La strage del Bataclan come metafora dell’Europa. Ovvero tre considerazioni sugli attentati di Parigi
Le lacrime di coccodrillo
Ora è giustamente il tempo del dolore per le vittime parigine dell’islamismo feroce. Ma tra coloro che si addolorano ci sono in prima fila i sostenitori del mondialismo, dell’immigrazionismo, del “meticciato”, delle frontiere spalancate, dello “ius soli”. Quelli che ancora sognano un mondo alla Benetton (united colors) e che praticano costantemente il terrorismo intellettuale, la caccia alle streghe, la polizia del pensiero verso chi la pensa diversamente. Quelli che hanno sempre in bocca, quasi sempre a sproposito, le parole “razzista”, “xenofobo”, “omofobo”, “islamofobo” e via dicendo.
Sono i “politicamente corretti”. Sono gli intolleranti sostenitori della cosmopolis egualitaria. Sono gli adepti dell’ideologia dominante. Coloro che fanno dell’“antirazzismo” non più la giusta stigmatizzazione del disprezzo verso chi ha un colore diverso della pelle (in quel senso l’antirazzismo è un sentimento nobile e generoso), ma un’ideologia irrazionale, rancorosa e paranoica, ostile all’identità, alle radici e alle tradizioni dei nostri popoli. Un’ideologia paracomunista e ultracapitalista al contempo. Ma tutti costoro non impareranno la lezione: continueranno come sempre nel loro folle sostegno all’immigrazione, al meticciato, al multiculturalismo, al melangismo, al mondialismo. Il mondo alla Benetton ha partorito il terrore per le strade di Parigi. Continueranno a negarlo. Le loro sono lacrime di coccodrillo.Ora è giustamente il tempo del dolore per le vittime parigine dell’islamismo feroce. Ma tra coloro che si addolorano ci sono in prima fila i sostenitori del mondialismo, dell’immigrazionismo, del “meticciato”, delle frontiere spalancate, dello “ius soli”. Quelli che ancora sognano un mondo alla Benetton (united colors) e che praticano costantemente il terrorismo intellettuale, la caccia alle streghe, la polizia del pensiero verso chi la pensa diversamente. Quelli che hanno sempre in bocca, quasi sempre a sproposito, le parole “razzista”, “xenofobo”, “omofobo”, “islamofobo” e via dicendo.
Il nostro Nulla
Indovinate cosa si stava cantando al Bataclan quando le belve dell’Isis hanno fatto irruzione? Kiss the devil, Bacia il diavolo, del gruppo rock californiano Eagles of death metal, che civetta con un “satanismo soft” (ammesso che il satanismo possa essere soft). Il testo continua: “Amerò il diavolo e la sua canzone”.
Per il rispetto che si deve ai morti non dico cosa penso di chi assiste a concerti di questo tipo e del numero di neuroni che deve avere in testa. Mi limito a constatare che se questi sono i valori della “civiltà occidentale” che si oppone all’Islam dei tagliagole, i tagliagole hanno già vinto. Combattere il fanatismo feroce e assassino con il consumismo decerebrato è semplicemente assurdo. La verità è che l’americanismo senz’anima del consumismo folle, del Dio denaro, dell’ultimo modello di telefonino, del rock e del rap, dell’american way of life, e proseguendo del “proibito proibire” di sessantottesca memoria, del gender e della sacralità assoluta del gay e della lesbica, del porno e della droga, dell’“utero e mio e me lo gestisco io”, della mentalità per cui nulla ha un valore e tutto ha un prezzo, ci ha uccisi dentro. I terroristi odiano e sono accecati dall’odio assassino. Ma sono qualcosa. Noi non siamo più nulla. Siamo i figli del Nulla che ci divora.
E la Chiesa? La Chiesa Cattolica, si dirà. Già, la Chiesa: gli ultimi tre pontefici, compreso l’attuale, hanno pubblicamente pregato nelle moschee (e nelle sinagoghe, ma è un altro discorso). Il primo due volte nella grande moschea di Damasco, gli altri due nella grande moschea di Istanbul. Il primo dei tre, oggi canonizzato, ha addirittura baciato il Corano e benedetto l’Islam invocando pubblicamente la benedizione di San Giovanni il Battista sulla religione di Maometto. Gli unici due alti prelati che precedentemente si erano opposti frontalmente a questa ed altre derive, monsignor Lefebvre e monsignor de Castro Mayer, vennero addirittura scomunicati per violazione del diritto canonico. Può piacere o non piacere, ma questa è la triste realtà delle cose. Sono fatti e le chiacchiere stanno a zero.
Indovinate cosa si stava cantando al Bataclan quando le belve dell’Isis hanno fatto irruzione? Kiss the devil, Bacia il diavolo, del gruppo rock californiano Eagles of death metal, che civetta con un “satanismo soft” (ammesso che il satanismo possa essere soft). Il testo continua: “Amerò il diavolo e la sua canzone”.
Per il rispetto che si deve ai morti non dico cosa penso di chi assiste a concerti di questo tipo e del numero di neuroni che deve avere in testa. Mi limito a constatare che se questi sono i valori della “civiltà occidentale” che si oppone all’Islam dei tagliagole, i tagliagole hanno già vinto. Combattere il fanatismo feroce e assassino con il consumismo decerebrato è semplicemente assurdo. La verità è che l’americanismo senz’anima del consumismo folle, del Dio denaro, dell’ultimo modello di telefonino, del rock e del rap, dell’american way of life, e proseguendo del “proibito proibire” di sessantottesca memoria, del gender e della sacralità assoluta del gay e della lesbica, del porno e della droga, dell’“utero e mio e me lo gestisco io”, della mentalità per cui nulla ha un valore e tutto ha un prezzo, ci ha uccisi dentro. I terroristi odiano e sono accecati dall’odio assassino. Ma sono qualcosa. Noi non siamo più nulla. Siamo i figli del Nulla che ci divora.
E la Chiesa? La Chiesa Cattolica, si dirà. Già, la Chiesa: gli ultimi tre pontefici, compreso l’attuale, hanno pubblicamente pregato nelle moschee (e nelle sinagoghe, ma è un altro discorso). Il primo due volte nella grande moschea di Damasco, gli altri due nella grande moschea di Istanbul. Il primo dei tre, oggi canonizzato, ha addirittura baciato il Corano e benedetto l’Islam invocando pubblicamente la benedizione di San Giovanni il Battista sulla religione di Maometto. Gli unici due alti prelati che precedentemente si erano opposti frontalmente a questa ed altre derive, monsignor Lefebvre e monsignor de Castro Mayer, vennero addirittura scomunicati per violazione del diritto canonico. Può piacere o non piacere, ma questa è la triste realtà delle cose. Sono fatti e le chiacchiere stanno a zero.
La nostra sudditanza
Dopo aver constatato che il massimo della genialità è suonare Imagine dopo la strage – dato che il testo di Imagine è proprio l’inno del mondialismo, cioè di quel mondo senza frontiere, radici e religione (cristiana) che ci ha reso vittime dell’islamismo assassino – bisogna trattare l’aspetto geopolitico, certo non secondario. E avere il coraggio di constatare tutti i fallimenti del meraviglioso Occidente.
Innanzitutto il concetto di “Occidente” oggi ha un significato geopolitico e culturale che non corrisponde all’Europa (e meno che mai al suo nobile antecedente storico, la Christianitas) e che significa unione atlantica tra Europa e Stati Uniti d’America, con questi ultimi a fare la parte del leone dal punto di vista politico, militare (con le basi militari americane sul suolo europeo a ben 24 anni dalla fine della Guerra fredda!), economico e culturale. Se dal punto di vista spirituale assistiamo al trionfo dell’americanismo senz’anima e della massificazione edonista che si porta dietro, dal punto di vista militare e politico l’Europa è completamente subordinata a Washington e ai suoi interessi, che certo non sono i nostri, come dimostra anche lo scandaloso sostegno dei vassalli europei al colpo di Stato antirusso di Kiev nel 2014. Con le conseguenti sanzioni alla Russia che stanno danneggiando la nostra economia. Le “guerre umanitarie”, dalla Serbia nel 1999 alla Libia nel 2011, passando per l’Afghanistan nel 2001 e l’Iraq nel 2003, sono state decisive per distruggere l’equilibrio mondiale e tutte le forze di contenimento all’islamismo estremista, da Milosevic a Gheddafi passando per Saddam. Anche il tentativo di abbattere Assad sarebbe andato a buon fine e senza l’intervento di Putin (2013) la Nato avrebbe bombardato la Siria. Bombardato chi? Non l’Isis, ma Assad, nemico mortale dell’Isis!!
L’Europa si è allineata ogni volta agli Stati Uniti, a volte mettendoci del suo (le sciagurate iniziative di Sarkozy e Cameron in Libia) e favorendo così l’instabilità, la migrazione di massa e il rafforzamento dell’estremismo sunnita e wahabita. E noi siamo ancora qui a parlare di Occidente, di Nato e di atlantismo. Siamo nella morsa, altro che Occidente! Siamo nella morsa tra l’America, potenza del mare, del caos e della globalizzazione, e l’islamismo feroce.
Torniamo un attimo al Bataclan al momento dell’irruzione jihadista. C’è la band californiana, che canta: Amerò il diavolo e la sua canzone, Bacerò il diavolo e la sua lingua; c’è il pubblico parigino ed europeo, completamente decerebrato, che si accalca sulla pista da ballo; c’è il commando islamista che entra e inizia il massacro. Quell’attimo è la metafora perfetta della nostra situazione. Noi siamo quel pubblico. Noi come quel pubblico siamo colonizzati politicamente ed economicamente, ma anche culturalmente, mentalmente, spiritualmente dalla più deteriore sottocultura anglosassone. E siamo incapaci – perché non lo vogliamo – di fermare l’immigrazione di massa e il terrorismo. La strage del Bataclan è la metafora dell’Europa.
Dopo aver constatato che il massimo della genialità è suonare Imagine dopo la strage – dato che il testo di Imagine è proprio l’inno del mondialismo, cioè di quel mondo senza frontiere, radici e religione (cristiana) che ci ha reso vittime dell’islamismo assassino – bisogna trattare l’aspetto geopolitico, certo non secondario. E avere il coraggio di constatare tutti i fallimenti del meraviglioso Occidente.
Innanzitutto il concetto di “Occidente” oggi ha un significato geopolitico e culturale che non corrisponde all’Europa (e meno che mai al suo nobile antecedente storico, la Christianitas) e che significa unione atlantica tra Europa e Stati Uniti d’America, con questi ultimi a fare la parte del leone dal punto di vista politico, militare (con le basi militari americane sul suolo europeo a ben 24 anni dalla fine della Guerra fredda!), economico e culturale. Se dal punto di vista spirituale assistiamo al trionfo dell’americanismo senz’anima e della massificazione edonista che si porta dietro, dal punto di vista militare e politico l’Europa è completamente subordinata a Washington e ai suoi interessi, che certo non sono i nostri, come dimostra anche lo scandaloso sostegno dei vassalli europei al colpo di Stato antirusso di Kiev nel 2014. Con le conseguenti sanzioni alla Russia che stanno danneggiando la nostra economia. Le “guerre umanitarie”, dalla Serbia nel 1999 alla Libia nel 2011, passando per l’Afghanistan nel 2001 e l’Iraq nel 2003, sono state decisive per distruggere l’equilibrio mondiale e tutte le forze di contenimento all’islamismo estremista, da Milosevic a Gheddafi passando per Saddam. Anche il tentativo di abbattere Assad sarebbe andato a buon fine e senza l’intervento di Putin (2013) la Nato avrebbe bombardato la Siria. Bombardato chi? Non l’Isis, ma Assad, nemico mortale dell’Isis!!
L’Europa si è allineata ogni volta agli Stati Uniti, a volte mettendoci del suo (le sciagurate iniziative di Sarkozy e Cameron in Libia) e favorendo così l’instabilità, la migrazione di massa e il rafforzamento dell’estremismo sunnita e wahabita. E noi siamo ancora qui a parlare di Occidente, di Nato e di atlantismo. Siamo nella morsa, altro che Occidente! Siamo nella morsa tra l’America, potenza del mare, del caos e della globalizzazione, e l’islamismo feroce.
Torniamo un attimo al Bataclan al momento dell’irruzione jihadista. C’è la band californiana, che canta: Amerò il diavolo e la sua canzone, Bacerò il diavolo e la sua lingua; c’è il pubblico parigino ed europeo, completamente decerebrato, che si accalca sulla pista da ballo; c’è il commando islamista che entra e inizia il massacro. Quell’attimo è la metafora perfetta della nostra situazione. Noi siamo quel pubblico. Noi come quel pubblico siamo colonizzati politicamente ed economicamente, ma anche culturalmente, mentalmente, spiritualmente dalla più deteriore sottocultura anglosassone. E siamo incapaci – perché non lo vogliamo – di fermare l’immigrazione di massa e il terrorismo. La strage del Bataclan è la metafora dell’Europa.
Allonsanfan
In questi giorni di "guerra al terrorismo internazionale" viene voglia di tirare una scarpa contro la tv da tante se ne sentono. Non va meglio con radio e giornali. Siamo attorniati da una retorica nauseante che rimbomba dappertutto. Anche gli stadi italiani di cittadelle minori dove giocano squadrette di serie C si sgolano e si spolmonano a intonare la Marsigliese. Allons enfants de la Patrie di qui, allons enfants di là...colori blu, bianco e rosso proiettati in ogni stadio e su ogni edificio, la Tour Eiffel in tricolore, coccarde, spillette, segni indiani in blu sul volto: Allez les Bleues!
E' proprio vero che la patria è l'ultimo rifugio delle canaglie. Da quando hanno messo in piedi questa Ue e abbiamo ceduto sovranità nazionali, ogni occasione è buona per sentirci rintontire di inni patriottici. Prima di questo disastro, essere patriottici significava essere additati come pericolosi "fascisti". Qualcosa è cambiato evidentemente.
Tra le immagini che mi hanno colpito di più di queste giornate convulse dove si finge sgomento solo per essersi coltivati nel tempo così tanti rettili in seno, c'è quella della ragazza incinta che penzola dal balcone del Bataclan aggrappandosi con le mani alle inferriate. Qualcuno ha scritto che è l'immagine -simbolo di un'Europa sospesa: imbelle, impaurita, confusa e incapace di reagire. Forse questa neomamma poteva trovare un concerto con una band dal nome meno malaugurante. Andare ad ascoltare gli Eagles of Death Metal, non è il massimo per un nascituro.
Ma quella che le ha battute tutte è il Pianista sull'Oceano degli Sfracelli che, appena dopo la strage, intonava, imperterrito, "Imagine" di Lennon, un inno al volemose bene universale. Non era però così fuori tema, considerato il testo che finisce quasi come uno slogan pubblicitario di una multinazionale: "and the world will be as ONE" .
E al ONE world ci siamo arrivati. Nel sangue, ma ci siamo arrivati. Ora poi siamo a ONE WAR for ONE WORLD. Oh yeah!
Tra le immagini che mi hanno colpito di più di queste giornate convulse dove si finge sgomento solo per essersi coltivati nel tempo così tanti rettili in seno, c'è quella della ragazza incinta che penzola dal balcone del Bataclan aggrappandosi con le mani alle inferriate. Qualcuno ha scritto che è l'immagine -simbolo di un'Europa sospesa: imbelle, impaurita, confusa e incapace di reagire. Forse questa neomamma poteva trovare un concerto con una band dal nome meno malaugurante. Andare ad ascoltare gli Eagles of Death Metal, non è il massimo per un nascituro.
Giovane donna incinta appesa al balcone del Bataclan |
Ma quella che le ha battute tutte è il Pianista sull'Oceano degli Sfracelli che, appena dopo la strage, intonava, imperterrito, "Imagine" di Lennon, un inno al volemose bene universale. Non era però così fuori tema, considerato il testo che finisce quasi come uno slogan pubblicitario di una multinazionale: "and the world will be as ONE" .
E al ONE world ci siamo arrivati. Nel sangue, ma ci siamo arrivati. Ora poi siamo a ONE WAR for ONE WORLD. Oh yeah!
E a proposito di Lennon, in questi giorni abbiamo avuto il Beatle tarocco di Crema Beppe Severgnini che dalle pagine del Corserva incita i ggggiovani a mantenere, imperterriti e imperturbabili, lo stesso stile di vita.
"I ragazzi europei escano per strada e vadano ad ascoltare musica e a ballare, stasera, nelle nostre belle città autunnali. È il modo migliore di rendere omaggio a chi venerdì sera è entrato al Bataclan, e non è più uscito."
Ve lo dice il Sever che portare il lutto è poco moderno. Odiare chi ammazza? Ma no, è controrivoluzionario. Espellerli? è razzista. Essere prudenti? E' retrò. Bisogna ben facilitare il lavoro di quei poveracci che sparano addosso agli innocenti. Raga', correte a ballare tutte le sere. Trovatevi un'altra Rock Band col nome della Morte. Lasciatevi accoppare. Forse non vi salverete la pelle ma lo stile di vita è garantito. Questione di styling.
Ce lo ripete con altre modalità anche il Bergoglione: "Niente porte blindate...", "Porte spalancate per tutti". Quale bergoglìo argentino dal Cupolone!
Riprende il motivetto "Non ci faremo rubare il nostro modello di vita" perfino il bigio Mattarella oggi a Firenze.
Riprende il motivetto "Non ci faremo rubare il nostro modello di vita" perfino il bigio Mattarella oggi a Firenze.
Canzone prossima ventura, per la prossima strage: "Nothing's gonna change my world" ritornello ossessivo, tratto da "Across the Universe", ancora di Lennon quand'era nei Beatles.
Niente cambierà il mio mondo. Oooooommmm!
Si può errare, non si deve aberrare. Non si può salvare un occidente che non sa e non vuole mettersi in salvo e in sicurezza.
Niente cambierà il mio mondo. Oooooommmm!
Si può errare, non si deve aberrare. Non si può salvare un occidente che non sa e non vuole mettersi in salvo e in sicurezza.
http://sauraplesio.blogspot.it/2015/11/allonsanfan.html
Parigi: qualche kamikaze era radiocomandato?
Vi è piaciuta la sceneggiata “Caccia all’uomo a Parigi?”. Un thriller che nemmeno l’indimenticabile Frenzy di Roman Polanski con Harrison Ford ha uguagliato. Vi è piaciuto? Ai giornalisti italiani è piaciuto: hanno occupato tutta la giornata a raccontare – da dietro transenne lontanissime – cosa stava succedendo. Non vedevano niente, ma li informava la polizia, e si sentivano gli spari, le raffiche, gli scoppi. Erano così eccitati che i giornalisti della Rai avevano il fiato grosso, come se fossero loro lì a sparare e a correre…Poi, a cose fatte, li han fatti avvicinare alla casupola di Saint Denis, tutta devastata da colpi sui muri, finestre rotte. Eh sì, è andata proprio così. I morti ammazzati – disdetta – non racconteranno più chi li pagava e chi li ha istigati. La “mente”, ossia il ragazzo dalla faccia di cammello, è stato ucciso? E’ in fuga? Il thriller continua.
I giornalisti sono stati tenuti occupati un giorno intero dietro quelle transenne. Sicché non hanno avuto tempo di occuparsi di certi particolari, certe sbavatura della narrativa.
Brahim Abdeslam. Per esempio. Uno dei kamikaze. 31 anni, era proprietario a Molenbeek, il quartiere degradato belga, del caffé Les Béguines. Le autorità comunali gli avevano chiuso quel bar – il 5 novembre, per quattro mesi – perché vi si spacciava ed era un covo di piccoli delinquenti. Lui, Brahim era uno che trincava e fumava a più non posso. L’ex moglie Niama: “Si faceva di canne e dormiva tutto il giorno, non aveva lamentele contro l’occidente”: Si viveva, ricorda la ex, con il sussidio di disoccupazione, mille euro mensili.
Questo piccolo delinquente comune, a cui hanno chiuso il bar di cui è padrone il 5 novembre, il 13 novembre è a Parigi. Seduto sulla “terrasse” (ossia sui tavolini fuori, spesso riparati da vetrina) del bistrot di Comptoir Voltaire, n.253 di Bvd Voltaire, ore 21.45. Come racconteranno all‘Express il padrone del bistrot e i camerieri, Brahim s’è seduto tranquillamente al tavolo, non ha gridato Allah Akbar, niente. Un normale avventore. Quando s’è avvicinata la cameriera per prendere “la comanda”, s’è fatto saltare. La cameriera è rimasta ferita all’addome e al torace: ma l’esplosione non era abbastanza forte da ucciderla, è ricoverata non in pericolo di vita.
Una cintura esplosiva stranamente debole.
Un kamikaze che non grida per rivendicare il suo atto, che non uccide nessuno, nemmeno la cameriera che è a un metro da lui..un comportamento innocuo in modo anomalo.
Tanto più che, secondo la narrativa, è lui che in Belgio ha noleggiato la SEAT nera cercata per ogni dove, e trovata parcheggiata a Montreuil, alle porte di Parigi: con dentro 3 (diconsi tre) kalashnikov, cinque caricatori pieni, 11 vuoti….Perché non ha portato una di queste armi al bistro Comptoir Voltaire, e fatto una strage? No. Sembra quasi che il suo compito non fosse di partecipare alle stragi; magari, doveva solo aspettare gli altri e riportarli in auto in Belgio. Così era stato istruito di fare? Da chi? Sta per ordinare una bibita – ed è saltato: è morto solo lui, cintura esplosiva piccola e debole.
Magari – oso dire – radiocomandata da altri?
Lo so che mi darete del pazzo. Ma una impressione del genere ha dato qualche sbavatura negli attentati di Londra, quattro esplosioni simultanee nel metrò il 7 luglio 2005. Io ero là come inviato, e me lo ricordo. I quattro terroristi, abitanti a Luton, lasciano la macchina nel parcheggio di Luton per prendere il treno per Londra: con tanto di bollo orario sul parabrezza, come se dovessero tornare la sera a casa, non finire i loro giorni da kamikaze. Hanno degli zaini. Che esplodono in tre stazioni del metrò. Il quarto, Hasib Mir Husain, di 18 anni, è salito invece su un autobus a due piani; si spargono le prime voci che qualcosa di orribile è accaduto nel metrò. Il bus esce misteriosamente dal suo percorso e si mette in una piazzetta appartata, Tavistock (mai saputo chi ha avvisato l’autista); il giovane – testimonieranno gli altri passeggeri sopravvissuti – si mette a frugare freneticamente nel suo zaino, tutto sudato – e lo zaino gli esplode in faccia. Come sappiamo, era stata indetta una esercitazione che simulava esattamente quella quadruplice esplosione a Londra; forse i quattro ragazzi erano stati ingaggiati per “l’esercitazione” che a loro insaputa diventò reale? Forniti dello zaino che ciascuno di loro aveva? Sono tutti morti, e non possono rispondere.
Anche a Parigi il 13 novembre c’è stata la esercitazione di soccorritori, poliziotti e pompieri proprio mentre avvenivano le stragi. O anche le mancate stragi.
Mancata strage, di sicuro allo Stade de France, durante la partita dove era presente (raccontano) Hollande. Ben tre kamikaze si sono fatti saltare – in modo così maldestro, da ammazzare solo loro stessi e un passante, per caso.
Alle 21.20 uno fa’ saltare la sua cintura esplosiva al livello della porta D dello stadio, riempita di esplosivo fatto in casa e bulloni: è il solo che uccide un uomo, uno che passava troppo vicino.
21.30– Altra esplosione. 1 morto: il solo jihadista. La vetrina del ristorante vicino è solo crepata.
22. Una strada vicina, il terzo jihadista esplode per via della cintura esplosiva che porta; strano, mentre è all’entrata di un vicolo cieco, come se si fosse isolato prima di premere il bottone fatale…
Attenzione: fuori dallo stadio. E prima che la partita finisca. Se si fossero fatti esplodere dopo la partita, mentre i tifosi uscivano a frotte a prendere il metrò. L’agenzia France Presse (AFP) raccoglie lo stupore di una “fonte della polizia” che, sotto anonimato, dice: “E’ incomprensibile. Un miracolo che ci siano state così poche vittime. Concretamente, quel che hanno fatto (i jihadisti, ndr.), a parte suicidarsi, non ha alcun senso. Se volete fare una carneficina, lo fate al momento dell’entrata o dell’uscita degli spettatori…quel che è accaduto a Parigi intramuros ha senso, ma qui ci sono solo dei tizi che si sono suicidati…”.
Ma mica si son fatti saltare, qui, gli assassini. Arrivati, secondo testimoni, su una Mercedes nera nuova, coi vetri oscurati (mica la SEAT a nolo); bianchi, alti 1.85, aspetto magro-atletico, secondo alcuni testimoni oculari, vestiti di abiti neri attillati “senza cerniere lampo”. Perfettamente sbarbati, capelli corti e ben pettinati..
“Sembravano soldati o mercenari, hanno eseguito la cosa come un’operazione militare”, dicono i testimoni. “Ha cambiato il caricatore con calma molte volte, ha sparato alle vetrine verso la strada perché assicurarsi che nessuno filmasse niente o prendesse foto. Tutto è durato sei minuti”.
Che differenza – vero? – fra questi freddi e precisi professionisti e quei pasticcioni che si fanno saltare da sé lontano da tutti, uno mentre ordina qualcosa al Comptoir Voltaire, gli altri allo stadio ma fuori e prima del tempo. Qui professionisti sembrano quasi – posso dire la parola? – kidonim. Certo, ci sono anche di jihadisti bianchi. Alti 1,85 un po’ meno. Con quell’accuratezza, meno ancora.
Altri apppunti: alle 19.30 un avventore entra in un ristorante a tre minuti dal Bataclan; vede arrivare una Polo nera con targa belga. Dentro ci sono quattro persone: “Sembravano dei morti viventi, come fossero drogati”, dice il testimone. Il guidatore e uno dei passeggeri “di tipo europeo, genere convertiti all’Islam”. Suscitano immediati sospetti nell’avventore. Il testimone esce dal ristorante alle 21.30 e quelli sono ancora lì in auto. Dieci minuti dopo apprende delle esplosioni allo stadio, e tenta di chiamare la polizia “almeno 80 volte” per segnalare quei quattro. Mai risposto, la polizia. I quattro hanno avuto il tempo di entrare al Bataclan e fare strage.
E che dite del cellulare trovato buttato via al Bataclan? E’ di uno degli attentatori o permette di risalire a lui: come le carte d’identità e i passaporti abbandonati? Ma c’è di meglio: “Secondo una fonte giudiziaria – scrive Le Figaro – le cinture esplosive avrebbero potuto essere azionate da telefono portatile”. Dunque da altri che dai “kamikaze”? Povere spendibili vittime radiocomandate?
Abdeslam Salah, fratello del defunto (a Comptoir Voltaire) Ibraim, amico del cosiddetto “cervello” dell’operazione Abdelhamid Abbaoud, dopo l’eccidio a Parigi è tornato in auto verso il Belgio. Sono dentro in tre. L’auto è stata fermata dalla polizia tre volte, l’ultima il 14 novembre alle 9 del mattino a Cambrai, ormai a 50 chilometri dal confine belga (in questi momenti qualunque guidatore con la pelle un po’ scura viene fermato per controlli, spiega un avvocato degli arrestati minori) – e gli agenti non hanno trovato niente di strano nel terzetto: la loro scusa sarà che Salah Abdeslam non era stato segnalato ancora come attentatore. Del resto, un uomo si era presentato a ritirare dei soldi in un ufficio postale di Saint Denis mostrando come documento d’identità il passaporto di Salah Abdeslam; a quel punto, è già un ricercato; gli impiegati hanno telefonato alla polizia; disdetta, la polizia arriva tardi, quando l’uomo è già scomparso coi suoi soldi.
Strana mancanza di zelo – dopo la strage. Ma anche prima, non c’è male. Manuel Valls, il primo ministro di Hollande, aveva ricevuto l’offerta dai siriani di una lista dei jihadisti francesi: l’ha rifiutata. Sdegnosamente. Non hanno bisogno di farsi aiutare dai servizi del mostro Assad.
Ma non credetemi. E’ una teoria del complotto. E Francois Hollande e il governo francese hanno già annunciato in marzo che, Hollande, disturbato dalle versioni non-ufficiali che giravano sull’eccidio di Charlie Hebdo, aveva promesso di rendere illegali le teorie del complotto. “Bisogna prendere coscienza che le tesi complottiste si diffondono via internet e le reti sociali. Ora, dobbiamo ricordarci che è stata per via della parola che si è preparato lo sterminio (della Shoah!). Dobbiamo agire a livello europeo, ed anche internazionale, perché venga definito un quadro giuridico definito, e che le piattaforme internet (…) siano messe di fronte alle loro responsabilità, e sanzioni siano elevate in caso di mancanza”.
Una lettrice mi avverte che dalla Francia non si possono aprire i miei articoli.
Strano.
PS – Per foruna Putin batte il ferro finché è caldo. La sua aviazione ha distrutto 5oo carri-cisterna destinati a portare il petrolio dell’ISIS in Turchia per la raffinazione. Devono essere camion turchi. Un costo finalmente per Erdogan. Bisogna far presto perché i finanziatori, armatori e arruolatori dei “terroristi islamici” si stanno riorganizzando, e rimangiandosi la “Lotta al Califfato” che avevano sottoscritto appena dopo il mega-attentato a Parigi. Il governo USA ha appena deciso l’invio all’Arabia Saudita (ossia ai terroristi) di 19 mila bombe d’aereo, al prezzo di 1,29 miliardi di dollari. Duemila bombe sono fra le 500 e le 2 mila libbre, 1500 sono bunker buster (per distruggere bunker sotterranei) e 6 mila sono bombe a guida laser. E Obama, Hollande eccetera hanno ripreso a dire che “non possono nemmeno immaginare” che l’ISI sia sconfitto se, prima, non viene deposto Assad…La guerra civile quindi continuerà. Con l’aiuto delle 19 mila bombe di cui sopra.
Inoltre, sta per riprendere la guerra in Ucraina contro il Donbass – una occasione da non perdere per demonizzare di nuovo Putin come prima dell’attentato a Parigi.
Il canto della morte
Come ho scritto nel precedente commento, è la Francia ad aver introdotto nella storia e nell’Europa ancora cristiana la pratica sistematica del terrorismo (la Terreur, come dicono loro) come strumento prima di azione politica e poi anche di governo (Robespierre e soci) e ad avercela donata nel corso del XIX secolo (basti pensare a tutti gli omicidi politici e alle stragi organizzate dalle società segrete, dagli anarchici, dai mazziniani e poi dai comunisti). Uno di questi attentati, uno fra cento, è stato utilizzato come pretesto per scatenare la Prima Guerra Mondiale, con i suoi 10.000.000 milioni di morti, 60.000.000 fra mutilati e feriti, con la fine dell’Impero cattolico, di altri tre imperi e l’instaurazione nel mondo del comunismo come sistema di governo.
E i francesi il terrorismo l’hanno introdotto nel mondo al canto virile di una canzone – senz’altro bella ed emotivamente travolgente – di morte e sangue. Tutto il testo è una infervorazione alla violenza, alla rivolta, all’odio, alla vendetta. Ecco alcune sue strofe, la cui traduzione sicuramente pochi conoscono;
Alle armi, cittadini!
Formate i vostri battaglioni!
Andiamo! Andiamo!
Che un sangue impuro riempia i nostri solchi!
Tremate, tiranni e voi crudeli, l’obbrobrio di tutti i partiti, tremate!
I vostri progetti parricidi riceveranno presto il giusto compenso!
Riceveranno presto il giusto compenso!
Perché ricordo questo? Perché, per quanto in maniera tragica, appare con un non so che di diabolicamente sarcastico il fatto che i francesi – e tutti gli altri con loro – reagiscano alla paura del terrorismo con il canto dei terroristi.
La Rivoluzione Francese ha provocato 500.000 morti in pochi anni, di cui 300.000 solo nella piccola regione della Vandea, dove donne e bambini venivano sterminati e poi scuoiati e con la loro pelle si facevano saponette e pantaloni per i soldati della fraternité rivoluzionaria.
Ora la Francia sta bombardando la Siria. Ma al contempo vuole abbattere il Presidente Assad, l’unico vero nemico dell’Isis.
I poveri morti di Parigi non avranno giustizia dal loro governo e nemmeno i vivi che ancora moriranno. Perché questa è la società figlia e nipote della Rivoluzione Francese, istitutrice del terrorismo nella storia e fondata sulla più grande delle menzogne mai propugnate: liberté, égalité, fraternité, anti-trinità massonica con cui hanno distrutto la civiltà cristiana e fondato questa nostra società in cui viviamo e moriamo.
A questo serve conoscere la storia e conoscerla senza inganni e pronti a pagare qualsiasi prezzo, anche personale, per conoscerla in tal maniera e divulgarla al prossimo: a capire la verità. E solo la verità rende la libertà. E solo la libertà rende uomo un uomo.
Erano liberi tutti coloro che, al momento dell’attentato, erano presenti al Bataclan e cantavano un inno di lode a Satana? Al di là del dolore profondo per le vittime, erano liberi un istante prima di morire? O erano schiavi, i morti come i vivi, schiavi di un inganno secolare imposto tanto con il “dolce” della pancia piena del consumismo che con l’“amaro” del terrorismo di questi ultimi due secoli? E in cosa consisteva la loro libertà, nell’inneggiare a Satana?
Ecco perché, mentre prego per le anime dei morti di Parigi e per i loro cari che soffrono, al contempo dichiaro che, come a gennaio “Je n’etais pas Charlie”, oggi “je ne suis pas la France”. Almeno, questa “France”.
Sì, perché prima del 1789 esisteva un’altra Francia, la “figlia primogenita della Chiesa”, la Francia di Charle Magne, di San Luigi IX, di una Pulzella benedetta. La Francia di santa Margherita Maria Alacoque e du Sacre-Coeur. Anche la Francia di chi finì sulla ghigliottina perché cattolico, anche la Francia dei vandeani in armi, anche la Francia di splendidi intellettuali cattolici e controrivoluzionari del XIX secolo. Anche la Francia di un’altra “pulzella”, anche lei contadina ignorante, ma principessa del firmamento dei santi, figlia prediletta della Regina dei Santi, che volle apparirle in una grotta sperduta sotto i Pirenei per cambiare la vita di milioni di persone e dare al tutto il mondo l’annuncio del suo grido di guerra a Satana e al male organizzato: “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Di questa Francia, sarei onoratissimo figlio, se potessi esserlo, perché questa è l’unica vera Francia. E, almeno di Lourdes e della sua meravigliosa figlia, siamo tutti figli noi che lo vogliamo.
E i francesi il terrorismo l’hanno introdotto nel mondo al canto virile di una canzone – senz’altro bella ed emotivamente travolgente – di morte e sangue. Tutto il testo è una infervorazione alla violenza, alla rivolta, all’odio, alla vendetta. Ecco alcune sue strofe, la cui traduzione sicuramente pochi conoscono;
Alle armi, cittadini!
Formate i vostri battaglioni!
Andiamo! Andiamo!
Che un sangue impuro riempia i nostri solchi!
Tremate, tiranni e voi crudeli, l’obbrobrio di tutti i partiti, tremate!
I vostri progetti parricidi riceveranno presto il giusto compenso!
Riceveranno presto il giusto compenso!
Perché ricordo questo? Perché, per quanto in maniera tragica, appare con un non so che di diabolicamente sarcastico il fatto che i francesi – e tutti gli altri con loro – reagiscano alla paura del terrorismo con il canto dei terroristi.
La Rivoluzione Francese ha provocato 500.000 morti in pochi anni, di cui 300.000 solo nella piccola regione della Vandea, dove donne e bambini venivano sterminati e poi scuoiati e con la loro pelle si facevano saponette e pantaloni per i soldati della fraternité rivoluzionaria.
Ora la Francia sta bombardando la Siria. Ma al contempo vuole abbattere il Presidente Assad, l’unico vero nemico dell’Isis.
I poveri morti di Parigi non avranno giustizia dal loro governo e nemmeno i vivi che ancora moriranno. Perché questa è la società figlia e nipote della Rivoluzione Francese, istitutrice del terrorismo nella storia e fondata sulla più grande delle menzogne mai propugnate: liberté, égalité, fraternité, anti-trinità massonica con cui hanno distrutto la civiltà cristiana e fondato questa nostra società in cui viviamo e moriamo.
A questo serve conoscere la storia e conoscerla senza inganni e pronti a pagare qualsiasi prezzo, anche personale, per conoscerla in tal maniera e divulgarla al prossimo: a capire la verità. E solo la verità rende la libertà. E solo la libertà rende uomo un uomo.
Erano liberi tutti coloro che, al momento dell’attentato, erano presenti al Bataclan e cantavano un inno di lode a Satana? Al di là del dolore profondo per le vittime, erano liberi un istante prima di morire? O erano schiavi, i morti come i vivi, schiavi di un inganno secolare imposto tanto con il “dolce” della pancia piena del consumismo che con l’“amaro” del terrorismo di questi ultimi due secoli? E in cosa consisteva la loro libertà, nell’inneggiare a Satana?
Ecco perché, mentre prego per le anime dei morti di Parigi e per i loro cari che soffrono, al contempo dichiaro che, come a gennaio “Je n’etais pas Charlie”, oggi “je ne suis pas la France”. Almeno, questa “France”.
Sì, perché prima del 1789 esisteva un’altra Francia, la “figlia primogenita della Chiesa”, la Francia di Charle Magne, di San Luigi IX, di una Pulzella benedetta. La Francia di santa Margherita Maria Alacoque e du Sacre-Coeur. Anche la Francia di chi finì sulla ghigliottina perché cattolico, anche la Francia dei vandeani in armi, anche la Francia di splendidi intellettuali cattolici e controrivoluzionari del XIX secolo. Anche la Francia di un’altra “pulzella”, anche lei contadina ignorante, ma principessa del firmamento dei santi, figlia prediletta della Regina dei Santi, che volle apparirle in una grotta sperduta sotto i Pirenei per cambiare la vita di milioni di persone e dare al tutto il mondo l’annuncio del suo grido di guerra a Satana e al male organizzato: “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Di questa Francia, sarei onoratissimo figlio, se potessi esserlo, perché questa è l’unica vera Francia. E, almeno di Lourdes e della sua meravigliosa figlia, siamo tutti figli noi che lo vogliamo.
http://www.civiltacristiana.com/il-canto-della-morte/
Cucù, c’est moi!
I giochi da parte del potere sono così palesi da non costituire più nemmeno motivo per inorridire. Oggi diremo che è la prassi.
I capi di stato riuniti per la foto di un finto corteo
Stessa messinscena, stessa coreografia stesso regista
Il marketing: solo dopo qualche ora erano pronte le magliette ed il logo di "Parigi"
Il mondo satanizzato dello spettaccolo da il meglio di se quando si tratta di prendersi gioco dei loro fans e dei pseudo giornalisti di regime. qui Madonna e sotto i putridi U2
Per restare in tema di fake ecco qui sopra la bomba che avrebbe disintegrato l'aereo russo, secondo il Fatto Quotidiano, che si abbevera sul SITE, l'agenzia pubblicitaria israelo americana che scopre tutto: carte di identità di terroristi, videocassette di Al Qaida, spot pubblicitari ISIS fatti in studio o preparati in esterni (ma sempre dopo il tramonto del sole perchè altrimenti i figuranti occidentali vestiti di nero si cuociono come uova sode!) Insomma tutta una presa per i fondelli; come prima più di prima!
E’ STATA L’ISIS – NOTIZIA UFFICIALE? A distanza di poche decine di minuti dagli attacchi di Parigi che hanno sconvolto l’occidente, l’agenzia SITE, dell’israeliana Rita Katz, organizzazione specializzata nel monitorare il terrorismo sul web, ha immediatamente reso noto che dietro agli attentati c’era la regia di ISIS. Massimo Mazzuco, famoso ricercatore su temi controversi, aveva realizzato un video dove spiegava chi è davvero Rita Katz, che come potete intuire c’è qualcosa che non torna nella sua agenzia, tanto che riesce ad avere informazioni e video dell’Isis prima ancora che i militanti li condividano sul web o tv islamiche, come se ci fosse una collaborazione.. Per approfondire leggi l’articolo di Mazzucco Chi ci protegge dal terrorismo.
dal sito Tankerenemy
Il giorno 13 novembre 2015 Parigi è stato il palcoscenico di un ennesimo inside job-false flag. E’ difficile stabilire se la strage parigina, sicuramente orchestrata e perpetrata dai servizi segreti internazionali o, meglio, da una potente e feroce confraternita come l’Hathor Pentalpha (Hathor nell’antico Egitto è un’ipostasi della dea Iside… Iside evoca l’I.S.I.S., il califfato anti-islamico), abbia causato veramente vittime o sia stata una sorta di “girato” cinematografico con tanto di set, comparse, sangue finto, effetti speciali, come nel caso di Charlie Hebdo. Le fonti ufficiali non sono attendibili; i filmati e gli scatti fotografici sono quello che sono, spesso sfocati, con angolazioni improbabili; inoltre riprendono ambulanze, gente spaventata, forze dell’ordine, pattuglie, ma non inquadrano feriti e vittime, se non in contesti dubbi, con persone uccise (?) i cui vestiti non presentano una sola macchia di sangue. Le interviste rilasciate da “parenti” ed “amici” delle presunte vittime sembrano esibire il solito copione, con dolore e sdegno simulati.
Ci vorrebbe molto tempo per sviscerare l’episodio parigino: già molti giornalisti indipendenti hanno cominciato ad evidenziare le contraddizioni ed i particolari inverosimili delle versioni propalate dai media di regime. Qui basti, almeno per ora, ricordare che la verità su quanto accaduto nella capitale francese è certamente diversa da quanto raccontano gazzettieri e falsi testimoni: in un altro ambito, si ripete quanto avvenne con il disastro dell’aereo appartenente alla compagnia Germanwings, quando, a distanza di poche ore dall’incidente, la disinformazione cominciò a creare un groviglio tanto inestricabile di antefatti, vicende, personaggi, scopi, azioni… da far invidia ad un indigesto romanzo di Umberto Eco.
Vorremmo, ripromettendoci di tornare sull’accadimento, se sarà possibile, sottolineare un aspetto rilevante: da solo, per sineddoche, riesce pressoché a dimostrare che la carneficina allo stadio di calcio ed al teatro Bataclan, è stata una sceneggiata, in stile Palazzo Chigi. Tra le numerose foto che immortalano spettatori del concerto o dell’amichevole, si nota una giovane che abbiamo già visto in altre occasioni tra le persone disperate che erano nei pressi della scuola di Sandy Hook, nel cinema di Aurora e durante la maratona di Boston, dove esplosero degli “ordigni”. Le ipotesi sono due: o questa donzella è talmente sfortunata che si trova sempre nel luogo sbagliato al momento sbagliato o è una crisis actress, un’attrice abituata a recitare la parte della consanguinea o amica affranta sul luogo di un’operazione false flag (psychological operation).
La presenza di questa figurante in almeno tre occasioni...
l'articolo continua qui:http://www.tankerenemy.com/2015/11/cucu-cest-moi.html#.VkzCJspIxPU
http://www.stampalibera.com/?a=30831
PARIGI: UN ATTACCO FALSE FLAG ?
CUCU′ SONO IO!
Cucù, c’est moi!
I giochi da parte del potere sono così palesi da non costituire più nemmeno motivo per inorridire. Oggi diremo che è la prassi.
I capi di stato riuniti per la foto di un finto corteo
Stessa messinscena, stessa coreografia stesso regista
Il marketing: solo dopo qualche ora erano pronte le magliette ed il logo di "Parigi"
Il mondo satanizzato dello spettaccolo da il meglio di se quando si tratta di prendersi gioco dei loro fans e dei pseudo giornalisti di regime. qui Madonna e sotto i putridi U2
E’ STATA L’ISIS – NOTIZIA UFFICIALE? A distanza di poche decine di minuti dagli attacchi di Parigi che hanno sconvolto l’occidente, l’agenzia SITE, dell’israeliana Rita Katz, organizzazione specializzata nel monitorare il terrorismo sul web, ha immediatamente reso noto che dietro agli attentati c’era la regia di ISIS. Massimo Mazzuco, famoso ricercatore su temi controversi, aveva realizzato un video dove spiegava chi è davvero Rita Katz, che come potete intuire c’è qualcosa che non torna nella sua agenzia, tanto che riesce ad avere informazioni e video dell’Isis prima ancora che i militanti li condividano sul web o tv islamiche, come se ci fosse una collaborazione.. Per approfondire leggi l’articolo di Mazzucco Chi ci protegge dal terrorismo.
dal sito Tankerenemy
Il giorno 13 novembre 2015 Parigi è stato il palcoscenico di un ennesimo inside job-false flag. E’ difficile stabilire se la strage parigina, sicuramente orchestrata e perpetrata dai servizi segreti internazionali o, meglio, da una potente e feroce confraternita come l’Hathor Pentalpha (Hathor nell’antico Egitto è un’ipostasi della dea Iside… Iside evoca l’I.S.I.S., il califfato anti-islamico), abbia causato veramente vittime o sia stata una sorta di “girato” cinematografico con tanto di set, comparse, sangue finto, effetti speciali, come nel caso di Charlie Hebdo. Le fonti ufficiali non sono attendibili; i filmati e gli scatti fotografici sono quello che sono, spesso sfocati, con angolazioni improbabili; inoltre riprendono ambulanze, gente spaventata, forze dell’ordine, pattuglie, ma non inquadrano feriti e vittime, se non in contesti dubbi, con persone uccise (?) i cui vestiti non presentano una sola macchia di sangue. Le interviste rilasciate da “parenti” ed “amici” delle presunte vittime sembrano esibire il solito copione, con dolore e sdegno simulati.
Ci vorrebbe molto tempo per sviscerare l’episodio parigino: già molti giornalisti indipendenti hanno cominciato ad evidenziare le contraddizioni ed i particolari inverosimili delle versioni propalate dai media di regime. Qui basti, almeno per ora, ricordare che la verità su quanto accaduto nella capitale francese è certamente diversa da quanto raccontano gazzettieri e falsi testimoni: in un altro ambito, si ripete quanto avvenne con il disastro dell’aereo appartenente alla compagnia Germanwings, quando, a distanza di poche ore dall’incidente, la disinformazione cominciò a creare un groviglio tanto inestricabile di antefatti, vicende, personaggi, scopi, azioni… da far invidia ad un indigesto romanzo di Umberto Eco.
Vorremmo, ripromettendoci di tornare sull’accadimento, se sarà possibile, sottolineare un aspetto rilevante: da solo, per sineddoche, riesce pressoché a dimostrare che la carneficina allo stadio di calcio ed al teatro Bataclan, è stata una sceneggiata, in stile Palazzo Chigi. Tra le numerose foto che immortalano spettatori del concerto o dell’amichevole, si nota una giovane che abbiamo già visto in altre occasioni tra le persone disperate che erano nei pressi della scuola di Sandy Hook, nel cinema di Aurora e durante la maratona di Boston, dove esplosero degli “ordigni”. Le ipotesi sono due: o questa donzella è talmente sfortunata che si trova sempre nel luogo sbagliato al momento sbagliato o è una crisis actress, un’attrice abituata a recitare la parte della consanguinea o amica affranta sul luogo di un’operazione false flag (psychological operation).
La presenza di questa figurante in almeno tre occasioni...
l'articolo continua qui:http://www.tankerenemy.com/2015/11/cucu-cest-moi.html#.VkzCJspIxPU
http://www.stampalibera.com/?a=30831
PARIGI: UN ATTACCO FALSE FLAG ?
DI MAKIA FREEMAN
Gli attentati di questo 13 Novembre a Parigi dimostrano molti dei segnali rivelatori di una operazione false flag. Adesso, oltre 48 ore dopo abbiamo raccolto molti indizi che i manipolatori del Nuovo Ordine Mondiale abbiano ritenuto di affidarsi ai loro vecchi trucchi ancora una volta, diventando sempre più prevedibili. Vi elencherò dieci segni che gli attentati di Parigi non sono che l’ennesimo attacco false flag progettato per spaventare il cittadino comune (in Francia e nel resto del Mondo), demonizzare l’Islam, provvedere “ragioni” per gli Stati al G20 e altrove per sprecare più risorse e appropriarsi di maggiori libertà con la scusa della lotta al terrorismo, provvedere una scusa al governo Francese per alzare i livelli di sorveglianza, provvedere alla Francia ed alla NATO una scusa per una escalation di violenza contro la Siria.
Segno numero #1: Esercitazioni nello stesso giorno
Numerose false flags nella storia recente hanno questo tratto in comune: esercitazioni allo stesso tempo e nello stesso luogo, o luoghi vicini. 21st Century Wire riferisce che il Dr.Patrick Pelloux era un “sopravvissuto” degli “spari a Charlie Hebdo” che si è trovato casualmente anche sulla scena dell’ultimo attentato, cosa che di per sè sarebbe una coincidenza, ma Pelloux ha dichiarato che una esercitazione di “attacco a diversi luoghi in simultanea” era in corso proprio durante gli spari!
Segno numero #2: Il magico ritrovamento dei passaporti dei terroristi
Stuart Hopper di 21st century wire riferisce anche che molti apparati media mainstream (AFP, RT, Reuters, ITV, Sky News, AP, Fox News and Sputnik) hanno pubblicato notizia di un passaporto Siriano è stato magicamente rinvenuto su una delle scene degli attacchi, sul, o nei pressi, del corpo di un attentatore. Ricordate il passaporto del terrorista dell’11 Settembre che in qualche modo sopravvisse a fuoco e fiamme capaci, in teoria, di sciogliere l’acciaio e atterrò intatto sulle macerie sottostanti? Ricordate anche la “carta di identità smarrita” su una delle auto dei terroristi di Charlie Hebdo in fuga? Il copione della false flag mostra una certa prevedibilità....
Segno numero #3: Terroristi già noti alle autorità Francesi
Viene fuori che alcuni dei terroristi erano già noti alle agenzie di sicurezza Francesi, come riporta il Daily Mail:
La polizia Francese è alla caccia del 26enne Salah Abdeslam, di Bruxelles, accusato di noleggiare una Wolkswagen polo utilizzata dagli attentatori suicidi he hanno ucciso 89 persone al club Bataclan venerdì scorso. E’ emerso che nella notte di Domenica la polizia Francese abbia interrogato Abdeslam mentre passava il confine Belga e lo abbiano lasciato passare dopo che esso ha mostrato loro la sua carta d’identità.I detectives si sono presto resi conto del madornale errore quando hanno scoperto che Abdeslan risultava aver noleggiato un’auto ritrovata abbandonata vicino alla scena del massacro dentro al teatro Bataclan
Uno dei segnali fondamentali di una false flag è il modo in cui viene “lasciata” accadere. Coloro nei posti di potere possono dirigere, controllare e dismettere le persone in servizio di livello subordinato, così da servire in accordo al piano generale. Si può ipotizzare che terroristi noti come tali siano stati lasciati entrare in Francia?
Segno #4: Il Terrorista dichiara la sua appartenenza all’ISIS
Come riporta Brandon Turbeville, uno degli attentatori di Parigi avrebbe gridato di essere dell’ISIS, provvedendo una frasetta che dovrebbe bastare a chiarirci tutto quanto ciò che ci servirebbe sapere dei killer. E’soltanto una coincidenza che il sito principale del servizio di intelligence Israeliano Mossad (il quale è stato scoperto rilasciare materiale “Isis” made in Israel l) sia proprio la fonte a rivelarci che l’ISIS ha rivendicato resposnabilità della strage?
E, se fosse davvero stato l’ISIS, sappiamo cosa vorrebbe dire: coloro che li controllano sono passati a servirsi dell’ISIS per raggiungere i loro obiettivi in Occidente. Conviene a tal proprosito citare le parole di Bernie Suarez:
Notiamo come non appena è stato suggerito il fatto che gli assalitori avessero rivendicato di uccidere per conto dell’ISIS, dal momento che tutto sappiamo cosa sia, questo costituisce al 100% prova del fatto che la CIA e l’Occidente in genere sono coinvolti, in quanto sono stati loro a creare, addestrare, finanziare e dirigere l’ISIS. Rendiamoci conto del fatto che svelare l’ISIS per ciò che è e distruggerlo equivale a svelare e distruggere il Nuovo Ordine Mondiale, e questo è perchè l’ISIS non muore mai. Proprio così, l’ISIS oggi è ciò che tiene in vita il Nuovo Ordine Mondiale! CIA/ISIS è oggi il maggior agente propulsore del Nuovo Ordine Mondiale e nessuno dovrebbe sorprendersi del fatto che non appena “consulenti” delle forze speciali USA sono stati mandati in Siria per iniziare ad allestire la controstrategia della CIA contro la Russia, di recente avviata, poco dopo siamo qui a commentare questo attacco
Segno #5: I terroristi motivano l’attacco
Convenientemente, i reportage dei media ci informano anche del fatto che uno dei terroristi che sparavano avrebbe gridato: “Questo è per la Siria!”, volendo significare che stavano uccidendo civili Francesi innocenti a causa del coinvolgimento Francese nell’attacco aggressivo contro la Siria, insieme a USA, Gran Bretagna, Israele, Turchia, gli Stati del Golfo. Se gli attentatori erano davvero dell’ISIS, perchè non attaccare la Russia, dal momento che sta bombardanto attivamente e spazzando via le postazioni ISIS? La Russia ha fino a oggi fatto molto di più per distruggere l’ISIS che decisamente non la Francia. Come mai non sparare a Mosca anzichè a Parigi? Questa è una domanda che i mainstream preferiscano che non poni, o meglio nemmeno pensi.
Segno #6: Gli attentati hanno luogo poco prima dell’incontro del G20
Un’altra coincidenza particolare rispetto a questi attacchi a Parigi è che sono accaduti pochissimo prima della conferenza del G20 che è iniziata il 14 Novembre in Turchia. Come nota il NY Times:
L’agenda economica ufficiale, in Turchia, ed in Asia sarà con ogni probabilità oscurata da una serie di intensi incontri tra Mr.Obama e le sue controparti rispetto al conflitto Siriano, la crisi rifugiati in Europa, le dispute con il Presidente Russo Vladimir Putin e le tensioni in corso nel Mar Cinese meridionale. Ma gli attacchi di Parigi certamente marginalizzeranno anche tutte queste altre questioni, almeno momentaneamente, dal momento che priorità è la risposta dei leader alla violenza degli attacchi terroristici nella capitale Francese. I leader si appiglieranno perlopiù alla crescente minaccia dello Stato Islamico
Adesso, coloro dietro agli attacchi, ossia i medesimi manipolatori che stanno dietro all’ISIS, avranno la possibilità di spingere per la loro agenda “antiterroristica” presso altre nazioni e leaders all’incontro. Dal momento che la guerra al terrore è in sè medesima una colossale frode, ogni agenda antiterroristica sarà per definizione fraudolenta, una copertura per centralizzare potere e controllo.
Segno #7: L’attentato avviene anche poco prima del COP21 (l’incontro dell’ONU a Parigi sul cambiamento climatico)
L’attacco di Parigi, che è il secondo nel 2015, è avvenuto appena 17 giorni prima dell’avvio del COP21, l’imminente conferenza mondiale sul cambiamento climatico di Parigi, prevista iniziare per il 30 Novembre. COP21 presenta l’obiettivo estremamente ambizioso di cercare di mettere insieme degli strumenti legali vincolanti, delle regole universali per le leggi in materia di cambiamento climatico per il mondo intero. Possiamo immaginare il genere di proteste e resistenze che un piano del genere potrebbe incontrare, dal momento che è il precursore all’istituzione di una tassa mondiale sulle emissioni di carbonio, un tribunale mondiale e un Governo Mondiale Unico. Adesso, il governo Francese si ritrova il pretesto ideale per innalzare livelli di sicurezza e presenza militare a Parigi appena prima che l’evento abbia luogo, e annientare ogni protesta per ragioni di “mantenimento della sicurezza”.
Segno #8: Charlie Hebdo come precedente
Il fatto che un altra sparatoria altamente sospetta abbia già avuto luogo quest’anno a Parigi è l’ennesima strana coincidenza rispetto a questi attacchi di Settembre 2015. Molti esperti hanno già fatto un ottimo lavoro per raccogliere le prove che dimostrano come Charlie Hebdo sia un false flag. Link: http://www.activistpost.com/2015/01/15-signs-charlie-hebdo-attack-was-false.html
Segno #9: Numerologia
Come notato nel precedente articolo Gli attacchi di Parigi del Novembre 2015: facciamoci domande su tutto, la numerologia legata all’evento è strana. Magari si tratta solo di una coincidenza, ma la data dell’11/13/15 è significativa dal punto di vista numerologico, come il fatto che l’attentato ha avuto luogo un Venerdì 13 (Il numero 13 è di ampio significato per gli Illuminati, i Massoni, le società segrete in genere). Secondo Vigilant Citizen, è stato possibilmente preannunciato da una copertina dell’Economist di qualche mese fa.
Segno #10: Una ampia lista di beneficiari
C’è una copiosa lista di beneficiari che possono trarne qualcosa da questi oriibili attacchi di Parigi quali: il governo Francese, il G20, gli Islamofobi, Israele Sionista e i manipolatori del Nuovo Ordine Mondiale. In aggiunta ad essi la questione ha sconfinate ramificazioni internazionali e geopolitiche. I militaristi Francesi e la NATO che da un pezzo desiderano un attacco su grossa scala alla Siria adesso hanno in tasca la scusa perfetta per aumentare la presenza militare in Siria, a seguito dell’invio della unica portaerei Francese, la Charles de Gaulle, che salperà da Tolone alla volta del golfo Persico il 18 Novembre.
Assistiamo con attenzione a ciò che succederà in Francia ed altrove nei prossimi giorni e settimane. Le possibilità sono estremamente alte che l’elite si servirà degli attentati a Parigi, che ha tutte le apparenze di una crisi studiata a tavolino e di una false flag, per spingere avanti a passo forzato l’agenda del Nuovo Ordine Mondiale.
Makia Freeman
Fonte: www.activistpost.com
16.11.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CONZI
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