ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 17 novembre 2015

Qualcos’altro che porta al dito di Dio?

QUANDO DIO DICE : BASTA!



Non è cosa nuova che il Signore Iddio è solito usare, unitamente alla misericordia, anche la giustizia, in quanto queste due categorie ontologiche sono in Lui complementari: giusto e misericordioso in egual infinita misura.
Ma Egli dona la misericordia solo se nel soggetto reo alberghi il pentimento e si pratichi l’espiazione. Del che vale esempio palese la vicenda del così detto “buon ladrone” che ottenne di pervenire in Paradiso non solo per essersi pentito dei propri crimini ma, soprattutto, per averli espiati con la morte di croce.
Come bene ammonisce Beatrice a Dante: “Alto fato di Dio sarebbe rotto/se Letè si passasse, e tal vivanda/fosse gustata sanza alcuno scotto” (Purg. XXX, 144/146).
Ma oggi, questa novella società cristiana va in delirio per una teologìa della “misericordia” – indizio della quale è, appunto, il bergogliano “Giubileo della misericordia”, una tautologia in quanto questa istituzione è fondata proprio su questa categorìa – e si rifiuta di accettare l’idea di Dio severo e punitivo. Tant’è che, sotto l’ansia di rappresentare il Padre buono, si trascura, nella catechesi, di parlare di morte, giudizio, inferno, paradiso, peccato e diavolo.
Oggi il male è avvertito come un accidente senza causa.

Ne fece le spese il prof. Roberto de Mattei quando, in occasione del disastroso maremoto che scosse l’Indonesia – 26 dicembre 2004 – ebbe, nella sede di Radio Maria, a rammentare l’ira di Dio che, talora, dice basta ed ammonisce gli uomini con gravosi castighi. Fu sommerso da rimproveri, lazzi, contumelie di casalinghe, studenti, docenti, catechisti, sacerdoti che inorridirono all’idea di un Dio vendicatore e sadico che fa perire il colpevole con l’innocente.
(Per la cronaca: il prof. de Mattei non ebbe, da padre Livio Fanzaga, rimbrotto alcuno per questa sua riflessione ma venne espulso dall’emittente quando “osò” analizzare taluni ambigui aspetti teologici e pastorali di Papa Bergoglio. Che strano!).

Insomma, de Mattei individuò in quel cataclisma la mano pesante di Dio, e di subito si scatenò la rivolta dei benpensanti. Alla rivista “Frate Indovino” – giugno 2011 – pervenne la lettera di una cristiana, che riteniamo appartenente alla specie “adulta”, la quale, inorridita, oltre a deriderlo, chiosò quel suo intervento come il prodotto del “sonno della ragione”. Seguiva, a questa missiva il commento di un teologo, tale Sandro Vitalini che, tra le tante amenità scrisse che “il sempliciotto dice che è Dio a castigare, mentre il fedele” - scafato e conciliare, s’intende – “sa che Dio è solo amore infinito”.

Ci permettemmo, a titolo personale e lungi dall’assumere ufficio di patrocinio per de Mattei che da par suo sa bene difendersi, di inviare al teologo predetto un elenco esemplificativo dei castighi divini che, nella Scrittura, come nella storia moderna, si possono leggere ed imparare: dalla cacciata dal Paradiso terrestre e dal castigo della morte al diluvio universale e alla torre di Babele, dalla schiavitù del popolo eletto e dalle piaghe d’Egitto ai 40 anni nel deserto e ai serpenti velenosi, dalla punizione di Mosè interdetto ad entrare nella Terra promessa alla distruzione del regno di Israele, dall’esilio in Babilonia alla distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani, fino alla diaspora. E poi: dalla ribellione luterana alla rivoluzione francese, dal bolscevismo alla prima e seconda guerra mondiale, come predetto dalla Vergine di Fatima. Insomma, un catalogo frettoloso ed essenziale che smentiva l’immagine oleografica e sciropposa di un Dio tutto amore e debolezza sentimentale quale appariva nella prosa del teologo predetto.

Alla cristiana “adulta” rammentammo che, per certi versi, è meglio che la ragione dorma e sogni perché quando diventa “dea”, dèsta, vigile ed illuminata, è capace solo di provocare danni, disastri, crimini come dimostra la storia del “Terrore” giacobino, dei delirî nazisti, delle “purghe” staliniane, delle rivoluzioni culturali maoiste, dei ’68 europei, delle attuali leggi abortiste, eutanasiche, obituarie, libertine.
Non avemmo risposta in quanto non poteva esserci.

Rovistando tra i numerosi nostri libri, ne abbiamo scovato uno di piccole dimensioni il cui titolo dice tutto: “L’ora di Satana”, ed. L’Altra Voce, senza data, (presumibilmente del 1998), a cura del Centro “Grazio Forgione”. In esso, nelle pagine 79/81 vengono, in modo succinto, elencati alcuni eventi tremendi e luttuosi  in cui ben palesemente si intravede la mano di Dio. L’autore, o gli autori, li hanno tratti da una pubblicazione, un aureo libretto titolato “Quando Dio dice basta” e che noi, ai tempi del nostro studio liceale condotto presso i Fratelli Maristi, avemmo modo di leggere.
Edito dalle Pie Edizioni Paoline, diventate nel frattempo San Paolo S. p. A., è stato tolto dal catalogo e risulta del tutto introvabile. Naturalmente il nuovo corso pastorale giovanvigesimoterzo, avendo, nei confronti dell’errore, preferito il balsamo della misericordia alla medicina della condanna, ha ritenuto disdicevole per l’uomo moderno, cresciuto a pane ed irenismo, leggere di Dio che castiga senza se e senza ma. Un caso didamnatio memoriae, come avviene per un opuscoletto di Don Enzo Boninsegna, “La bestemmia, l’urlo dell’Inferno” che, per quanto personalmente ci consta, è stato proibito ai fedeli in quanto, secondo il parere del nostro parroco, al quale ne avevamo proposto la diffusione tra i parrocchiani, si trattava di “roba d’altri tempi non in linea col nuovo volto di Dio, amore e misericordia, che la Chiesa conciliare ha saputo e voluto proporre”.


In questo libretto, “L’ora di Satana”, si legge come alcuni miliziani rossi spagnoli – guerra civile 1936/37 – stessero preparando una maxi frittata “imbottita di Ostie consacrate”, blasfemo cerimoniale sostenuto da urla, sghignazzate e bestemmie. Quando si stava per scodellare il sacrilego pasto, da un aereo, che vagava solitario sulle loro teste, si staccò, non si sa come, una bomba che li centrò in pieno.

Quando Dio dice basta!

Vi si cita del naufragio del “Titanic”, transatlantico inglese che nel viaggio inaugurale ebbe a cozzare contro una montagna di ghiaccio - la notte tra il 14/15 aprile del 1912 – sprofondando. Sui giornali se n’era fatta la pubblicità come di una nave inaffondabile e qualcuno, sulla sua fiancata, aveva scritto che “nemmeno Cristo la può far colare a picco”.

Quando Dio dice basta!


Messina, 1908

Nell’inverno del 1908, il circolo massonico “Giordano Bruno”, di Messina, lanciò, sotto le feste di Natale, una violenta campagna anticlericale. Nei teatri messinesi si rappresentavano oscene parodie della Santa Natività. «Una di queste terminava con il portare in processione, per le vie della città, un porcellino, al canto di una cantilena blasfema: “Caro eletto pargoletto/ facci fare un bel balletto/. Tu che a tutti non sei ignoto/manda un grande terremoto”. Il 27 dicembre, festa di San Giovanni Evangelista, giorno scelto per lanciare con ulteriore energia le campagne antireligiose, un tremendo terremoto rase al suolo Messina».

Quando Dio dice basta!


Roma, 2012

Non s’è ancora spenta l’eco della disastrosa alluvione provocata dall’uragano “Katrina”, che tra il 29 e il  30 agosto 2005 devastò la città di New Orleans - USA  causando oltre 1800 vittime.  Ma pochi sanno che il 2 agosto, poco più di tre settimane prima, la comunità omosessuale aveva sfilato per le strade della città parodiando la nostra Santa Religione – il Sangue di Cristo che diventa una bibita/acqua in grossi bicchieri -  croci e segni capovolti e dileggiati, con tanto di Papa, papessa, suore e col codazzo di centinaia di deliranti individui in piena esaltazione dionisiaca, sacrilega ed oscena.
Il 30 di agosto, l’acqua di quei bicchieroni si trasformò nei milioni di metri cubi con cui il Mississippi spianò case, negozi, strade seco portandosi cadaveri di uomini e di animali.

Quando Dio dice basta.


Concerto delle Eagles of Death metal - Sala Bataclan, Parigi 2015

Che cosa poi possiamo dire della strage compiuta venerdì 13 novembre, in un teatro parigino, il “Bataclan” ove, terroristi islamici hanno seminato la morte con i loro kalashnikov? Le cronache giornalistiche e televisive, le testimonianze dirette hanno, nella maggioranza, sorvolato su un particolare assai indiziario ed inquietante ma che, alla mente di un cattolico assume, invece, un significato inequivocabile.
Suonava, quella sera, e si esibiva, un complesso così detto “heavy metal”, duro rock metallaro, le “Eagles of Death metal”, che tradotto in termini italici, dovrebbe dire “Aquile della morte metallica”. Avevano, questi sedicenti musicisti, principiato con un motivo satanico: “Kiss the devil. I meet the devil, this is his song” – bacia il diavolo. Io incontro il diavolo e questa è la sua canzone.
E il diavolo non si è fatto attendere, materializzandosi nelle figure di tre terroristi islamici.

Cari lettori, tutto ciò è coincidenza o c’è qualcos’altro che porta al dito di Dio?

Papa Bergoglio ha detto che non si può uccidere nel nome di Dio.
E' vero, soltanto che, nella fattispecie, uccidere in nome di Allah significa uccidere in nome di un idolo perché, a onta di quanto asseriscono il Vaticano II e i Pontefici conciliari, Allah non è la nostra Santissima Trinità.

di L. P. 

2 commenti:

  1. Ora manca solo più il dito di Dio sull'impostore Bergoglio. Se davvero Iddio vorrà farci giustizia punendo il babelico argentino... KRUG ROSATO A FIUMI!!!

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  2. Anche prescindendo dalla giustizia divina come pretendono di fare a torto molti novatori , resta la possibilità di un messaggio chiaro in determinati eventi.Una statua della Madonna che resta miracolosamente intatta nella distruzione, un manufatto di chiara origine cristiana, un affresco nascosto per secoli che viene alla luce ecc. E' stato così per Sumatra , L'Aquila , Giappone . Tutte cose che il culto della dea ragione ha rimosso dalle cronache.

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