La notte di Halloween, fra il 31 ottobre e il 1 novembre, è stata infausta per i due più famosi titolari della commissione messa in piedi da papa Francesco per riorganizzare le amministrazioni vaticane, con libero accesso a tutte le carte e le contabilità riservate.
Interrogati e arrestati entrambi. Lui, il monsignore spagnolo dell'Opus Dei Lucio Angel Vallejo Balda, ex numero uno della commissione. E lei, la dottoressa Francesca Immacolata Chaouqui.
Poi però la magistratura pontificia ha rimesso in libertà lei, "a motivo della sua collaborazione alle indagini".
I dettagli tecnici dell'operazione sono nel comunicato diffuso dalla sala stampa vaticana nel primo pomeriggio di lunedì 2 novembre, che termina collegando la coppia a un paio di libri in uscita nei prossimi giorni, con le carte da loro sottratte con "grave tradimento della fiducia accordata dal papa".
Peccato che della loro inaffidabilità si sapeva "ad abundantiam" fin da quando Jorge Mario Bergoglio aveva affidato ai due i galloni del repulisti amministrativo.
Nel loro piccolo, sia questo blog, sia www.chiesa avevano lanciato l'allarme da subito, e poi ripetutamente.
Aveva cominciato Settimo Cielo con questo post del 22 luglio 2013, quattro giorni dopo la nomina della Chaouqui e del suo mentore:
> Bella presenza, intraprendente, chiacchierona
> Bella presenza, intraprendente, chiacchierona
Un mese dopo c'era tornato sopra il sito www.chiesa con un ampio servizio ricchissimo di dettagli sull'uno e sull'altra, oltre che sul monsignore dai trascorsi scandalosi incomprensibilmente promosso anche lui da papa Bergoglio a prelato dello IOR:
Il mese successivo Settimo Cielo aveva aggiornato i lettori su ulteriori performance della Chaouqui, compresa l'onorificenza attribuitale dall'associazione americana "Go-Topless" per le sue messe in posa fotografiche: "Go-Topless congratulates Francesca Chaouqui, the only female aide appointed by the Vatican for freely showing her nude torso":
> Francesca Immacolata Chaouqui si confessa due volte
> Francesca Immacolata Chaouqui si confessa due volte
Ma non è tutto. Settimo Cielo ha recensito anche uno spettacolo teatrale della disinvolta PR, al Teatro Parioli di Roma, con lei a recitare la parte della segretaria di Sir Winston Churchill e un euforico monsignor Vallejo Balda dietro le quinte e nel foyer:
Tutto inutile. Il circuito mediatico-ecclesiastico che da Casa Santa Marta in là incensa quotidianamente il papa non poteva ammettere dubbi sull'infallibilità di queste "sue" nomine.
Finché è arrivata la notte di Halloween. Col comunicato vaticano che già mette le mani avanti contro la linea di difesa sia dei due arrestati, sia dei libri che ne raccolgono la refurtiva:
"Pubblicazioni di questo genere non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del papa".
Settimo Cielo
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/11/02/halloween-a-casa-santa-marta-agli-arresti-vallejo-balda-e-chaouqui/
Vaticano, arrestati Monsignor Lucio Balda e Francesca Immacolata Chaouqui. Sarebbero i "corvi" di due nuovi libri in uscita
Due libri in uscita con notizie bomba sulle finanze del Vaticano. Due arresti eccellenti all'interno delle mura leonine, un monsignore e una commissaria, entrambi nominati direttamente da Papa Francesco, con la grave accusa di aver "passato" ai giornalisti in questione documenti riservati. È stata una giornata di tregenda dalle parti di San Pietro. Con la consapevolezza che il peggio debba ancora venire, visto che a partire da domani verranno rivelati i contenuti dei due libri d'inchiesta, "Via Crucis" di Gianluigi Nuzzi e "Avarizia" di Emiliano Fittipaldi.
Non saranno notizie di poco conto, stando a ciò che anticipa uno dei due autori e cioè Fittipaldi. Il giornalista dell'Espresso spiega: “Io descrivo - attraverso documenti inediti e inchieste personali - la ricchezza del Vaticano, scandali inediti, l’utilizzo per fini non proprio edificanti del denaro e delle offerte da parte dei cardinali. Scrivo che lo Ior non è stato ripulito come racconta la propaganda vaticana. Insomma, una Chiesa che resiste all’opera riformatrice di Francesco”.
Gli arresti. Due clamorosi fermi in Vaticano per la fuga di documenti riservati: monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, vicino all'Opus Dei, e della dottoressa Francesca Imacolata Chaouqui, che in passato erano stati rispettivamente segretario e membro della COSEA (Commissione referente di Studio e indirizzo sull'organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede, istituita dal Papa nel luglio 2013 e successivamente sciolta dopo il compimento del suo mandato).
Gli arresti sarebbero collegati ai documenti riservati inseriti nei libri in uscita dei giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi "Via Crucis" e "Avarizia" che - secondo quanto scrive la Santa Sede - "sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa". Un'operazione "in cui risvolti giuridici ed eventualmente penali" sono oggetto di riflessione in Vaticano "in vista di eventuali ulteriori provvedimenti.
La donna è stata rimessa subito in libertà per la collaborazione prestata alle indagini. Il prelato rimane invece in stato di arresto. I due sabato e domenica scorsi sono stati convocati per essere interrogati sulla base degli elementi raccolti e delle evidenze raggiunti e poi dichiarati in arresto, nel quadro delle indagini svolte dalla Gendarmeria vaticana sulla sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati.
La stessa cella del "corvo" Padre Gabriele. Valejo Balda è stato rinchiuso in cella in Vaticano, nella stessa del Palazzo della Gendarmeria dove tre anni e mezzo fa era stato recluso Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo papale accusato di aver trafugato e diffuso le carte segrete di Benedetto XVI nel precedente scandalo Vatileaks.
FOCUS2 /Chi è Francesca Immacolata Chaouqui.
FOCUS 2/ Chi è Lucio Vallejo Balda
La nota del Vaticano. Il comunicato della Sala Stampa della Santa Sede precisa che gli arresti erano avvenuti, uno sabato e l'altro domenica, "in seguito alle risultanze degli interrogatori" e "in vista del proseguimento delle indagini". La convalida è stata decisa "nella giornata odierna l'Ufficio del Promotore di Giustizia, nelle persone del professor avvocato Gian Piero Milano, promotore di Giustizia, e del professor avvocato Roberto Zannotti, promotore di Giustizia aggiunto", che hanno però subito scarcerato la donna. "La posizione di monsignor Vallejo Balda rimane invece "al vaglio dell'Ufficio del Promotore di Giustizia".
Possibili nuovi provvedimenti. "Quanto ai libri annunciati per i prossimi giorni - spiega la sala stampa della Santa Sede - va detto chiaramente che anche questa volta, come già in passato, sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito di consegna di documentazione riservata, operazione i cui risvolti giuridici ed eventualmente penali sono oggetto di riflessione da parte dell'Ufficio del Promotore in vista di eventuali ulteriori provvedimenti, ricorrendo, se del caso, alla cooperazione internazionale".
"Pubblicazioni di questo genere non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l'equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa", conclude la nota.
http://www.huffingtonpost.it/2015/11/02/vaticano-arrestati-balda_n_8450446.html?utm_hp_ref=italy
Vatileaks 2, Chiarelettere e Feltrinelli si difendono dalle accuse del Vaticano: "Sono libri seri, non temiamo il blocco"
Tradimento e possibile censura. Due categorie pesantissime segnano Via Crucis eAvarizia, i libri in uscita dei giornalisti Gianluigi Nuzzi e di Emiliano Fittipaldi scritti - secondo la Santa Sede - grazie "alla consegna di documentazione riservata", che ha portato all'arresto della commissaria Chaouqui e di monsignor Balda. Alle accuse e alla minaccia, Chiarelettere e Feltrinelli oppongono "la serietà" del loro lavoro, e "tranquillità" che le opere non saranno bloccate.
La Santa Sede non usa mezze misure. I due libri "sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa". Un'operazione "in cui risvolti giuridici ed eventualmente penali" sono oggetto di riflessione in Vaticano "in vista di eventuali ulteriori provvedimenti", anche tramite cooperazione internazionale. Il che, tradotto alla lettera, porterebbe a provvedimenti contro la pubblicazione dei libri stessi.
"Difendiamo il cosiddetto Vatileaks 2", dichiara ad Huffpost Lorenzo Fazio, direttore editoriale di Chiarelettere. "Via Crucis non è il primo libro che Gianluigi Nuzzi fa sul Vaticano. Ne ha già fatti due (Sua Santità e Vaticano Spa, ndr). Con questo non facciamo altro che continuare il lavoro, la pubblicazione dei documenti per rendere trasparente il potere in Vaticano. Un servizio per tutti i cattolici che credono che il nostro sia un lavoro utile per Francesco, che si sta battendo per far cadere le incrostazioni di potere. Il libro di Nuzzi è fatto in questo spirito."
Insomma per Chiarelettere, non ci sarebbe dissonanza con lo spirito del papato di Francesco. "Sono liberi di pensarla diversamente, ma noi facciamo solo il nostro lavoro. Davanti a documenti veri e verificati, pubblichiamo. Non ci poniamo possibili conseguenze, non facciamo politica". Anzi, sottolinea Fazio "a differenza di altri scandali di questo paese, in questo caso c'è il ruolo di questo papa che si sta battendo per un reale cambiamento della struttura della Curia, uno spirito che prima non c'era mai stato".
Entrambe le case editrici assicurano massima tranquillità anche rispetto a possibili azioni legali contro la pubblicazione. "Non temiamo problemi. - fanno sapere dalla Feltrinelli - Come editore siamo tranquilli della professionalità del nostro autore".Avarizia, un saggio sul patrimonio economico della chiesa di Francesco, sull'otto per mille, sui soldi delle offerte, sullo Ior e tutto quello che collega l'universo ecclesiastico al denaro, "è un'inchiesta giudiziaria non un libro scandalistico, fondata sul massimo scrupolo, sul rispetto della deontologia professionale e su documenti reali. Inchiesta che riteniamo aiuterà il processo di pulizia in corso grazie a Francesco all'interno della Chiesa".
"I tempi per bloccare la diffusione non ci sono", rassicura il direttore editoriale di Chiarelettere. Il 5 novembre i libri arriveranno nelle librerie. Bloccarli mi sembrerebbe molto difficile, i provvedimenti giudiziari non sono mai così veloci".
Piazza San Pietro, Città del Vaticano, maggio 2015. (Reuters/Contrasto) |
Il promotore di giustizia della Città del Vaticano (analogo a un procuratore), Gian Piero Milano, ha convalidato l’arresto di due persone nell’ambito di un’indagine sulla “sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati”. Le informazioni che sono filtrate fanno da base a due volumi sul Vaticano scritti da due giornalisti: Via Crucis di Gianluigi Nuzzi e Avarizia di Emiliano Fittipaldi.
Le persone arrestate con l’accusa di aver passato informazioni riservate ai due autori sono il monsignore spagnolo Lucio Ángel Vallejo Balda e l’italiana Francesca Chaouqui, che erano stati rispettivamente segretario e componente della commissione sull’organizzazione delle strutture economico amministrative della Santa Sede (Cosea), istituita da papa Francesco nel luglio del 2013 per mettere ordine tra i vari organi che gestiscono i beni e il patrimonio della chiesa e sciolta dopo il compimento del suo mandato. Vallejo Balda e Chaouqui sono stati convocati e interrogati durante il fine settimana.
Come ricorda una nota della sala stampa del Vaticano, la divulgazione di notizie e documenti riservati è un reato previsto da una legge vaticana del luglio 2013. Milano e il suo vice, l’avvocato Roberto Zannotti, hanno quindi convalidato gli arresti, anche se Chaouqui è stata rimessa in libertà perché nei suoi confronti “non sono state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaborazione alle indagini”.
Non è la prima volta che dal Vaticano filtrano notizie e si prendono misure giuridiche in merito. Nel 2012 fu arrestato Paolo Gabriele, aiutante di camera del papa, accusato e condannato (e poi perdonato) per aver prelevato documenti segreti nelle stanze di Benedetto XVI, che aveva passato a Gianluigi Nuzzi per la stesura del libro Sua Santità, del 2012.
In merito alla nuova inchiesta di Nuzzi e a quella di Fittipardi, entrambe focalizzate sulle finanze della chiesa sotto il pontificato di Francesco, la sala stampa del vaticano ha scritto: “Quanto ai libri annunciati per i prossimi giorni va detto chiaramente che anche questa volta, come già in passato, sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal papa”.
Il comunicato precisa che la Santa Sede potrebbe prendere provvedimenti anche contro gli autori dei libri e non solo contro le loro fonti: “i risvolti giuridici ed eventualmente penali sono oggetto di riflessione da parte dell’ufficio del promotore in vista di eventuali ulteriori provvedimenti, ricorrendo, se del caso, alla cooperazione internazionale”.
Francesca Immacolata Chaoqui, chi è il “corvo donna” di cui si era fidato (sbagliando) il Papa
La Chaoqui, arrestata stamattina e poi rilasciata, faceva parte della commissione nominata da Bergoglio per mettere ordine nelle finanze vaticane. La scelta della ragazza, poco più che trentenne, aveva fatto gridare molti allo scandalo.
Non ha stupito praticamente nessuno negli ambienti vaticani la notizia che Francesca Immacolata Chaoqui fosse il “corvo donna” che passava informazioni riservate a giornalisti, a cominciare da Gianluigi Nuzzi, il cui libro “Sua santità” era stato al centro dello scandalo del primo “Vatileaks”. I rapporti della ragazza con lo stesso Nuzzi, con Dagospia, con giornalisti di Repubblica erano cosa nota da anni, da prima ancora che papa Francesco le riservasse un importante incarico in Vaticano. Proprio grazie a questo incarico, però, la Chaoqui aveva potuto accedere ad una quantità sempre maggiore di notizie da far girare fuori dalle mura del piccolo Stato al centro di Roma.
Eppure in molti avevano gridato allo scandalo quando Francesco, il 18 luglio 2013, aveva scelto Francesca Immacolata, laureata in giurisprudenza alla Sapienza, esperta di pubbliche relazioni, poco più che trentenne, per far parte del ristretto organismo di nuova nomina con il compito di controllare minuziosamente le finanze vaticane. Ai più, la scelta era sembrata incomprensibile.
Nata in un paesino della provincia di Cosenza nel 1981, sposata con un ingegnere informatico con rapporti con lo Ior, la banca vaticana, già dal 2010 aveva iniziato a costruire una rete di contatti con alti prelati che gravitavano attorno alla Santa Sede. La Chaoqui, in effetti, era ben nota negli ambienti vaticani da prima della sua nomina soprattutto a causa di alcuni tweet al veleno contro il segretario di Stato Tarcisio Bertone e per aver diffuso la falsa notizia che Benedetto XVI fosse malato di leucemia. Informazioni che, però, erano state taciute a Francesco, il quale, per evitare la figuraccia che sarebbe seguita ad una clamorosa marcia indietro, aveva deciso di tenere la Chaoqui al suo posto. E chi era il grande sponsor della Chaoqui? Già due anni fa il vaticanista di punta del gruppo l’Espresso, Magister, lo aveva indicato in Lucio Ángel Vallejo Balda, segretario della prefettura degli affari economici della Santa Sede e segretario e factotum della stessa commissione di cui Francesca Chaouqui era stata nominata componente.
Bergoglio si fidava di Vallejo Balda al punto di fare scegliere a lui i componenti da inserire nella commissione e tra questi era spuntata, unica donna, proprio la Chaoqui. Francesca era stata premiata, nonostante le sue scarse competenze nella specifica materia, con un incarico “con facoltà di accesso a tutte le carte più riservate”. Stamattina entrambi sono finiti agli arresti.
Vaticano: ecco chi sono monsignor Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, i due corvi arrestati
I due, accusati di fuga di documenti riservati, sono rispettivamente segretario e membro della Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede istituita da Bergoglio nel luglio 2013 e successivamente sciolta dopo il compimento del suo mandato
Due corvi per il pontificato di Francesco. Tre anni dopo l’arresto dell’ex maggiordomo infedele di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, tocca a monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e a Francesca Chaouqui finire alla sbarra in Vaticano con l’accusa di aver sottratto e divulgato documenti riservati del Papa. Entrambi sono stati rispettivamente segretario e membro della Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede istituita da Bergoglionel luglio 2013 e successivamente sciolta dopo il compimento del suo mandato.
Vallejo Balda, vicino all’Opus Dei, è nato il 12 giugno 1961 ed è stato ordinato sacerdote il 1° agosto 1987. Dopo gli studi infilosofia, teologia e giurisprudenza, è stato per diversi anni parroco in Spagna prima di arrivare a Roma per iniziare a lavorare in Vaticano dove ricopre il ruolo di segretario della Prefettura degliaffari economici della Santa Sede. Subito dopo l’elezione al pontificato, Bergoglio lo ha nominato segretario dellaCommissione referente sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede creata ad hoc dal Papa per “proseguire nell’opera di introduzione di riforme nelle sue istituzioni della Santa Sede, finalizzata a una semplificazione e razionalizzazione degli organismi esistenti e a una più attenta programmazione delle attività economiche di tutte leamministrazioni vaticane”.
Vallejo Balda era l’unico ecclesiastico a far parte di questo organismo che è stato poi sciolto quando Francesco ha istituito laSegreteria per l’economia, un vero e proprio ministero delle finanze vaticano,nominando come prefetto il cardinale australianoGeorge Pell, che fa anche parte dei 9 porporati che aiutano Bergoglio nel governo della Chiesa universale e nelle riforme curiali. Il presule spagnolo era convinto che sarebbe stato scelto dal Papa come segretario di questo nuovo dicastero della Curia romana, tanto da annunciarlo ai media senza aspettare la nomina di Bergoglio. Nomina che, invece, non è mai arrivata, secondo Vallejo Balda, per “incompatibilità di funzioni”. Al suo posto Francesco ha preferito monsignor Alfred Xuereb, maltese, già segretario particolare di Benedetto XVI, insieme a Georg Gänswein, e poi proprio di Bergoglio durante i primi mesi del suo pontificato.
Francesca Chaouqui, trentenne calabrese, sposata, era l’unica italiana a far parte della Commissione referente sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede. Un passato che l’aveva vista impegnata nelle pubbliche relazioni prima di Pavia e Ansaldo, poi nella sede romana dello studio internazionale Orrick, per approdare, infine, a Ernst & Young. È monsignor Vallejo Balda, come ha raccontato lei stessa, a telefonarle, dopo l’elezione di Bergoglio, per chiederle ilcurriculum: “Potresti essere candidata al comitato referente sui dicasteri economici della Santa Sede“.
Già al momento della nomina papale la scelta della Chaouqui solleva un grande polverone inVaticano. A esprimere forti perplessità sull’opportunità di questa scelta di Bergoglio sono prima il vaticanista de L’Espresso, Sandro Magister, e poi il vaticanista di Mediaset, Fabio Marchese Ragona, che su Il Giornale pubblica numerosi tweet apparsi sul profilo della Chaouqui nei quali affermava che Tarcisio Bertone è corrotto, Giulio Tremonti un omosessuale a cui per questo motivo è stato chiuso il conto allo Ior e Benedetto XVI un malato di leucemia. La stessa neo commissaria di Francesco alla vigilia della pubblicazione della sua nomina papale aveva diffuso idocumenti riservati ricevuti per email da monsignor Vallejo Balda. In Vaticano c’è chi inizia a parlare di una nomina sbagliata da parte del Papa, ma la Chaouqui si difende smentendo tutto e sostenendo che i tweet più compromettenti sono falsi e frutto difotomontaggi creati ad arte da persone che la vogliono discreditare agli occhi del Papa. Tutto questo fino all’arresto dellaGendarmeria vaticana.
Twitter: @FrancescoGrana
LA DONNA AL CENTRO DELLE POLEMICHE: «BERGOGLIO È SERENO, IO ANCHE»
Tweet e veleni vaticani, vertice
tra Bertone e il Papa
I messaggi partiti dall’account di Francesca Chaouqui che fa parte della commissione nominata da Francesco
Francesca Immacolata Chaouqui, 30 anni, originaria della provincia di Cosenza (Ansa) |
ROMA - In Vaticano si svolgerà quello che viene definito «un serio confronto» sul cosiddetto caso Chaouqui. Si tratta della nomina, avvenuta il 19 luglio scorso, della trentenne Francesca Immacolata Chaouqui, che si occupa professionalmente di pubbliche relazioni, tra i commissari del nuovo organismo voluto da papa Francesco per fare chiarezza su tutti gli enti finanziari della Santa Sede, che non siano lo Ior (per il quale è stata istituita una commissione referente ad hoc).
Il caso è esploso durante il viaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio perché solo allora Bergoglio è stato portato a conoscenza del fatto che la pr su Internet prima della nomina, e per anni, aveva postato dei tweet che stanno creando un serio imbarazzo all’interno delle Sacre Mura. Tweet, ossia brevi frasi, che non solo esaltano la stagione di Vatileaks, ma contengono accuse dirette al cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone.
Il caso è esploso durante il viaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio perché solo allora Bergoglio è stato portato a conoscenza del fatto che la pr su Internet prima della nomina, e per anni, aveva postato dei tweet che stanno creando un serio imbarazzo all’interno delle Sacre Mura. Tweet, ossia brevi frasi, che non solo esaltano la stagione di Vatileaks, ma contengono accuse dirette al cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone.
Tanto che l’autorevole vaticanista americano John Allen ha scritto mentre era in viaggio in Brasile per la Gmg, che a Roma la «pentola continua a bollire». E per dimostrarlo aveva pubblicato alcuni dei tweet della Chaouqui.
Dunque oggi il Papa vedrà Bertone, che rientra a Roma dopo pochissimi giorni di ferie in Valle d’Aosta: discuteranno, tra le altre cose, di come uscire da questa situazione, anche perché si profila un’azione legale contro la Chauoqui. Lei ha chiuso il suo profilo Twitter l’altro ieri, sabato 10 agosto, ma com’è noto la magistratura ha accesso ai server del colosso di comunicazioni. Chaouqui dichiara al Corriere : «Sono tranquilla, perché il Santo Padre è tranquillo». E precisa: «Questa dichiarazione l’ho concordata con il portavoce vaticano, padre Lombardi». Sostiene che non era la sola a gestire il suo account e che non si riconosce in uno dei tweet incriminati: per l’esattezza quello che affermava che l’ex ministro Giulio Tremonti è gay. Nulla precisa su quello che sosteneva che Bertone «è corrotto».
Sul tavolo di Bergoglio, come per il caso della nomina del prelato dello Ior, monsignor Mario Ricca, è arrivato l’esito di un’indagine interna sul procedimento di nomina della Chaouqui, su chi insomma era stato lo sponsor della giovane donna. Trentenne, laureata in Giurisprudenza, ma senza aver superato l’esame di avvocato, e senza nessuna formazione specifica in campo economico finanziario, lobbista anche per un finanziere recentemente arrestato come Alessandro Proto.
Sposata con Corrado Lanino, un ingegnere informatico che in passato avrebbe lavorato per il Vaticano (ma lei smentisce) mentre è confermato che suo marito lavora per la Fondazione Santa Lucia vista con benevolenza dal cardinale Angelo Comastri.
Il Fatto quotidiano , in riferimento al caso, ha identificato nella donna il «Corvo» anonimo intervistato il 13 marzo scorso, ultimo giorno del Conclave, in cui tra l’altro si preannunciava un nuovo libro esplosivo di Gianluigi Nuzzi, autore di «Sua Santità». Sull’aereo di ritorno da Rio, papa Francesco ha parlato di Vatileaks come di un «problema serio».
(dal Corriere della Sera del 13 dicembre 2013)
(dal Corriere della Sera del 13 dicembre 2013)
Francesca Chaouqui: la mia verità
L'arrivo a Roma. L'incontro con Andreotti. L'ingresso in Vaticano. I rapporti con l'Opus Dei. Fino allo 'scandalo' dei tweet e delle foto rubate da Facebook. La versione dell'unica donna chiamata a riformare la finanza della Santa Sede
L'ingresso in Vaticano
Un giorno arriva la telefonata di monsignor Lucio Vallejo Balda, segretario della Prefettura per gli Affari economici, spagnolo e Opus Dei. Lo conoscevo, è il miglior economo che la chiesa abbia mai avuto in tutto il mondo: « Potresti essere candidata al comitato referente sui dicasteri economici della Santa Sede. Mandami il tuo curriculum». Succede così. E vengo nominata. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, apprende della commissione e dei suoi componenti solo all'ufficializzazione del chirografo, l'atto con cui papa Francesco ci nomina.
Vorrei chiarire che non sono sono numeraria ma spiritualmente molto vicina all'Opus Dei. Frequento la chiesa dell'Eur e l'università di Santa Croce. In Vaticano ho coltivato vari rapporti da molto tempo. Partecipando a incontri e conferenze al fianco della contessa Pinto mi è capitato di vedere il cardinale Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, uno dei magnifici otto che devono riformare la Curia. E anche il cardinale Farina, archivista emerito dell'archivio segreto, e il cardinale Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso e protodiacono del Collegio cardinalizio, uno dei più cari amici della contessa. Sì, l'Opus è potente oggi in Vaticano: sia l'argentino Carlos Maria Nannei della prelatura dell'opera e procuratore della Santa Sede sia il capo supremo Javier Echevarria sono molto amici del Santo Padre.
La verità sui tweet
Sono stata vittima di sciacallaggio. Degli sconosciuti sono entrati nel mio account Gmail e attraverso l'ingresso illecito di una società del Regno Unito che non ho mai usato come accesso, si sono appropriati di vari documenti.
Sono arrivati alla mail contenente l'atto della nomina vaticana e l'hanno mandata allo studio Orrick e a Ernst&Young.
E' stato un incubo, io volevo reagire immediatamente ma dalle sacre stanze mi hanno fermato. Ho chiuso subito la mia pagina Facebook dalla quale sono state sottratte e poi diffuse foto affettuose in cui ero abbracciata a mio marito Corrado Lanino, conosciuto chattando a 17 anni, primo incontro io vestita da Unitalsi di ritorno da Lourdes, è consulente informatico, esperto in sicurezza che ora sta lavorando su questo alla Fondazione Santa Lucia di Roma.
Ho capito la trappola e riconosciuto il modo. Ho chiamato il cardinale Vallejo Balda: «Sono io la vittima».
Ammetto che il tweet sulla leucemia di papa Ratzinger è vero, nel senso che è mio, ho riportato quello che si diceva in Vaticano. Ma non ho mai scritto un tweet sulla corruzione del cardinale Bertone, ho solo linkato una notizia apparsa su Dagospia, sito dove lavora un mio caro amico. Né ho mai twittato qualcosa che riguardasse Tremonti e lo Ior. La tecnica usata è lo screen shot, fotografare con il photo shop e poi cambiare la notizia. Comunque ho dato mandato all'avvocato Giulia Bongiorno di difendermi.
Perché sono stata scelta io? Chi mi ha garantito? Non lo so, sarà un incrocio di persone, anche il frutto dei risultati del mio lavoro. Certo, molta gente non avrà digerito, cordate, nemici...
In Vaticano ci sono 270 tra enti, fondazioni, dicasteri economici: una struttura monstre che va cambiata e resa trasparente ed efficiente. Il mio compito è anche quello di trovare un modo per accreditare presso la business comunity che l'aria è cambiata, e che la potenza economica del Vaticano è costruttiva, positiva, limpida non occulta, misteriosa e incontrollabile. Stiamo già lavorando. Sì, come tutti gli altri membri della commissione ho accesso ai documenti più riservati....
17 settembre 2013
UPDATE: Francesca Immacolata Chaoqui, membro della commissione di studio e indirizzo sull'organizzazione delle strutture economico-amministrative del Vaticano, è stata arrestata per la fuga di notizie e documenti riservati dalla Santa Sede. Il pm ha convalidato l'arresto ma la Chaouqui è stata rimessa in libertà perché "non sono più state ravvisate esigenze cautelari". Ma chi è questa donna? E quali sono i suoi legami con il Vaticano? Qui un nostro articolo del 2013, quando l'allora 31enne giovane romana aveva già fatto parlare di sè e in cui molto viene spiegato.
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di Fabio Marchese Ragona
Una «bomba» in Vaticano. Anzi, una «bomba sexy» d’Oltretevere dice qualcuno, commentando i suoi nudi artistici pubblicati sul web. In realtà in queste ore non si fa altro che parlare invece di «bomba a orologeria», perché Francesca Immacolata Chaouqui non è una persona qualsiasi, ma uno dei sette membri laici dell’irreprensibile commissione papale, istituita il 18 luglio scorso da Jorge Mario Bergoglio, che dovrà riferire al Papa sui dicasteri economici della Santa Sede.
La 31enne di San Sosti (Cosenza) da alcuni giorni è nel ciclone per alcuni suoi tweet al veleno su Benedetto XVI ("È affetto da leucemia"), sul cardinale Tarcisio Bertone ("Corrotto") e sull’ex ministro Giulio Tremonti ("Gli hanno chiuso il conto allo Ior perché è gay"), che per questo l’ha querelata: i cinguettii che la donna, solo ufficialmente, non riconosce come suoi sono stati pubblicati su Twitter tra il 2012 e il 2013, per poi essere subito rimossi dall’autrice dopo l’esplosione dello scandalo su giornali e tv.
L’ultimo scandalo riguarda alcuni scatti considerati "poco consoni al suo incarico", anche questi misteriosamente scomparsi da Youtube soltanto dopo la pubblicazione su alcuni tabloid stranieri. In realtàla vita di Francesca è tutta un grande mistero: di lei si conoscono solo le foto ufficiali in posa circolate su internet subito dopo la sua nomina vaticana.
Ma chi vede Chaouqui tutti i giorni in ufficio sa bene che le cose sono ben diverse: è una ragazza minuta, che veste sempre in jeans e scarpe sportive, quasi mai truccata, non porta gioielli, solo nelle grandi occasioni sfoggia tailleur neri e scarpe coi tacchi. Nonostante una laurea in giurisprudenza, la passione di Francesca Chaouqui è per le pubbliche relazioni: così è entrata in contatto con personaggi più o meno noti dell’alta finanza, del giornalismo, della nobiltà romana, fino ad arrivare al Vaticano.
Amante dei gialli e dei grandi misteri irrisolti, la donna avrebbe detto agli amici più stretti di avere grandi contatti nei servizi segreti e nella massoneria. Forse anche per questo di lei si è scritto che abbia avuto un rapporto di amicizia con Giulio Andreotti, che faccia parte dell’Opus Dei, che fosse lei uno dei corvi che facevano uscire documenti dal Vaticano. Ma la vita di Francesca è tutt’altra cosa: il suo motto è sempre stato "il pettegolezzo unisce", e pare che alla fine le abbia portato fortuna.
La sua ascesa verso il Palazzo apostolico comincia nel 2012, anno nero del Vatileaks, che per la "commissaria papale" può essere considerato l’anno della svolta. Nel bel mezzo dello scandalo sulla fuga di documenti riservati dal Vaticano Chaouqui (che nel suo curriculum scrive di aver collaborato con la prefettura della Casa pontificia) diventa un’importante fonte di notizie di vari giornalisti.
C’è chi assicura di un’amicizia con un redattore di Dagospia, al quale la donna racconta quotidianamente gossip e veleni vaticani, e quella, da lei stessa confermata, con i vaticanisti della Repubblica, al quale la trentunenne avrebbe fornito notizie sulla Santa Sede, poi smentite pubblicamente dal portavoce vaticano padre Federico Lombardi.
Francesca s’immedesima nelle storie d’Oltretevere e ai vari giornalisti avrebbe raccontato dell’esistenza di un "corvo donna", di un hacker scomparso dal Vaticano o di una commissione di "agenti segreti" istituita da Benedetto XVI con a capo "una coordinatrice, la vera stratega di Ratzinger", incaricata di scovare i corvi.
Francesca s’immedesima nelle storie d’Oltretevere e ai vari giornalisti avrebbe raccontato dell’esistenza di un "corvo donna", di un hacker scomparso dal Vaticano o di una commissione di "agenti segreti" istituita da Benedetto XVI con a capo "una coordinatrice, la vera stratega di Ratzinger", incaricata di scovare i corvi.
Ma le sue storie, veleni a parte, non fanno paura. Ciò che ha creato più imbarazzo in Vaticano è la conoscenza di Francesca con il giornalista Gianluigi Nuzzi, autore del libro Sua Santità, contenente i documenti rubati da Paolo Gabriele al Papa. La giovane conosce Nuzzi dopo l’uscita del volume e inizia a pubblicare su Twitter elogi nei confronti del cronista, dicendosi "fiera" per il suo libro.
Elogi pubblici che Chaouqui dedica anche all’ex presidente dello Ior,Ettore Gotti Tedeschi; frasi rivolte all’economista (che ha buoni rapporti con l’Opus Dei) che hanno attirato l’interesse di non poche persone. Da tempo, infatti, la donna (che sta seguendo un percorso formativo nella sua parrocchia intitolata a san Josemaría Escrivá, il fondatore dell’Opus Dei) twittava citazioni del santo spagnolo, invitando amici e conoscenti alla lettura del Cammino (opera del sacerdote).
A Roma invece frequenta gli ambienti legati all’Opera, partecipando a convegni e seminari organizzati dalla Fondazione Rui, che riunisce i collegi universitari gestiti dalla prelatura spagnola. La trentunenne calabrese non è un membro dell’Opus Dei(«Non ci sarebbe niente di male» dicono i vertici), ma è vicina al pensiero del suo fondatore, tanto da avere chiesto l’anno scorso, a un caro amico, di poter conoscere un esponente di spicco della prelatura per ricevere informazioni sui corsi di formazione.
Vicino all’Opus Dei è anche il suo sponsor e confessore che l’ha aiutata a far parte della commissione papale presentandola in Vaticano. Si tratta di un monsignore spagnolo con un incarico Oltretevere e membro della Sociedad sacerdotal de la Santa Cruz, fratellanza che riunisce i sacerdoti diocesani legati alla prelatura fondata da Escrivá. «Conosco Francesca meglio dei miei collaboratori» svela il prelato (a patto che non si pubblichi il suo nome) «quelli nei suoi confronti sono attacchi pilotati da dentro il Vaticano. Non capiscono che dobbiamo ringraziare lei se Nuzzi non ha pubblicato tutto il materiale che aveva a disposizione». «Tutto falso» replica il giornalista, annunciando per il 2014 l’uscita di un nuovo volume «degno successore di Sua Santità».
Amicizie e conoscenze Francesca Chaouqui inizia a coltivarle dal maggio 2010, quando comincia a lavorare nell’ufficio relazioni esterne della sede romana dello studio legale Orrick. Dal suo ufficio Chaouqui, organizza eventi e contatta personaggi importanti cercando di coinvolgerli in varie operazioni: conosce per esempio il blogger Mario Adinolfi, che viene interpellato dalla giovane «commissaria» nel 2012 per alcune riunioni riguardanti il quotidiano Pubblico. La donna entra in contatto anche con l’entourage di Enrico Letta, tramite il centro studi «veDrò»: con lo studio legale e con il gruppo dell’attuale premier, la pr organizza eventi, uno degli ultimi il 24 luglio 2012, al quale la trentunenne tenta invano di invitare il finanziere Alessandro Proto. Nonostante ciò, la donna, nel settembre 2012, riesce a ottenere un incontro con l’uomo d’affari, arrestato poi il 14 febbraio 2013 per manipolazione del mercato e oggi agli arresti domiciliari. Chaouqui propone a Proto l’acquisizione del quotidiano di Luca Telese e altre operazioni finanziarie. «In quel periodo» racconta Proto «Francesca, forse per allettarmi, diceva di pilotare articoli a mio favore su vari siti italiani di gossip, ma dopo il mio arresto iniziarono a uscire, sempre su quei siti, articoli contro di me». «Francesca» continua l’immobiliarista «mi parlava spesso di Vaticano e dei suoi contatti all’interno delle sacre stanze (citandomi monsignori o cardinali), però io non davo mai importanza alla cosa».
Un pallino, quello del Vaticano, che Francesca ha potuto coltivare nel tempo grazie a un’altra amicizia molto influente. Tra il 2008 e il 2009 Chaouqui conosce Marisa Pinto Olori del Poggio, ambasciatrice a disposizione di San Marino, membro dell’esclusivo club Diplomatia (fondato dal finanziere Stefano Balsamo della Jp Morgan) e presidente dell’associazione Messaggeri della pace, una onlus fondata in Spagna da padre Angel García. Chaouqui entra in contatto con la contessa grazie a una collaboratrice della donna, riuscendo così negli anni a partecipare ai ricevimenti di Diplomatia anche all’interno del Vaticano, dove può mettere in pratica le sue doti di pr con porporati ed ecclesiastici. Incontri importanti con le gerarchie vaticane (oltre alle sue visite private Oltretevere) avvengono anche il 24 maggio 2013, quando all’ambasciata di Spagna presso la Santa Sede si tiene un concerto di beneficenza per sostenere l’associazione di cui la contessa è presidente.
L’evento è finanziato da Banca Sistema ed Ernst & Young (studio di revisione contabile dove Chaouqui lavora dal marzo 2013) e in questa occasione la donna fa amicizia con altri ecclesiastici del Vaticano, soprattutto provenienti dalla Spagna. È qui che rivede il suo amico sacerdote spagnolo che da lì a poco l’avrebbe aiutata a entrare nella commissione papale, ignaro forse di tutti quei veleni vaticani. Dopotutto la pr calabrese anche con i suoi tweet contro il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone (porporato di cui, oggi, lei si dice «fedele fino alla morte»)aveva esaltato la stagione del Vatileaks, una fuga di documenti riservati della Santa Sede che sembra aver particolarmente colpito la donna. Il 18 luglio, giorno della sua nomina pontificia, Chaouqui trasmette ai suoi capi della Ernst & Young materiale riservatoo inviatole dal segretario della commissione, il monsignore spagnolo vicino all’Opus Dei LucioVallejo Balda. Nei file, oltre ai numeri di cellulare e agli indirizzi email di ogni membro, è contenuto il regolamento della commissione, in cui si legge: «A uso interno della Pontificia commissione referente, non per pubblicazione e non per distribuzione fuori della commissione». Un primo mini Vatileaks targato Chaouqui.
Un pallino, quello del Vaticano, che Francesca ha potuto coltivare nel tempo grazie a un’altra amicizia molto influente. Tra il 2008 e il 2009 Chaouqui conosce Marisa Pinto Olori del Poggio, ambasciatrice a disposizione di San Marino, membro dell’esclusivo club Diplomatia (fondato dal finanziere Stefano Balsamo della Jp Morgan) e presidente dell’associazione Messaggeri della pace, una onlus fondata in Spagna da padre Angel García. Chaouqui entra in contatto con la contessa grazie a una collaboratrice della donna, riuscendo così negli anni a partecipare ai ricevimenti di Diplomatia anche all’interno del Vaticano, dove può mettere in pratica le sue doti di pr con porporati ed ecclesiastici. Incontri importanti con le gerarchie vaticane (oltre alle sue visite private Oltretevere) avvengono anche il 24 maggio 2013, quando all’ambasciata di Spagna presso la Santa Sede si tiene un concerto di beneficenza per sostenere l’associazione di cui la contessa è presidente.
L’evento è finanziato da Banca Sistema ed Ernst & Young (studio di revisione contabile dove Chaouqui lavora dal marzo 2013) e in questa occasione la donna fa amicizia con altri ecclesiastici del Vaticano, soprattutto provenienti dalla Spagna. È qui che rivede il suo amico sacerdote spagnolo che da lì a poco l’avrebbe aiutata a entrare nella commissione papale, ignaro forse di tutti quei veleni vaticani. Dopotutto la pr calabrese anche con i suoi tweet contro il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone (porporato di cui, oggi, lei si dice «fedele fino alla morte»)aveva esaltato la stagione del Vatileaks, una fuga di documenti riservati della Santa Sede che sembra aver particolarmente colpito la donna. Il 18 luglio, giorno della sua nomina pontificia, Chaouqui trasmette ai suoi capi della Ernst & Young materiale riservatoo inviatole dal segretario della commissione, il monsignore spagnolo vicino all’Opus Dei LucioVallejo Balda. Nei file, oltre ai numeri di cellulare e agli indirizzi email di ogni membro, è contenuto il regolamento della commissione, in cui si legge: «A uso interno della Pontificia commissione referente, non per pubblicazione e non per distribuzione fuori della commissione». Un primo mini Vatileaks targato Chaouqui.
Nel quadro di indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Gendarmeria vaticana ed avviate da alcuni mesi a proposito di sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati, sabato e domenica scorsi sono state convocate due persone per essere interrogate sulla base degli elementi raccolti e delle evidenze raggiunte.
Si tratta di un ecclesiastico, Mons. Lucio Angel Vallejo Balda, e della Dott.ssa Francesca Chaouqui, che in passato erano stati rispettivamente segretario e membro della COSEA (Commissione referente di studio e indirizzo sull’Organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede, istituita dal Papa nel luglio 2013 e successivamente sciolta dopo il compimento del suo mandato).
In seguito alle risultanze degli interrogatori queste due persone sono state trattenute in stato di arresto in vista del proseguimento delle indagini.
Nella giornata odierna l’Ufficio del Promotore di Giustizia, nelle persone del prof. Avv. Gian Piero Milano, Promotore di Giustizia, e prof. Avv. Roberto Zannotti, Promotore di Giustizia aggiunto, ha convalidato l’arresto dei predetti, provvedendo a rimettere in stato di libertà la Dott.ssa Chaouqui, nei confronti della quale non sono più state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaborazione alle indagini.
La posizione di Mons. Vallejo Balda rimane al vaglio dell’Ufficio del Promotore di Giustizia.
Si deve ricordare che la divulgazione di notizie e documenti riservati è un reato previsto dalla Legge n. IX dello Stato della Città del Vaticano (13 luglio 2013) art. 10 (art. 116 bis c.p.).
Quanto ai libri annunciati per i prossimi giorni va detto chiaramente che anche questa volta, come già in passato, sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito di consegna di documentazione riservata, operazione i cui risvolti giuridici ed eventualmente penali sono oggetto di riflessione da parte dell’Ufficio del Promotore in vista di eventuali ulteriori provvedimenti, ricorrendo, se del caso, alla cooperazione internazionale.
Pubblicazioni di questo genere non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa.
Vatileaks, che cosa è successo
I fatti e le ricostruzioni
“Sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati”. È questa la motivazione dei due arresti in Vaticano nel quadro delle indagini della Gendarmeria. Si tratta, riferisce l’agenzia Askanews, di un ecclesiastico, monsignorLucio Angel Vallejo Balda, e di Francesca Immacolata Chaouqui, rispettivamente segretario ed ex componente della COSEA, la Commissione referente di Studio e indirizzo sull’organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede, istituita nel luglio 2013 per vagliare i conti di tutti i dicasteri e migliorare la gestione complessiva.
I DETTAGLI
Il pm ha “convalidato l’arresto”. Chaouqui è stata rimessa in libertà perché “non sono più state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaborazione alle indagini”, aggiunge Askanews.
I LIBRI
Il riferimento è a due volumi di prossima pubblicazione, Via Crucis di Gianluigi Nuzzi e Avarizia di Emiliano Fittipaldi, che secondo indiscrezioni dovrebbero svelare alcune trame interne alla Santa Sede.
LA REAZIONE DEL VATICANO
Ecco la reazione del Vaticano: I “libri annunciati per i prossimi giorni”, a partire da “notizie e documenti riservati”, sono “frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito di consegna di documentazione riservata”, ha affermato il Vaticano sottolineando che il Pm vaticano sta riflettendo su azioni di natura penale con l’Italia e chiarendo che “bisogna assolutamente evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa”.
LA VERSIONE DI TORNIELLI
Andrea Tornielli su Vatican Insider spiega il legame tra Chaouqui e Vallejo: “Era stato proprio Vallejo, numero due della Prefettura destinata a scomparire con la riforma della Curia, a proporre e far inserire Chaouqui nella commissione”. Una ricostruzione che ricalca quella di Sandro Magister: “Posto dunque che Francesco non conoscesse personalmente Francesca Chaouqui, chi ha convinto il papa a nominarla in un ruolo di così alta responsabilità? L’ipotesi più attendibile conduce a monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda, segretario della prefettura degli affari economici della Santa Sede e dal 18 luglio anche segretario e factotum della neonata commissione di cui Francesca Chaouqui è membro”, scrisse nell’agosto del 2013 il vaticanista sul suo blog.
Di Chaouqui il vaticanista de “La Stampa” ricorda un altro particolare: “Significativo, alla luce della clamorosa svolta di oggi, appare il colloquio della Pr con la giornalista Denise Pardo, pubblicato sul sito dell’«Espresso» il 17 settembre 2013. Chaouqui faceva sapere di aver accesso «ai documenti più riservati» e raccontava in quella intervista anche del legame di amicizia con il giornalista Gianluigi Nuzzi”.
Il ruolo dei due all’interno della Cosea è cambiato il 3 marzo 2014: “Invece di Vallejo, Francesco aveva nominato come numero due della Segreteria per l’Economia il suo secondo segretario particolare, il maltese Alfred Xuereb, che il nuovo Papa aveva «ereditato» dal predecessore e che aveva servito Ratzinger a fianco di monsignor Georg Gänswein nell’ultimo periodo del pontificato. Inoltre, nel nuovo Consiglio per l’Economia, composto per metà di laici e per l’altra metà di cardinali, erano confluiti ben cinque dei membri della commissione COSEA – il maltese Joseph F.X. Zahra, il francese Jean-Baptiste de Franssu (poi diventato presidente dello Ior); lo spagnolo Enrique Llano Cueto; il tedesco Jochen Messemer e l’ex ministro degli esteri di Singapore George Yeo. Ne era rimasta invece esclusa Francesca Immacolata Chaouqui”, ha spiegato Tornielli.
I RITRATTI DI REPUBBLICA
“La Chaouqui, lobbista 32enne, è stata l’unica donna tra gli otto membri della commissione pontificia istituita nel 2013 da Papa Francesco per riordinare i conti della Santa Sede. A farla entrare nel board è stato lo stesso monsignor Balda, membro del ramo sacerdotale dell’Opus Dei. Nel suo profilo Twitter si definisce “Comunicatrice finanziaria in giacca e jeans, indaffarata a lasciar traccia e con le maniche rimboccate per costruire un mondo giusto”, si legge su Repubblica.
A seguire il ritratto di Monsignor Balda: “In seminario a 8 anni. Papa Francesco aveva chiamato monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, 54 anni, alla guida della Commissione nel luglio del 2013. Già a 8 anni entro in seminario a Logrono, dove completò gli studi ed entrò in contatto con l’Opus Dei, cui tuttora appartiene. Laureatosi in Teologia spirituale alla facoltà dell’università di Burgos, prese poi il dottorato in Teologia presso la Pontifica Università di Salamanca. A 26 anni viene ordinato sacerdote, il 1° agosto del 1987 nella diocesi di Astorga. Prima parroco, poi economo diocesano – il più giovane in tutta la Spagna a occupare questo ruolo – Vallejo Balda, segnalato dall’arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, nel settembre del 2011 venne nominato da papa Benedetto XVI segretario nella prefettura per gli affari economici della Santa Sede, prima dell’ultimo incarico conferitogli sempre in Vaticano da Papa Francesco: segretario della Cosea, appunto”, scrive Agnese Ananasso.
CHE FINE HA FATTO IL DOSSIER SU VATILEAKS? SE ANCHE IN VATICANO FAREBBE BENE UN'OPERAZIONE TRASPARENZA
Un commento da Il Blog di Raffaella, in relazione alla recente notizia di computer violati in Vaticanoe all'imminente uscita di due libri, Via Crucis di Gianluigi Nuzzi e Avarizia di Emiliano Fittipaldi, contenenti documenti riservati provenienti dalla Santa Sede.
C'era una volta il famoso dossier Vatileaks redatto dai cardinali Herranz, De Giorgi e Tomko su disposizione di Benedetto XVI nel 2012.
Sembrava all'epoca il "vaso di Pandora", era prezioso custode (secondo vaticanisti e "giallisti") di tutti i segreti vaticani.
Ad un tratto...puf! E' sparito! Nessun giornalista l'ha più invocato, nessun editorialista ne ha più preteso la pubblicazione in nome di quella trasparenza sempre invocata ma mai, di fatto, applicata.
A detta dei commentatori nessun corvo svolazzava più in Vaticano dal marzo del 2013. Sì...circolava qualche gabbiano divoratore di povere colombe indifese ma di corvi nemmeno l'ombra.
Anche le rane dalla bocca larga, sempre all'erta nel Pontificato di Benedetto, erano state avvelenate e buttate nello stagno.
La fresca brezza di primavera (vero signori cardinali?) soffiava beata nei sacri palazzi e fra le mura leonine.
Fino al patatrac! Oggi si scopre che i corvi e le rane sono più vivi che mai. Si erano semplicemente nascosti per un po'. Dove? E chi lo sa...bisognerebbe chiedere a chi è sempre in contatto con questi animali.
Fino al patatrac! Oggi si scopre che i corvi e le rane sono più vivi che mai. Si erano semplicemente nascosti per un po'. Dove? E chi lo sa...bisognerebbe chiedere a chi è sempre in contatto con questi animali.
Notiamo però il paradosso: i corvi di Benedetto agivano per il "bene", volevano fare pulizia, cercavano all'esterno ciò che non potevano ottenere all'interno. Le bestiole di Francesco, invece, sono da censurare: cattivi e puzzolenti, questi corvi si oppongono all'opera di pulizia.
Se vogliamo prenderci in giro e raccontarci delle favore fra di noi va benissimo, però tutta la situazione è comica: qui siamo in presenza di gente che commette reati esattamente come nel 2011 e nel 2012 (anche prima in realtà).
E non mi sembra che sia cambiato molto da quei tempi: lo Ior è ancora lì (certo! Adesso i bancomat funzionano!), la curia è ancora al suo posto e non ha subito "cure dimagranti" e gli scandali e scandaletti abbondano ancora. E' cambiata sicuramente la "percezione" ma questo è tutto merito dei mass media.
Visto che siamo tornati alla situazione precedente il marzo 2013 perché non rispolverare il famoso dossier dei tre cardinali? Perché non chiederne la pubblicazione?
Visto che siamo tornati alla situazione precedente il marzo 2013 perché non rispolverare il famoso dossier dei tre cardinali? Perché non chiederne la pubblicazione?
Che senso ha mantenerlo segreto? Se si vuole davvero fare pulizia è opportuno che escano TUTTI i nomi: i mandanti interni e gli esecutori esterni. Chiunque siano...
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