il cattolicesino The Plot to Change Catholicism

I giornali nostrani – su input dell’establishment vaticano – hanno fatto passare da complottisti 13 cardinali che hanno semplicemente e lealmente scritto una lettera privata al papa, dove esprimevano le loro preoccupazioni.
Ma gli stessi media hanno taciuto sul vero complotto, quello che il sito del “New York Times” definisce appunto “il complotto per cambiare il cattolicesimo”.

Douthat spiega che “in questo momento il primo cospiratore è il papa stesso. Lo scopo di Francesco è semplice: egli favorisce la proposta dei cardinali liberal” cioè “un cambiamento di dottrina”.
Un “cambiamento di dottrina” è il rinnegamento del Vangelo e nessuno nella Chiesa ha il potere di farlo, nemmeno il papa, perché egli non è sopra la legge di Dio e sopra la Parola di Dio, ma deve servirle e custodirle.
Però questo sta accadendo. Solo che nel corso del Sinodo le idee rivoluzionarie di Bergoglio si sono scoperte minoritarie, sebbene l’establishment vaticano e i compiacenti media italiani lo abbiano nascosto in tutti i modi: è tornata utile perfino la ridicola storiella della “cospirazione” che sarebbe stata ordita con la notizia sul tumore del “Quotidiano nazionale”.
Pur di delegittimare la maggioranza cattolica, la minoranza bergogliana è sembrata riesumare il Fodria (Forze oscure della reazione in agguato) che Giampaolo Pansa per anni ha ridicolizzato come il classico topos ideologico della Sinistra più settaria.

TRE SCONFITTE

Tornando al Sinodo ormai è la terza volta che Bergoglio va in minoranza. Le sue tesi su divorziati risposati e coppie omosessuali sono state bocciate prima dal Concistoro del febbraio 2014, poi dal Sinodo straordinario dell’ottobre 2014, infine da questo Sinodo.
E tale ripetuta bocciatura – un caso unico nella storia della Chiesa – è avvenuta nonostante che Bergoglio abbia usato tutto il suo potere d’imperio – con modi sudamericani e gesuitici – per “pilotare” questi eventi ecclesiali e spingerli alle conclusioni da lui volute.
Al Concistoro del 2014 impose un relatore unico, senza contraddittorio – Kasper appunto – e dichiarò d’improvviso riformabili insegnamenti che il Magistero della Chiesa aveva dichiarato irriformabili sulla base della Parola di Dio.
Al Sinodo del 2014 le tre tesi su divorziati risposati, omosessuali e coppie di fatto, furono respinte, ma Bergoglio – in barba ai regolamenti che lui stesso aveva approvato – decise d’imperio di reinserirle nell’Instrumentum laboris del Sinodo 2015.
Su questo Sinodo, appena conclusosi, di nuovo è tornato a usare tutti i suoi poteri: lo ha riempito con un numero abnorme di membri da lui direttamente nominati, ha imbavagliato i padri sinodali, ha nominato una commissione tutta di suoi uomini per scrivere la Relatio finalis, poi ha fatto sparire tale Relatio, a Sinodo in corso, quando si è reso conto che era in minoranza, infine l’ha fatta riapparire – dopo le proteste.
Tutte queste forzature sono state rilevate sul sito del “New York Times” da Douthat che ricorda anche i tanti interventi quotidiani in cui Bergoglio ha “bombardato” i cattolici che si oppongono a Kasper definendoli “dottori della legge” e farisei, mentre, come rileva Douthat, il Vangelo dice il contrario, perché erano i farisei a volere il divorzio e Gesù a rifiutarlo.
Nonostante questa pressione pesantissima, unita a quella micidiale dei media, le tesi bergogliane di fatto sono state bocciate per la terza volta consecutiva in due anni perché dalla relazione finale sono spariti tutti i riferimenti espliciti ai temi controversi che Bergoglio voleva imporre alla Chiesa, dalla comunione ai divorziati risposati alle coppie gay.

AZZECCAGARBUGLI

Però per tutta la giornata di ieri c’è stato un braccio di ferro perché il papa argentino, seppure in minoranza, ha preteso di inserire delle espressioni che, pur non riferite direttamente all’eucarestia, permettessero a lui di far rientrare dalla finestra quello che era stato espulso dalla porta, sostenendo che è stato il Sinodo a chiederlo (come peraltro ha già fatto col Motu proprio dell’8 settembre che di fatto introduce il divorzio).
Così, una partita che Bergoglio ha perso sul campo di gioco per 5 a 0, verrebbe da lui stesso assegnata come vittoria alla propria fazione a tavolino.
Cosa è successo? In pratica gli azzeccagarbugli di Bergoglio hanno usato una citazione della “Familiaris consortio” di Giovanni Paolo II, ma estrapolandola del tutto dal contesto e censurando il brano immediatamente successivo di papa Wojtyla dove afferma esplicitamente che – come prescrive la Sacra Scrittura – non è possibile la comunione per i divorziati risposati.
Un’operazione incredibile. Sarebbe come affermare che nella Bibbia si legge “Dio non esiste”, ma evitando di riportare la frase completa che è: “Dio non esiste, dice lo stolto”. Una manipolazione inaccettabile.
Così  con la vergognosa casistica gesuitica, già demolita da Pascal nel Seicento – si sono introdotti i concetti di “discernimento” e di “caso per caso” che – se applicati alla comunione per i divorziati risposati – saranno il trionfo del relativismo.
Sarebbe come dire che in via di principio due più due fa quattro, ma poi, nel caso concreto in cui un ingegnere deve costruire un ponte o un palazzo, può decidere che fa sei o otto, a seconda delle convenienze (questa idea è passata solo grazie ai tanti membri nominati direttamente da Bergoglio).
Di fatto il Sinodo dimostra che il consenso di cui Bergoglio gode nella Chiesa è precipitato, anche fra coloro che lo elessero.
Sul “New Yorker” nei giorni scorsi si poteva leggere: “Se si tenesse oggi un conclave, Francesco sarebbe fortunato a trovare dieci voti”.
Bergoglio al Sinodo ha perso, ma ha imposto un passo ambiguo che, con l’aiuto dei media compiacenti, potrà far passare come vittoria.
Infatti nel suo discorso conclusivo del Sinodo traspare la stizza e l’aggressività di chi ha perso, ma con l’ostinazione di chi vuole proseguire per la sua strada. Solo che se si continuerà a terremotare così la Chiesa si rischia di ridurla a un panorama di rovine.

COME ONORIO?

Forse è il caso di far presente che qualunque papa che affermi le proprie idee, contro la legge di Dio e il magistero costante della Chiesa, può trovarsi nella situazione di papa Onorio che fu condannato dal III Concilio ecumenico di Costantinopoli:
“espelliamo dalla santa Chiesa cattolica di Dio e anatemizziamo Onorio, che fu papa dell’antica Roma, per il fatto che nei suoi scritti a Sergio abbiamo notato come egli abbia seguito in tutto la sua idea”.

Papa Leone II confermò la condanna del Concilio contro Onorio perché “non onorò questa apostolica Chiesa con la dottrina della tradizione apostolica, ma permise che fosse macchiata la fede immacolata con un profano tradimento”.


Poi papa Leone aggiunse:


“Coloro che avevano suscitato contese contro la purezza della tradizione apostolica, alla loro morte certamente hanno ricevuto la condanna eterna”.

Fra questi “anche Onorio che, anziché estinguere sul nascere la fiamma dell’eresia, come si conviene all’autorità apostolica, la alimentò con la sua trascuratezza”.


Antonio Socci

Da “Libero”, 25 ottobre 2015
Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”

Francesco Federico
http://gloria.tv/media/bTHhi78adbX

Sinodo, ecco perché papa Francesco ha vinto

Cardinale George Pell

 Cardinale George Pell
Prefetto della Segreteria dell’Economia in Santa Sede e ‘postino’ della famosa lettera al Papa, firmata da lui e da altri dodici cardinali preoccupati per una svolta liberal al Sinodo. Un boomerang per gli stessi conservatori che non ha scalfito però la tempra di ferro del gigante australiano. Pell si sta battendo contro qualsiasi ipotesi di devolution dottrinale sull’ostia ai divorziati risposati. Statalista (foto Ansa)

Arcivescovo Stanislaw Gadecki

 Arcivescovo Stanislaw Gadecki
Lui e gli altri vescovi polacchi, di cui è presidente, sono stati redarguiti dal segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri. Il motivo? Nei primi giorni dell’assemblea hanno pubblicato sul sito della conferenza episcopale le sintesi degli interventi in aula dei padri sinodali, violando la riservatezza dell’assise. Cartellino giallo (foto Ansa)

Arcivescovo Bruno Forte

 Arcivescovo Bruno Forte
Dopo la relazione introduttiva del cardinale Peter Erdo, ostile alla comunione ai divorziati risposati e non solo, in molti hanno pensato che l’assemblea fosse schiantata su un binario morto ancora prima di partire. "Non è che questo Sinodo si riunisce per non dire nulla!", ha sbottato il riformista Forte, uno dei riformisti. Franco (foto Imagoeconomica)

Vescovo Paul Durocher

 Vescovo Paul Durocher
Le teologhe e le storiche – pochine – ammesse a seguire i lavori del Sinodo l’hanno detto chiaro e tondo: sulla famiglia le donne vanno ascoltate di più, sono le vere esperte. Dal canto suo l’ex presidente dell’episcopato canadese è stato il più deciso nel difendere il loro ruolo. Ha sottolineato come la Bibbia non legittimi la subordinazione delle mogli ai mariti, ha richiamato i confratelli alla denuncia doverosa della violenza domestica e poi... Ha perorato la causa del diaconato femminile. A quanto pare con scarsi risultati... Sconfitto, ma a testa alta (foto Ansa)

Cardinale Christoph Schönborn

 Cardinale Christoph Schönborn
Se possibile, l’arcivescovo di Vienna ha compiuto un mezzo miracolo al Sinodo. In veste di moderatore del circolo Germanicus, è riuscito a mettere d’accordo i presuli del gruppo ristretto in lingua tedesca, tra cui autorevoli pensatori come il progressista Walter Kasper e il custode dell’ortodossia, Gerhard Ludwig Müller – i due che per un anno e oltre se le sono suonate allegramente –, su un testo di sintesi che potrebbe fungere da architrave teologica per la svolta sui divorziati. Il documento conferma la dottrina sul matrimonio, ma allo stesso tempo esorta alla saggezza e all’equità nella sua concreta applicazione. Abilissimo (foto Olycom)

Città del Vaticano, 25 ottobre 2015 - CI SONO partite che si vincono anche solo con un gol di scarto. Una rete in più che vale doppio o addirittura il triplo, se la sfida è di quelle decisive. Questo nel calcio come in Vaticano, dove ieri pomeriggio, con il varo della relazione finale del Sinodo sulla famigliapapa Francesco ha sofferto, ma alla fine è riuscito a far compiere alla Chiesa intera un primo passo importantissimo sulla strada della 'rivoluzione della tenerezza' da lui invocata nell'ultimo giorno del suo viaggio a Cuba.
La riforma dell'ostia ai divorziati risposati, non a tutti ma da discernere caso per caso in coscienza sotto la guida del confessore e l'orientamento del vescovo locale, passata per un solo voto in più -178 sì rispetto ai 177 richiesti -, era inequivocabilmente il metro di giudizio del successo o della sconfitta del Pontefice al Sinodo. Francesco si era esposto a più riprese sul punto. In questi anni ha stigmatizzato con vigore "la dogana" dei sacramenti, ha ribadito che i divorziati risposati non sono scomunicati, ha promulgato la riforma dei processi di nullità del matrimonio proprio per far sì che i 270 padri sinodali si concentrassero solo sul recupero alla pienezza della vita ecclesiale di chi ha visto naufragare il suo primo matrimonio. Infine, nell'omelia mattutina a Santa Marta, proprio alla vigilia del voto in aula, Bergoglio si è spinto a chiedere alla Chiesa di cambiare, in libertà, seguendo i segni dei tempi. Un rischia tutto che ha pagato.
Il Papa non poteva fallire. Sarebbe stata la prova provata del peso determinante che il fronte conservatore vanta ancora tra le fila del popolo di Dio. E, invece, sono stati proprio i difensori dell'ortodossia a uscire divisi dal Sinodo. In ottanta alla fine si sono messi di traverso davanti alla proposta di mediazione sulla comunione, partorita con saggezza nel circolo minore tedesco, dove, quasi fosse un miracolo, due giganti della Chiesa come i cardinali Müller e Kasper, rispettivamente capofila dei conservatori e dei progressisti, hanno trovato la quadra.
Con questo Sinodo la Chiesa ospedale da campo ha dato prova di abbassarsi sulle ferite di chi soffre, come idivorziati risposati, ma ha anche proteso l'orecchio ai lontani. Con lucidità e senza preconcetti, vedasi i passaggi sulle convivenze e le nozze in comune, non più sconfessate a priori. Allo stesso tempo, pur se con un linguaggio involuto e prudente, i vescovi hanno voluto riconoscere ai coniugi la responsabilità sul versante dei tempi e dei modi dell'apertura alla vita.
Le delusioni sono tutte sulla sfida dell'omosessualità... Il Sinodo ha tuonato contro la teoria gender, ha negato qualsiasi equiparazione fra unioni civili e matrimonio. Si è limitato a sottolineare la dignità dei gay e delle lesbiche. Almeno non ha riprodotto sterilmente, come nel documento finale del Sinodo straordinario dello scorso anno, i passi del Catechismo... C'è una volontà nuova, questo sì, di accompagnare le famiglie con figli omosessuali. Poco, pochissimo, ma almeno la Chiesa ha preso coscienza finalmente del fatto che ci sono fratelli e sorelle nelle nostre case con questo tipo di orientamento. Non sono un'invenzione sociologica, non sono dei fantasmi. Esistono. Siamo certi che la Trinità, con lo Spirito Santo, reclamasse di più. Ma ha già fatto molto votando la comunione ai divorziati risposati. Un sì in più che vale tanto, tre volte tanto.
http://www.quotidiano.net/sinodo-papa-francesco-1.1421219

Divorziati: vittoria di Bergoglio, Ratzinger era pronto alla scomunica

Sui risposati il papa emerito stroncò Kasper. Che ora è il teologo di Francesco.



Una vittoria di Papa Bergoglio. La possibilità di valutare caso per caso se dare l'ostia ai divorziati risposati, la vera e praticamente sola concreta svolta che arriva dal Sinodo della famiglia (che comunque afferma il principio di non discriminazione degli omosessuali), è un grande risultato per papa Francesco. Che tra nemici, lotte di poteree fazioni curiali ostili, è riuscito a portare a casa il punto, nonostante il resto del documento del Sinodo sia un trionfo delle larghe intese. Le difficoltà incontrate dalla parte più progressista della Chiesa stanno tutte lì: in quel nodo passato per un solo voto di scarto.
La decisione di affidare al 'discernimento' dei pastori l'ammissione ai sacramenti per i divorziati risposati ha ottenuto 178 voti favorevoli, uno in più dei 177 richiesti per la maggioranza qualificata dei due terzi. Ottanta i vescovi che hanno votato contro.
L'UNICA SVOLTA CONCRETA PASSATA DI MISURA. I paragrafi della Relazione del Sinodo che riguardano i divorziati risposati e la loro possibilità di ammissione ai sacramenti sono tre - l'84, l'85 e l'86 - e tutti e tre sono stati approvati di misura, con rispettivamente 187, 178 e 190 sì. E nonostante il documento preveda non il via libera generalizzato, ma semplicemente la valutazione delle diverse situazioni.
Tanto che il presidente dell'associazione Famiglie separate cristiane, Ernesto Emanuele, ha chiesto subito che ci siano indirizzi uniformi per preti e parroci: «Quello che mi fa paura è che questa decisione possa essere lasciata a sacerdoti impreparati, dove c'è chi dice una cosa e chi un'altra». Tuttavia, a sentire Elio Cirimbelli, direttore del Centro Separati e divorziati di Bolzano, l'impressione è che Francesco non potesse ottenere di più. La valutazione caso per caso, ha dichiarato, è «un enorme passo avanti».
L'INIZIATIVA TEDESCA STRONCATA DA RATZINGER. «Già nel 1997 i tre Arcivescovi della Germania, oggi cardinali Kasper, Soler e Lehmann avevano tentato, attraverso una lettera, di far passare questa linea», ricorda Cirimbelli, «ma furono 'stroncati' da Ratzinger quando era Prefetto della congregazione della fede». «Di recente», ha aggiunto, «ho saputo che era pronta una sorta di 'scomunica' per aver osato 'tanto'». 
Insomma, il pontefice tedesco era pronto a scomunicare i nomi più importanti della Chiesa di Germania. Quella Chiesa che ha trovato una sponda nel nuovo papa venuto dalla fine del mondo. Il cardinale tedesco Walter Kasper, tra i ribelli che stando a Cirimbelli Ratzinger era in procinto di 'punire', è considerato il teologo di Papa Francesco. È l'uomo che ha preparato il terreno per il Sinodo sulla famiglia. E oggi probabilmente si prende la sua piccola rivincita.
http://www.lettera43.it/cronaca/divorziati-vittoria-di-bergoglio-ratzinger-pronto-alla-scomunica_43675220425.htm

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