ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 1 novembre 2015

E chi vuol capire, capisca



Ancora su Halloween e la “pedagogia della morte”


C’è ancora qualche altra considerazione da fare in merito alla “festa” di Halloween.
I suoi difensori e tutti coloro che non ci trovano “nulla di male” apportano vari “argomenti”, tra i quali:
  • Ai bambini piace fare festa: insomma, è come un Carnevale, perché togliere loro questa gioia?
  • In origine era la Vigilia di Ognissanti, tant’è che “Halloween” significa quello: dunque, perché scomodare il “satanismo”?
  • Questa “festa” aiuterebbe i bambini a riflettere sulla morte.
halloween-no-grazie-usa-la-testa-non-la-zucca1La prima obiezione si commenta da sé: ci si fa schermo dei bambini per introdurre ciò che invece piace a certi grandi. Che si festeggi il Carnevale, piuttosto, senonché quello è decaduto (mantenendosi come altra “festa del consumo”) come conseguenza del decadere della partecipazione alla Quaresima. Se tanto non si ha intenzione di digiunare e di “rinunciare a sé”, a che pro scatenarsi col Carnevale? Oltretutto, oramai, è “carnevale” tutto l’anno…
Seconda obiezione: d’accordo, l’etimo di “Halloween” parla chiaro. Ma qui si fa finta di non vedere quale sia il contenuto dell’odierna “festa delle zucche”. A tutto si pensa tranne che ai santi. Ci è stato addirittura riferito che in qualche parte d’Italia dove da anni si tiene il mega-raduno del 31 ottobre sia stato portato lì da qualcuno che ne aveva la possibilità un cadavere dall’obitorio!!! Vera o falsa che sia questa “voce”, è evidente che se queste sono le azioni – vere o presunte – che il clima di Halloween ispira c’è da stare certi della “fonte” del tutto.
La terza obiezione è davvero incredibile e segno dell’incomprensione più assoluta che regna nelle menti di chi, poveretto, naviga a vista.
La cosiddetta “civiltà moderna” o “occidentale” ha rimosso il problema della morte. Questo è un fatto noto ed evidente, studiato da schiere di storici, antropologi e sociologi. Anche l’odierno boom delle “cremazioni” ha a che fare con questa rimozione.
Che ora, tutto d’un tratto, ci si preoccupi di far capire “la morte” ai bambini appare un tantino strano… Peraltro, era con le fiabe “spaventose” come quelle dei Fratelli Grimm che i bambini imparavano a sconfiggere i mostri [G.K. Chesterton], quelli che s’insinuano dentro di noi, mentre oggi sono tutti intenti a “tutelare” i bambini dai racconti contenenti orchi e simili: un fenomeno a dir poco ondivago e schizofrenico, per chi poi alimenta “feste” come quella di Halloween!
ognissantiMa c’è un punto che va chiarito bene. La morte è proprio il punto sul quale hanno “vinto” i santi, cioè quelli che andrebbero festeggiati in quest’occasione. Il santo di ogni tradizione religiosa, infatti, “muore prima di morire”, cioè uccide il suo “drago”, l’ego, ed ha così accesso alla fonte di vita eterna. Esperisce cioè che la morte, com’è intesa ordinariamente, è solo un’altra illusione dell’ego stesso, perché con quella muore effettivamente solo lui e non quello che permane.
Per questo, per gli uomini ordinari, seguire l’esempio dei santi – fosse anche solo leggere le loro biografie – è il sistema più diretto per vincere la morte, altro che Halloween.
Il famoso “dolcetto o scherzetto” di bambini camuffati mostruosamente essendo nient’altro che la profferta del Demonio che a fronte di un eventuale rifiuto ti combina un bel tiro mancino. Dare il dolcetto non significa, simbolicamente, “fare contento” il bambino di turno, ma acconsentire alle richieste del diavolo che in quell’occasione ha pure sfruttato il bambino ed i suoi genitori sprovveduti.
Stiamo parlando di gesti ritualizzati, naturalmente, ma sono proprio quelli che s’imprimono con maggior forza nella nostra ignorata “costituzione”.
E chi vuol capire, capisca. Per tutti gli altri, che dire… che vadano al diavolo. E che non se la prendano, tanto non ci credono… non è vero?
di Enrico Galoppini

HALLOWEEN E ZUCCHE VUOTE

  



  Non desiderate la festa d’altri: la 1^ festività nata dalla globalizzazione è una caricatura pacchiana dei morti e dei fantasmi è proprio il caso di scimmiottare le tradizioni altrui con festini tra l’imbecille e il vampiresco di Marcello Veneziani  



Non desiderate la festa d’altri

di   Marcello Veneziani



Fa un po’ impressione che la prima festività nata dalla globalizzazione sia una caricatura pacchiana dei morti e dei fantasmi. Parlo di Halloween che ogni anno di più diventa un kolossal, con migliaia di feste pubbliche e private, un mercato pazzesco che gira intorno, notte bianca ovunque, fiumi di sponsor ed una mobilitazione di massa che non si vede neanche a Natale e Pasqua. Lasciate che io continui da don Chisciotte la mia battaglia in difesa delle nostre feste d’Ognissanti e dei morti contro questa festa chiassosa e posticcia, per tre umanissime ragioni. Innanzitutto è una festa finta, appiccicata, d’importazione, che mortifica – è il caso di dire – il rapporto intenso e autentico con i nostri defunti e con le tradizioni nostrane. Riduce un evento naturale e forse soprannaturale ad un teatrino artificioso. Poi, Halloween è una festa di cattivo gusto che fa della morte una caricatura, una pagliacciata, come se la vita fosse una farsa e l’uscita di scena un atto comico e gaudente. Ci ruba alla riflessione, di almeno un giorno all’anno dedicato al tema del morire che nessuna globalizzazione, nessun progresso e nessuna nuova tecnologia può cancellare.  Infine, si tratta di una festa razzista nel senso che a differenza di tutte le altre feste tradizionali che uniscono le famiglie e le persone, Halloween taglia in due l’umanità, perché la festeggiano solo gli under 40. Una specie di razzismo su base anagrafica.

È proprio il caso di scimmiottare le tradizioni altrui, con festini tra l’imbecille e il vampiresco, ben sintetizzati dalle zucche vuote?
Discoteche travestite da cimiteri gaudenti e arredi ludici che sembrano una via di mezzo tra le imprese delle pompe funebri e il carnevale di Rio. Per carità, divertitevi, ragazzi; è anche umano voler esorcizzare la morte, con frizzi e lazzi, lo facevano ai tempi dei Carmina burana, in pieno medioevo. Ma questo è un modo per profanarla, banalizzarla, ridicolizzarla, renderla superficiale, come un genere di consumo. Una forma di stupidità in mondovisione non cessa di essere un’idiozia solo perché planetaria, al contrario si ingigantisce. Non desiderate la festa d’altri. Questa festa è il rovescio di Natale, chiamatela Mortale, se volete italianizzarla. Erano belle, tenere, persino vivaci, le nostre tradizioni intorno ai morti, un giusto equilibrio tra amore della vita e rispetto dei defunti, tra pratica comunitaria e interiorità. Servivano ad addomesticare la morte e ricordare gli assenti. Al centro non c’erano le streghe ma i nonni, che erano i veri medium tra i vivi e i morti. In quel tempo erano loro il ponte dei morti.

Marcello Veneziani
http://www.ilcorrieredelleregioni.it/index.php?option=com_content&view=article&id=7074:non-desiderare-la-festa-daltri&catid=131:mistero-a-trascendenza&Itemid=162

Al diavolo (è il caso di dirlo) la festa pagana di Halloween  Con l’approssimarsi della festa pagana di Halloween, riproponiamo ai nostri lettori questo articolo di Giovanni Lugaresi, già pubblicato il 31 ottobre dello scorso anno su Riscossa Cristiana. L’Autore ricorda le nostre tradizioni cattoliche della festività di Ognissanti e del ricordo dei defunti, concludendo con una frase che facciamo nostra: “al diavolo (è il caso di dire), la festa pagana di Halloween, con annessi e connessi!”.

PD
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Abbiamo importato una festa pagana e ci scordiamo la festa dei Santi e il ricordo dei defunti, come la tradizione cattolica ce li ha sempre insegnati. Giovanni Pascoli, pur avendo preso altre strade, non dimenticò mai gli insegnamenti della madre, la cui eco si sente in diverse liriche, una delle quali si intitola, appunto, “La notte dei morti”…
di Giovanni Lugaresi
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zzognssE continuiamo pure a farci del male, prendendo dall’estero quel che non è certamente il meglio. Ci riferiamo ovviamente ad Halloween che il 31 ottobre celebra i suoi riti di origine celtica, cioè pagana, ma che noi cattolici e italiani abbiamo ripreso pari pari, da una ventina d’anni, con tanto di commerci (ovviamente), perché tutto fa brodo per smerciare questo o quel prodotto, anche da parte di cattolicissimi commercianti. E con tanto di festosità pure nelle scuole materne cattoliche (in certe scuole materne cattoliche), nelle quali evidentemente non si pensa a parlare diffusamente, e nei termini propri adatti ai bimbi, dei Santi e dei nostri cari defunti, bensì, appunto, a fabbricare con stoffe varie fantocci-fantasmi e a preparare zucche intagliate…
Sciocchezze – diranno i soliti soloni aperti a tutto. E’ da queste “sciocchezze” peraltro che si incomincia. Si incomincia a perdere la propria identità (non è una tradizione italiana) e a bruciare incensi ad uno dei nuovi idoli del mondo.
 In questa “materia” anche i protestanti sono contrari alla celebrazione-festeggiamenti. Non sappiamo se con una certa forza, o in maniera blanda.
A livello cattolico, per così dire, voci autorevoli si sono levate, e non da oggi, dichiarando festa diabolica questa che abbiamo importato. Padre Amorth, esorcista di grande notorietà, lo ebbe a sottolineare con motivazioni profonde, ma… in ambienti nei quali si è arrivati a mettere in dubbio l’esistenza dell’inferno, e quindi pure di Satana, Halloween riceve addirittura la benedizione del clero. Che tra dolcetto e scherzetto trova il modo di sorridere di queste nostre preoccupazioni… “cattoliche e italiane”.
Come rispondere? La festa di Ognissanti, che ci coinvolge nella stupenda, profonda, comunione coi trapassati, con le loro anime in un grande mistero cristiano, è stata sentita nel suo intimo da un poeta-fanciullino che, pur avendo preso altre strade, non dimenticò mai gli insegnamenti della madre, la cui eco si sente in diverse liriche, una delle quali si intitola, appunto, “La notte dei morti”. Versi che Giovanni Pascoli scrisse ispirato non certamente da leggende pagane, bensì dalla nostra religione e dal culto cristiano dei defunti.
L’ambientazione è nella vecchia casa chiusa, “ma desta”, dove il fuoco è acceso e sul desco c’è il vino “cui spilla il capoccia da solo”. Mentre gli altri “pregano al lume/ del fuoco: via via la corteccia/ schizza arida… Mormora il fiume/ con rotto fragore di breccia…// E’ forse (io non odo: non sento/ che il fiume passare, portare/ quel murmure al mare) d’un lento/ vegliardo la tremula voce/ che intuona il rosario, e che pare/ che venga da sotto una croce,/ da sotto un gran peso; da lunge/ Quei poveri vecchi bisbigli/ sonora una romba raggiunge/ col trillo dei figli de’ figli.// Oh! I morti! Pregano anch’essi,/ la notte dei morti, per quelli/ che tacciono sotto i cipressi…”, con quel che segue.
Ecco, se dobbiamo parlare della festa dei Santi (1 novembre) e del ricordo dei defunti (2 novembre), noi preferiamo farlo col poeta-fanciullino, e al diavolo (è il caso di dire), la festa pagana di Halloween, con annessi e connessi! –  di Giovanni Lugaresi

Halloween: non solo cretineria, ma anche trappola del demonio 

Rieccola. Ogni anno si ripropone la cosiddetta “festa” di Halloween, la ripetizione di un rito pagano che ha radici antiche e inquietanti. Possiamo scrollar le spalle e considerarla solo come una delle tante idiozie imposte dalla moda. Ma c’è di peggio, molto di peggio. Riproponiamo ai nostri lettori un articolo di Michele Majno, pubblicato il 27 ottobre 2013 su Riscossa Cristiana, soprattutto perché i genitori vigilino e tengano lontani i loro figli da “innocue festicciole” che possono essere l’anticamera di rovinose esperienze. Consigliamo anche la rilettura di un’intervista a Don Marcello Stanzione: APPELLO DI DON MARCELLO STANZIONE AI CATTOLICI: NON FESTEGGIATE HALLOWEEN! – di Mariateresa Conte

 PD
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Lei col demonio ci combatte quotidianamente. Qual è il più grande successo di Satana?
Padre Gabriele Amorth:  Riuscire a far credere di non esistere.
di Michele Majno
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hllwAd autunno inoltrato arrivano inevitabilmente due seccature: l’influenza e la festa di “Halloween”. L’influenza si affronta facilmente e ormai è grande la diffusione della vaccinazione.  Halloween è una cretinata e quindi inevitabilmente ha avuto successo. Non solo: essendo una cretinata, e considerando il livello dei nostri politici e amministratori locali, la “festa” di streghe, folletti e paccottiglia consimile si svolge anche con finanziamenti pubblici, “eventi” e, naturalmente, viene proposta anche ai bambini.
Ma Halloween è solo una cretinata? No, c’è di peggio e c’è di che preoccuparsi. Vi proponiamo una rapida carrellata di pareri (tratti da articoli e interviste) su questa festa, che non ha nulla a che vedere con le nostre tradizioni. Sono pareri di persone serie, affidabili, esperte, e possono essere molto utili soprattutto per le famiglie, affinché si rifletta prima di consentire ai figli di partecipare a strane e contorte ritualità, in cui non mancano aspetti malsani e oscuri (o fin troppo chiari).
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Padre Gabriele Amorth
“Halloween, una trappola del demonio, che le prova tutte”: lo dice padre Gabriele Amorth, decano degli esorcisti nel mondo. Padre Amorth, qual è il suo giudizio su Halloween? “intanto, fa schifo e mi fa schifo. Si tratta di una roba pagana, anticristiana ed anticattolica, proveniente da terre nordiche ed esplosa negli Usa. Questa robaccia, pretende, e talvolta ci riesce anche, di mettere in secondo piano ed offuscare la Solennità di Tutti i Santi che celebriamo con gioia il primo novembre. E siccome, appunto, il suo scopo è quello di mettere intralcio alla santità, è una ideazione del demonio che intende scompaginare i piani di Dio. Halloween è una festa pagana”. Una dimostrazione della scaltrezza del Nemico: “il diavolo cerca di mettere zizzania tra Dio e uomo, non tanto per ostilità verso l’uomo, quanto per voler offendere Dio, che è il suo bersaglio preferito, e talvolta, riesce in questo scopo, anche se verrà sconfitto per sempre”.
È utile ricordare un ammonimento di Padre Amorth che, interrogato su quale fosse il più grande successo del demonio, rispose: “Riuscire a far credere di non esistere”.
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Don Marcello Stanzione
Il problema è a livello psicologico di massa, poiché si crea un’ondata di simpatia per delle realtà macabre. Pensiamo al bambino che vede da piccolo la festa di Halloween come una sciocchezza; è possibile che un giorno crescendo si avvicini veramente a queste situazioni spiacevoli. Vestire da fattucchieri, streghe e maghi è innanzitutto di poco gusto. La Chiesa sotto questo punto di vista, gioca un ruolo fondamentale; è necessario che tutti noi sacerdoti lavoriamo intensamente al fine di avvicinare i nostri parrocchiani a Dio.
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Cardinale Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna
In un’intervista ad Avvenire nel 2011 l’Arcivescovo ha parlato di ha parlato di «brutta resa al relativismo dilagante», con tanto di nota sull’edizione bolognese di Avvenire , per la manifestazione organizzata a suo tempo in piazza Re Enzo a base di zucche da intarsiare per Halloween dalla Coldiretti, associazione di area cattolica. La curia in tale circostanza invitò a usare le zucche «per la vellutata o il ripieno dei tortelli».
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Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino
«La festa dei Santi e la commemorazione dei fedeli defunti, tanto care alla tradizione anche familiare del popolo cristiano, da anni sono contaminate da Halloween. Tale festa non ha nulla a che vedere con la visione cristiana della vita e della morte e il fatto che si tenga in prossimità delle feste dei santi e del suffragio ai defunti rischia sul piano educativo di snaturarne il messaggio spirituale, religioso, umano e sociale che questi momenti forti della fede cristiana portano con sé. Halloween fa dello spiritismo e del senso del macabro il suo centro ispiratore».
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Avv. Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita
Halloween, in realtà, è tutt’altro che un’innocua festicciola per bambini. Profondamente radicata nel paganesimo e nel satanismo, continua ad essere una pericolosa forma di idolatria demoniaca.
Trae origine da un’antichissima celebrazione celtica diffusa nelle isole britanniche e nel nord della Francia, con cui i pagani adoravano una delle loro divinità, chiamata Samhain, Signore della morte. Era considerata una delle feste più importanti, e dava inizio al capodanno celtico. La notte del 31 ottobre in onore del sanguinario dio della morte, veniva realizzato, sopra un’altura, un enorme falò utilizzando rami di quercia, albero ritenuto sacro, sul quale venivano bruciati sacrifici costituiti da cibo, animali e persino esseri umani.
Di quest’ultima crudele e sanguinaria usanza ne dà testimonianza lo stesso Giulio Cesare nel suo De Bello Gallico (libro VI, 16), così come Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (XXX, 13), in cui parla di «riti mostruosi», e Tacito nei suoi Annales (XIV, 30), che definisce i sacrifici umani praticati dai druidi come «culti barbarici».
… Per comprendere quanto la Chiesa, fin dall’inizio dell’evangelizzazione dei popoli celti, fosse preoccupata di quella pericolosa “solennità” pagana, basta considerare che la Festa di Ognissanti fu spostata, in Occidente, al primo novembre, con tanto di vigilia la notte precedente, proprio per contrastare il culto satanico di Samhain.
… per il moderno satanismo, Halloween continua ad essere una festa privilegiata. E’ uno dei quattro sabba delle streghe, delle quattro grandi “solennità” coincidenti con alcune delle principali festività pagane e dell’antica stregoneria. La prima e più importante è, appunto, quella di Halloween, considerata il Capodanno magico. La seconda “solennità” è quella di Candlemass, che si celebra la notte tra il 1° e il 2 febbraio ed è considerata la Primavera magica (per i cristiani è la ricorrenza della Presentazione del Bambino Gesù al tempio, chiamata anche popolarmente “Festa della Candelora”). La terza “solennità” è quella di Beltane, che si festeggia nella notte tra il 30 aprile ed il 1° maggio, chiamata anche la notte di Valpurga, e segna l’inizio dell’Estate magica. La quarta “solennità” è quella di San Giovanni Battista, che si svolge la notte tra il 23 e 24 giugno, ed è particolarmente attesa per mettere in atto malefici di malattia e di morte. 
Com’è facile notare sono tutte celebrazioni notturne che si svolgono nel buio e nell’oscurità, a conferma della definizione evangelica di Satana come Principe delle Tenebre, e dei suoi seguaci come Figli delle Tenebre.

– di Michele Majno

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